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CONTENUTO DELL'OPERA
La vicenda è ambientata in una improbabile America del Sud, il Maradagal (in guerra con il confinante Parapagal).
Il tempo è quello dell'Italia fascista.
La società del Maradagal è una società truffaldina. L'emblema della società è un finto sordo di guerra che si fa chiamare Pedro. In realtà si chiama Gaetano Palumbo.
Nel 1924 finisce la guerra tra Maradagal e Parapagal che entrambi credevano di averla vinta. Agli invalidi di guerra venivano fatte fare le ronde.
La descrizione del vigile ciclista è una descrizione non canonica, cioè dall'alto al basso, un po' schizofrenica, parte dalla gamba rigida.
Ad inizio libro c'è lo scandalo: è uno scandalo vero e proprio, il vigile sordo ha la gamba rigida non per la guerra ma per una sifilide di qualche anno prima. Si scopre che non è sordo quando saluta un
parente.
- Pedro ha truffato gli abitanti del Maradagal, non è mai stato in guerra ma in tutto questo tempo ha goduto della "pensione di sesto grado". Lo scandalo viene preso con leggerezza.
- A pag 29 c'è un'apertura descrittiva feroce sulle ville brianzole: quadro satirico e amaro di un paesaggio deturpato per sempre dall'ignoranza e dalla grettezza. Il lessico è architettonico e il ritmo è dato da ripetizioni che vanno per terne.
- Gonzalo Pirobutirro: è un puro soggetto nevrotico e negativamente Don Chisciottesco, ma rappresentato anche come vittima del contesto sociale. Non ci viene rappresentato direttamente, c'è un medico che va verso di lui e dice ciò che Gadda pensa.
- L'episodio del gatto: è il primo esempio di Cognizione del dolore. "ogni oltraggio è morte".
- A fine primo capitolo Gonzalo non è ancora comparso, è preceduto da
- Una serie di nefandezze su di lui.
- La madre di Gonzalo, la Signora viene presentata anche lei dalle dicerie, è vittima della crudeltà del figlio.
- Il primo capitolo è pieno di sezioni dense e articolate.
- L'episodio del fulmine è un episodio centrale, rimbalza da un testo all'altro (un episodio simile compare anche nell'Adalgisa). La villa del Bertoloni viene massacrata dal fulmine: c'è una prima apparizione di Gonzalo.
- "Occhi velati da irrevocabile tristezza": sono gli occhi del gatto ma bisogna tenere a mente questa descrizione perché Gadda usa la figura degli occhi per molti personaggi, tra cui la madre, il figlio e altri protagonisti.
- 2° capitolo: descrizione introduttiva molto pacifica, quasi pascoliana, alberi nominati con il loro nome preciso.
- Il medico si avvia verso la villa dei Pirobutirro (qualità delle pere). Il primo incontro che fa è con una donna.
Che ha lo stile delle Giuseppine: si chiama Battistina.
- La parlata degli abitanti è una parlata ossitona: ci sono esempi del dialetto milanese. Un altro esempio di parlata lombarda sono i puntini di sospensione che indicano un'allusione al non detto.
- Compaiono termini del linguaggio medico: prognatismo, lepigastro facciale, oltre.
- 3° capitolo: Gonzalo viene messo a fuoco pienamente, appare in tutta la sua complessità. Viene presentato in carne ed ossa, non dalle dicerie. È un personaggio molto complesso, intriso di una conoscenza psicoanalitica. Ha degli elementi autobiografici.
- 4 nuclei portanti nel 3° capitolo. 1) Visita del dottore, male visibile di Gonzalo e gioco di sguardi: grande attenzione allo sguardo di Gonzalo (p.71,72,74), sguardo che guarda al di là delle cose. Allo sguardo di Gonzalo si contrappone quello del nipote di Di Pascuale, che va a lezione di francese dalla Signora ("occhi vuoti di ogni criterio",
Cioè sguardo senza intelligenza). Appare anche lo sguardo del dottore.
2) Intermezzo comico sulla Pia e su tutte le Marie, delirio sulle campane: Le campane che suonano e rompono le scatole a Gonzalo ("sguaiate donzelle che si capovolgono"). Rumore delle campane che si contrappone a quello delle cicale.
3) In questo capitolo la signora viene chiamata "la Mamma". Gonzalo nel sogno la rappresenta come una donna velata di nero. La madre di Gonzalo è al cimitero, non c'è e Gonzalo è preoccupato. Sentimento ambivalente: ha paura si faccia male ma allo stesso tempo la detesta. Crisi di furore, Gonzalo delira. Gonzalo si risveglia con le braccia stanche. Il dottore non può capire gli abissi di Gonzalo, capisce che "qualcosa di orrido stava ribollendo in quell'anima". Gonzalo cerca compassione dicendo "sono stato bimbo anch'io". Apparizione della donna velata.
4) Delirio sul pronome "IO".
C'è l'attestazione della colpa ma non c'è il colpevole. L'inconscio non può essere riconosciuto dalla coscienza. Per questo non è possibile trovare l'assassino.
3° cap: le campane che fanno un rumore ossessivo: il rumore è parallelo al rumore stancante delle cicale.
Sempre nel 3° compaiono due deliri: la madre che nel sogno appare come una donna velata di nero e il delirio sul pronome IO.
Sguardo del dottore: sguardo pieno di stanchezza.
La Giuseppina era una brava autista, ma faceva le curve in discesa. A motore spento per risparmiare benzina.
Il dottore continua ad insistere con Gonzalo che vada con lui e la Giuseppina per distrarsi.
Gonzalo da una parte riconosce la sua colpa, ossia che la madre ha paura di lui, ma da una parte la colpevolizza.
Il dottore ha un TIC: bacchettarsi il polpaccio.
Notare i puntini di sospensione nel racconto del sogno.
4° capitolo:
presenza del napoletano del Di Pascuale.
- Parabola strana del dottore che ad un certo punto si infastidisce un po': nel 3° cap invece insisteva con Gonzalo che andasse via con lui e la Pina, marifiuta e ciò infastidisce il dottore.
- Il dottore comincia a parlare e a turbare Gonzalo, lo angoscia assecondandoe non frenando i suoi fantasmi. Mentre inizialmente cercava di dissuaderlo efargli vedere le cose positivamente.
- La madre ancora non c'è, viene evocata come lontana ma non torna dal cimitero. Gonzalo comincia ad agitarsi. Era andata al cimitero sottorimprovero del figlio.
- Alla fine dell'episodio del gatto, Gadda usa l'espressione "occhi velati": la usa per la madre e per tutte le persone oltraggiate dalla vita. Gli occhi velati della madre lo sono da: riconoscenza dei confronti di Gonzalo per averle portato i giornali, da avvilimento, da tristezza, da angoscia.
- Nel capitolo 6 il lucignolo di cui si parla
• Alla fine dell'8° capitolo c'è la parte più autobiografica: la scuola, la madre che insegnava, le campane, l'orologio, la severità del padre. C'è un'accelerazione finale che parte dall'abbraccio della madre e del figlio.
• 7° e 8° capitolo sono carichi di trasposizioni autobiografiche, appare in maniera forte il fratello morto. Il rapporto madre-figlio è rapporto guerra-morte del figlio.
• Il 7° capitolo si interrompe con l'abbraccio, questa possibilità di unione: nell'8° capitolo Gonzalo vorrebbe inginocchiarsi e dire "mamma perdonami" ma non lo fa.
• 8° cap: quando sono tutti a casa della madre appare un nuovo personaggio: il cavalier Trabatta, che viene derubato perché aveva rinunciato ai vigilantes. Il Nistitùo è
Come una mafia, provano a ricattarlo; non si è abbonato e allora viene derubato.
Nel cap. 6 c'è una citazione a Camillo Sbarbaro quando parla dei Licheni.
Il cap. 7 può essere riassunto in tre parti:
- rapporto madre e figlio dove si rivela ancora una volta e in maniera chiara l'ambivalenza di Gonzalo,
- la descrizione del peone, del suo ruolo e del fatto che voglia un aumento,
- la descrizione della villa e della strada. A fine capitolo il peone viene cacciato e Gonzalo se ne va.
Cap 7: chiusa drammatica della madre quando il figlio lascia la casa. La madre è descritta con un velo tenue, dorato di tristezza. Gonzalo avrebbe sempre desiderato un orologio, soprattutto per la laurea e quando la madre glielo offre, da adulto, sia rabbia e lo rifiuta.
Nel finale del 7° capitolo c'è l'idea della gente in movimento, sta per agitarsi l'opera.
Nell'8° capitolo si raccolgono tutti i nodi.
autobiografici della CDD. Si allungal’ombra della morte del fratello, evocata dagli episodi della scuola e dellaguerra.
- C’è la prima conclusione della CDD: tutto è dovuto dalla sua triste infanzia.
- Cap. 8: si apre sul figlio (non chiamato Gonzalo ma “figlio”). Osserva comestraniato le persone intorno e ne osserva la parlata. (Gadda riproduce laparlata dei brianzoli, dei ticinesi). Si nota la distanza tra Gonzalo e i paesanicon questo straniamento.
- Il figlio è presentato quasi tranquillo, che guarda i maradagalesi intorno a sèche non parlano, gesticolano.
- Alla fine del libro Gonzalo va via, ma andrà via davvero?
- I due protagonisti sono il figlio e la madre. La madre vive perchè c’è il figlio.Non è giusto definirla un personaggio spalla ma se non ci fosse Gonzalo, nonvivrebbe.
- Il padre è sciocco , dissipatore, che ha portato alla povertà la famiglia.
E' un'ombra nella CDD ed è descritto attraverso alcune scene: il fallimento dei bachi da seta, l'investimento sulle campane, la distruzione del suo ritratto.
Gonzalo è spesso descritto come un bambino.