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LINGUE I.E.occlusive sorde: p, t, k fricative sorde: f, θ, hocclusive sonore: b, d, g occlusive sorde: p, t, kocclusive sonore aspirate: bh, dh, gh occlusive sonore: b, d, g
Esempi:
- LAT. /plenus/ ING. /full/
- LAT. [okto] GOT. /ahtau/, TED. /acht/
Legge di Verner.
Nella seconda metà dell'Ottocento Verner formulò una legge fonetica integrativa alla legge di Grimm, una legge complementare che spiega alcune eccezioni nella determinazione degli esiti. Secondo la legge di Grimm, le occlusive sorde originarie in indoeuropeo, dovrebbero di norma evolvere infricative sorde, ma Verner, notò che in certi casi esse si evolvessero in fricative sonore. La legge di Verner stabilisce le condizioni per cui ciò accade.
- Le occlusive sorde si trovano in contesto sonoro, quindi tra due vocali o fra liquide (l-r) e nasali (m-n).
- Le occlusive sorde non erano immediatamente precedute dall'accento indoeuropeo. L'accento indoeuropeo è ricostruibile
speak/ > AT. /svohhan/L'occlusiva diventerà affricata sorda a inizio parola o dopo consonante; diventerà fricativa sorda dentro la parola o a fine parola.
SECONDO COMMA: Le occlusive sonore diventano occlusive sorde poiché quest'ultime sono diventate in alto tedesco affricate o fricative.
/b/ /p/ ING. /bring/ > AT. /pringen/
/d/ /t/- ING. /deep/ > AT. /tief/
/g/ /k/- ING. /God/ > AT. [Kot]
TERZO COMMA:
/θ/- /d/ ING. /thief/ > AT. /dieb/
/f/ /b/ ING. /loaf/ > AT. /laib/
Le lingue indoeuropee. Suddividiamo le lingue indoeuropee in due blocchi: lingue centum e lingue satem. Tra le lingue centum abbiamo le lingue germaniche, celtiche, romanze, il greco etc. Tra le lingue satem invece annoveriamo le lingue baltiche, slave, lingue indoiraniche, armeno, albanese, sanscrito. La suddivisione è dovuta al fatto che ad articolazioni velari delle lingue centum, corrispondono tendenzialmente articolazioni anteriori o anteriorizzate.
nelle lingue satem. Esempi:- LAT. [kentum] SAN. /satam/- LAT. /pecu/ SAN. /pasu/- LAT. [spikere] SAN. /pasyati/l'indoeuropeo
Per molto tempo si è pensato che già presentasse un ramo occidentale di tipo centum e un ramo orientale di tipo satem, ma una scoperta avvenuta ad inizio Novecento in Cina ha riportato alla luce testi redatti in lingue indoeuropee, dette Tocario A e Tocario B, entrambe di tipo centum.
Questa nuova acquisizione, cioè che le lingue più orientali fossero di tipo centum ha suggerito:
a. Che all'inizio le lingue i.e.a. dovessero essere tutte di tipo centum.
b. Che a un certo punto le lingue centro-orientali abbiano anteriorizzato le occlusive velari.
c. Che però questa innovazione centro-orientale non abbia raggiunto le periferie dell'area linguistica.
Il sistema consonantico.
La scuola di Lipsia, cioè i neogrammatici, elaborarono un sistema, un quadro della lingua indoeuropea. A partire dagli anni '20 però
sono stati fatti dei tentativi per riformulare questo sistemafonologico, a causa del divario tra occlusive e fricative.k’OCC. SORDE p t k kʷg’OCC. SONORE b d g gʷg’h gʷhOCC. SONORE bh dh ghASPIRATEFRICATIVE s/zp
La /p/ indoeuropea viene conservata in tutte le lingue indoeuropee ad esclusione del gotico, nel qualediventa /f/ per effetto della legge di Grimm. Tuttavia, la /p/ indoeuropea deve aver presupposto unostadio intermedio in cui /p/ sia stata pronunciata come /f/ e poi /h/ per poi cadere in alcune lingue.Così in armeno avremo /h/, mentre in celtico grado zero (ø).t
La /t/ rimane invariata in tutte le lingue indoeuropee ad esclusione delle lingue germaniche in cui, aun’occlusiva sonora /d/.causa della legge di Grimm, questa diventa *pet = volare
GR. t pet-o-mai
LAT. t pet-ōθ/ð
GOT. AAT. fedara
SANS. t pat-a-tik
La /k/ pura da come esito sempre /k/, da distinguersi dalla /k/ consonante velare palatalizzata. Nellelinguegermaniche si applica la legge di Grimm. leukos = splendere
GR. k leukos
LAT. k/c lucus
GOT. h lōh
SANS. k/c rocas
La /b/ è una consonante a basso rendimento; infatti, ci sono poche parole che ci permettono di risalire ad una /b/ originaria. *belo = forza
GR. b bel-teros
LAT. b de-bilis [de- è un prefisso che significa privo]?
GOT. p batam
SANS. b [‘bolIjI]boliji
BULG. bd
dono
GR. d doran
LAT. d donum
GOT. t ?
SANS. d danam
SLAVO. d darug
*yugom = giogo
GR. g zugon
LAT. g iugum
GOT. k yugam
SANS. g jukk’
Come già accennato per le velari pure, esistono nell’indoeruopeo delle velari palatalizzate dal duplice esito. Mentre nelle lingue kentum le velari proseguono come tali, nelle lingue satem si anteriorizzano. In questo caso la /k/ diventa /s/ o /ʃ/. *k’mtom = cento
GR. k (he)katon
LAT. k/c centum
GOT. h hund-
SANS. s/ʃ satam
LIT. s simtas
*ag’- = ago
GR. g ago
LAT. g ago
GOT. k akaʤ/j
SANS. ajami
Consonanti aspirate.
La loro esistenza
è documentata principalmente dal sanscrito e dal greco, in cui si mantienel’aspirazione. Nel greco però diventano sorde, ossia perdono l’elemento sonoro. Nel latino invece,si ha un duplice esito.
Nelle lingue germaniche si perde l’elemento aspirato. In latino, invece, avremo a inizio parola /f/,mentre all’interno di parola la consonante aspirata prosegue come /b/.io porto
GR. ph pher-ō
LAT. f/b fer-ō[‘bƐran]
GOT. b
SANS. bh bharamidh
Anche in questo caso il latino prosegue come /f/ a inizio parola e perde l’aspirazione dentro parolarestando /d/. Per le lingue germaniche si applica la legge di Grimm in virtù di cui la consonanteaspirata perde l’aspirazione.
GR. th thumas
LAT. f/d fumus
GOT. d domian
SANS. dh dhumasgh
Abbiamo poche testimonianze.
GR. kh
LAT. h/g
GOT. g
SANS. ghg’h
GR. kh
LAT. h/g
GOT. g
SANS. h
Legge di Grassman.
La legge di Grassman enuncia che se in sanscrito e in greco, due occlusive aspirate
ricorrono insillabe contigue, per dissimilazione la prima delle due perde l'aspirazione. In greco la legge di Grassman si è applicata dopo il passaggio da consonanti aspirate sonore a consonanti aspirate sorde.
Esempio:
GR. phentheros pentheros
SANS. bhandhas bandhas
Le labiovelari.
Sono articolazioni consonantiche complesse, strutturate da due momenti articolatori, ma costituite da un'occlusiva seguita da un'appendice un unico fonema. Il suono prodotto è percepito come un'approssimante w. Trattandosi di foni articolatoriamente complessi, le labiovelari semivocalica, nelle lingue moderne si riscontrano di rado e si sono generalmente semplificate conservando l'elemento velare o l'elemento labiale. A livello documentario, la lingua che meglio conserva le labiovelari è il latino, come dimostrato da quinque, sequor, aqua. Mantiene anche la sonora, ma solo se protetta da una nasale precedente come in inguen. Ad inizio di parola, la
labiovelare sonora si semplifica in /w/ come in venio, da un più antico gwenjo. Nelle lingue satem le labiovelari compaiono di solito delabializzate, ossia, prive dell'elemento labiale, comportandosi come velari pure. Nel greco la situazione si complica. Tutte le lebiovelari indoeuropee nel greco non avranno mai esito velare, ma diventeranno labiali o dentali.
- dentale: davanti alle vocali anteriori (e-i). penkʷe > pentekʷo
- labiale: davanti a: a, o, u, consonante. > poskʷ
*penkʷe = cinque
GR. p/t pente
LAT. qu quinque
GOT. hw finhw
SANS. k pancagʷ
*gʷem = venire
GR. b/d bajnō
LAT. v/ gu wenio [‘kwiman]
GOT. q (k)w qiman
SANS. gALB. g (n)gasgʷh
La labiovelare aspirata è suggerita dal latino, in quanto resta la parte labiovelare, mentre nel greco si conserva l'elemento aspirato.
*snejgʷh = nevica
GR. ph/ th nipha [‘niŋgwit]
LAT. gu ninguit
GOT. g
SANS. gh
Norma areale.
Matteo Bartoli ha formulato quattro norme areali o spaziali, le quali permettono,
In presenza di due o più forme concorrenti, è necessario stabilire quale sia la più antica. La forma più arcaica secondo le norme reali solitamente è: meno esposta alle comunicazioni e quindi più isolata, quella conservata nell'area, quella conservata nelle aree periferiche rispetto al centro del territorio, rappresentando una sopravvivenza alle innovazioni, quella conservata nella gran parte del territorio preso in esame, in caso mancassero attestazioni delle due forme compresenti nelle aree laterali o isolate, quella conservata in un'area in cui una data varietà linguistica è arrivata più tardi. Questo è il caso di una colonia di migranti che non ha più contatti con la madrepatria e quindi un'innovazione linguistica originatesi nella madrepatria difficilmente raggiungerà la colonia.
Il sistema vocalico.
Il sistema dell'indoeuropeo è costituito da:
- 11 vocali
- 17 consonanti
- 2
approssimanti (j, w);- 4 sonanti (l, r, m, n).
La ǎ indoeuropea si mantiene in tutte le lingue indoeuropee, /ǒ/, tranne in slavo in cui diventa.
Quando in sanscrito troveremo /ǐ/ in sede di /ǎ/ signific