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CASE STUDY CONFERENZA
“Come un’impresa può finanziare un programma di sviluppo all’estero tramite un prestito, data l’emissione obbligazionaria.”
L’analisi istruttoria parte con una definizione del gruppo di appartenenza e compagine societaria viene poi rappresentata la struttura del gruppo; scorrendo il report andiamo a descrivere il tipo dell’operazione, in questo caso si ha la sottoscrizione di una quota dell’emissione obbligazionaria in private placement dell’emittente destinata ad investitori istituzionali non retail. C’è un accordo sulle principali grandezze, anche per quanto riguarda l’interesse, la durata è di 7 anni e l’ammontare è di 25 mln e incombono delle garanzie di fideiussione al fine di ridurre al minimo il rischio di credito.
Lo scopo aziendale dell’intervento è quello di sostenere la sua internazionalizzazione e crescita nel resto del mondo grazie ai proventi.
ottenuticon l'operazione. Si è scelto questo tipo di finanziamento, al fine di diversificare le fonti di credito dell'impresa, oltre che per ottenere una scadenza più lunga rispetto al solito debito bancario (infatti il prestito obbligazionario ha una duration più elevata). Vengono poi rappresentate sinteticamente le informazioni sulla Company e sulla sua business unit, ciò è importante per capire il breakdown dei ricavi, in questo caso il 60% è rivolto alla power transmission e per il 63% in Cina, rispetto al resto del mondo. Quindi in termini di valutazione del rischio di credito ciò ci dà un'informazione importante. Poi abbiamo un'indicazione sul settore di riferimento e sul posizionamento di mercato. Successivamente, si ha un'analisi sintetica dei dati finanziari (ricavi, EBIT, EBITA, PNF, risultato netto..) e oltre alla parte economica viene anche descritta quella patrimoniale, per capire la posizione finanziaria netta.ovvero i vincoli contrattuali che l'emittente deve rispettare nei confronti dei creditori. Infine, viene valutata la capacità dell'impresa di generare flussi di cassa sufficienti per coprire gli impegni finanziari e viene analizzato il profilo di rischio dell'emittente.ovvero indicatori che vincolano l'impresa ad essere virtuosa, se si sballano il prestito viene ritirato.Infine, si ha la proposta conclusiva (essa ha il ruolo di anchor investor perché così gli altri investitori si fidano e noi diventiamo una sorta di benchmark).
Il regolamento del prestito obbligazionario è un altro documento, molto importante perché va a riepilogare l'ossatura di tutta l'operazione del prestito obbligazionario, non solo le caratteristiche dello strumento, ma anche gli impegni contrattuali che si sono presi con gli investitori. Alla fine di quest'ultimo si trova il piano di ammortamento, rateale con le percentuali di rimborso alle varie date, fino all'estinzione di quest'ultimo.
Lezione 6, 17 ottobre 2022. (cap.8)
Il concetto di rischio è un concetto molto ampio, bisogna capire se le valutazioni finora utilizzate hanno una base solida, oppure se dobbiamo andare a vedere alla luce di questo fattore.
Partiamo
Dalla valutazione dei titoli, che hanno in sé un grado di rischiosità, ci sono titoli che hanno durata breve, altri medio-lunga. Ciascuno di questi titoli ha un PREMIO PER IL RISCHIO, ovvero un rendimento atteso addizionale originato da un investimento rischioso invece che sicuro, questo perché i titoli sono rischiosi e non esistono titoli che non lo sono; quindi, devo fare ipotesi più o meno forti ma che mi permettono di capire il grado di rischiosità di quest'ultimo.
Ci concentreremo su uno studio che misura i risultati storici di tre portafogli di titoli:
- Un portafoglio di buoni del tesoro (BOT), cioè titoli del debito pubblico con scadenza inferiore all'anno;
- Un portafoglio di titoli del debito pubblico a lungo termine;
- Un portafoglio di titoli azionari.
Questi portafogli hanno un diverso grado di rischio, che cresce dal primo al terzo. Questi titoli hanno un tasso medio di rendimento annuo che viene individuato sulla base di una serie storica.
ovvero una serie di titoli sulla quale viene calcolato il rendimento annuo, della quale si fa una media. Il titolo di Stato breve al netto dell'inflazione ci offre una variabile proxy del riskfree. Al fine di calcolare il premio per il rischio per ciascun titolo o portafoglio di titoli, bisogna calcolare il tasso risk free, per questo dobbiamo cercare di utilizzare un titolo che abbia premio per il rischio pari a zero. Il titolo risk free in Italia è il BOT cioè il titolo di Stato a breve. Come detto precedentemente i tassi sono crescenti, dal titolo di Stato a breve, al medio, il titolo azionario, c'è una differenza tra i tassi che è riconducibile al premio per il rischio. Ci poniamo nell'ottica ex post, se ci ponessimo nell'ottica ex ante bisognerebbe fare delle previsioni, facciamo una media dei titoli stimando il premio per il rischio al netto dell'inflazione. Se guardassimo in prospettiva, dovremmo calcolare rischio sotteso a questi portafogli.il quale è il punto di partenza per andare a stimare rendimenti attesi e rischio di questi portafogli. Ipotizziamo che il progetto abbia lo stesso rischio dell'indice di mercato (diverso dagli indici azionari, che non comprendono tutti i titoli di mercato). Se questa ipotesi è vera andrebbe usato il tasso atteso corrente di mercato, che viene stimato sull'ipotesi che il futuro è uguale al passato e quindi si stima il valore normale del rischio di mercato su dati vecchi, questa ipotesi è debole perché il valore che abbiamo come output si basa su un'ipotesi che i titoli sono generalmente non mostra la realtà dei fatti questo caratterizzati da un ampio grado di volatilità, è vero che il valore medio può cogliere questi cambiamenti futuri, ma va anche tenuta conto della volatilità. Perciò possiamo dire che: r = r + premio per il rischio. Ovvero, abbiamo che il rendimento di mercato èDato dalla somma del risk free più il premio per il rischio. Sia il risk free sia il premio per il rischio sono elementi soggetti a variazioni, perché non sono costanti nel tempo, per questo entrambe le variabili a impattare sul rendimento.
Possiamo dire che nel titolo azionario dobbiamo considerare alcuni aspetti particolari, il calcolo del VA dei titoli azionari si basa su questa assunzione: VA=DIV1*(1/(r-g)), dove r è il tasso di rendimento e g il fattore di crescita.
Dobbiamo capire cosa va a impattare sul VA, per questo motivo analizziamo il tasso di dividendo: TD=DIV1/VA, dove il VA è uguale a (r-g) perciò TD=DIV1/(r-g).
Possiamo dire quindi che TD misurerebbe la differenza tra il tasso di attualizzazione e il tasso di crescita atteso; perciò, se TD diminuisce ciò può essere dovuto a una riduzione del rendimento atteso rispetto a quello attuale, oppure ad un aumento della crescita dei dividendi, connessa con la crescita dell'impresa.
(proxy dell'azienda). Un'ipotesi di crescita di dividendi si può avere tramite la distribuzione di contante dato dal riacquisto di azioni, in questo modo riduco il tasso di dividendo attuale, però questo può andare a influenzare il dividendo futuro. Se diminuisce r, si riduce TD, r si può ridurre perché può diminuire il rischio o la percezione che gli stakeholders hanno del rischio, perché magari si adottano delle tecniche di risk management; se gli investitori vedono questi investimenti più sicuri, questa ipotesi va a ridurre il premio per il rischio e a parità di altre condizioni, si riduce il rendimento atteso, la conseguenza di ciò è l'aumento del portafoglio di mercato e la riduzione del tasso di dividendo. Quindi a noi interessa capire quello che è la variabilità di questi valori per poter studiare il portafoglio, bisogna calcolare la misura del rischio. Per poter misurare lavariabilità del portafoglio, dobbiamo calcolare la varianza, la quale è una misura di rischio, data dalla media degli scarti quadrati rispetto al valore atteso e la deviazione standard che è data dalla radice quadrata della varianza. Dove r è il rendimento effettivo e r il rendimento atteso.
Var(r) = E[(r - r)2]
σ = √Var(r)
La diversificazione del portafoglio riduce la variabilità! Questo perché i prezzi delle diverse azioni non hanno un andamento concorde; infatti, molte volte la diminuzione di un'azione viene compensata dall'aumento di un'altra. Con la diversificazione si rimuove o comunque si attenua il rischio specifico, ma in ogni caso è comunque presente il rischio sistematico, che non può essere diversificato; questo deriva dal fatto che ci sono fattori esterni che influenzano l'intero mercato.
sono rischi e pericoli che in generale interessano l'economia. Quindi, rendimento del portafoglio = Rend A * XA + Rend B * XB. Si tratta di una funzione lineare, scriviamo tabella che mette in relazione combinazioni di rischio tra questi due titoli (A e B). Rho AB è il coefficiente di correlazione e ci misura l'intensità di relazione tra due variabili, l'intervallo è [-1;1]. Var del portafoglio = (XA^2*SigmaA^2) + (XB^2*SigmaB^2) + (2*(XA*XB*RhoAB*SigmaA*SigmaB)) == Cov media + 1/N*(Var media - Cov media), perché per N che cresce approssimo. Dove, Cov a,b = Rho a,b * σa * σb. Il rischio di un portafoglio ben diversificato dipende dal rischio sistematico dei titoli inclusi nello stesso. Per calcolare il rischio di un singolo titolo, bisogna vedere il suo rischio sistematico e ciò si