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POLITICHE E METODI DELLA SOSTENIBILITÀ

5.1 Ambiente, ecosistemi e pressioni

L'ecologia ci insegna che l'ambiente ha dei limiti di alterazione, di consumo e conseguentemente va preso atto della "finitezza dell'ecosistema terrestre" (siamo in un sistema chiuso). Il processo per il quale ci siamo progressivamente avvicinati ai suoi limiti è esplicitato dalla traiettoria storica dell'evoluzione della popolazione mondiale, ma se associamo al dato demografico il valore della produzione, otterremo una misura attendibile della pressione che l'umanità ha esercitato nelle varie epoche sulle risorse e sull'ambiente. La crescita demografica, il suo ritmo abbastanza lento fino al 1750 e poi l'accelerazione che porta la popolazione mondiale a duplicare negli ultimi due secoli e mezzo, e a raddoppiare negli ultimi cinquanta. Si tratta di un ritmo difficilmente compatibile con la capacità di equilibrio dell'ecosistema.

ma l'accelerazione degli ultimi anni è senza precedenti. La crescita demografica e l'aumento della produzione mondiale hanno portato a un aumento significativo della pressione antropica sulle risorse e sull'ambiente. L'indicatore più immediato di questa pressione è l'aumento della produzione mondiale, che è cresciuta di 600 volte dall'anno 1 a oggi. Inoltre, i consumi individuali sono aumentati di quasi venti volte in due millenni, passando da 467 dollari medi annui a 8.000 dollari odierni. Questa accelerazione si è verificata principalmente negli ultimi 150 anni, con un aumento ancora più marcato nell'ultimo secolo. Nel 1870, i consumi individuali erano di soli 2 dollari e 39 centesimi al giorno, appena il doppio rispetto all'anno 1. Nel 1913, erano di 4 dollari e 18 centesimi al giorno. La pressione sugli ecosistemi è esplosa e presenta oggi una drammatica incomparabilità rispetto al passato. Sebbene la pressione sia sempre stata presente, l'accelerazione degli ultimi anni ha portato a una situazione senza precedenti.come ad esempio la mezza luna della Mesopotamia Antropocene?

Il nome dato all'epoca geologica attuale, in cui l'ambiente terrestre, nell'insieme delle sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche, viene fortemente condizionato su scala sia locale sia globale dagli effetti dell'azione umana, con particolare riferimento all'aumento delle concentrazioni di CO2 e CH4 nell'atmosfera. Da molti anni geologi, scienziati, climatologi, discutono su quale sia la data in cui l'Olocene, iniziato 11 mila anni fa, si sia concluso. Il termine Antropocene è un termine diffuso negli anni ottanta dal biologo Eugene F. Stoermer e adottato nel 2000 dal Premio Nobel per la chimica Paul Crutzen. Antropocene significa letteralmente "l'era dell'uomo", ovvero una fase caratterizzata dall'impronta dell'essere umano sull'ecosistema globale. Tenendo conto dei cambiamenti climatici, dell'erosione del suolo,

del riscaldamento degli oceani o ancora dell’estinzione di numerose specie, il “peso” delle attività antropiche sembra sempre più evidente.

Tra le numerose organizzazioni segnalo:
- gruppo internazionale di studiosi facenti parte dell’Anthropocene Working Group (AWG).
- l’organizzazione globale Ambiente.

In senso lato, ambiente può significare “tutto ciò che circonda l’uomo” e dunque rappresenta il contesto in cui viviamo, contesto che è formato da caratteri naturali (aria, acqua, sole) fondamentali per la vita biologica, ma anche dall’attività umana che interagisce e modifica incessantemente il territorio in cui vive. L’etimo d’ambiente deriva dalla parola latina ambire (circondare, andare attorno) ed è un termine intrinsecamente polisemico e in quanto tale spazia entro ampi margini di discrezionalità-ambiguità interpretativa. Ma questa è unavisione antropocentrica che può rivelarsi miope nella nostra società in cui i bisogni di risorse connessi alla crescita demografica e l'utilizzo di tecnologie dal forte impatto possono alterare profondamente l'ambiente. Attualmente è impossibile e anacronistico parlare di "ambiente" senza considerare la presenza umana in quanto ogni area del pianeta ne risente direttamente o indirettamente. Definizioni Ecosistema ed ecologia ECOSISTEMA = Il sistema degli organismi presenti in ogni ambiente naturale, l'insieme delle relazioni reciproche (feedback) e le relazioni con l'ambiente (ambiente fisico e le specie viventi). Distinzione al suo interno tra le componenti biotiche (piante, animali, uomo) e abiotiche (rocce, suolo, acqua, aria). Il termine ecosistema costituisce un'abbreviazione del termine "sistema ecologico", esso fu proposto nel 1935 dall'inglese A.G. Tansley. L'attività biologica ha caratteriessenzialmente planetari, poiché la sua attività consiste in una continua interazione di atmosfere, oceani, piante, animali, energia e materia. Definizione di ecologia = “corpus di conoscenze riguardanti l’economia della natura (il sistema ordinato e regolato di interrelazioni complesse tra piante ed animali e tra esse e il loro ambiente – ‘ciò che sta intorno’)” Ernst Haeckel (1866). L’ecologia studia le interazioni all’interno della biosfera e quindi l’attività biologica. Ecologia (oikos = casa + logos = studio), studio della nostra casa. L’ambiente definizione Definizione di AMBIENTE Naturale = l’insieme delle relazioni e delle condizioni che permettono la vita sulla Terra. L’ambiente naturale è un sistema in continua evoluzione risultato dell’interazione tra le componenti naturali e quelle antropiche (relazioni verticali e orizzontali).

orizzontali); i suoi componenti sono:

  1. tutti gli elementi fisici (clima, morfologia, risorse naturali)
  2. tutte le specie viventi

I cambiamenti nel sistema economico mondiale possono provocare alterazioni reversibili e/o irreversibili all'ecosistema:

Differenza di scala tra i sistemi economici pre-industriali (agricoli) con alterazioni reversibili e/o irreversibili prevalentemente a scala locale e regionale e i sistemi economici industriali e post-industriali con alterazioni reversibili/irreversibili prevalentemente a scala globale.

I macro fenomeni del Novecento che hanno creato alterazioni irreversibili: aumento demografico, industrializzazione, consumi di massa, urbanizzazione, globalizzazione hanno condotto alla "questione ambientale" sotto la spinta delle transizioni verso i sistemi urbano-industriali basati sul consumo di risorse non rinnovabili (combustibili fossili) e di risorse minerarie ad elevati consumi e produzione di rifiuti.

Divario tra i tempi ecosistemici

(lunghi per rigenerarsi) e itempi economici (brevi, aperto, energivoro)

5.2 L'emergere della questione ambientale

La crescente pressione sulle risorse, oltre che dalla moltiplicazione della biomassa umana, è dunque derivata dal drastico accrescimento dei consumi individuali, a sua volta proveniente dallo straordinario e accelerato sviluppo delle tecnologie negli ultimi tre secoli e al susseguirsi delle innovazioni organizzative studiate per massimizzarne gli effetti. Le stesse tecnologie si incaricheranno di predisporre le condizioni sistemiche di questa espansione: mobilità di merci e persone, circolazione dell'informazione, moltiplicazione e crescente economicità dei materiali da trasformare (con l'avvento della chimica organica a fine Ottocento cesseranno di essere esclusivamente naturali e, con le plastiche, si faranno quasi per intero artificiali). L'ambiente e gli ecosistemi verranno profondamente trasformati: dai paesaggi totalmente distrutti

delle prime regioni minerarie agli spazi integralmente riclassificati da fori, canali, dighe; delle vaste aree sottoposte a coltivazioni estensive alle enormi periferie delle città; dalle reti di trasporto. Tutte attività che producono emissioni gassose, reflui dei processi produttivi, scarti materiali e rifiuti che si moltiplicano in misura esponenziale. Queste modifiche, tuttavia, si sono associate allo strepitoso miglioramento delle condizioni materiali di vita: non solo con la liberazione dalla fame e dalla povertà di una quantità crescente di individui, ma con la disponibilità di servizi prima inimmaginabili – spostarsi rapidamente nello spazio fisico, volare, comunicare a distanza, godere di luce e di calore artificiali, se lo si desidera, per le intere 24 ore – e persino con la capacità di guarire da un numero sempre maggiore di malattie, da cui il clamoroso allungamento della speranza di vita. Scotto che paghiamo per le nostre

condizioni.

Rachel Carson (1907-1962)

Rachel Carson è stata una figura straordinaria del XX secolo, una biologa e zoologa statunitense, è una pietra miliare nella storia dell'ecologia.

Silent Spring è un libro di scienze ambientali, il manifesto del movimento ambientalista moderno e descrive, con approfondite ricerche, i danni irreversibili provocati dall'uso indiscriminato del DDT e dei pesticidi, tanto sull'ambiente che sugli esseri umani.

Il titolo deriva dalla drammatica constatazione del silenzio nei campi primaverili rispetto ai decenni precedenti nelle primavere degli anni 50. Questo silenzio era dovuto alla diminuzione del numero di uccelli canori a causa dell'utilizzo massiccio di fitofarmaci.

In Silent Spring la Carson ha posto delle dure domande, ossia se gli uomini abbiano il diritto di controllare e dominare la natura e il poter decidere chi debba vivere e chi debba morire e se è lecito distruggere la vita degli altri esseri.

Viventi che popolano la Terra. Con questo libro l'autrice lancia l'allarme sul fatto che l'ecosistema terrestre avrebbe presto raggiunto i suoi limiti di sostenibilità se non si fossero presi tempestivamente seri provvedimenti atti a contrastare l'uso indiscriminato di sostanze fortemente nocive. La Carson era giunta alla conclusione che i fitofarmaci, attraverso la catena alimentare, avvelenano animali e uomini. Il DDT è stato messo al bando da molti paesi, ma è ancora in uso in altri, nonostante siano provati i danni che provoca.

Le origini della "questione ambientale":

  • Primo avvio negli anni '60-'70 del Novecento.
  • Nascono le associazioni ambientaliste:
    • WWF (1961)
    • Friends of Earth (1969)
    • Greenpeace (1971)
    • World Watch Institute (1974)
  • Associazione: Club di Roma (1968) raggruppa famosi scienziati di più ambiti; pubblicazione del libro "The Limits to Growth" di Meadows (coniugi) ha aperto
llo sviluppo economico. Nel 1972, il Club di Roma pubblicò un rapporto intitolato "I limiti dello sviluppo", in cui veniva presentata l'ipotesi della crescita zero. Secondo questa ipotesi, se l'umanità continuasse a consumare risorse naturali in modo insostenibile, si sarebbe verificata una crisi ecologica irreversibile. Il rapporto suscitò un ampio dibattito e portò all'attenzione globale la necessità di adottare politiche di sviluppo sostenibile. Ancora oggi, l'ipotesi della crescita zero è oggetto di discussione e ricerca nel campo dell'economia e dell'ambiente.
Dettagli
A.A. 2020-2021
109 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-GGR/02 Geografia economico-politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher guendalinafulcheri di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Geografia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Romei Patrizia.