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Orazio Borgianni
Sacra Famiglia con Sant’Anna
Olio su tela
1615
Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi
Provenienza: mercato antiquario
Il dipinto, siglato dalle iniziali del pittore sul bastone di San Giuseppe, rappresenta in una
quotidiana e domestica intimità la Sacra Famiglia. In primo piano, velata da malinconia, troviamo
Maria, che sorregge un energico e paffuto Gesù, in atto di stringere una colomba per le ali. Dietro
un anziano S. Giuseppe e alla sua sx, raccolta in preghiera, S. Anna. Esistono quattro copie del
dipinto. Si riscontrano tendenze caravaggesche e venezianità nell’uso del colore. Pennellata fluida
nella manica della veste della Vergine e nel drappo che avvolge la testa di S. Anna. Figure quasi
tagliate in primo piano a causa del limite della tela. 2
Orazio Borgianni
Compianto sul Cristo morto
Olio su tela
1615
Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi
Provenienza: collezione Mingoni
Cristo morto compianto da tre ploranti. Ne esistono in totale tre versioni. Il pittore si è ispirato al
“Ritrovamento del corpo di San Mauro” del Tintoretto e al “Cristo morto” di Mantegna. Clima cupo,
ombre che dominano lo spazio angusto, punto di vista basso e ravvicinato che va ad aumentare la
presenza concreta dei personaggi. Gioco di luci fatto da ombre dense e compatte e di improvvisi
guizzi di luce. Resa plastica del Cristo, con torace e gambe in scorcio. Chiaroscuro mobile e franto
di certi particolari.
Orazio Borgianni
San Sebastiano
Olio su tela
1615
Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi
Provenienza: mercato antiquario
Il dipinto ha una preziosa cornice ottocentesca dorata ed intagliata con motivi floreali. Dipinte
almeno tre versioni. Il santo è ritratto a mezza figura, pittura abbozzata, ma non finita. Egli è trafitto
e legato ad un albero, si divincola poggiando il forte braccio sopra la folta chioma nera. Ritroviamo:
un isolamento plastico della figura, una pittura fluida e dai colori opulenti ed abbrustoliti, accensioni
e guizzi di luce e di bianco che languiscono il volto, il petto e illuminano l’avambraccio di questo
santo. Presente caravaggismo: atmosfera drammatica e cupa, fondo scuro di un blu così scuro
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che sembra nero, dal quale emerge la figura sofferente ma vigorosa del santo, illuminata da un
partito di luce laterale. Naturalismo nella freccia insanguinata, nelle pieghe del collo, nei capelli
nerissimi.
Carlo Saraceni
Mosè ritrovato dalle figlie del faraone
Olio su tela
1610
Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi
Provenienza: mercato antiquario
Carlo Saraceni ha una doppia personalità artistica: una radice veneta e delle suggestioni
proveniente dal mondo nordico. Dipinto ben bilanciato dal punto di vista cromatico. Presenza di
una candida luce mattutina che sbalza le figure atteggiate nei ridondanti costumi contemporanei
mentre una è immersa nell’ombra. Formato orizzontale.
Carlo Saraceni
Ritratto del cardinale Raniero Capocci
Olio su tela
1613-1616
Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi
Provenienza: mercato antiquario
Ritratto celebrativo. È proprio l’iscrizione sul retro della lettera che il porporato legge con cura e
concentrazione a darci notizie sul ritratto: “Rainerio/Capoccio/1213”. 1213=data della nomina.
Vicino alla visione del Caravaggio ma privo della drammaticità tanto cara a Caravaggio. Fisionomia
vigorosa di condottiero e combattente che però Saraceni restituisce senza drammi, con attenzione
al dettaglio e alla resa naturale (vedi espressione con sopracciglia e fronte leggermente aggrottate
e la bocca chiusa). Fondo scuro e luce laterale che illumina volto e spalle. No posizione
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convenzionale, ma a tre quarti. Pesante veste di un rosso brillante che si accorda bene con la
figura cardinale il quale stringe la lettera.
Carlo Saraceni
Giuditta con la testa di Oloferne
Olio su tela
Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi
Provenienza: mercato antiquario
Svolta caravaggesca. Giuditta dalle forti braccia decapita Oloferne, assistita ed incitata dalla
vecchia serva. Il momento della scena è però quello successivo, dove il gesto eroico e liberatorio
ormai è stato compiuto. È una calma che contrasta con i colori caldi delle stoffe e dell’incarnato di
Giuditta. Espressione distesa di Oloferne mentre Giuditta è seducente e formosa. Esistono 3
versioni. Luce di candela soffusa che illumina Giuditta.
Angelo Caroselli
Allegoria della Vanità
Olio su tela
1630
Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi
Provenienza: già Londra, collezione Robert Langton Douglas 5
Ancora oggi inserito nella cornice originale. Potrebbe essere l’allegoria sia della Vanità che della
Prudenza. Vanità riferita al personaggio che si guarda allo specchio, prudenza come quello che si
guarda le spalle e verità riferita alla trasparenza del cristallo e del pettine. Possibile presenza di
elementi contrapposti: uomo e donna e fuoco e acqua. Dipinto influenzato dal caravaggismo e
dalla pittura veneziana del ‘500 sia per quanto riguardo lo stile che il soggetto.
Pittore caravaggesco
Cantore
Olio su tela
1620
Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi
Provenienza: ignota
Si tratta di una tela tagliata facente parte di un dipinto più grande del quale si ignorano tema,
autore e provenienza. Vi è un uomo seduto in primo piano, nell’atto di parlare o forse cantare.
Sfondo neutro. Potrebbe essere un cantore nell’atto di suonare una spinetta, oppure un baro, un
personaggio tipico delle scene di osteria. Movimento della bocca, veste sobria ma elegante, volto
curato e capigliatura ordinata. Negli occhi non c’è malinconia, il viso è pallido e rotondo, lunghe e
nere sopracciglia, bocca di un rosso intenso e carnosa. 6
Jusepe de Ribera
Apostoli San Tommaso, San Bartolomeo, San Paolo, San Filippo, San Giuda Taddeo
Olio su tela
1613
Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi
Provenienza: Roma collezione Gavotti
Inizialmente erano 12 apostoli grandi con cornici indorate insieme alla figura di Cristo. I modelli
sembrano spagnoli, anzi moriscos. Varietà delle pose e individualità di ogni personaggio, che
campeggia nello spazio del quadro con inaudita potenza e severa monumentalità. Figure isolate
ed in primo piano. Ampi mantelli per S. Paolo e S. Filippo, minacciosa frontalità di S. Bartolomeo.
S. Tommaso di profilo e S. Giuda Taddeo abbozza una posa di profilo ed ha in mano un’ascia. 7
Giovan Battista Caracciolo, detto Battistello
Seppellimento di Cristo
Olio su tela
1618
Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi
Provenienza: mercato antiquario
Taglio ribassato della composizione, tonalità bronzee e brune con corpose lumeggiature a biacca.
Dell’opera esiste un modello in collezione privata a Napoli.
Dirck van Baburen
Cattura di Cristo con l’episodio di Malco
Olio su tela
1615
Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi
Provenienza: già Roma, collezione Gavotti
Cornice originale. Secondo il Vangelo di Giovanni Pietro avrebbe sguainato la spada in difesa di
Cristo staccando così l’orecchio dx a Malco, servo del sommo pontefice. Caravaggismo intenso
immerso in caratteristiche nordiche: marcata caratterizzazione fisionomica delle figure, il soggetto
dell’opera e la composizione a figure intere. 8
Gerrit van Honthorst
Monaco che legge
Olio su tela
1618
Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi
Provenienza: mercato antiquario
Probabile frammento di una tela più grande. Vi è intimità dello spazio rischiarato dalla flebile luce
della candela e la calma severità del monaco. Forte chiaroscuro e toni bruni. Si notino gli effetti dei
riflessi sul candeliere.
Valentin de Boulogne
Negazione di Pietro
Olio su tela
1620
Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi
Provenienza: raccolta Vittorio Frascione
Dal Vangelo di Marco, tema sacro. Abbiamo soldati che giocano con i dadi e gesticolano, astanti e
i due protagonisti: Pietro e la serva. Caravaggismo francese dove si alternano la violenza gestuale
e il tono elegiaco. 9
Matthias Stomer
Annuncio della nascita di Salomone a Manoach e alla moglie
Olio su tela
1635
Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi
Provenienza: Bologna, collezione Publio Podio
Episodio dell’Antico Testamento molto raro. Ampia gamma cromatica. Studio della luce, cromia
calda, personaggi rustici ma esprimenti una devozionalità sincera e la gestualità posata. Immagine
avvizzita dell’anziano personaggio in primo piano, il cui volto si accende sotto il riverbero della luce
ne svela i passaggi chiaroscurali.
Matthias Stomer
Guarigione di Tobit
Olio su tela
1650
Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi
Provenienza: Giannino Marchig
Tre versioni. Tobia stropiccia gli occhi col fiele di pesce al vecchio padre che lo implora. L’angelo
Raffaello e la vecchierella Anna assistono. Si noti anche il cane. Espressioni veritiere. Intenso
naturalismo, violenti effetti di luce laterale creano lacerti geometrici di ombre nette e taglienti,
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