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VI - LA FILOSOFIA FREUDIANA DELLA CULTURA
1. Cultura ed inconscio
Per Freud la CREATIVITÀ IDEOLOGICA ha le stesse radici psico-fisiche del sogno e del
sintomo patologico.
L’IDEOLOGIA è un prodotto del compromesso e della lotta tra le forze interne
all’organismo, l’indice quindi o dell’equilibrio raggiunto tra le forze o il predominio di
una forza sull’altra.
L’ideologia attinge la sua forza dalla profondità dell’inconscio, ma a differenza dei
fenomeni patologici contiene un accordo più stabile e più solido tra coscienza e
inconscio. È quindi benefica per la psiche umana in quanto offre uguali vantaggi ad
entrambi.
2. Mito e religione
Il mito è un sogno collettivo di una comunità. Le immagini di tale sogno sono simboli
sostitutivi di pulsioni rimosse nell’inconscio. E sono quindi ricollegabili al complesso di
edipo e di identificazione paterna-
I sistemi religiosi sono invece più complessi. In essi oltre ai complessi rimossi delle
pulsioni sessuali, ha un ruolo importante il SUPER-IO inconscio.
La teoria freudiana distingue le religioni in materne e paterne.
L’espressione più pura di religione paterna è il giudaismo, con i suoi divieti, i
comandamenti e infine con la circoncisione.
3. L’arte
Freud applicò il metodo di interpretazione dei sogni e dei sintomi nevrotici, ai fenomeni
estetici di barzellette e dei motto di spirito.
La forma del motto di spirito è regolata dalle stessi leggi che creano la struttura
formale delle immagini del sogno, cioè dalle leggi di formazione delle
RAPPRESENTAZIONI SOSTITUTIVE. È quindi regolata dalla stesso meccanismo che
permette di aggirare la censura. Le immagini vengono però sostituite da parole,
facendo leva sul doppio senso verbale.
La barzelletta e il motto di spirito tendono ad AGGIRARE LA REALTÀ, a liberare la vita
dalla seriosità, a dar sfogo ai rimossi desideri sessuali o aggressivi dell’infanzia.
OSCENITÀ: SURROGATO DELL’ATTO SESSUALE.
In tutte le forme dell’arte hanno particolare importanza i SIMBOLI EROTICI.
Ricollegabili al complesso edipico.
4. Le forme della vita sociale
Al centro della formazione teorica psico-sociologica delle forme sociali vi è il
meccanismo di identificazione e la zona inconscia del super-io.
Vi è un settore in cui il super-io si manifesta ed è quello dell’IDEALIZZAZIONE
dell’oggetto amato (attribuzione di pregi e perfezioni che non appartengono
effettivamente all’oggetto d’amore). Il processo di idealizzazione è INCONSCIO, dato
che l’amante non sospetta minimamente del processo di idealizzazione che ha un
carattere soggettivo e che appartiene solo alla sua psiche.
QUAL È IL MECCANISMO PSICHICO DELL’IDEALIZZAZIONE?
Il processo di idealizzazione si può dire inverso al processo di formazione del super-io.
Nell’idealizzazione poniamo nell’oggetto una parte di noi stessi, precisamente il nostro
super-io, e arricchiamo l’oggetto impoverendo noi stessi.
Nella maggior parte dei casi questo processo non giunge a termine. Ma quando si
conclude alieniamo del tutto il nostro super-io, sostituendolo con l’oggetto esterno,
privandoci di qualsiasi possibilità di contrastare la volontà il potere di questo oggetto.
Ed è cosi che si crea l’autorità e la potenza di un leader, di un prete, di uno stato, della
chiesa.
Per Freud i processi di ipnosi si basano su questo. L’ipnotizzatore si sostituisce al
super-io del paziente, ponendosi in una posizione di assoluto controllo dell’io debole e
cosciente dell’uomo.
5. Il trauma della nascita
L’ultimo periodo di sviluppo del freudismo è racchiuso nell’opera del seguace di Freud
Otto Rank, che racchiude una sintesi della filosofia freudiana della cultura.
Secondo Rank, l’intera vita dell’individuo umano e tutta la sua attività creativa non
sono altro che l’attraversamento e il superamento, negli ambiti più diversi e con i
mezzi più svariati, del TRAUMA DELLA NASCITA.
La nascita dell’individuo umano è traumatica: l’organismo espulso dal grembo
materno durante il parto subisce un terribile chock, il cui equivalente è solo il trauma
della morte. Il panico e la sofferenza di questo trauma sono l’inizio della psiche umana
e il fondamento della psiche individuale.
Il terrore della nascita è la prima esperienza rimossa intorno alla quale si andranno a
collocare le successive rimozioni.
Al terrore della nascita si unisce però il desiderio di tornare nel paradiso sperimentato
nello stato intrauterino. Questo desiderio e questa paura stanno alla base del duplice
atteggiamento che l’individuo umano prova nei confronti del grembo materno. Il
trauma della nascita definisce il senso e il significato sia della vita personale che della
creatività culturale.
Il trauma della nascita si riproduce in sintomi morbosi, come la paura infantile, le
nevrosi e le psicosi dell’adulto.
Il suo possibile superamento sta nella creatività culturale.
Rank definisce la cultura come il complesso dei tentativi volti a trasformare il mondo
esterno in un sostituto, in un surrogato del grembo materno.
Rank cerca di dimostrare la somiglianza nascosta delle forme architettoniche con
l’utero. Fa derivare tutte le forme dell’arte dal trauma della nascita. (ad es. le statue
arcaiche con i loro corpi curvi, seduti, ripetono la posizione del feto). Solo l’uomo della
scultura greca, l’atleta che gioca libero nel modo esterno, rappresenta il superamento
del trauma.
Secondo Rank però il migliore surrogato del paradiso è la vita sessuale: il coito è un
parziale ritorno nell’utero materno.
Secondo Rank la morte è ugualmente sentita dall’uomo come un ritorno nell’utero. La
paura legata alla morte ripropone il terrore sella nascita.
Il modo di procedere adottato da Rank è assolutamente soggettivo, infatti non cerca di
fare un’analisi fisiologico-oggettiva del trauma della nascita, ma cerca solo i ricordi di
questo trauma nei sogni, nei sintomi patologici, nei miti, nell’arte, nella filosofia.
PARTE TERZA – CRITICA DEL FREUDISMO
VII – IL FREUDISMO COME VARIANTE DELLA PSICOLOGIA SOGGETTIVA
1. Il freudismo e la psicologia contemporanea
//
2. La composizione elementare della psiche e dell’”inconscio”
Paragonando il freudismo agli altri orientamenti psicologici, si nota innanzi tutto che il
freudismo ha fatto sua la distinzione dei fenomeni mentali (distinzione effettuata da
Tetens, divenuta di dominio pubblico con Kant) tra: VOLONTÀ (desideri, aspirazioni),
SENTIMENTO (emozioni, affetti) e CONOSCENZA (percezioni, rappresentazioni, idee).
Se consideriamo infatti la CONFIGURAZIONE ELEMENTARE della psiche come la
concepisce il freudismo, vedremo che essa si compone di percezioni, rappresentazioni,
desideri e sentimenti, esattamente gli stessi elementi in cui consiste la VITA MENTALE
secondo la vecchia psicologia.
Freud non fa altro che trasferire questi elementi nell’inconscio.
3. Il soggettivismo della “dinamica” psichica
Ma il freudismo fa di peggio. Non solo trasferisce gli elementi del conscio all’inconscio,
ma in essi e nell’inconscio conserva intatta la loro differenziazione sostanziale e la loro
nitidezza logica. L’inconscio è secondo Freud un mondo nitidamente differenziato,
dove tutte le rappresentazioni e tutte le immagini corrispondono a dei referenti precisi,
tutti i desideri sono orientati in modo determinato e i sentimenti conservano tutta la
ricchezza delle loro sfumature e delle più sottili variazioni.
Analizzando il meccanismo della censura: come può risultare possibile un lavoro di
cosi notevole competenza di ordine ideologico, che esegue precise selezioni di tipo
logico, etico ed estetico, al livello dell’inconscio????
Questo carattere “conscio” ed ideologico lo si può ritrovare anche negli altri
meccanismi psichici scoperti da Freud.
VIII – LA DINAMICA PSICHICA COME LOTTA DI MOTIVI IDEOLOGICI E NON DI FORZE
NATURALE
1. La novità del freudismo
Il freudismo quindi non è che una variante della PSICOLOGIA SOGGETTIVA.
Il motivo dominante della psicologia freudiana è il CAOS, la scarsa armonicità della
nostra vita psichica. Infatti Freud parla appunto di DINAMICA psichica.
Questa è la sostanziale differenza tra Freud e i rappresentanti degli altri orientamenti
psicologici.
Infatti per la vecchia psicologia la vita psichica era uno stato di “quiete, pace e grazie
di Dio”.
Questo ingenuo ottimismo psicologico è un tratto caratteristico della psicologia
pre-freudiana.
Freud parlava invece della vita psichica come facente parte della vita naturale
dell’individuo umano.
Ma Freud è davvero riuscito a mettere a nudo la natura della nostra psiche?
2. La dinamica psichica come conflitto di motivi
L’intera teoria psicologica di Freud si basa su quanto un individuo umano riferisce
verbalmente e non è altro che un particolare tipo di interpretazione. Ovviamente tutto
ciò viene riferito verbalmente è costruito nella sfera COSCIENTE della psiche. Freud
cerca di penetrare negli strati più profondi della psiche, ma non cerca l’aspetto
oggettivo di ciò che è verbalmente espresso, non ne cerca le ragioni fisiologiche e
sociologiche. Ritiene che sia il paziente stesso a dovergli riferire le informazioni
concernenti la profondità dell’inconscio.
Cosi la teoria di Freud rimane sulla base di ciò che un individuo umano può dire di se
stesso e del suo comportamento. Freud si basa sul solo metodo dell’INTROSPEZIONE,
ritenendo che anche l’inconscio debba rientrare in quest’ambito.
Tramite l’introspezione tutti i prodotti dell’inconscio, che hanno forma di desiderio o
pulsione, trovano un’espressione verbale e in questa forma, cioè nella forma di
motivo, vengono riconosciuti e ammessi dal paziente.
Quindi, solo dopo che entrano nella coscienza e ne assumono le forme (desideri,
pensieri, ecc.), i prodotti dell’inconscio possono entrare in contraddizione con gli
imperativi etici o possono essere percepiti come inganni nei confronti della censura.
Risulta quindi che l’intera dinamica psichica esposta da Freud è data nella luce
ideologica della coscienza e di conseguenza non è dinamica di forze psichiche, ma solo
di motivi diversi della coscienza.
Il problema di Freud sta in questo: non riesce a discostarsi dal conflitto dei motivi
soggettivi della coscienza.
3. La proiezione della dinamica sociale sulla psiche individuale
Ma da dove sono st