Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
F
1 Aa Aa
A Aa Aa
A
Poi fece autofecondare la generazione (F ).
1
Mendel notò ora la ricomparsa del carattere bianco assente nella F (poiché mascherato da quello
1
rosso) ma presente fin dalla generazione parentale.
Osservando bene, si accorse che le piante con i fiori rossi (generazione F ) erano ora in numero
2
maggiore rispetto a quelle dai fiori bianchi. Il rapporto tra fiori rossi e fiori bianchi (fenotipo) era
molto vicino a quello di 3 a 1.
Attenzione: se all’esame gli dici che il rapporto era effettivamente di 3 a 1 sbagli. Perché Mendel
non ottenne un rapporto così preciso ma era approssimativo, e attraverso vari esperimenti ne
ebbe poi la conferma.
A a
F
2 AA Aa
A Aa aa
a
Ricorda : questo esperimento non dipendeva dal sesso della pianta.
“Perché vi fu un rapporto di 3 a 1 nella F ?”
2
Mendel sapeva che le piante delle F derivavano per autofecondazione della F , perciò se in essa
2 1
apparivano entrambi i fenotipi (rosso e bianco) era logico pensare che anche tutti gli altri individui
della generazione precedente portassero entrambi i caratteri (donati dalla generazione parentale).
Il carattere, in questo caso inteso come il colore del fiore (rosso o bianco) è portato dai
(in seguito denominati “alleli”). Ogni individuo porta per un singolo carattere due
determinanti
determinanti.
Se una coppia di determinanti è identica, l’individuo si dice omozigote, viceversa se così è si dice
eterozigote.
Da ciò si giunge alla conclusione che la prima generazione (F ) appare costituita interamente da
1
individui eterozigoti, mentre la generazione successiva (F ) appare costituita da un misto di
2
entrambi.
Mendel questo non lo sapeva, perciò iniziò a testare.
Nonostante Mendel aveva trovato lo schema per spiegare il modello ciò non significava che fosse
comunque esatto. Per poter dimostrare la veridicità del modello avrebbe dovuto dimostrare che
tutti gli individui della F fossero eterozigoti, mentre le piante della F fossero in parte sia
1 2
omozigoti che eterozigoti.
Mendel poté dimostrarlo facendo fare un ulteriore incrocio ad entrambe le generazioni con la
linea pura bianca omozigote recessiva. Questo fu definito Test cross.
Se gli individui della F fossero stati eterozigoti l’incrocio avrebbe dovuto dare progenie con
1
fenotipo a metà fra fiori bianchi e rossi.
F aa
3
AA 100%
Aa
Aa 50% Aa
50% aa
Aa 50% Aa
50% aa
aa 100%
aa (legge della dominanza)
Prima legge di Mendel
Alla F quando si incrociano due linee pure compare soltanto il carattere dominante.
1
Il è ciò che si vede.
fenotipo
Il rappresenta le caratteristiche genetiche di un individuo.
genotipo
Le caratteristiche genetiche sono l’impalcatura globale su cui si innestano poi altre cose che
danno origine al fenotipo. Il fenotipo è la risultante dell’interazione del genotipo con l’ambiente
(inteso come parametro fisico-chimico-biologico).
I determinanti (le varianti) come già accennato furono chiamati a). Per alleli oggi si
alleli (A e
intendono forme alternative di un gene.
Quindi se un allele è dominante significa che domina su un gene omologo (che però è recessivo).
Mendel una volta fatti questi incroci elaborò perciò questa prima legge: “gli individui nati
dall'incrocio tra due individui omozigoti che differiscono per una coppia allelica avranno
il fenotipo dato dall'allele dominante”.
(legge della segregazione)
Seconda legge di Mendel
Mendel capì che i fenotipi alternativi di ogni carattere dipendessero da varianti dei singoli fattori e
che tali varianti fossero uguali nelle linee pure, ma nelle piante della F dovevano essere diversi,
1
visto che nella F ricompariva il fenotipo recessivo. Le piante della F dovevano pertanto essere
2 1
degli ibridi.
Enunciato: “durante la formazione dei gameti per la generazione della prole, gli alleli associati a
uno stesso gene si separano (segregano) tra di loro, facendo sì che ad ognuno dei due gameti
giunga solo uno degli alleli stessi”.
(legge dell’assortimento indipendente)
Terza legge di Mendel
Mendel andando avanti incrociò due linee pure che differivano per più di un carattere. Queste
due linee pure si indicarono formalmente con A e B. Un omozigote dominante per A e B si definì
“AA BB”, mentre un omozigote recessivo si definì “aa bb”.
Incrociandoli vide che alla F tutti gli individui manifestavano tutti e due i caratteri dominanti.
1
ab ab
F
1
AB Aa Bb Aa Bb
AB Aa Bb Aa Bb
Ragionevolmente è possibile che loro fossero individui eterozigoti per entrambi i caratteri. A
questo punto Mendel fece l’autofecondazione degli individui della F . Egli si poteva aspettare che
1
nella F comparissero i rapporti che ci furono nel primo ibrido, ma non fu così. Trovò piante che
2
manifestavano tutti e due i caratteri dominanti e tutti e due i caratteri recessivi, piante che
manifestavano uno dei due caratteri dominanti mentre l’altro recessivo e viceversa.
Queste piante in cui venne manifestato un carattere dominante e uno recessivo lui le chiamò
in quanto presentavano nuove combinazioni rispetto a quelle di partenza.
classi ricombinanti
Egli le trovò in un rapporto ben preciso: ogni 9 piante con entrambi i caratteri dominanti ce n’era
una che manifestava tutti e due i caratteri recessivi, 3 che manifestavano uno dei due caratteri
dominanti e 3 recessivi, e 3 che manifestavano uno dei due caratteri recessivi e 3 dominanti. Le
combinazioni totali erano 16.
Fu qui che Mendel immaginò la meiosi, e non nella prima legge! Vide infatti l’assortimento
indipendente dei caratteri.
Enunciato: “durante la formazione dei gameti, geni diversi si distribuiscono l'uno
indipendentemente dall'altro”.
“Come spiegò il rapporto 9:3:3:1?”
Ab aB AB ab
F
2
Ab AAbb AaBb AABb Aabb
aB AaBb aaBB AaBB aaBb
AB AABb AaBB AABB AaBb
ab Aabb aaBb AaBb aabb
Riepilogo
Monoibridi: sono i discendenti di genitori che differiscono tra loro per un solo carattere.
Diibridi: sono i discendenti di genitori che differiscono tra loro per due caratteri.
Probabilità e Frequenza
La frequenza è il numero dei casi favorevoli /numero dei casi totali
Es. se ci fossero 30 femmine su 70 persone totali la frequenza è di 30/70. La frequenza è un dato
sperimentale.
La probabilità è il numero di casi favorevoli/il numero di casi possibili. È un concetto teorico.
Es. tirando un dando a sei facce la probabilità che esca un 3 è di 1/6.
I valori della probabilità ricadono fra 0 (se nessuno dei favorevoli ricadono fra quelli possibili,
evento impossibile) e 1 (se tutti gli eventi favorevoli ricadono fra quelli possibili, evento certo).
0 < p < 1
La probabilità che due eventi avvengano singolarmente corrisponde al prodotto della probabilità
dei singoli eventi.
Es. qual è la probabilità che lanciando due volte una moneta si ottenga due volte testa?
½ ½ = ¼
x
Si incrociano due omozigoti dominanti.
Qual è la probabilità che nasca un omozigote dominante?
1.
Omozigote recessivo?
0.
Eterozigote?
0.
La probabilità di un evento è qualcosa di teorico che viene misurato a priori su basi matematiche
se sappiamo come funziona il sistema.
La frequenza di un evento non può essere calcolata priori, ma viene calcolata solo a posteriori
dopo aver effettuato un certo numero di prove (è qualcosa di sperimentale).
Quand’è che la frequenza diventa simile o uguale alla probabilità di un evento?
Tanto più è grande il campione tanto più il valore della frequenza è vicino a quello della
probabilità.
La genetica Mendeliana Ripasso
Mendel, padre della genetica, fa i suoi esperimenti a metà 800, lui era un frate, e aveva il suo
orto. Lavora con le piante di pisello. Lavorava con queste piante perché riusciva ad avere anche
due raccolti l’anno, quindi riusciva a lavorare con numeri molto elevati e a vedere gli effetti sulle
generazioni. Le piante di pisello hanno le caratteristiche di avere fiori femminili e maschili,
quindi possono autofecondarsi, e aveva a disposizione delle linee pure. Per linea pura si
intende che per autofecondazione, da una progenie sempre con le stesse caratteristiche. E
aveva delle piante di pisello, con delle caratteristiche diverse, per esempio le piante potevano
avere un fiore di colore rosso o bianco. Lui immagina e capisce l’entità della meiosi allora lui
prende e incomincia ad incrociare delle linee pure, che differiscono tra di loro per un solo
carattere, cioè sono tutti uguali con una caratteristica diversa, quindi un carattere diverso. È
fondamentale che lui incroci le piante con un solo carattere differente. Quindi incomincia, a
incrociare piante con fiori rossi e piante con fiori bianchi. Che cosa vede lui? Le incrocia
tagliando gli organi maschili da una parte e gli organi femminili sull’altra, evitando così
l’autofecondazione.
Alla F1, cioè la prima generazione, trova piante con tutti fiori rossi. Quindi lui vede solo piante
con fiori rossi, la domanda che lui si fa a questo punto è che cosa è successo alle piante con il
fiore bianco? Lui intuisce che forse può essere stata eclissata dal carattere della pianta con fiore
rosso, ma può anche essere che sia sparito. Quindi come fa lui a rispondere a questa domanda?
Se è stato eclissato, quindi vuol dire che è ancora presente all’ “interno” della pianta basterà
autofecondare la generazione F1. Quindi alla alla F2 avremo la risposta. Cioè se è
completamente sparito il carattere bianco, alla F2 avremo di nuovo tutte piante con fiori rossi,
se invece è stato eclissato può darsi che nella F2 ricompaia il carattere bianco.
Ottiene quindi la F2 e vede che nell’orto ci sono piante con fiori rossi e piante con fiori bianchi
(attenzione se dici che ci sono fiori rossi e fiori bianchi, potresti far intendere che sulla stessa
pianta ci siano sia fiori rossi che fiori bianchi). Quindi ora Mendel sa rispondere alla domanda, il
carattere non era scomparso, ma era stato eclissato. Dunque viene definito il carattere del fiore
rosso, come quello dominante, mentre quello bianco, visto che recede in presenza del carattere
dominante, verrà chiamato Recessivo.
Se lui non si fosse accorto di un’altra cosa, probabilmente la genetica non sarebbe nata, lui nota