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O.
molecolare, riducendolo a H
2
Il complesso IV è un enzima di grandi dimensioni della membrana
mitocondriale interna.
3 sono le subunità fondamentali per la funzionalità del complesso IV. La
subunità II contiene due ioni Cu che formano complessi con gruppi –SH di due
, la subunità I contiene due
residui di Cys in un centro binucleare chiamato C A
, e un altro ione rameico (Cu ). L’eme a e il Cu formano un
gruppi eme, a e a
3 B 3 B
secondo centro binucleare, che accetta elettroni dal gruppo eme a e li
.
trasferisce all’ossigeno che si lega al gruppo eme a 3
Il flusso degli elettroni attraverso il complesso determina lo spostamento di +
protoni dalla matrice allo spazio intermembrana, terza pompa protonica: ‐2 H
per ogni coppia di elettroni.
In sintesi il flusso di elettroni e protoni attraverso i quattro complessi della catena
respiratoria:
La NADH deidrogenasi della membrana mitocondriale interna delle cellule animali
accetta elettroni solo dal NADH presente nella matrice. Dato che la membrana
interna non è permeabile al NADH citosolitico, come viene riossidato il NADH
prodotto dalla glicolisi nel citosol e come arrivano i suoi elettroni alla catena
respiratoria e quindi all’ossigeno? Speciali sistemi navetta (shuttle) trasportano gli
equivalenti riducenti dal NADH citosolitico all’interno dei mitocondri mediante via
indiretta.
Il sistema navetta più attivo è lo shuttle del malato‐aspartato. Gli equivalenti
riducenti del NADH citosolitico sono prima trasferiti all’ossalacetato citosolitico,
producendo malato, mediante l’azione della malato deidrogenasi citosolitica. Il
malato attraversa poi la membrana interna ed entra nella matrice, traslocato dal
sistema di trasporto dell’α‐chetoglutarato. All’interno della matrice gli equivalenti
+ , formando NADH, in una reazione catalizzata dalla malato
riducenti tornano al NAD
deidrogenasi della matrice mitocondriale. L’ossalacetato citosolitico viene
rigenerato da reazioni di transamminazione e dall’azione di trasportatori specifici, in
modo da iniziare un altro ciclo del sistema navetta.
In sintesi:
1. Il NADH citosolitico entra nello spazio intramembrana attraverso delle
aperture nella membrana esterna, poi passa i suoi due equivalenti riducenti
all’ossalacetato per produrre malato
2. Il malato viene trasportato attraverso la membrana interna dal trasportatore
malato‐α‐chetoglutarato + , il
3. Nella matrice il malato trasferisce i suoi due equivalenti riducenti al NAD
NADH così generato viene poi riossidato dalla catena respiratoria
mitocondriale.
4. L’ossalacetato, il prodotto di ossidazione del malato, non può ritornare
direttamente nel citosol e quindi viene prima transamminato ad aspartato
5. L’ossalacetato viene rigenerato nel citosol
6. Il ciclo è così completato
LA SINTESI DELL’ATP
Il modello chemiosmotico proposto da Peter Mitchell afferma che l’energia
elettrochimica contenuta nella differenza di concentrazione protonica e nella
separazione delle cariche attraverso la membrana mitocondriale interna, cioè la
forza motrice protonica, porta alla sintesi di ATP quando il flusso protonico inverte la
sua direzione e i protoni ritornano nella matrice attraverso un canale protonico
associato all’ATP sintasi.
Mitchell definì “chemiosmotiche” quelle trasformazioni che comportano
simultaneamente una reazione chimica e un processo di trasferimento; questo
processo viene spesso chiamato “accoppiamento chemiosmotico”. Il termine
“accoppiamento” si riferisce all’assoluta dipendenza della sintesi di ATP nei
mitocondri dal flusso degli elettroni attraverso la catena respiratoria.
Il consumo di ossigeno e la sintesi di ATP dipendono dalla presenza di un substrato
.
ossidabile, di ADP e P i
Dato che l’energia rilasciata dall’ossidazione del substrato favorisce la sintesi di ATP,
ci si può aspettare che l’inibizione del flusso di elettroni verso l’ossigeno blocchi la
sintesi di ATP. È invece sorprendente che il contrario sia altrettanto vero: l’inibizione
della sintesi di ATP blocca anche il trasferimento di elettroni nei mitocondri intatti.
La teoria chemiosmotica spiega la stretta dipendenza del trasferimento di elettroni
dalla sintesi di ATP mitocondriale.
La forza motrice protonica si accumula fino a che l’energia libera necessaria per il
pompaggio protonico contro gradiente fuori della matrice non eguaglia o addirittura
supera l’energia rilasciata dal trasferimento elettronico dal NADH all’ossigeno.
In altri termini: il flusso di elettroni è accompagnato dalla traslocazione dei protoni
attraverso la membrana che produce un gradiente elettrochimico. La membrana
mitocondriale interna è impermeabile ai protoni, che per rientrare devono
.
attraversare i canali proteici del complesso F 0
La forza motrice protonica che spinge i protoni verso la matrice fornisce l’energia
associato ad F (ATP sintasi).
per la sintesi di ATP, catalizzata dal complesso F 1 0
L’ATP sintasi mitocondriale è un’ATPasi di tipo F. Questo grande complesso
enzimatico della membrana mitocondriale interna catalizza la formazione di ATP da
ADP e P , accompagnata dal flusso protonico dal lato P al lato N della membrana.
i
L’ATP sintasi, detta anche complesso V, è formata da 2 componenti distinti:
‐ F una proteina periferica della membrana
1 una proteina integrale della membrana.
‐ F 0
Sulla superficie dell’enzima, la reazione ADP + P ↔ ATP + H O è facilmente
i 2
reversibile. dei mitocondri è costituito da 9 subunità di 5 tipi diversi, con la
Ogni complesso F 1
β γδε. Ciascuna delle 3 subunità β ha un sito catalitico per la sintesi
composizione α 3 3
di ATP.
La subunità γ possiede un dominio che costituisce l’asse centrale del complesso e un
dominio che si associa a una delle β, detta subunità vuota.
La conformazione delle β cambia se associata a γ.
ha una forma a pomello simile a una sfera schiacciata ai poli,
La porzione F 1
costituita da un’alternanza di subunità α e β disposte come gli spicchi di un’arancia.
Il complesso F che costituisce il canale protonico è composto da 3 subunità a, b e c
0 c , dove n varia da 8 a 15 a seconda dell’organismo.
nelle seguenti proporzioni: ab 2 n , mantenendolo legato alla membrana.
Le due subunità b si fissano ad α e β di F 1
Quando i protoni fluiscono attraverso F , il cilindro e l’asse ruotano, e le subunità β
0
cambiano conformazione, in questo modo γ si associa a turno con ciascuna di
di F
1
esse.
Paul Boyer propose un meccanismo di catalisi rotazionale in cui i 3 siti attivi di F 1
catalizzano a turno la sintesi di ATP.
Ogni coppia αβ possiede un sito di legame per ATP che può oscillare fra 3 diverse
conformazioni:
‐ β ‐ ATP lega saldamente ATP
‐ α ‐ ADP lega debolmente ATP
‐ β – vuota lega molto debolmente ATP
la forza motrice provoca la rotazione della subunità γ centrale, che entra in contatto
in successione con ciascuna coppia αβ. La conformazione di legame con γ è β‐vuota.
Ciò produce una modificazione conformazionale cooperativa nelle tre subunità che
, ATP, o il rilascio di ATP.
consente il legame alternativo ad ADP + P i
Una data subunità β comincia il ciclo di catalisi nella sua conformazione α‐ADP,
recuperati dall’ambiente circostante. A questo punto la subunità
legando ADP e P i
cambia la sua conformazione, assumendo la forma β‐ATP che lega saldamente e
stabilizza l’ATP, generando uno stato di equilibrio tra ADP + P e ATP sulla superficie
i
dell’enzima. Infine, la subunità modifica ulteriormente la sua conformazione,
assumendo quella β‐vuota, che ha pochissima affinità per l’ATP, e il nucleotide
appena sintetizzato lascia la superficie dell’enzima. Un altro ciclo di catalisi ha inizio
.
quando questa subunità assume di nuovo la forma α‐ADP e lega ADP e P i
La subunità che lega:
‐ ADP + P ADP conformation o Loose
i
‐ ATP formation ATP conformation o Tight
‐ ATP release empty conformation o Open
Le modificazioni conformazionali alla base di questo meccanismo sono dovute al
passaggio di protoni attraverso la porzione F dell’ATP sintasi. Il flusso di protoni
0
provoca la rotazione del cilindro costituito dalle subunità c e
attraverso il “poro” F 0
dalla subunità γ a esso associata. La subunità γ attraversa il centro della struttura
β , che è tenuta fissa rispetto alla superficie della membrana dalle
sferoidale α 3 3
e δ. Ogni rotazione di 120° pone γ in contatto con una diversa subunità
subunità b 2
β, e questo contatto costringe la subunità β ad assumere la conformazione β –
vuota.
Le 3 subunità β interagiscono tra di loro in modo tale che quando una assume la
conformazione β‐vuota la subunità presente su un lato deve assumere la
conformazione α‐ADP, mentre quella sull’altro lato acquista la forma β‐ATP. In
questo modo per ogni rotazione completa della subunità γ ogni subunità β compie
un ciclo attraverso le 3 possibili conformazioni, e per ogni rotazione vengono
sintetizzate e rilasciate dalla superficie dell’enzima 3 molecole di ATP.
La forza motrice protonica fornisce energia al trasporto attivo.
La funzione principale del gradiente protonico nei mitocondri è di fornire energia
per la sintesi di ATP durante la fosforilazione ossidativa. Tuttavia questa energia può
servire anche a favorire diversi processi di trasporto essenziali per a fosforilazione
ossidativa. Abbiamo visto che la membrana mitocondriale interna è in genere
impermeabile alle specie cariche, ma due sistemi specifici presenti in questa
nella matrice e ATP nel citosol.
membrana trasportano ADP e P
i
La traslocasi dei nucleotidi adninici, una proteina integrale della membrana
3‐ nello spazio intramembrana e la
mitocondriale interna, lega una molecola di ADP 4‐ che
trasporta nella matrice, scambiandola con una molecola di ATP
contemporaneamente esce dalla matrice. La forza motrice protonica favorisce lo
scambio tra ADP e ATP. La traslocasi dei nucleotidi adeninici è inibita selettivamente
dall’atrattiloside. Se questo trasp