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IMMUNITA' SPECIFICA
Immunità specifica è detta anche acquisita perché viene indotta dal riconoscimento dell'antigene presente sul microrganismo. Questa è la forma più importante di difesa perché è molto più decisiva della difesa immunitaria naturale. Come sappiamo si divide in due tipi:
- Cellulo-mediata (ad opera dei linfociti T)
- Umorale (ad opera dei linfociti B)
I linfociti T vengono così chiamati perché vengono attivati nel timo, i linfociti B sono così chiamati perché per la prima volta sono stati isolati negli uccelli ed in particolare nella borsa del Fabrizio.
La presenza di questi linfociti T e B è assolutamente essenziale per la sopravvivenza, senza questi linfociti non potremmo sopravvivere in quanto saremmo attaccati da tutti gli agenti microbici. Nel complesso, questi linfociti riconoscono l'antigene e distruggono l'agente che porta questo antigene. È importante
considerare che Queste cellule, una volta che vengono prodotte, subiscono una prematurazione per poi venire distribuite in tutto il tessuto linfoide, (e quindi a livello delle tonsille, delle adenoidi, del sistema linfatico, del tratto gastroenterico…). Ecco perché quando si tolgono le tonsille, bisogna tener presente che queste rappresentano una prima barriera contro i microrganismi che entrano nel nostro organismo attraverso le vie aeree; così come è fondamentale la presenza della tessuto linfoide al livello del tratto gastroenterico in quanto con il cibo entrano molti i germi. I linfociti T si formano nel midollo e poi migrano nel timo dove iniziano a diversificarsi e sono in grado di reagire con differenti antigene. Il processo di pre-attivazione nel timo termina dopo tre mesi di vita, in modo che queste cellule migrino nel tessuto linfoide, attraverso il sangue (è per questo che si dice che il timo a parte i primi mesi di vita non ha molta importanza, ilche fa si che l'asportazione del timo non). I linfociti T che maturano nel timo e che poi migrano nel determina gravi problemi a livello immunitario tessuto linfoide quando incontrano l'antigene si dividono in una cellula memoria è in cellule T citotossiche effettori o in cellule T help-immunità cellula mediata. Il linfociti B vengono pre attivati nel fegato durante la vita fetale e nel midollo osseo (durante tutto il resto della vita), per poi migrare verso il tessuto linfoide di tutto il corpo. Nel momento in cui uno di questi linfociti viene attivato, vi è una riproduzione rapidissima di questo linfocita che forma un numero enorme di colonie, chiamate cloni linfocitari. Bisogna ricordarsi che i linfociti B, nel momento in cui incontrano l'antigene, si dividono in una cellula memoria in una plasmacellula, che è quella che determina la produzione dell'anticorpo-immunità umorale. Linfociti B: a tal proposito è importante che i macrofagi cheFagocitano il microrganismo presentino l'antigene del microrganismo dichiaratamente alla linfocita B che così ha molta più facilità nel riconoscerestesso. In seguito all'incontro con l'antigenel'antigene, lil linfocita B si ingrandisce e si trasformaprima in linfoblasta, poi in plasmablasta, ed infine in una plasmacellula (in questo Stato rimane per "appena" 2000circa cinque-10 giorni). Durante tutti questi giorni produce immunoglobuline al secondo. Gli anticorpi così prodotti vengono trasportati quindi nella linfa e dalla linfa nel sangue. Alcuna di questi linfoblasti formano altri linfociti B che hanno caratteristiche simili a quelle originali e che sono pronte ad intervenire in caso di un successivo attacco-cellula memoria,le quali possono sopravvivere anche per tutta la vita (infatti sappiamo che l'immunità contro determinate è un'immunità malattie, come ad esempio la varicella, che dura tutta.
La vita, nel senso che anche se arriva un'altra volta l'herpes zoster non si prenderà più la varicella in quanto vi sarà una risposta in realtà in caso dell'herpes zoster, ed in caso di difese immunitarie molto più pronta ed immediata- molto bassa, cellule della memoria sono in grado di reagire all'attacco). L'herpes zoster può presentarsi il fuoco di Sant'Antonio molto più velocemente e prontamente; Infatti il primo contatto con l'antigene è caratterizzato da un periodo di latenza lungo in cui c'è la produzione degli anticorpi, mentre in caso di secondo attacco il tempo di latenza è molto più breve e l'intensità della risposta estremamente maggiore. Per cui la difesa immunitaria serve a creare una memoria. Per ciò che riguarda la morfologia anticorpale, è importante considerare che Gli anticorpi (che rappresentano circa il 20% di tutte le proteine plasmatiche) presentano due
catene lunghe dette catene pesanti e due catene corte dette catene leggere a formare delle y. Le due braccia della Y rappresentano dei siti specifici dell'anticorpo che reagiscono con l'antigene in maniera specifica. Vi è poi una parte costante, che è importante per legare la proteina C1 del complemento e per l'aderenza al tessuto (indispensabile per permettere l'attraversamento delle membrane). Sia le catene leggere che le catene pesanti sono legate tra loro da legami di solfuro. Vi sono cinque classi diverse di anticorpi:
- le IgG (che rappresentano il 70% delle immunoglobuline e danno la risposta più efficace nei confronti del microrganismo). Sono indispensabili per la risposta immunitaria
- le IgA (che rappresentano il 20%). Utili per le secrezioni, per esempio nell'ambito della tratto tracheobronchiale (anticorpi di barriera)
- le IgD e le IgE che sono trascurabili. In particolare le IgE sono indispensabili per i processi allergici (infatti
contatto è avvenuto da poco tempo e per cui è probabile che vi siano problemi per il bambino). Una volta che l'anticorpo reagisce con il proprio antigene avviene prima l'agglutinazione (cioè i batteri si uniscono agli anticorpi a formare degli agglomerati); successivamente il complesso antigene-anticorpo diventa grosso e quindi precipita (precipitazione), il contatto tra antigene ed anticorpo determina anche la neutralizzazione (processo durante il quale si ricoprono e si inattivano i siti tossici della microrganismo) arrivando anche alla lisi del microrganismo. cioè accade quando l'anticorpo è molto potente. Tuttavia spesso la semplice unione tra batterio ed anticorpo non porta ad una risoluzione definitiva, in questo caso è fondamentale l'amplificazione degli effetti da parte del sistema del complemento.
Linfociti T: Il linfociti T riconoscono soltanto ed esclusivamente degli antigeni che sono legati a particolari proteine dette MHC,
ossia proteina che sono poste in superficie di cellule che hanno proprio questa caratteristica di presentare gli antigeni: macrofagi, linfociti B e cellule dendritiche. La cellula che presenta l'antigene ed i linfocita T si legano quindi tra di loro attraverso le proteine di adesione cellula a cellula. Il linfociti T possono essere di tre tipi: helper, Citotossici E suppressor.Linfociti T-helper: sono i linfociti T più numerosi con funzione regolatrice, cioè sono in grado di regolare le attività sia dei linfociti T che dei linfociti B, coordinandone l'attività attraverso la produzione delle linfochine come l'interleuchina 2 (che ha un effetto stimolante diretto a feedback positivo sulla stessa attivazione dei linfociti T helper ed agisce anche attraverso la proliferazione dei linfociti B e quindi produzione degli anticorpi e anche nell'attivazione dei macrofagi). Dei linfociti helper ve sono di due tipi: γ1. tipo I: Il tipo uno èquindi in due categorie principali: 1. Linfociti T-helper: Questi linfociti sono responsabili di coordinare l'attività del sistema immunitario. Secernono interleuchina 2 e interferone, che sono importanti per l'immunità cellulare. Inoltre, i linfociti T-helper II secernono interleuchina 4 e 5, che coordinano l'attività delle cellule e la produzione di anticorpi. In generale, i linfociti T-helper coordinano l'attività sia dei linfociti T che dei linfociti B che producono anticorpi. 2. Linfociti T citotossici: Questi linfociti, anche chiamati "killer", hanno un'azione diretta distruggendo le cellule nocive o considerate estranee. Queste cellule possono essere cellule trapiantate o cellule tumorali. I linfociti T citotossici sono coordinati dall'attività dei linfociti T-helper e possono rimanere vitali per mesi. In conclusione, i linfociti T-helper e i linfociti T citotossici svolgono un ruolo fondamentale nell'immunità cellulare e nella difesa dell'organismo da agenti nocivi.in base ai loro recettori in due tipi: i linfociti T α-β (che rappresentano circa il 90% dei linfociti citotossici) e i linfociti T γ-δ (che rappresentano il 10% restante e che ritroviamo presenti soprattutto nel tratto gastrointestinale). Importante considerare che i linfociti T citotossici presentano delle proteine dette PERFORINE, le quali producono dei fori sulla membrana della cellula ospite, permettendo il passaggio di ioni e cambiando la polarità. Queste cellule estranee si gonfiano e quindi vengono distrutte. Per cui in generale è possibile dire che le cellule T killer sono tre: le cellule killer vere e proprie, α-β e i linfociti T citotossici γ-δ. I linfociti T citotossici: - Linfociti T suppressor: queste cellule bloccano l'attività sia dei linfociti B, dei linfociti T citotossici ed infine dei linfociti T helper. È possibile quindi considerarle come delle cellule regolatrici, perché diei recettori specifici chiamati recettori del linfocita T (TCR). Questi recettori riconoscono e si legano a specifiche molecole chiamate antigeni presentate sulla superficie delle cellule presentanti l'antigene (APC). Gli APC includono cellule come i macrofagi e le cellule dendritiche. Quando un linfocita T riconosce un antigene tramite il suo TCR, si attiva e inizia a proliferare. Questa attivazione avviene attraverso una serie di segnali chimici chiamati citochine, che vengono rilasciate dalle APC. Le citochine stimolano la proliferazione dei linfociti T e la loro differenziazione in diverse sottopopolazioni, come i linfociti T helper (Th) e i linfociti T citotossici (Tc). I linfociti T helper svolgono un ruolo chiave nella regolazione dell'attività degli altri linfociti. Essi riconoscono gli antigeni presentati dalle APC e rilasciano citochine specifiche che influenzano l'attività dei linfociti B e dei linfociti T citotossici. I linfociti T helper possono essere suddivisi in diverse sottopopolazioni, come i Th1, i Th2 e i Th17, che hanno funzioni specifiche nel coordinare la risposta immunitaria. I linfociti T citotossici, invece, sono responsabili della distruzione delle cellule infettate da agenti patogeni. Essi riconoscono gli antigeni presentati dalle APC e, attraverso il rilascio di citochine e l'attivazione di meccanismi di citotossicità, uccidono le cellule bersaglio. In conclusione, i linfociti T sono una componente fondamentale del sistema immunitario e svolgono un ruolo cruciale nella risposta immunitaria. I loro recettori specifici e le loro capacità di regolare l'attività degli altri linfociti li rendono essenziali per il funzionamento corretto del sistema immunitario.