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FRIEDRICH NIETZSCHE - La Nascita della Tragedia (1872)

Usa la tragedia greca per affermare il carattere o lo spirito del mondo greco. Questo spirito era diviso in due: Dioniso (che esaltava gli eccessi) e Apollo. In un primo periodo i due spiriti vivono separati, poi i due convivono in armonia. Quando il carattere apollineo prevale su quello dionisiaco, racchiudendo in forme armoniche il caos dell'esistenza, finisce il tempo della tragedia greca. Con la fine della tragedia comincia anche il declino della civiltà greca, che secondo Nietzsche era nata con la nascita della filosofia.

L'uomo non accetta l'esistenza delle forze irrazionali e si illude di poter racchiudere l'esistenza informe in forme armoniche. Questo pensiero di Nietzsche prende spunto dalla critica agli ottimismi dell'umanità di Schopenhauer. Contrariamente però al pensiero dell'ultimo, che offre una via di fuga dal mondo, Nietzsche afferma che non bisogna fuggire dinanzi al caos dell'esistenza.

bensì bisogna accettare pienamente ogni aspetto e carattere della vita, positivo e negativo. (Bisogna danzare sul caos del mondo come aveva fatto Dioniso). Ricapitolando: per Nietzsche la tragedia greca è la cartina tornasole della civiltà greca, ed è grazie a questa che possiamo leggerla. A cavallo degli anni 80 del 1800 Nietzsche pubblica due opere che collochiamo nel periodo illuministico. Nel 1878 pubblica Umano troppo umano e nel 1882 pubblica La gaia scienza. Nella prima opera, il filosofo spiega come ci si debba fidare solo della ragione e diffidare invece del mondo metafisico e delle costruzioni umane, ovvero la religione, la filosofia, il pensiero trascendentale, etc. Crede fermamente nel rigore del metodo scientifico e allude alle verità, ovvero le grandi narrazioni come la religione, la filosofia, come a costruzioni, prodotti umani, e non divini, creati per dare un ordine alla vita. Nella seconda opera invece parla della scienza come metodo di pensiero.

La guarda con ammirazione in quanto pone al vaglio le cose. Si riferisce alla scienza con l'aggettivo gaia in quanto ritiene la scienza dovrebbe liberarci dalle credenze. Critica inoltre in quest'opera la metafisica (l'aldilà, l'assoluto che non appartiene al mondo) e parla di Morte di Dio. Si riferisce a Dio come all'incarnazione delle credenze, costruzioni umane. Arriva grazie a questa riflessione su Dio a due consapevolezze: la consapevolezza della gravità dell'uccisione di Dio, del gesto attuato, e delle conseguenze devastanti a cui porterà (fa una similitudine: come se spegnessimo il sole); la consapevolezza della necessità di compiere questo gesto, fondamentale, necessario per poter continuare a progredire. Come il mondo vero divenne favola. Storia di un errore (1888) L'errore a cui si accenna nel titolo è l'opposizione tra verità e apparenza. Per secoli la filosofia ha ingannato gli uomini.

attraverso l'illusionemetafisica della contrapposizione tra un "mondo vero", promessa di una vita migliore, e un "mondoapparente", infelice, fallace. Abbandonare il concetto di "mondo vero" significa restituire al mondo la sua pienezza. Nella prima tappa Nietzsche parla dell'autore dell'errore e lo individua nella figura di Platone. Questi invita a spingersi verso un mondo contemplabile solo dopo la vita, a confidare in un altro mondo, il "mondo vero". Platone fu colui il quale introdusse l'idea del bello e del bene, appartenenti al "mondo delle idee", e solo la nostra anima, prima di appartenere al corpo, aveva contemplato questi concetti (di bene e buono). Nel "mondo fisico" possiamo quindi distinguere ciò che è bello, buono o è bene grazie al ricordo dell'anima. Nella seconda tappa il filosofo allude alla religione cristiana, la quale introduce il concetto di aldilà.

posto nel “mondo vero”, il quale è però inafferrabile. - Nella terza tappa il mondo diviene inattingibile, indimostrabile, e ci allontana dalla concezione del mondo vero. Vediamo risorgere un barlume di luce dopo un periodo di oscurità data dall’ignoranza. É grazie a Kant che dopo secoli di buio si rischiara il pensiero dell’umanità. Introduce Kant (parlando di idea Konisbergica) infatti una distinzione tra mondo noumenico e fenomenico. Dice che la realtà esiste anche al di là della nostra esistenza singola, ma noi non la possiamo conoscere perché a quel punto verrebbe filtrata e diventerebbe una realtà fenomenica: non posso arrivare alla cosa in sé. - Nella quarta tappa Nietzsche ringrazia il rigore scientifico utilizzato del pensiero positivista per studiare ed accettare la realtà. Il positivismo riduce il “mondo vero” ad una nozione metafisica, riconoscendolo come inattingibile.

E sconosciuto. Il positivismo viene quindi indicato come un primo segno di rinascita della decadenza dell'errore e paragonato ad un "grigio mattino" o al "canto del gallo".

Nella quinta tappa si parla dell'eliminazione definitiva del concetto di "mondo vero". La figura di Platone che arrossisce è utilizzata per sottolinearne la sconfitta. Il baccano indiavolato degli spiriti liberi indica la liberazione dello spirito dionisiaco. La filosofia si libera della cosa in sé, di Dio.

Nella sesta tappa si arriva alla conclusione che con l'eliminazione del concetto di "mondo vero" si sia eliminato anche il concetto di "mondo apparente", al quale apparteneva il mondo fisico. È mezzogiorno, l'ora in cui comincia l'insegnamento di Zarathustra.

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A.A. 2019-2020
2 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher beatrices01 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Scienze Storiche Prof.