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NAT
Si ha, quindi: TIR = ROIC + g = TIR
STD NAT
Nelle distribuzioni finanziarie standard, inoltre, il calcolo del Terminal Value (TV) è diverso a
seconda dello scopo per cui viene calcolato:
1. ai fini del Valore Attuale (VA), il Terminal Value (TV) è pari a:
2. ai fini del TIR , invece, il Terminal Value (TV) è pari a:
NAT
Anche il Valore Attuale (VA) viene calcolato in modo diverso a seconda della durata della rendita:
1. nel caso di una rendita temporanea, il Valore Attuale (VA) è calcolabile con due formule:
2. nel caso di una rendita perpetua, invece, il Valore Attuale (VA) è calcolabile con altre due
formule: –
VA = F / (k g)
(perpetuo) 1
Il Valore Attuale (VA) è maggiore nel caso della rendita perpetua, nella misura pari a:
per cui: ∆perpetuity
VA = VA +
(perpetuo) (temporaneo)
Una distribuzione finanziaria standard può essere vista come distribuzione di una qualsiasi altra
ripartizione naturale dei flussi attesi, ma solo se il valore attuale di entrambe le distribuzioni
di un’impresa tende ad
finanziarie sono equivalenti, e ciò si verifica se la durata della rendita (n)
infinito oppure, nei casi in cui la rendita risulta limitata, si verifica se la deviazione standard (SD)
dei tassi di sviluppo della distribuzione naturale è molto piccola.
3. Le distribuzioni finanziarie naturali
Le distribuzioni finanziarie naturali si hanno in caso di crescita non costante, cioè quando ci sono
condizioni di irregolarità dell’andamento dei flussi attesi, per cui si verifica una divergenza tra:
1. i tassi di sviluppo puntuali (g );
h
2. il tasso di crescita medio composito (CAGR);
3. il tasso di crescita terminale (g );
term
4. il tasso di sviluppo implicito (g ), pari a:
impl
– – –
g = k (F / VA ) = TIR ROIC = TIR (F / T )
impl 1 (perpetuo) 1 0
Ciò comporta la non attendibilità del valore attuale dei flussi, dato che il tasso di sviluppo terminale
(g ) è incoerente sia con il tasso di sviluppo implicito (g ) che con il tasso di crescita medio
term impl
composito (CAGR), finchè differiscono.
Infatti:
1. in caso di un tasso di sviluppo terminale (g ) sottodimensionato, il tasso di sviluppo
term
) è minore del ”CAGR” e, quindi, si ha una sottovalutazione del Valore
implicito (g
impl
Attuale (VA) dei flussi;
2. se, invece, il tasso di sviluppo terminale (g ) è sovradimensionato, il tasso di sviluppo
term
del ”CAGR” e, quindi, si ha una sopravvalutazione del Valore
implicito (g ) è maggiore
impl
Attuale (VA) dei flussi.
Si potrebbe, quindi, trovare, per tentativi o tramite Excel (con la funzione risolutore), un tasso di
sviluppo terminale (g ) di equilibrio, cioè quel tasso che, assicurando il livellamento tra il tasso di
term ”CAGR”,
sviluppo implicito (g ) ed il consente di rendere il Valore Attuale (VA) di una
impl
distribuzione finanziaria naturale corrispondente al Valore Attuale (VA) di una ripartizione
finanziaria standard, governata da un tasso di sviluppo costante e pari ai due saggi livellati:
g = g = CAGR
impl
4. Costo del capitale standard e naturale
Le distribuzioni finanziarie naturali hanno un Tasso Interno di Rendimento naturale (TIR ) ed un
NAT
costo del capitale naturale (k ) diversi da quelli standard (TIR ; k), cioè si ha:
nat STD
–
k = k + (TIR TIR )
nat STD NAT – –
k k = TIR TIR
nat STD NAT
– –
k = k (TIR TIR )
nat STD NAT
La distribuzione naturale ha due modalità di normalizzazione:
1. in base alla prima, si ha un costo del capitale naturale rettificato, pari a:
k = Yield + g = (F /VA) + g
nat(rettificato) impl 1 impl
2. in base alla seconda modalità, invece, si ha il costo del capitale naturale, pari a:
k = Yield + g = (F /VA) + g
nat nat 1 nat
Ciascuna delle due modalità ha un proprio flusso atteso iniziale (F ), un proprio tasso di sviluppo
1
(g) costante ed un proprio costo del capitale (k), mentre il Valore Attuale (VA) è lo stesso e viene
calcolato con il modello di Gordon, per cui le due modalità, nel lungo periodo, esprimono
distribuzioni finanziarie equivalenti: –
[1] F = T * ROIC ; g ; k ; VA = F / (k g )
1 0 NAT impl nat(rettificato) 1 nat(rettificato) impl –
[2] F = T * ROIC * (ROIC / ROIC ); g ; k ; VA = F / (k g )
1 0 NAT STD NAT nat nat 1 nat nat
5. Tipologie di distribuzioni finanziarie
Le distribuzioni finanziarie possono essere, quindi:
1. limitate o temporanee, quando il Terminal Value (TV) è calcolato come semplice recupero
del capitale finale: 2
TV = [F * (1 + g ) ] / ROIC
(limitato) n term
2. illimitate o perpetue, quando il Terminal Value (TV) è calcolato tenendo conto della crescita
al tasso terminale di sviluppo: 2 –
TV = [F * (1 + g ) ] / (k g )
(perpetuo) n term term
3. variabili, se costituite da flussi attesi diversi ogni anno e, quindi, caratterizzati da un tasso di
crescita diverso ogni anno:
≠ F ≠ ≠ ≠ F ≠ g ≠ ≠ ≠ g
F F - - - - ; g g - - - - = 0
1 2 3 n 1 2 3 n
4. costanti, se costituite da flussi attesi uguali in ogni anno e, quindi, caratterizzati da un tasso
di crescita nullo (g = 0):
F = F = F = - - - - = F ; g = g = g = - - - - = g
1 2 3 n 1 2 3 n
immediate, se i frutti maturano all’inizio di ogni anno;
5. differite, se i frutti maturano dopo ”n” anni.
6. DISTRIBUZIONE STANDARD
DISTRIBUZIONE NATURALE
g
impl DISTRIBUZIONE COSTANTE
Il valore attuale di una distribuzione finanziaria perpetua, costante e immediata è pari al prodotto tra
il flusso atteso (che è unico) ed il fattore di attualizzazione della rendita perpetua, costante e
immediata: ”1 / k”
dove è il fattore di attualizzazione
Il valore di una distribuzione finanziaria perpetua, costante e differita, invece, è pari al prodotto tra
il flusso atteso (che è unico) ed il fattore di attualizzazione di una rendita perpetua, costante e
differita: –n
”(1 + k) / k”
dove è il fattore di attualizzazione
Dalla differenza tra il valore attuale della distribuzione finanziaria perpetua, costante, immediata ed
il valore attuale della distribuzione finanziaria perpetua, costante e differita, troviamo il valore
attuale della distribuzione finanziaria temporanea, costante e immediata, per cui si ha:
–n
”[1 – k”
dove (1 + k) ] / è il fattore di attualizzazione
6. Il modello di Gordon
Il modello dominante della finanza aziendale è il modello di Gordon, che ipotizza:
1. un tasso di crescita (g) perpetua e costante dei dividendi attesi;
2. un costo del capitale (k) costante. ottenibili dall’azienda possono essere
Secondo il modello di Gordon, quindi, i dividendi
rappresentati da una progressione geometrica, dove il fattore di crescita è espresso dal rapporto (q)
tra l’espressione della crescita aziendale e l’espressione del costo del capitale di rischio:
1 + g ≤ 1
q = 1 + k
Risolvendo la progressione geometrica, si ottiene la formula di Gordon, secondo la quale il valore
attuale si ottiene attualizzando il primo flusso di cassa atteso (F ) al costo del capitale (k), scontato
1
del tasso di sviluppo (g) delle grandezze aziendali, che riguarda non solo il flusso pianificato al
primo anno, ma anche tutte le componenti del patrimonio netto:
F
1
VA = –
k g
consiste nell’ipotizzare un unico tasso di crescita
Uno dei limiti del modello di Gordon, però, (g),
mentre, nella realtà, la maggior parte delle volte, le imprese sono caratterizzate da periodi a crescita
differenziata, più elevata in una prima fase e più contenuta in periodi più lunghi.
CAPITOLO 5 [Volume II]
1. Teoria tradizionale della finanza
Secondo la teoria tradizionale della finanza, il costo del capitale proprio (k ) ed il costo del capitale
e
) aumentano, dopo un certo punto, all’aumentare del rapporto di indebitamento, pari al
di prestito (k i
rapporto tra il capitale di credito (B) ed il capitale di rischio (S), richiesti per il finanziamento degli
investimenti delle imprese.
Ciò significa che, al crescere del rapporto di indebitamento dopo un certo punto, i creditori e gli
azionisti di un’impresa chiedono una maggiore remunerazione, perchè iniziano a percepire un
rischio maggiore.
Il costo medio ponderato (k ), invece, secondo la teoria tradizionale, inizialmente si riduce a causa
o
dell’invarianza dei rendimenti minimali richiesti dai creditori e dagli azionisti, mentre, in un
secondo momento, rimane stabile (B), in quanto si ha un bilanciamento tra il costo del capitale
proprio (k ) ed il costo del capitale di prestito (k ).
e i
Dopo un certo rapporto di indebitamento, invece, il costo medio ponderato (k ) aumenta, perchè
o
iniziano ad aumentare, in modo diverso, il costo del capitale proprio (k ) ed il costo del capitale di
e
prestito (k ), essendo:
i B S
k = k * + k *
o i e
B + S B + S
Nel punto minimo della curva del costo medio ponderato (k ), secondo la teoria tradizionale, si
o
individua il rapporto di indebitamento ottimale, cioè quello che, minimizzando il costo medio
), permette di massimizzare il valore attuale dell’impresa,
ponderato (k essendo pari al reddito netto
o
(NI) attualizzato al costo medio ponderato (k ), scontato dello sviluppo (g):
o
NI
VA = –
k g
o
k k e k k
o i
k = k
e o min
k i B/S
B/S
Rapporto di indebitamento ottimale
2. Teoria di Modigliani e Miller (1958)
Il teorema di Modigliani e Miller del 1958, però, sostiene che la scelta di emettere debito (B)
di un’impresa non influisce sul costo
oppure azioni (S) per finanziare gli investimenti medio
(che rimane costante) e, quindi, non incide sul valore totale di un’impresa
ponderato e non esiste un
rapporto di indebitamento (B/S) ottimale.
Secondo Modigliani e Miller, quindi, le imprese più indebitate non devono pagare un costo medio
ponderato (k ) più alto rispetto a quelle meno indebitate, posto che i loro investimenti abbiano la
o
stessa rischiosità.
In questa situazione di invarianza del rischio totale (k ), i cambiamenti del rapporto di
o
(B/S) hanno solo l’effetto di determinare uno scambio di premi di rischio tra azionisti
indebitamento
e creditori.
Nell’impresa indebitata, infatti, è proprio il rapporto tra il premio di rischio finanziario degli
azionisti ed il premio di rischio economico dei creditori a determinare la misura del rapporto di
indebitamento: –
B k k
e o
= –