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NELLA TECA
- Lucio Fontana, Deposizione (1935)
- Lucio Fontana, Angelo (1956)
- Lucio Fontana, Crocifissione (1955)
- Lucio Fontana, Concetto spaziale (1959)
- Lucio Fontana, Battaglia (1947)
- Marino Marini, Crocifisso (1938) .
25 Fiori, 1939
Ennio Morlotti
26 I comignoli, 1941
Bruno Cassinari
27 Paesaggio urbano, 1931
Renato Birolli
28 Deposizione, 1941
Bruno Cassinari
29 Concerto, 1940
Arnaldo Badodi
Giorgio Morandi (Bologna, 20 luglio
1890 – Bologna, 18 giugno 1964) è
stato un pittore e incisore italiano. Fu
uno dei protagonisti della pittura
italiana del Novecento ed è
considerato tra i maggiori incisori mondiali del secolo.
La sua pittura si può definire unica e universalmente riconosciuta; celebri le sue nature morte olio su
tela, dove la luce rappresenta il fondamento delle sue opere. L'apparente semplicità dei contenuti
(vasi, bottiglie, ciotole, fiori, paesaggi) viene esaltata dalla qualità pittorica.
Riservato, dai tratti nobili, gentile sia nella vita privata che in quella professionale, Morandi ha fatto
discutere Bologna per la sua personalità enigmatica ma fortemente positiva.
Morandi ha vissuto in via Fondazza, a Bologna, con la madre e le tre sorelle Anna, Dina e Maria
Teresa che lo hanno sempre accompagnato con nobile spirito fino alla sua morte avvenuta il 18
giugno 1964 dopo una degenza di un mese. Morandi, durante gli ultimi giorni della sua vita, stava
coricato nel suo letto continuando con l'indice a disegnare nell'aria le forme che avrebbero fatto parte
del percorso artistico che andava evolvendosi.[1] Morandi dipinse sempre nella sua stanza di via
Fondazza. Solamente quando costruirono nel 1960 la casa estiva a Grizzana Morandi (il nome
dell'artista è stato aggiunto ufficialmente al toponimo del comune nel 1985), ebbe un vero e proprio
studio. Di fronte alla casa estiva si trovano i tre Fienili del Campiaro, soggetto frequente nelle tele del
pittore.
In un primo tempo espose con i futuristi, diventando nel 1918 uno dei massimi interpreti della scuola
metafisica con Carrà e de Chirico, periodo terminato nel 1919. Nel 1920 si accostò al gruppo "Valori
plastici", recuperando nelle sue opere la fisicità delle cose. In seguito intraprese una via
personalissima, ma sempre calata nella realtà del mondo e delle cose. La sua prima esposizione
personale avvenne nel 1914, dove si può riscontrare la forte influenza di Cézanne, pittore
fondamentale per la sua formazione artistica.
A partire dai primi anni Trenta fu titolare della cattedra di Incisione all'Accademia di belle arti di
Bologna. Tra i molti allievi avuti, si ricorda Mario Bonazzi.
La fama di Morandi è legata alle nature morte e in particolare alle "bottiglie". I soggetti delle sue opere
sono quasi sempre cose abbastanza usuali; vasi, bottiglie, caffettiere, fiori e ciotole che, composti sul
piano di un tavolo, diventano i veri protagonisti della scena. La sua opera si compone anche di ritratti
e paesaggi. Usare pochissimi colori è una sua particolare caratteristica, che lo rende poetico e
surreale e anche se non particolareggiava i suoi soggetti, si può notare come essi non perdano di
realismo.
Di grande importanza nel lavoro di Morandi sono le acqueforti, eseguite da autodidatta che risolvono
poeticamente molti problemi espressivi del mezzo impiegato. Fin dagli esordi del suo percorso
artistico portò avanti la passione per le incisioni. Le sue prime lastre, ora purtroppo andate perse,
risalgono addirittura al 1911, quando egli era appena ventunenne. Le opere, realizzate con grande
cura, sono caratterizzate da segni sottili e rettilinei in un intreccio molto complesso di tratti con cui
raggiunge dimensioni prospettiche di grande efficacia.
Sala 7 I La scuola di Parigi I soggiorno
l termine Scuola di Parigi viene utilizzato per indicare il gruppo
.
di artisti non francesi che visse e lavorò a Parigi nel
periodo seguente allo scoppio della Prima
guerra mondiale e che diedero vita
al Postimpressionismo al Cubismo, Fauvismo. Tra questi bisogna
ricordare, non solo artisti non francesi
come Picasso, Chagall, ModigliaNi,
Mondrian, Kisling ma anche altri francesi come Pierre
Bonnard e Henri Matisse. Molti di questi
artisti continuarono ad operare a Parigi anche nel periodo del primo
dopoguerra e a loro si aggiunsero Jean Arp, Robert
Delaunay,Sonia Delaunay, Joan Miró, , René Iché, e che diedero vita a nuovi stili compreso il Surrealismo e
il Dadaismo. 1 Giorgio de
Peruginesca, 1921
Chirico
2 Manichino, 1939-
Mario Mafai
1940
3 Ritratto di giovinetta, inizi anni Trenta del XX secolo
Massimo Campigli
4 Donne salutanti, 1931
Massimo Campigli
5 Les recluses, 1930
Massimo Campigli
6 La petite reine, 1930
Massimo Campigli
. 7 Facitori di trofei, 1925-1928
Giorgio de Chirico
8 L’Annunciazione, 1932
Alberto Savinio
9 Il porto, 1932
Renato Paresce
10 Nudo sulla spiaggia, 1931 circa
Giorgio de Chirico .
11 Statua e scala, 1929
Renato Paresce
12 La casa dell’ondina, 1932
Renato Paresce
13 L’Algérie préhistorique, 1933
Alberto Savinio
circa
14 Natura morta. Vita silente,
Giorgio de Chirico
1931 circa
15 La scuola dei gladiatori: il
Giorgio de Chirico
combattimento, 1928
DE CHIRICO
La nascita della pittura metafisica avviene
a Firenze nel 1910. I quadri di questo
periodo sono memorabili per le pose e
per gli atteggiamenti evocati dalle nitide
immagini. All'inizio di questo periodo, i suoi soggetti erano ispirati dalla splendente luce diurna delle città
mediterranee, ma ha rivolto gradualmente la sua attenzione agli studi di architetture classiche.
Mentre era ricoverato all'ospedale militare di Ferrara nel 1917, de Chirico conobbe il pittore futurista Carlo
Carrà, con cui iniziò il percorso che lo portò a perfezionare i canoni della pittura metafisica: a partire dal 1920
tali teorizzazioni furono divulgate dalle pagine della rivista "Pittura metafisica". Le opere realizzate dal 1915 al
1925 sono caratterizzate dalla ricorrenza di architetture essenziali, proposte in prospettive non realistiche,
immerse in un clima magico e misterioso, e dall'assenza di figure umane. Questa pittura sarà ispiratrice di
architetture reali realizzate nelle Città di fondazione di epoca fascista, dove il Razionalismo Italiano, accanto a
strutture razionaliste lavorerà anche su forme, spazi e particolari architettonici metafisici (Portolago, Sabaudia
ecc.).
Nei vari Interni metafisici dipinti in quegli anni oggetti totalmente incongrui rispetto al contesto (ad esempio una
barca a remi in un salotto) vengono rappresentati con una minuzia ossessiva, una definizione tanto precisa da
sortire un effetto contrario a quello del realismo. Compare in questo periodo anche il tema archeologico, un
omaggio alla classicità reinventata però in modo inquietante: ne sono noti esempi Ettore e Andromaca (1917) e
Ville romane. La figura del manichino, simbolo dell'uomo-automa contemporaneo (Il grande metafisico, 1917),
gli fu invece ispirata dall'"uomo senza volto", personaggio di un dramma del fratello Alberto Savinio, pittore e
scrittore.
In seguito, de Chirico collaborò alla rivista giulia si fa expare dal fabbro, che teorizzava una rivisitazione
completa dell'arte italiana e della scemità di giulia. partecipò all'esposizione di Berlino del 1921. Ebbe un
periodo di contatto con il surrealismo, con cui espose a Parigi nel 1925: le sue opere successive si segnalano
per il virtuosismo tecnico e rappresentano un tributo e un ringraziamento al periodo barocco. Nel 1949-1950, de
Chirico aderì al progetto della importante collezione Verzocchi (attualmente conservata presso la Pinacoteca
civica di Forlì), inviando, oltre ad un autoritratto, l'opera "Forgia di Vulcano".
Secondo lo studioso Ubaldo Nicola, alcune opere di de Chirico - ed in particolare la pittura metafisica di cui egli
fu iniziatore - sarebbero state ispirate dalle frequenti cefalee, di cui l'artista, proprio come Picasso, notoriamente
soffriva, subendo il disturbo dell'aura visiva.[1] de Chirico fu anche incisore e scenografo
Sala 8 I Chiaristi corridoio
Il termine fu coniato per la prima volta dal critico Leonardo Borgese nel 1935, riferendosi ad
alcuni giovani pittori lombardi che, a contatto con il critico Edoardo Persico, lavoravano a una
pittura dai colori chiari e dal segno leggero e intriso di luce , quindi ripreso da Guido Piovene
nel 1939. La tecnica (utilizzata soprattutto da Angelo Del Bon e dai chiaristi mantovani) usata
anche da Renato Birolli , consisteva nel dipingere su una base di bianco ancora umida.
Gli artisti, con le loro opere si ponevano in opposizione al neoclassicismo novecentesco e
ufficiale. Fu di fatto il primo movimento antinovecentista. Secondo Elena Pontiggia non in
antitesi a Novecento, ma un superamento di questo recuperando l'Ottocento, soprattutto
risalendo alle radici della pittura lombarda con particolare attenzione a Emilio Gola, alla
"scapigliatura", a Daniele Ranzoni e Tranquillo Cremona.
.
1 La collina, 1930-1931
Umberto Lilloni
2 Barche nella laguna, 1926
Angelo Del Bon
3 Isola di San Giorgio, 1931
Umberto Lilloni
4 Barche a Riva Trigoso, 1927
Angelo Del Bon
5 Ragazzo in rosso, 1933 circa
Francesco De Rocchi
7 Maschere, 1932
Pio Semeghini
8 Interno con chitarra, 1937
Francesco De Rocchi
9 L’albero, 1930-1931
Umberto Lilloni
6 Marina, fine anni Quaranta del XX secolo
Costant Permeke
.
10 Natura morta col pesce, 1937
Francesco De Rocchi
11 La canzone, 1933 circa
Francesco De Rocchi
12 Paesaggio, 1928
Cristoforo De Amicis
13 Natura morta, 1938
Adriano (di) Spilimbergo
14 Contadino al lavoro, 1929 circa
Angelo Del Bon
15 Campi a San Siro, 1931
Angelo Del Bon
16 Paesaggio, 1932
Pio Semeghini
Sala 9 I Lucio Fontana I studio di Antonio Boschi
. Concetto spaziale, 1951
1 Lucio Fontana
circa
2 Pannello in ceramica.
Lucio Fontana
Concetto spaziale, 1956
3 Concetto spaziale, 1957
Lucio Fontana
4 Concetto spaziale, 1957
Lucio Fontana
5 Concetto spaziale, 1957
Lucio Fontana
6 Concetto spaziale, 1958
Lucio Fontana
.
7 Concetto spaziale. Attese, 1958-1960
Lucio Fontana
8 Concetto spaziale. Attese, 1958-1960
Lucio Fontana
. 9 Concetto spaziale, 1954-1956
Lucio Fontana
10 Piatto in ceramica. Concetto spaziale,
Lucio Fontana
1957
11 Concetto spaziale. Crocifissione, 1956
Lucio Fontana
12 Concetto spaziale, 1956
Lucio Fontana
.
13 Concetto spaziale, 1956
Lucio Fontana
14 Concetto spaziale, 19