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Lo scetticismo e il pensiero di Pirrone di Elide

Lo scetticismo deriva da "skepsis" (riflessione, dubbio) ed è il termine filosofico con cui si indica una posizione di dubbio nella possibilità umana di conoscere e con cui si nega la validità di ogni conoscenza.

Pirrone di Elide è considerato uno dei principali esponenti dello scetticismo. Egli partecipò alla spedizione di Alessandro in oriente e, grazie all'esperienza fatta in quella terra di maghi e ginnasti, sviluppò il suo pensiero. Non scrisse nulla personalmente, ma conosciamo il suo pensiero attraverso i suoi discepoli.

Lo scopo della filosofia per Pirrone era il raggiungimento della prospettiva eccentrica da cui guardare e criticare con distacco il mondo. La sua influenza si estese sia in Grecia, influenzando Luciano e Meleagro di Gadara, sia a Roma, ispirando autori come Varrone, Lucilio, Orazio e Petronio con il Satyricon.

felicità che risiede in un atteggiamento di puro agnosticismo e indifferenza nei confronti della realtà. Bisogna essere per gli scettici senza opinioni, senza inclinazioni e senza agitazioni tenendo sempre presente che ogni cosa "non maggiormente è di quanto non sia" (=> ogni cosa è o non è allo stesso modo, indifferentemente). Il risultato è quindi l'astensione da ogni giudizio (afasia) e l'imperturbabilità (atarassia). Il più importante dei suoi discepoli è che trasmesse con delle opere (sia in prosa che in versi) il pensiero del maestro:

  • "Immagini/apparenze", in distici elegiaci, dedicata al problema della conoscenza;
  • Silli, di cui abbiamo numerosi frammenti di un'opera strutturata in 3 libri: 1 introduzione sotto forma di racconto e poi libri II e III che erano un dialogo tra Timone e il vecchio Senofane. In quest'opera Timone manifesta un

intento parodico nei confronti dell'epos, da cui riprende il tradizionale appello alle muse per indirizzarlo ai so(sti (lungi dall'essere dispensatori di verità e saggezza come le dee) e nei confronti dell'Odissea omerica rappresento un'ironica discesa nell'Ade;

Pitone > un dialogo tra Timone e Pirrone che noi conosciamo solo indirettamente.

Arcesilao Carene.

Tra il III e II secolo lo scetticismo diventa probabilismo con e con Anche loro si rifanno alla procedura della problematizzazione dei fenomeni e della realtà alla maniera socratica. Nel II secolo è Sesto Empirico importante l'esposizione compiuta da un altro pensatore, che scrive Lineamenti Pirroniani in cui riassume i fondamenti di questa disciplina.

Lo stoicismo Zenone, Il fondatore è allievo del cinico Cratete. Quando iniziò ad insegnare riunì i suoi discepoli nella Stoà Poikile, celebre portico adorno di a reschi, da cui poi prese il nome la scuola.

Delle sue opere ci restano solo pochi frammenti. Discepolo di Zenone e suo successore nella scuola fu Cleante. Di lui possediamo titoli riportati da Diogene Laerzio e l'Inno a Zeus da cui emerge la sua concezione teologica. Lo Zeus celebrato da Cleante corrisponde al Dio stoico eterno e onnipotente, Logos universale e Legge razionale. Crisippo di Soli, che governa il mondo secondo una norma di armonia e giustizia. A Cleante successe il quale ride né e sistematizzò la dottrina della scuola. Il pensiero stoico è un insieme di influenze diverse che si fondono in un tutto unitario e coerente. Proprio nella sintesi dei vari spunti sta l'originalità: l'elemento che unifica i diversi motivi è il concetto di Logos, la ragione universale che costituisce la sostanza del cosmo, di cui anche l'uomo è parte. Il Logos è dunque tutto: è il principio attivo che permea la materia informe; il "fuoco artefice" che crea il cosmo.

che alla ne riassorbirà in sé tutte le cose in una con agrazioneuniversale. Logos è importante anche nell'etica e consiste precisamente nel "vivere in accordo con lapropria natura", cioè con il Logos stesso. In tale accordo consistono dunque le virtù e la felicità, tutto ilresto è indi erente. Esso è anche il fondamento del cosmopolitismo e del principio di uguaglianza tra gliuomini. In ne, nella logica, è la "ragione individuale" che organizza il "discorso" costituito di "parole";pertanto collega rappresentazioni sensibili, concetti, parole e proposizioni. Il medio stoicismo Panezio di Rodi Da fu fondata la Stoà di mezzo. Egli fu molto attivo a Roma, faceva parte del circolo degliScipioni. Egli modi cò alcuni aspetti della dottrina stoica: egli concentra la sua attenzione sul "doveremorale" relativo, alla portata dell'uomo comune; proprio a

Questa idea si ispira a Cicerone per il De Officiis. Panezio parla di "vivere secondo le propensioni che ci sono date dalla natura", il dovere morale quindi non consiste nell'eliminare le inclinazioni naturali per raggiungere l'apatia ma indirizzarle secondo "decoro morale". Illustre discepolo di Panezio fu Posidonio di Apamea.

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Publisher
A.A. 2020-2021
3 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/07 Storia della filosofia antica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher boycak3 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia antica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di L'Aquila o del prof D'Arcangeli Marco Antonio.