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LEGGE DI COULOMB
È la legge con cui interagiscono due cariche elettriche q₁ e q₂ poste a una distanza r l'una dall'altra.
La condizione di validità di tale legge è che le dimensioni delle cariche devono essere trascurabili rispetto alla loro distanza; in tale ipotesi le cariche si dicono puntiformi.
Nel vuoto, in quiete, in un riferimento inerziale:
- La forza ha la direzione della retta che congiunge le due cariche;
- La forza è repulsiva se le cariche hanno lo stesso segno, è attrattiva se le cariche hanno segno discorde;
- La forza ha modulo direttamente proporzionale al prodotto delle cariche e inversamente proporzionale al quadrato della distanza fra le due cariche.
q₁ F q₂
F ∝ q₁q₂/r²
F = K q₁q₂/r²
Introduciamo due nuove unità di misura:
- Corrente elettrica - Ampere (A)
- Carica elettrica - Coulomb (C)
1A = 1C/s
La costante K viene chiamata dielettrico e dipende dalla scelta delle unità di misura e dal mezzo in cui le cariche sono immerse. Nel vuoto vale:
K = 8,9875 · 10⁹ Nm²/C² = 9,0 · 10⁹ Nm²/C²
Nella pratica è utile esprimere K come:
K = 1/4πε₀ dove ε₀ è nota come costante dielettrica.
ε₀ = 8,85 · 10-12 C²/Nm²
Da ricordare che la carica elementare è e = 1,6 · 10-19 C
Esempio 1.2
Consideriamo un atomo di idrogeno ponendo a confronto la forza elettrostatica Fₑf e la forza gravitazionale Fg tra le due cariche:
me = 9,1 · 10-31 kg mp = 1,67 · 10-27 kg a₀ = 0,53 Å = 5,3 · 10-11 m e = 1,6 · 10-19 C
Fg = G m1m2 / d2 = 6.7 ∙ 10-11 ∙ 9.1 ∙ 1031 ∙ 6.1 ∙ 1027 / (3.6 ∙ 108)2 N
= 6.2 N Fe = k Q1Q2 / d2 = 9 ∙ 109 ∙ 6.7 ∙ 10-19 ∙ 2.9 ∙ 10-19 / (5.3 ∙ 10-10)2
= 0.21N A.TEO = Fg / Fe = 3.9 ∙ 1011
IL RAPPORTO Fg / Fe = 2.3 ∙ 10-2 INFERISCE CHE PER CORPI PUNTIFORMI CON
FORZA GRAVITAZIONALE È TRASCURABILE RISPETTO ALLA FORZA ELETTRICA, CHE RISULTA QUINDI RESPONSABILE DELLE INTERAZIONI A LIVELLO MICROSCOPICO DELLA MATERIA
ESEMPIO A.B
UNA SFERETTA CONDUTTRICE MOLTO LEGGERA DI MASSA m1 = 2.0 ∙ 10-3 Kg POSSIEDE UNA CARICA Q1 = 5 ∙ 10-6 ED È SOSPESA DA UN FILO LUNGO l. UNA SECONDA SFERETTA CONDUTTRICE DI CARICA Q2 = 5 ∙ 10-6 VIENE AVVICINATA A q QUANDO LA DISTANZA TRA I CENTRI È q ( q1Q2 ))) E L'ANGOLO CHE IL FILO FORMA CON LA VERTICALE VALE θ CALCOLARE θ.
DALLA 1° LEGGE DI NEWTON, DATO CHE LE SFERETTE SONO IN EQUILIBRIO OTTENGO:
Fe - FT = i = 0
DALLA TRIGONOMETRIA POSSO CALCOLARE LA TANGENTE DI θ Fe tanθ = Ft
tanθ = sinθ / cosθ = mg / Fe = 5 ∙ i 5 ∙ 106 / 0.9
tanθ = 0.163 θ = 9.0
Fe Ft = 0.9 2 ∙ 10-4 0.9 = 0.163 ∙ 9.81
FORMA VETTORIALE DELLA LEGGE DI COULOMB DATO CHE LA LEGGE DI COULOMB DESCRIVE UNA FORZA, È OPPORTUNO SCRIVERLA IN FORMA VETTORIALE.
OSSERVIAMO CHE NELLA LEGGE IL PRODOTTO q1q2 È SENZA MODULO QUINDI SE (q1, q2 0) LA FORZA È REPULSIVA, MENTRE SE (q1, q2
Problema
R Filo distanza PQ
Densità uniforme di carica
Dividiamo il filo in segmenti infinitesimi dλ su ognuno dei segmenti
Dara una carica infinitesima dqλ=dλ con ogni segmento produrrà un campo di modulo:
dE_x = dQλ dx / dO(2+z2)
Consideriamo i due segmenti λ1 e λ2 posti alla stessa distanza da O
Essi produrranno un campo dEx uguale in modulo ma di verso opposto, quindi
anche un campo che uguale in modulo ma di verso concorde, quindi:
dE_x = qsinO / 4πε0 z
Il campo risultante sarà quindi:
sinO = l / 4πε0 / qO * x / 2
Sapendo che lε = Rcos∅ = ε / cos∅
osserviamo che ponendo q~=4/π (dato che come unità unica di misura abbiamo R)
otteniamo che il campo sarà lε_0sol = R / 4π0 / x
Moto di una carica in un campo elettrostatico
Consideriamo un campo elettrostatico e una carica di prova q indipendente dalle cariche sorgenti che sono ferme e non vengono perturbate dalla presenza della carica di prova.
Sulla carica agira una forza Fe. Questa forza è responsabile del movimento della carica e per la seconda legge della dinamica si avrà:
ax = q / m Ex(r)
L'accelerazione quindi dipende dal rapporto q/m che viene di solito calcolato sperimentalmente.
Spostiamoci in uno spazio vettoriale:
rt che è il vettore congiungente O-Pt, indica la posizione della particella nello spazio quindi:
ax(r) = q / m Ex(r)
Quindi l'espressione vettoriale dell'accelerazione.
Ed è da notare che il campo elettrico è in funzione della posizione del punto nello spazio.
Proiettando la legge sugli assi otteniamo:
ax = q / m Ex(xp, yp, zp)
Esempio n°9
Una carica puntiforme q di massa m, è lasciata libera in quiete nella posizione x=0 in una regione in cui esiste un campo elettrostatico uniforme E parallelo e concorde all'asse x. Descrivere il moto della carica.
L'accelerazione sarà a = q E / m è costante dato che il campo è uniforme.
Le equazioni che regolano il moto sono:
x(t) = 1/2 (qE)/m t2 con vx(t=0) = 0 e x(t=0) = 0
vx(t) = q E/ m t
E valida anche la formula:
v2 - v2(t=0) = 2 a (x0 - x)
Calcoliamo la variazione di energia cinetica:
ΔEk = 1/2 m v2(t) - 1/2 m v2(t=0) = 1/2 m v2(t)
= m/2 (q2 E2 / m2 t2)
ΔEk = 1/2 m (qE/m) t v - m q E x = q E (x - x0).
Notare che l'energia cinetica non dipende più dalla massa.
Nel caso particolare proposto dall'esercizio avremo:
a = q E / m Δt = t2 - t0
x(t) = 1/2 (q E) / m (t2)
Esercizio 2
q1, q2, q3
3 cariche q1, q2, q3 sono poste ai vertici di un triangolo equilatero di lato l. Calcolare l'energia potenziale elettrostatica del sistema. La carica q0 è posta al centro C del triangolo. Calcolare il lavoro necessario per portare q0 all'infinito.
Energia potenziale del sistema è
V = k (q1q2/l + q2q3/l + q1q3/l)
Lavoro per portare q0 a distanza infinita:
W = q0(kq1/l0 + kq2/l0 + kq3/l0)
Dato che q1 = q2 = q3,
W = √3 (q0q1) / l.
Esercizio
Quattro cariche uguali q = 9.410-6 C sono disposte ai vertici di un quadrato di lato 10 cm. Determinare modulo, direzione e verso della forza esercitata su q.
q1 = q2 = q3 = q4 = q: 9.3μC = 210-6 C
a = 10 cm = 0.1 m
Determinano moduli delle forze
F1 = q2/ (4πε0a2)
- diagonale del quadrato: √2a
Dato che F2 e F3 distanno a 90°, F = F3 è diretta lungo la diagonale del quadrato e ha verso repulsivo.
Soluzione finale:
F = (q2/ 4πε0 a2) (2√2 - 1) - (2√2 + 1) - 9.109-1.10-12/10-2 - 6.89 N