Anteprima
Vedrai una selezione di 14 pagine su 62
Fortuna della cultura classica Pag. 1 Fortuna della cultura classica Pag. 2
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Fortuna della cultura classica Pag. 6
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Fortuna della cultura classica Pag. 11
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Fortuna della cultura classica Pag. 16
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Fortuna della cultura classica Pag. 21
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Fortuna della cultura classica Pag. 26
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Fortuna della cultura classica Pag. 31
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Fortuna della cultura classica Pag. 36
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Fortuna della cultura classica Pag. 41
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Fortuna della cultura classica Pag. 46
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Fortuna della cultura classica Pag. 51
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Fortuna della cultura classica Pag. 56
Anteprima di 14 pagg. su 62.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Fortuna della cultura classica Pag. 61
1 su 62
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

AMPHITRUO, PLAUTO

Uno dei testi più importanti di tutta la cultura occidentale perchè ha influito non solo sul teatro comico,

letteratura ma anche sul cinema, il romanzo, la psicanalisi e psichiatria (cfr sindrome psichiatrica

basata sul doppio, sindrome di Sosia o Capgras; una persona ha una fissa di uccidere le persone

attorno perchè pensa che siano dei doppi e non loro stessi). Testo che ha avuto un'influenza enorme.

Commedia celeberrima. Come è strutturata la commedia antica: la palliata , genere comico, dal

pallio, indumento greco che si usava nella commedia greca ed è una commedia di cultura e lingua

romana, ha un'ambientazione greca, ma deriva dai modelli greci → operazione di “ vortit barbare ”

(come la definisce Plauto nei suoi prologhi) una commedia greca; significa volgere, fare una

versione, tradurre in latino (i “barbaroi” erano coloro che non parlavano greco, Plauto si definisce con

ironia “barbarus” perchè non parla in greco). Tradurre in questo caso significa qualcosa di più

complesso di una traduzione letterale. Tipo di commedia che riproduce in ambiente latino, con lingua

latina e riferimenti al mondo romano uno schema drammaturgico tipico di una o più commedie

greche: Plauto, come Terenzio, partì dalle commedie di Menandro, Difilo → si parte da un modello e

sul modello si costruisce la commedia. Per secoli si è pensato che il teatro latino fosse una brutta

copia di quello greco; ma abbiamo più testimonianze del teatro latino; poi Plauto e Terenzio hanno

costruito commedie originali. Nel passaggio dai modelli greci avvenivano dei cambiamenti: parti

cantate presenti in Plauto (i “cantica”), ma non in Menandro. È un tipo di teatro la palliata pienamente

romano, nonostante prenda ispirazione dal mondo greco.

Nel mondo antico la dimensione della lettura del testo teatrale non esisteva; se si scriveva era solo

per la conservazione non perchè l'opera venisse letta. Il testo teatrale è quella cosa che si vede a

teatro , parole versi e musica sono detti e ascoltati, hic et nunc ; è fatto di cose che non stanno sulla

pagina: gestualità, musica, scenografia,...: la parte verbale è solo una componente del testo teatrale

che è quello che va in scena, e ogni volta che va in scena è diverso → dipende anche dal pubblico:

rapporto di interazione tra pubblico e attori nel teatro antico che influisce, andamento sinfonico della

recita con il pubblico. Al di là della fissità del testo sulla pagina esiste una sua estemporaneità e

variabilità legata alla sua dimensione vera, quella della scena. Quando leggiamo Plauto dobbiamo

immaginare a ciò che accade sulla scena, ad una dinamica di scena. Il testo ci è arrivato solo scritto

per ovvi motivi tecnici, ma esso manca di molte cose. Si è dovuto adattare il testo per la lettura

mettendoci delle cose che allo spettatore non servono, ma al lettore (curatori posteriori a Plauto nella

13

tardo-antichità e nel medioevo) → paratesto: quello che sta attorno al testo ed è funzionale alla sua

comprensione (fa parte del libro ed è variabile); il testo teatrale è sottratto alla sua vera natura, di

essere agito (“agere” legato all'azione, “actor”, e al vedere, al mostrare, al far vedere qualcosa), visto:

il nome del personaggio che parla all'inizio di ogni scena, che non fa parte del testo originario; nomi

dei personaggi cfr pag. 66: “personae” = maschere, è l'elenco dei personaggi che appartengono alla

commedia con il loro ruolo, ovvero la maschera, la persona → sono personaggi che appartengono ad

una categoria, es. Sosia categoria dei servi; “argumenta” = riassunti in versi, in senari giambici

(giambo: ritmo ascendente; verso tipico del parlato, del recitato; distinguiamo le parti recitate da

quelle cantate per la metrica → Plauto ha una grande varietà di metri lirici che identificano le parti

cantate. Parti cantate con accompagnamento di strumenti musicali, come le “tibie”, ovvero un doppio

flauto suonato da una sola persona, o la “chitara”, ovvero la cetra, strumento a corda), che furono

scritti tre quattro secoli dopo Plauto e sono dei riassunti per i lettori; venivano composti imitando i

versi della commedia di Plauto. Secondo argomento è un argomento acrostico (=inizi dei versi) →

non può essere recitato sulla scena, riesce solo con l'impatto visivo (soglie testuali: parti di testo che

non appartengono al testo).

PROLOGO: segue il prologo, ovvero la premessa, la preparazione che andava in scena e serviva a

dare agli spettatori delle informazioni sulla trama e i personaggi essenziali per seguire la commedia

dal punto di vista che Plauto volesse che il pubblico la seguisse. Il pubblico deve essere messo in

una posizione di superiorità (deve sapere di più dei personaggi → funzione del prologo), ma a volte

deve sapere di meno perchè funzionino i colpi di scena. Prologo recitato a volte da un personaggio

non identificato che si chiamava prologo (spesso faceva una captatio benevolentiae al pubblico con

cui cerca di accattivarselo), o da un dio in qualche commedia (nell'Aulularia il Lar familiaris; nel

Rudens Arturus, la stella del mattino), ma mai da un personaggio della commedia. Il prologo

dell'Anfitrione è recitato da Mercurio che è un dio ma anche un personaggio della commedia →

particolarità dell'Anfitrione; nella palliata le vicende riguardano sempre gente comune, non ci sono

dei, invece nell'Anfitrione sì, sono tutti personaggi del mito e anche tragici (Anfitrione e Alcmena il cui

figlio fu Eracle), a parte gli schiavi. Mercurio ci porta davanti al concetto unico di tragicommedia:

Mercurio si rivolge agli spettatori: si presenta, è il dio dei commerci, il dio dei ladri e anche il dio

messaggero degli dei. Poi chiede la benevolenza del pubblico. Verso 51: tragedia? L'Anfitrione è una

tragedia o una commedia. Senza cambiare una parola da tragedia la fa diventare commedia → la

stessa commedia può essere vista come commedia o come tragedia, prepara gli spettatori a vedere

sì una commedia, ma anche qualcos'altro. Tragicommedia: prima volta che compare questo termine.

Spiega perchè è una tragicommedia: regole di genere. La commedia ha normalmente come

protagonisti gente normale, comune, non “re e dei”, personaggi di alto rango. Lo schiavo sta in una

commedia → l'Anfitrione è una tragicommedia. Gli antichi: nella commedia stanno le persone di tutti i

14

giorni con cui abbiamo comunanza; nella tragedia gli eroi e gli dei che appartengono ad una

dimensione altra → qui i due aspetti si compensano. Passo innovativo: viene spiegato un genere

letterario davanti al pubblico per la prima volta. Incongruenza tra la dimensione storica e della

commedia: cita gli edili, ma alla commedia non importa di essere coerente → così funziona la battuta

comica (battuta interculturale fatta da Plauto). La maschera sovrappone un'identità a un personaggio

→ non c'è l'attore con la maschera di Iuppiter che recita, ma Iuppiter. Plauto mette enfasi sul fatto

che è una particolare commedia: Iuppiter reciterà in questa commedia, fatto anomalo. Scena di un

teatro antico: la scena era in muratura, ed era molto stabile (logèion, proscenio, cavea, orchestra,

sopra tre aperture che erano le entrate della reggia o delle case che davano su una strada o una

piazza), c'era solo qualcosa che richiamasse l'ambientazione. Gli antichi pensavano che

fisiologicamente il parto gemellare fosse frutto di due uomini diversi. Alcmena è una donna molto

fedele al marito: per questo Iuppiter si è dovuto travestire da Anfitrione. Ripete più volte che Iuppiter

si è trasformato in Anfitrione perchè è una fruizione orale e questo concetto doveva essere ben

presente allo spettatore. “ Versipellis ” = colui che cambia il suo aspetto esteriore, parola usata per la

prima volta da Plauto; e ha a che fare con la magia (cfr lupo mannaro in Petronio). Prologo costruito

benissimo perchè non solo parla direttamente agli spettatori, ma li trascina gradualmente dentro

l'azione scenica. Differenze tra le soglie testuali e quelle parti che venivano recitate pur avendo perso

gli elementi scenici diretti. Prologo: modello per la commedia europea a partire dall'Umanesimo in

poi. Nel prologo il personaggio parla solo con il pubblico → strategia comunicativa dando in modo

efficace le informazioni al pubblico: facendo battute, usando lo stile, la retorica e la poesia che esalta

delle capacità del linguaggio → elaborazione più formale del linguaggio, non solo denotativo,

necessaria per trasmettere dei concetti: dati fondamentali e funzionali che Plauto vuol far passare al

pubblico con il prologo: dice che ci sono dei doppi (informazioni strutturali); spiega tutto quello che è

successo prima (antefatti); informazioni su quello che si vede: dice cose puramente teatrali, ovvero

come distinguere i due doppi, comunica al pubblico dei dati visivi; genere → tragicommedia , attorno

a cui parla molto per spiegare che si tratta di una commedia molto particolare e introduce un concetto

che sarà molto usato dall'arte nei secoli successivi, e così spiega quali sono per gli antichi gli

elementi tragici e comici (per gli antichi è un fatto tipologico: dipende dai personaggi) con battute che

servono per far divertire il pubblico che così assimila queste notizie; viene introdotto il personaggio di

Alcmena: può essere vista come eroina tragica perchè colpita dalla sorte, compie una colpa senza

saperlo (come Edipo), ma nel prologo ci viene presentata in modo comico → Alcmena tradisce suo

marito senza saperlo e il pubblico (preinformato che ride di Sosia, Anfitrione e Alcmena) ne ride

sapendo che Anfitrione è in realtà Giove. Cose essenziali del prologo: approccio verso il pubblico;

giustificazione di ciò che stanno per vedere (captatio benevolentiae, “adeste”), una sorta di pubblicità

della commedia e dice questo perchè sta iniziando l'azione cui Mercurio ci introduce con i vv. 148-

150, inoltre dà delle informazioni geolocali e fa vedere i luoghi. Il prologo così sposta l'attenzione dal

15

dialogo diretto con il pubblico a ciò che accade sulla scena → Mercurio inizia a diventare il

personaggio di ciò che accade sulla scena. Mercurio preannuncia l'arrivo di un altro personaggio,

Sosia che giunge dal porto (Tebe in realtà non è sul mare ma alla commedia non importa la

verosimiglianza) con una lanterna → tema della lanterna su cui torna spesso Plauto: è quasi una

didascalia interna → significa che è buio: Plauto lo deve dire perchè la comme

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
62 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/05 Filologia classica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher P!X di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fortuna della cultura classica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Danese Roberto.