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I TRATTI DISTINTIVI DEL LINGUAGGIO
Gli animali ricorrono a qualche sistema di segnali (visivi, uditivi, olfattivi) sia per comunicare all'interno della propria specie, che per regolare i loro rapporti con le altre specie; si tratta per lo più di un ristretto numero di interazioni geneticamente determinate, che riguardano specifici segmenti dell'esperienza di vita; la natura fissa e meccanica dei comportamenti animali situa tali sistemi di comunicazione nell'ambito degli istinti.
La prospettiva evoluzionistica adottata anche in psicologia del linguaggio obbliga a verificare se, e fino a che punto, la capacità linguistica sia un complesso affinamento dei sistemi di comunicazione animale: le ipotesi avanzate fanno oscillare il dibattito tra le opposte ipotesi della continuità e della discontinuità.
Per la teoria della selezione naturale, il linguaggio non è altro che il semplice risultato dell'evoluzione dei sistemi di comunicazione animale.
ma ciò non toglie che esso sia diventato qualcosa di unico, un modulo distintivo del funzionamento mentale dell'uomo per molti importanti aspetti, le parole non sono affatto assimilabili ai gridi di allarme che le scimmie emettono per segnalare la presenza di predatori dell'ambiente circostante
analisi delle proprietà che caratterizzano la condotta linguistica degli uomini: si è proposto un elenco di caratteristiche distintive, volte a definire il linguaggio umano (ovviamente, alcune proprietà sono più rilevanti di altre nel definire l'unicità del linguaggio; alcuni di questi tratti sono presenti anche nella comunicazione animale; soltanto nel linguaggio umano vi è la compresenza di tutti questi tratti e ciò genera l'ulteriore proprietà della onniformatività: tutto ciò che può essere significato può trovare una qualche espressione nel linguaggio umano):
Tratti distintivi
Sintesi esplicativa canale vocale-uditivo: la sostanza primaria del linguaggio è la catena sonora. La trasmissione a distanza e la ricezione dei suoni prodotti sono percepibili entro un certo spazio e chi li riceve è in grado di localizzarne la provenienza in modo direzionale.
Transitorietà: le onde sonore del segnale non lasciano tracce.
Intercambiabilità: gli individui sono sia emittenti che riceventi.
Feedback totale: chi parla può ascoltarsi, così da controllare il segnale.
Specializzazione nel parlare: non si espleta un'altra funzione fisiologica.
Semanticità: i segnali sonori sono strumenti per significare qualcosa.
Arbitrarietà: il rapporto significante-significato è convenzionale.
Carattere discreto: la catena sonora si articola in unità distinte (foni).
Distanziamento nel parlare: ci si può riferire a contesti non esperiti.
Apertura: il sistema della lingua è produttivo di novità (creatività).
Trasmissione culturale: le
lingue vivono nelle forme della cultura, non nei geniLa capacità di comunicare attraverso il linguaggio sembra destinata a rimanere una caratteristica specifica dell'uomo. I bambini crescono nella lingua.
Un ambito importante di ricerche psicolinguistiche riguarda il modo in cui i bambini imparano a parlare; la facilità con cui i bambini di tutto il mondo fronteggiano un'impresa così complessa come imparare a parlare ha indotto a pensare che si tratti di un comportamento biologicamente innescato, ma non è possibile sottovalutare l'influenza dell'ambiente relazionale e sociale; i bambini padroneggiano la loro lingua materna in poco tempo; in tale impresa prodigiosa sono sorretti non solo da un bioprogramma, ma anche dal fatto di avere dei tutor linguistici che in genere si prodigano per agevolare il loro percorso: infatti, gli adulti tendono ad adottare una varietà di lingua (detta motherese), caratterizzata da frasi brevi, semplici e ripetute, che vengono prodotte molto lentamente, accentuando il profilo sociale.
intonazionale e dilatando le pause tra le singole parole quasi a isolarle; essi ricorrono anche al baby talk, cioè sfruttano le risorse coniate dai loro bambini per creare una speciale sintonia interazionale ed emotiva. Mesi Tappe raggiunte 1 il bambino dà segni di risposta ai suoni 2 sorride se stimolato; suoni vocalici, gutturali 4 lallazione: borbottii e gorgoglii 6 balbettio 8 modelli intonazionali 9 giochi gestuali (cucù) 11 la prima vera parola (usata come nome) 12 enunciati monotematici 15 pronunzia dalle 4 alle 6 parole 18 enunciati diramatici (lunghezza media dell’enunciato) 21 ha un vocabolario di circa 50 parole 24 comincia l’interiorizzazione sistematica della grammatica 27 interrogazioni, negazioni 30 usa i pronomi in modo appropriato 36 usa circa 250 parole; forma frasi di 3 parole 60 costruzioni rare e complesse 120 linguaggio maturo poiché tutti i bambini inseriscono il loro originale percorso di acquisizione all’interno di tale scansione dimette a durissima prova le strategie interpretative degli adulti verso i 18 mesi i bambini cominciano ad unire le parole a 2 a 2(enunciato dirematico), abbozzando cioè una prima struttura sintagmatica e realizzando una più riccagamma di intenzioni comunicative; è una prima manifestazione della grammatica universale, empiricamente riscontrabile in molte lingue diverse; essa è detta a perno perché una delle 2 parole hauna posizione fissa, con funzione di cardine dell’enunciato, mentre l’altra è variabile; il linguaggio deibambini si caratterizza per il suo stile telegrafico, cioè ridotto all’essenziale di morfemi lessicaliaccentati, privi di morfemi flessivi e funzionalil’evoluzione del linguaggio infantile non esibisce soltanto un progressivo arricchimento strutturale, ma ancheun potenziamento funzionale Halliday individua negli enunciati dei bambini un ramificarsi del loropotenziale di significato secondo:
La funzione strumentale (ciò che dicono serve ad ottenere qualcosa) 😊 regolatrice (serve a controllare il comportamento altrui) 😊 interazionale (serve a stabilire relazioni interpersonali) 😊 personale (serve ad abbozzare la loro identità) 😊 euristica (vale come richiesta di spiegazioni: "dimmi perché!") 😊 immaginativa (consente loro di fantasticare mondi possibili) 😊 informativa (vale come resoconto di come stanno le cose)
ACQUISIZIONE O APPRENDIMENTO??
A prima vista l'acquisizione della lingua materna può essere assimilata ai processi di apprendimento innescati dall'imitazione e dal modellamento (punto di vista adottato da Skinner) ⇅ se lo sviluppo della competenza linguistica viene impostato in questi termini riduttivi e meccanici, si finisce con l'oscurare gli aspetti più creativi dell'impresa compiuta da ogni bambino (critica del famoso linguista Chomsky). La mente umana è marcata da una predisposizione a
trattare informazione linguistica: già allanascita il bambino attiva un Dispositivo per l'Acquisizione della Lingua (LAD) che, di fase in fase, lo guida nell'individuare le espressioni linguistiche ben formate si spiega con il fenomeno dell'ipercorrettivismo (o sovrageneralizzazione della regola): in tutte le lingue si registrano enunciati di bambini che applicano le regole della lingua anche nei casi in cui sono previste eccezioni la polemica tra Skinner e Chomsky ha dato slancio all'approccio cognitivista in psicolinguistica, ma anche la tesi innatista di Chomsky ha alimentato molteplici discussioni le principali critiche sono prodotte su 2 fronti: da una parte c'è chi sottolinea che non è necessario ipotizzare un dispositivo specifico per l'acquisizione linguistica, perché il modo in cui i bambini progrediscono nella loro competenza linguistica è controllato da procedure più generali che si applicano anche
ad altre abilità cognitive dall'età.