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S=( S
coll irr
dx dx
coll irr
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Il LET è il potere frenante lineare da collisione, e si tiene conto solamente delle perdite
di energia per unità di percorso di collisione, visto che le perdite per irraggiamento
avvengono tramite l’emissione di radiazione elettromagnetica che si suppone
trasferisca energia lontano dalle tracce.
( ) ( )
∆ E dEdx
= =
LET lim lim
∆ x
∆ x →0 ∆ x→ 0
coll coll
Assorbimento di particelle cariche pesanti (particelle alfa o ioni pesanti)
Il danno da radiazione è principalmente causato dalla velocità con cui l’energia viene
ceduta e dal meccanismo con cui viene ceduta. Dipende invece in modo minore la
lunghezza del percorso che la radiazione compie in un mezzo.
Nel meccanismo delle particelle cariche pesanti il meccanismo principale è costituito
da urti di tipo Coulombiano con gli elettroni; sono invece rari gli urti che coinvolgono il
nucleo atomico.
I risultati di un’interazione della particella con i singoli elettroni sarà quella o di
-
un’eccitazione di tipo elettronico (e passa a un livello elettronico superiore) che è
definita collisione distante, oppure l’espulsione di un elettrone dal sistema atomico
che è definita collisione prossima.
In questi casi la particella alfa, data la sua massa enormemente superiore di quella
dell’elettrone, scaraventa l’elettrone in modo violento, mentre la particella modifica di
pochissimo la sua traiettoria. Sempre per questo motivo serviranno molti urti per far
perdere totalmente l’energia alla particella.
Nonostante la storia di ogni particella è individuale, tutte le particelle hanno un
numero di urti e il percorso nel materiale molto simili tra di loro. Si può così costruire
un grafico trovando un range medio di ogni materiale per così comprendere dove tutte
le particelle saranno assorbite. Il range dipende molto anche dall’energia delle
particelle.
OSSERVAZIONI:
Maggiore è la carica della particella incidente maggiore sarà l’energia persa per
unità di percorso.
Maggiore è la densità elettronica del mezzo assorbente maggiore sarà l’energia
persa per unità di percorso (più elettroni ci sono nel mezzo maggiore è la
probabilità che la particella carica incidente collida).
Minore è la velocità della particella incidente maggiore sarà l’energia persa per
unità di percorso (più lenta è la particella incidente più ha tempo di interagire con
gli elettroni che incontra). La dipendenza dalla velocità evidenzia come la perdita di
energia per unità di percorso aumenta quando la particella sta per fermarsi. Perciò
alla fine del percorso saranno massime la ionizzazione e l’energia trasferita (Picco
di Bragg).
Assorbimento di particelle cariche leggere (elettroni )
-
Le particelle cariche leggere sono soggette non solo alla collisione con gli elettroni
atomici del mezzo in cui interagiscono, ma subiscono anche un secondo tipo di
meccanismo di perdita di energia dovuto alla interazione coi nuclei atomici. Questo
secondo tipo di interazione, importante per energie elevate dell’elettrone incidente e
alti valori del numero atomico Z dell’assorbitore, consiste nella perdita di energia per
irraggiamento.
L’emissione di fotoni attraverso questo processo è chiamato irraggiamento da
frenamento o Bremsstrahlung (è in questo modo che si producono fasci di raggi X).
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Questo processo diventa dominante quando sono presenti energie elettroniche
relativistiche e il materiale di impatto è ad alto Z.
In questo caso la massa della particella beta – è uguale a quella dell’elettrone con cui
interagisce, di conseguenza si osserva che l’urto causa la deviazione della traiettoria,
creando un moto tortuoso e l’impossibilità della creazione del picco di Bragg.
In ogni caso, dato che a parità di energia tra elettrone e particella carica pesante la
massa minore dell’elettrone porta ad una velocità maggiore, la perdita di energia per
unità di percorso sarà minore per gli elettroni rispetto al caso di particelle pesanti
(ecco perché particelle alfa e ioni sono definite particelle ad alto LET mentre gli
elettroni sono noti come particelle a basso LET).
Lezione 5
I Raggi X
Gli elettroni per la radiodiagnostica vengono prodotti grazie ad elettroni veloci nel
vuoto che impattano contro un materiale pesante ad alto Z.
Un tubo a raggi X è costituito da un involucro nel quale viene creato il vuoto nel quale
sono inseriti un anodo + e un catodo -. Ha un’efficienza dell’1%, perché il restante
99% viene emanato sotto forma di calore.
Il catodo è costituito da un avvolgimento di tungsteno, che se riscaldato dal passaggio
di correte, emette elettroni per via dell’emissione termoionica.
L’anodo è la zona dove gli elettroni impattano, ed è chiamata macchia focale. La
dimensione della macchia focale dipende dalle dimensioni del filamento al catodo,
dato che più grande è più elettroni riuscirà a produrre.
L’anodo rotante è costituito da tungsteno, dato che le temperature possono arrivare a
3000°C e a quella temperatura i metalli fondono, ma il tungsteno fonde a 3400°C
quindi adatto a questo compito. L’anodo ruota per avere una migliore dissipazione di
calore.
Il tubo radiogeno è schermato per non permettere alla radiazione di non andare dove
non serve, e dei sistemi di collimatori ad alto Z dirigono il fascio solo nella zona
anatomica di interesse per il paziente senza irraggiare altre parti non interessate.
L’immagine radiografica
L’immagine radiografica è un’immagine bidimensionale, ed è presente una
deformazione per la divergenza dei raggi dato che il fascio è conico.
Per poi ridurre il fenomeno della radiazione diffusa si utilizza una griglia antidiffusione
per aumentare la qualità dell’immagine.
Lezione 6
La fisica della produzione dei Raggi X
Gli elettroni prodotti nel catodo per emissione termoionica a livello del catodo vengono
accelerati grazie alla differenza di potenziale, e durante l’interazione con l’anodo
vengono prodotti raggi x per effetto di radiazione di frenamento (Bremsstrahlung) e la
radiazione caratteristica.
L’80% della radiazione è prodotta per frenamento, e il 20% per radiazione
caratteristica. 7
Radiazione di frenamento
È il tipo di radiazione che si produce quando il fascio di elettroni proiettile viene
rapidamente arrestato o rallentato, cedendo energia cinetica che si trasforma in raggi
x. Questa presenta vari livelli energetici a seconda della velocità di frenamento
dell’elettrone, visto che se questi passano vicino al nucleo sono frenati maggiormente
di quelli che passano in periferia dell’atomo.
La maggior parte dei raggi prodotti sono di bassa intensità, e sono inutili per la
diagnostica, quindi si utilizza un filtro di alluminio per bloccare la radiazione di bassa
intensità che aumenterebbe inutilmente la dose al paziente.
L’energia massima di un raggio X è pari all’energia cinetica iniziale degli
elettroni. Si ha sempre un’energia media.
L’energia dei raggi X è misurata il keV, mentre la differenza di potenziale del tubo in
kV. Quindi l’energia massima in kV del tubo sarà l’energia massima dei fotoni prodotti.
(es. 70kV produrranno un fascio di radiazioni con Emax di 70keV)
Radiazione caratteristica
In un atomo di tungsteno la produzione di raggi X caratteristici avviene quando il posto
lasciato vuoto da un elettrone estratto dalla sua orbita viene occupato da un elettrone
proveniente da un orbitale più esterno. Quando un elettrone proiettile rimuove un
elettrone da un orbitale interno, si crea un buco elettronico. Un elettrone appartenente
a un orbitale più esterno va a riempire un posto vacante e genera un raggio X
caratteristico di energia pari alla differenza tra l’energia di legame dell’orbitale da cui
è stato rimosso l’elettrone e quella dell’orbitale più esterno.
Il buco elettronico è solitamente riempito da un elettrone che si trova nello strato
energetico immediatamente successivo, tuttavia è possibile che si verifichino passaggi
di elettroni da orbitali più lontani rispetto al nucleo. Nei tubi a raggi X utilizzati per
diagnostica (anodo in lega di tungsteno) il tipo più comune di transizione prevede il
passaggio di un elettrone dall’orbitale L a quello K (raggio X da 58 keV).
Una transizione meno probabile è quella da un’orbitale M a un’orbitale K (raggi X
caratteristici di energia 67 keV).
L’energia di legame elettronico dell’orbitale K dell’atomo di tungsteno è di 69,53 keV.
Per poter rimuovere un elettrone dall’orbitale K dell’atomo gli elettroni proiettile che
vanno a colpire l’anodo devono pertanto possedere energia cinetica uguale o
superiore a 69,53 keV (differenza di potenziale impostata al tubo di almeno 70 kV).
L’energia dei raggi X caratteristici non è modificabile.
Qualità di un raggio X capacità di penetrazione ed è determinato dall’energia media
del fascio.
Intensità dipende dal numero e dall’energia dei raggi X, e viene regolata dai mA che
attraversano il catodo.
L’integrale del grafico della radiazione è l’intensità del fascio, mentre il picco è
l’energia media.
Cambiando il materiale dell’anodo si hanno radiazioni con intensità diversa e
radiazioni caratteristiche diverse, come per il fatto della mammografia nella quale
servono energie minori.
L’energia del fascio è strettamente legata ai kV nel tubo radiogeno. Infatti più alto
saranno i kV più alta sarà la radiazione a energia media e anche l’energia massima
della radiazione, che avrà capacità di penetrazione maggiori. Anche l’intensità
aumenta dato che si creano più raggi di alta intensità.
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I mA cambiano solamente la quantità di radiazioni, quindi l’intensità del fascio, e non
dell’energia dei fotoni emessi. Infatti l’Emax e quella media rimarranno invariate.
Anche la filtrazione può cambiare il grafico della radiazione. Non cambia l’energia
massima e il fascio caratteristico, ma visto che scherma i fotoni a bassa intensità
l’energia media dei fotoni si alza.
Variazioni avvengono anche dal tipo di alimentazione del tubo radiogeno, quindi dal
tipo di corrente e dal generator utilizz