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INTERPRETAZIONE E OLTREUOMOI

Interpretazione rivelante di N. (saggio introduttivo della Valori)

L'interpretazione ricopre un ruolo fondamentale nella filosofia di N.; egli attribuisce a quest'ultima tanti modi tra cui anche quello di rivelare. N descrive in modo chiaro la dinamica dell'interpretazione rivelante nel primo capitolo del libro Così parlò Zarathustra quando il personaggio afferma "ed ecco giunse a me quel pensiero" - questa frase rappresenta la formula suprema che descrive l'idea dell'eterno ritorno.

N. delinea due presupposti della rivelazione:

  1. Costituisce una rinascita nell'arte dell'ascoltare
  2. N. individua questa dinamica come un cambiamento improvviso

Per N. questa interpretazione rivelante è un fatto che sconvolge la vita quotidiana perché, come riportato da "Così parlò Zarathustra", implica un pensiero che avviene in maniera improvvisa e del tutto imprevedibile.

L'ispirazione-rivelazione è una esperienza non una superstizione; è un fattore raro che sconvolge il rapporto soggetto-oggetto. Infatti N. pensa che il filosofo è preso da questo pensiero che è attivo, non è un mero contenuto passivo; l'oggetto diventa soggetto. L'interpretazione rivelante è dotata da una capacità creatrice e simbolica. Proprio perché questo pensiero accade in maniera improvvisa, N. parla di un rapimento di un totale esser fuori di sé che lacerai il principio di individualità.

II. Il darsi del simbolo e l'atto creativo (saggio introduttivo della Valori)

La quotidianità non è più adeguata per esprimere il nuovo atto proprio dell'interpretazione rivelativa. L'esperienza rivelativa scaturisce l'interpretazione nella quale le cose danno il simbolo adeguato. Si parla inoltre di fatto creativo come quell'atto che muove da ciò che in noi è.

più profondo e più intimo. Esso esprime la manifestazione di una forza che esprime al massimo grado. Il creare è l’esser fuori disé a cui si accede a ciò che è più intimo; esso è unarivelazione in cui il sapere si identifica con le cose che si offrono nei simboli più adeguati. N. presenta la sua concezione di verità partendo da una esperienza rivelante.

III. L’uno originario e l’individuazione (saggio introduttivo della Valori)

La nascita della tragedia è un’opera in primis, filologica riguardante la civiltà greca antica e in secondo luogo è in funzione della decostruzione e rigenerazione della società occidentale. La filologia di N. mostra come l’elaborazione culturale, l’attività spirituale, compreso il rapporto soggetto-oggetto si siano sviluppate attraverso l’illusione apollinea; la decostruzione si fa smascheramento in funzione di una rinascita della

Il dionisiaco e l'apollineo sono come forze artistiche che esistono anche senza la mediazione. Rispetto a queste forze l'artista è o imitatore dell'apollineo o artista dell'ebrezza. Non a caso il fine specifico dell'opera è rivolto alla comprensione dell'unificazione tra apollineo e dionisiaco. N. affronta il problema del lirico, che è coniugato sia con la soggettività che con la figura del musicista. Da qui il fenomeno del lirico: che come genio apollineo interpreta la musica attraverso la volontà ma egli stesso è staccato da essa. La musica è il riflesso senza immagine del dolore originario. A questa figura si contrappone quella dell'artista in cui il soggetto si sente liberato dalla volontà individuale è diventato un medium e la celebra la sua liberazione nell'illusione. L'arte è una lieta speranza affinché il dominio

dell'individuazione possa essere spezzato. Inoltre il filosofo rielabora la problematica di S. del puro occhio; S. lo eleva al puro soggetto che contempla il puro oggetto mentre N. è coincidenza tra soggetto-oggetto. Si deve superare la scissione noumeno e rappresentazione apollinea per arrivare ad un dionisiaco che non è più accettazione tragica dell'esistenza ma un sì eternante.

IV. L'uomo teoretico e la rinascita (saggio introduttivo della Valori)

La tragedia greca muore suicida e ritorna nella futura forma d'arte della tragedia e commedia attica; viene però eliminato l'elemento dionisiaco. A questo proposito N. contempla la rinascita della tragedia in quanto osserva il risveglio dello spirito dionisiaco nello spirito tedesco: un esempio tra questi sono la musica di Beethoven, Bach.

Lo spazio, il tempo e la causalità di Schopenhauer e Kant servono a rendere il Velo di Maya come suprema realtà. La rinascita della tragedia

funge darinascita del presente, di uscita dalla decadenzadella società. V. Il vero storico(saggio introduttivo della Valori) Sulla seconda considerazione inattuale, N. in primoluogo muove una critica verso l'oggettivismoscientifico(positivismo). Egli rammenta che la storiasi intreccia sulla vita dell'uomo il quale vive sotto ilpeso del passato. Il senso storico pone quindi unpeso per l'essere umano e N. rammenta la necessitàdi plasmare il passato ma soprattutto di sollevarsidall'orizzonte per crearne uno nuovo attraverso lacapacità di "forza plastica" di cui gli esseri umanisono dotati. Si tratta quindi di sentire in modo non-storico ciò che è avvenuto nel passato e dievidenziare l'oblio come capacità di elevarsi e disentire il mondo in modo non storico. Il filosofo introduce il termine "malattia storica" perdescrivere questa situazione caratteristica della suaepoca nella qualel'assolutizzazione della conoscenza storica comporta il non operare l'accettazione degli ideali passati usati per agire nel presente. N. critica questo fatto e introduce due rimedi contro la malattia storica: - L'antistorico: ingiusto verso i valori e le istituzioni dominanti (N. riporta l'esempio del popolo greco, che è riuscito a ribellarsi di fronte al dominio del popolo persiano, ricostruendo un nuovo percorso). - Il sovrastorico: colui che è in grado di cogliere l'atmosfera non storica; di cogliere quindi l'oblio e l'ingiustizia. Non crede né nel regresso né nel progresso, vede la storia come un ripetersi di fatti. Nonostante ciò, N. ha aggiunto tre tipi di storiografia che mostrano i limiti dei due rimedi della malattia storica se assolutizzano se stessi: 1) storia monumentale 2) storia antiquaria 3) storia critica Per concludere,N. con il termine "vero storico" indica colui che fa la storia fornendosi di forza plastica, utilizzando ciò che gli occorre dal passato per far venire alla luce il nuovo ideale; il resto lo elimina e lo condanna all'oblio. In questo contesto si realizza la figura del genio, figura ripresa nella terza considerazione inattuale chiamata "Schopenhauer come educatore". VI. Lo spirito libero e le prospettive (saggio introduttivo della Valori) In "Schopenhauer come educatore" si parla non solo del concetto di genio ma anche di spirito libero che si identifica con lo spirito critico. Esso prelude la figura dell'uomo superiore che insieme allo spirito libero cercano di non essere più adeguati al proprio contesto ma al contrario del super-uomo, essi ancora non sono ancora creatori di un nuovo ideale. Un'ulteriore differenza tra spirito libero, uomo superiore e super-uomo è che i primi due si trovano in un momento negativo, volto.allalibertà della morale ma ancora non creatori di unanuova.In "Umano troppo umano" N. polemizza la tradizionedella cultura occidentale e il suo criticare non ha ilsolo scopo di distruggere, ma anche quello diinsegnare qualcosa di superiore. In aggiunta, N.propone una distinzione tra critica ingiusta e quellaintelligente, elaborando il fatto che quest'ultima siconiuga con un'indagine volta a mostrare l'errore diragionamento che ha condotto alle verità culturali.Le idee morali, religiose e metafisiche vengonochiamate da N. "catene" introducendo la "malattiadelle catene". Inoltre critica i valori della tradizioneche non sono altro che degli errori antropocentrici(=da antropocentrismo, concezione secondo cuitutto ciò che è nell'universo è stato creato perl'uomo e i suoi bisogni).L'unico interprete in questo caso è lo spirito liberola sua libertà ha però una

connotazione negativa inquanto egli si libera da tutto ciò che è nella norma; si trova in un momento negativo che può essere superato per elevarsi a uno stato ancora più superiore. Egli è l'unico capace di instaurare un rapporto gioioso con le cose, non è posseduto dalla soddisfazione dei propri bisogni, di assicurarsi il dominio sulle altre cose.

Non a caso, il sottotitolo del libro "Così parlò Zarathustra" recita, "un libro per tutti e per nessuno".

VII. Infinità delle prospettive (saggio introduttivo della Valori)

Le due opere "Aurora" e "La Gaia Scienza" da un lato sono opere preparatrici a "Così parlò Zarathustra", dall'altro lato approfondiscono l'analisi sui sentimenti e sui concetti morali; in "Aurora" soprattutto, si approfondisce la riflessione sulla morale prendendo vari punti di partenza come ad esempio le letture di

positivisti e anche altriperiodi e problematiche. Originariamente tutto partedall'eticità, dal costume che costituisce la storiaprimaria che ha caratterizzato l'umanità. Chi intendeperò elevarsi al di sopra, deve creare altri costumiper aprire la strada a un nuovo pensiero. VIII. Incipit tragoedia(saggio introduttivo dellaValori) Quando viene posto per la prima volta il puntointerrogativo sulla società, allora là inizierà latragedia; non quella romantica, afferma N., maquella dionisiaca, quella che libera uomo e lacera ilvelo di Maya. Il nuovo ideale è proprio dei creatori.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
9 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher r5F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Valori Furia.