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DEL NUMERO ATOMICO E DELL’ ENERGIA DEI FOTONI? 4 3.
La probabilità che una radiazione x interagisca tramite effetto fotoelettrico è proporzionale a : Z /E
oltre una certa soglia di energia non si ha effetto foto elettrico .
Il fotone interagisce con gli orbitali atomici e viene completamente assorbito . Un elettrone acquista
energia per liberarsi (fotoelettrone).
Il posto vacante dell’elettrone viene occupato da un altro e di un’orbita più esterna con emissione di
X caratteristici.
SPIEGA COS’È L’EFFETTO COMPTON, E COSA INTERAGISCE CON IL FOTONE
INCIDENTE
SCATTER INCOERENTE (EFFETTO COMPTON)
Si ha il fotone che arriva sul atomo .. (E= ..)parte dell’
energia interagisce con l’ elettrone che assorbe solo
una parte del fotone incidente, poi l’ elettrone esce
dall’ atomo e in uscita abbiamo un altro fotone con un
energia minore.
L’ effetto compton oltre a disturbare l’ immagine
radiologica perche produce un’ altro fotone
interagente in posti diversi da quelli attesi e che può
anche retrodiffondere, non ha informazioni sul
contrasto. Quando l’ energia del fotone è circa 35 KeV
l’ effetto compton è dominante nel paziente. C’è una
provabilità che il fotone può diffondere con diversi
angoli rispetto al fotone incidente: anche
retrodiffondere.
PRODUZIONE DI COPPIE ELETTRONE-POSITRONE
La radiazione X interagisce con il nucleo e produce una
coppia β+ β- : il positrone si annichila immediatamente
con un elettrone del mezzo producendo una coppia di
quanti ciascuno di energia 0.511 MeV emessi in direzione
opposta.
L’ energia sotto forma di onde elettromagnetiche si
manifesta sotto forma di massa.
QUAL È LA SOMMA DI ENERGIA PER AVERE
UNA PRODUZIONE DI COPPIE?
La probabilità di produzione coppie è proporzionale a:
2
Coppie ln (E)· Z
processo a soglia: E > 2m (~ 1 MeV)
e
processo dominante per E = h > 30 MeV
Nel materiale organico questo è un processo dominante solo per energie sopra i 30 MeV E = hν > 30
γ
MeV
FOTODISINTEGRAZIONE
I raggi X colpiscono il nucleo e viene emesso un frammento nucleare. Avviene per energie maggiori
14
di 10 MeV non interessanti in ambito di radiodiagnostica.
B) INTERAZIONE SECONDARIA
X-RAYS:
si ha ogni volta che un‘ atomo viene ionizzato
EFFETTO AUGER:
non si hanno emissioni radioattive ma l‘ energia dell‘ elettrone che fa il salto viene presa da un‘ altro elettrone
che si ionizza e si ha l‘ uscita di due elettroni, che rilasciano la loro energia molto vicino rispetto all‘ atomo.
Con il riassestamento dei livelli elettronici in luogo di un X caratteristico può essere espulso un elettrone da
un orbitale più esterno. Se una lacuna in k ( Ek) viene occupata da un elettrone proveniente dalla shell L (EL),
può essere espulso un elettrone Auger dalla shell M (EM).
La probabilità dell'effetto Auger è inversamente proporzionale a Z : per Z<15 (atomi biologici) la ionizzazione
K dà luogo ad un elettrone Auger (significativo per la dose)
ANNICHILAZIONE DI POSITRONI ED ELETTRONI
X- RAYS DI FRANAMENTO DOVUTI A ELETTRONI IONIZZATI
PROVABILITÀ DI INTERAZIONE IN PB/AL
Le curve sono diverse in relazione allo Z, il Pb ha lo Z più alto
15
Tutto l’ andamento ha un significato provabilistico, è un concetto fisico simile a quello del
decadimento
AI FINI DELL’IMMAGINE RADIOLOGICA TRE TIPI DI RADIAZIONI X
INTERESSANO:
La radiazione assorbita (fotoelettrico)
La radiazione diffusa (Compton)
La radiazione trasmessa (nessuna interazione)
La radiazione diffusa crea “disturbo” nell’immagine radiologica
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DA QUAL PARAMETRI DIPENDE LA MAGGIORE O MINORE ATTENUAZIONE DEI RAGGI
X CON LA MATERIA?
DA COSA DIPENDE IL CONTRASTO DI UN IMMAGINE DIAGNOSTICA?
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18
DA COSA DIPENDE LA MAGGIORE O MINORE ATTENUAZIONE DEI RAGGI X
CON LA MATERIA?
Energia dei raggi x, spessore di tessuto, densità del tessuto, numero atomico Z
RIASSUNTO
- PROSPETTIVA RADIOLOGICA: creazione di un immagine.
Consideriamo 3 fotoni che sono quelli assorbiti (fotoelettrico) dalpaziente e non
interagiscono la lastra, poi i fotoni che interagiscono col paziente ma vengono diffusi avolte
si trovano sulla lasta altre volte tornano al tubo radiogeno o vanno in altre direzioni e ci
danno la nebbia radiologica ( compton), poi la radiaztione trasmessa che sono tutti i fotoni
che attraversano il paziente con alta energia
- CISSIONE ENERGETICA: danno delle radiazioni e terapie
Gli ambiti in cui si usano le radiazioni in ospedale:
in diagnostica: tubo radiogeno (produce radigrafie, ormai l’ apparecchiatura e digitalizata e non
vengo quasi più fatte lastre), TAC. la differenza tra tubo radiogeno e tac: il tubo è fisso quindi la
lastra è 2D, la TAC invce ha il tubo radiogeno che ruoto intorno al paziente e fornisce una
rappresentazione 3D.
medicina nusclare: gamma camera e pet. la differenza è che la prima e 2D e la seconda 3D
radioterapia: acceleratori lineari, non fanno immagini ma terapia.
I RIVELATORI
COSA RIVELIAMO IN MEDICINA?
RAGGI X radiologia, TC, acceleratori in radioterapia, ria
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ELETTRONI ALTA ENERGIA radioterapia
RAGGI GAMMA medicina nucleare, radioterapia
RAGGI BETA radioimmunologia (RIA)
QUAL È IL FENOMENO FISICO CHE CONSENTE DI RIVELARE LE RADIAZIONI?
LA RIVELAZIONE DELLE RADIAZIONI SI BASA SUGLI EFFETTI CHE QUESTE
PRODUCONO NEL PASSAGGIO ATTRAVERSO LA MATERIA
ionizzazione
eccitazione, fluorescenza
luminescenza
effetto fotografico
effetto termico ( >106 particelle/cm2 )
Effetto Strumento
Ionizzazione nei gas Camere a ionizzazione
Contatori proporzionale
Contatori Geiger Muller
Ionizzazione ed eccitazione Scintillatori – semiconduttori – termoluminescenti – pellicole
in certi solidi fotografiche
Effetti chimici Dosimetro di Frike
Effetto termico Calorimetro
Attivazione da parte di Rivelatore a neutroni
neutroni
Le tracce che le radiazioni lasciano all’ interno della materia sono le ionizzazioni.
grandezza simbolo unità SI unità “storica” dimensioni
-2
Flusso m n°particelle/area
-2 -1
intensità di m s n° particelle/area ∙ tempo
flusso
attività A Bq Ci (Curie) n° disintegrazioni/tempo
10
3.7∙ 10 dis/s
20
attività A Bq/g Ci/g attività/massa
s
specifica
esposizione X C/kg Röntgen ( R ) cariche/massa
-4
1 R = 2.58 ∙ 10 C/kg
dose assorbita D Gray rad energia/massa
1Gy =1 J/kg
dose H Sievert (Sv) rem energia/massa
equivalente 1Sv =1 J/kg
dose efficace E Sievert (Sv) energia/massa
I RIVELATORI SONO SUDDIVISI IN:
-CONTATORI: contano ogni singolo fotone che interagisce nel rivelatore e servono per misurare
COSA PUÒ RIVELARE UN RIVELATORE CHE LAVORA IN MODO INTEGRALE?
- INTEGRATORI: generano segnali la cui ampiezza è proporzionale al flusso di elettroni, quindi
non segue il singolo fotone, ma potrò avere la DOSE .
IONIZZAZIONE A GAS
w = e / n energia media per creare una coppia di ioni
per tutti i gas w assume valore abbastanza costante.
Condensatore con aria all’interno di capacita’ c. Resistenza r – generatore di alta tensione. Una
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radiazione ionizzante passa all’interno delle armature e spende la sua energia all’interno ionizzando
(e) . Crea un certo numero di coppie di ioni (n) che iniziano a migrare verso gli elettrodi. Ai capi del
condensatore si misura una caduta di v della diffrenza di potenziale perche’ neutralizza parzialmente
le cariche sugli elettrodi sfruttano la ionizzazione dei gas. La ionizzazione produce uno ione positivo
e un fotone, la radiazione cede energia a un e- degli orbitali molecolari e e- si libera, quindi ho un e-
da una parte e uno ione di gas positivo dall’ altra. Se metto un gas tra due condensatori e le cariche
elettriche formate dalla radiazione andranno verso il polo positivo, e così posso misurare la DOSE.
Quello che ottengo e una V ai capi del condensatore che sarà = al numero di cariche che sono state
prodotte.
L’ energia media per ionizzare l’ aria ci vogliono 33,85 eV. Per ionizzare un singolo atomo ci
vogliono pochi eV. Ogni volta che la radiazione ionizza una coppia ione e- vuol dire che ha perso 34
eV dentro il gas.
Ai capi del condensatore si misura la caduta di tensione.
RIVELATORE INTEGRALE
viene misurata la corrente totale prodotta durante l’esposizione del rivelatore alla radiazione e questa è correlata
all’energia rilasciata dalla radiazione stessa e quindi alla grandezza da misurare (per esempio la dose)
Se V è la tensione degli elettrodi in partenza, all’arrivo di una radiazione ionizzante si avrà:
0 V = Q/C perchè Q = CV.
Una misura di questa variazione di tensione ai capi del condensatore darà la carica totale generata
dalla ionizzazione durante il periodo della misura.
Poiché la carica totale è uguale a N ∙ e cioè al numero totale di coppie ione-elettrone per la carica del
singolo elettrone dunque V = Q/C = N e / C
poiché N = E/W V = E e / C W E = V C W / e
cioè da una misura di tensione possiamo risalire all’energia ceduta dalla radiazione e dunque alle
grandezze di interesse dosimetrico.
RIVELATORI IMPULSIVI (CONTATORI)
Questo modo di operare è utile per “contare” tutte le particelle che interagiscono nel gas valutandone
la loro energia perché l’impulso di tensione misurato è proporzionale all’energia ceduta.
COSA PUÒ MISURARE UN RIVELATORE A GAS CHE LAVORA IN MODO
IMPULSIVO
Misurano :
- Numero particelle che attraversano il volume sensibile
- Energia trasportata da ciascuna particella
IMPULSO DI TENSIONE
La forma dell’impulso di tensione dipende da diversi fattori:
- geometria degli elettrodi
- costante di tempo RC del circuito
- posizione della traiettoria descritta dalla particella..
- Il massimo valore dell’impulso e : V = N e / C
In pratica si ha nell’impulso ottenuto :
- una prima componente veloce dovuta alla raccolta degli elettroni
- una seconda componente più lenta attribuibile alla raccolta degli ioni
- un ritorno a zero del potenziale dovuta alla ricarica del condensatore, con andamento
esponenziale. V(t) = ( N e / C ) e - t / RC 22
CONTEGGIO DI PARTICELLE: RIVELATORI IMPULSIVI
Efficienza di rivelazione numero di impulsi prodotti per cento particelle incidenti si può contare il