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Nell’inferno, la vittima del riso è Enma, nel paradiso invece non si ride, il Buddha sorride.
Honen: nenbutsu
Era un monaco della scuola Tendai. Lui tolse al qualsiasi aspetto di carattere meditativo
nenbutsu
e ne fece una pura pratica di invocazione. Affermò che il era la pratica superiore —>
l’unica pratica che porta alla salvezza, perché la sua efficacia si fondava sul diciottesimo voto di
Amida, il sutra il cui il Buddha affermava che chi avesse invocato il suo Nome anche solo dieci
volte con fede sincera, sarebbe stato salvato. nenbutsu
Honen pensava che la continua recitazione del avrebbe eliminato le impurità della
mente, conquistando le 3 condizioni interiori necessarie perché il Voto esprimesse la sua forza di
sincerità, fede,
salvezza: la ovvero la totale concentrazione nella scelta di devozione ad Amida; la
cioè un’accettazione piena della promessa del Voto e un abbandono fiducioso alla compassione
desiderio
di Amida; il che tutti gli esseri senzienti potessero rinascere nella Terra Pura.
Era necessaria la realizzazione del fatto che la salvezza fosse un dono dell’assoluto e non il frutto
delle proprie capacità spirituali —> era la forza di Amida che raggiungeva l’uomo nel buio della
sua sofferenza esistenziale e agiva in lui per condurlo al risveglio.
Il discorso di salvezza di Honen toccò la sensibilità di persone che appartenevano a tutti gli strati
della popolazione, perché riuscì a rispondere in modo nuovo al loro bisogno di ritrovare, nel
disastro di quei tempi, il senso di una speranza ultima
Il radicalismo amidista costituì per secoli un importante fattore di dinamismo religioso e sociale in
varie parti del Giappone —> era stato accusato di aver trasgredito la legge perché avevano
costituito una scuola senza l’approvazione dell’autorità del governo
Il nuovo buddhismo:
Kamakura
Durante l’epoca si sviluppò una radicale innovazione del discorso buddhista. Nacque il
“nuovo buddhismo” di cui Honen, Shinran, Dogen e Nichiren erano considerati i fondatori.
Il cambiamento religioso più importante risulta da una nuova radicale affermazione: che un
individuo, fosse egli monaco o laico, uomo o donna, di qualsiasi posizione sociale, poteva
ottenere la piena salvezza attraversi pratiche religiose chiari e semplici.
Per Nichiren, la causa del disastro del paese era dovuta al fatto che gli uomini avessero respinto o
dimenticato la verità e dalla loro adesione a dottrine ingannevoli, come l’amidismo, lo Zen e
l’esoterismo tantrico.
Nel periodo fino alla seconda guerra mondiale il nichirenismo fu un movimento di idee legato alla
crescita e all’affermazione di un mito identitario del Giappone, articolato su ideali nazionalisti.
Il buddhismo Chan:
dhyana prajna
Il Chan o è una disciplina spirituale preparatoria alla che mira a pacificare lo spirito
per consentire un’introspezione in totale quiete nell’interiorità della coscienza, rivelando una realtà
indipendente dai sensi e l’esistenza di una capacità dello spirito di valicare il fossato tra finito e
infinito, relativo e assoluto
Per il buddhismo Chan (cinese) l’assoluto è ad un tempo universale e vuoto —> può essere
illuminazione subitanea
compreso solamente in un lampo di intuizione —>
Per il Chan gradualista del Nord, lo spirito originariamente puro deve preservarsi dalle possibili
contaminazioni; il Chan subitista del Sud crede che lo spirito, essendo fondamentalmente vacuità,
è e rimane puro.
Come il Dao dei taoisti, l’assoluto del Chan si può esprimere solamente in termini negativi e si può
accostare soltanto a ritroso —> è necessario fare il vuoto nello spirito
Come il Dao dei taoisti, l’assoluto del Chan si può esprimere solamente in termini negativi e si può
accostare soltanto a ritroso —> è necessario fare il vuoto nello spirito
Le diverse branche del Chan preconizzano diverse vie per arrivare alla vacuità dello spirito:
- Metodo dello shock —> prendere l’adepto di sorpresa, in modo da indurlo a un salto qualitativo
che lo porti al di fuori delle sue abitudini mentali rivelandogli la sua natura fondamentale
- La via calma —> una pratica di introspezione silenziosa, una meditazione da seduti
Il buddhismo Zen:
Nell’epoca Kamakura emerge con sempre maggiore chiarezza e autorevolezza il buddhismo Zen.
Lo Zen non elimina il senso del misterioso e del sublime che c’è nel sacro, ma educa a vedere
l’assoluto nel chiaroscuro del quotidiano.
Lo Zen iniziò a formarsi in Cina tra il IV e il C secolo. Nacque dallo spirito inquieto e trasgressivo
dei maestri maoisti, che trovarono ispirazione nel nuovo pensiero buddhista che si stava
diffondendo.
Secondo una teoria diffusa nel IV secolo, il Buddha altri non era se non l’incarnazione di Laozi,
che tornava nella sua terra, dopo un lunghissimo viaggio oltre i confini.
Inizialmente lo Zen rimase in ombra perché era necessario un lungo periodo di assimilazione
Mahayana perché fosse chiara la profondità dell’innovazione di queste corrente di pensiero.
In genere gli storici del buddhismo fanno iniziare la storia della diffusione dello Zen in Giappone
con il ritorno del monaco Eisai dalla Cina.
koan
Il è un dialogo in cui un discepolo pone al maestro una domanda sulla dottrina e il maestro
zen gli risponde in modo enigmatico. Oppure è una domanda breve e provocatoria che il maestro
rivolge inaspettatamente al discepolo. linguistico,
Le domande riguardavano 3 aree di conoscenza: enigmi di carattere enigmi di
logico, sapienza.
carattere enigmi di
Lo Zen si definisce come una tradizione diversa —> vuole insegnare che la comunicazione è
indipendente dalle parole e dai testi. Per questo, chi percorre la Via deve a mano a mano
dimenticare le parole e i testi. I maestri Zen rifiutano il linguaggio perché pensano che quello
quotidiano sia molto limitato.
La domanda del maestro scatena un dubbio nel discepolo, che poi si rivolge all’interno di sé e
diventa il “Grande dubbio”, un’incertezza dolorosa sul mistero del proprio esistere. Poi
improvvisamente arriva la percezione chiara che il nodo si è sciolto e il Grande dubbio si
trasforma in un risveglio.
I maestri Zen dicono che se non c’è ridere, non è un’autentica esperienza Zen. Infatti, secondo la
tradizione, la trasmissione dell’illuminazione inizia proprio con il sorriso di Mahakasyapa. I maestri
pensano che il comico rappresenti una percezione più seria della realtà, una forma più profonda di
consapevolezza. “Ci sono molte cose cui il saggio non arriva, mentre il matto spesso colpisce nel
segno”.
L’esperienza Zen implica un percorso, una Via di cui non sappiamo la fine —> per i maestri zen la
fede è sempre una ricerca, anche contraddittoria.
Come il Dao dei taoisti, l’assoluto del Chan si può esprimere solamente in termini negativi e si può
accostare soltanto a ritroso —> è necessario fare il vuoto nello spirito
Il buddhismo in Cina:
Inizialmente il buddhismo vede una differenziazione tra buddhismo del Nord e buddhismo del Sud
Nel 589, dopo tre secoli di divisione, i Sui operano una rifusione dei buddhismo
Da questo momento in poi, e soprattutto all’epoca Tang, la comunità monastica cinese sembra
riconoscere tacitamente la supremazia dello Stato, il che rappresenta un ulteriore segno
dell’adattamento del buddhismo al contesto cinese
Nell’epoca Tang avrà luogo una fioritura delle scuole buddhiste propriamente cinesi
Ogni scuoiassi attribuisce il più alto grado di verità. Le altre scuole non sono considerate eretiche,
ma come rappresentative di gradi inferiori di verità, destinate a coloro che non sono ancora maturi
La scuola Tiantai è la prima delle scuole buddhiste specificamente cinesi ad apparire sotto la
dinastia Sui —> sostengono che il Buddha non si trovi solo in tutte le persone, ma anche nelle
cose inanimate. La buddhità è accessibile a tutti.
vacuità, impermanenza via mediana.
Essa introduce la via ternaria: e
Poiché ogni cosa è priva di realtà indipendente, può essere considerata come vuota. Il fatto che
una cosa sia insieme vuota e temporanea costituisce la verità mediana
Il Tiantai è rappresentativo della sinizzazione del buddhismo in quanto conferisce all’assoluto
un’accezione immanentistica, assumendo una direzione opposta alla visione trascendentale
propria del buddhismo originario dell’India
Neoconfucianesimo:
È un grande movimento di rinascita confuciana che inizia ad affermarsi nei dintorni dell’anno Mille,
all’epoca della dinastia Song
I pensatori cercano di ritrovare un’identità culturale che si riteneva perduta e di ricostruire una
visione totalizzante e globalizzante capace di far eco alla ritrovata unità politica dei Song
L’idea di base è che tutti possono attingere all’Illuminazione —> se dunque il saggio e l’uomo
condividono le stesse propensioni, ciò che li differenzia è l’atteggiamento rispetto alle passioni e
alle emozioni —> l’uomo se ne lascia turbare, il saggio riesce sempre ad attingere alla suprema
quiete e forma una triade con Cielo e Terra, si unisce con lo Tin e lo Yang —> si pone all’unisono
con l’universo intero
A partire da queste premesse, la rinascita confuciana sviluppa una ricca varietà di espressioni,
dando luogo a lignaggi di pensiero diversi e spesso anche rivali
Il principio primo del neoconfucianesimo (la prima intuizione risale a Mencio) è l’idea
dell’inclinazione al bene nel cuore dell’uomo, che viene dilatata in dimensione metafisica, come
chiave di volta dell’interpretazione dell’intera totalità
Shao Yong mutua dal buddhismo l’idea che esistano diversi livelli di realtà a seconda del punto di
vista. La concezione della realtà come struttura consente di porre in correlazione i suoi elementi
all’interno di categorie e la loro descrizione in termini di numeri.
tutto,
Secondo lui ci sono due livelli della realtà che coesistono: il che ha il suo apice nel Culmine
parti
supremo, e le vale a dire i numeri, la molteplicità infinita delle cose particolari del mondo
fenomenico
Si possono individuare 3 stadi che tendono a cancellare la distinzione soggetto/oggetto e che
corrispondono ai 3 stadi di strutturazione della realtà sopra distinti:
1) percezione degli oggetti tramite i sensi
2) contemplazione delle cose tramite