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IL RUOLO DELL’EMPATIA

EMPATIA: significa sentire dentro = capacità di comprendere appieno lo stato

d’animo altrui, la sua gioia e il suo dolore.

SIMPATIA: è l’impulso di fare qualcosa a riguardo quindi conseguenza

dell’empatia. L’oggetto della simpatia è il benessere dell’altra persona.

Le osservazioni sul comportamento animale hanno dato prova dalle capacità

empatiche possedute da diverse specie. Molti studiosi del comportamento

animale come De Wall e Beckoff sono concordi nel ritenere che in alcune

forme di cooperazione animale, nei livelli più alti , è fondamentale il ruolo

della partecipazione empatica alle emozioni degli altri individui alcuni

studiosi come SILK e BODY ritengono che le ricerche sull’empatia animale

sono viziate da alcuni problemi: innanzitutto il comportamento animale e

descritto soggettivamente dall’osservatore,in secondo luogo si sottolinea solo

l’aspetto in cui l’animale è empatico. È inevitabile pertanto che trascorre

molto tempo con gli animali, gli sperimentatori finiscono per affezionarsene.

Goddal ha studiato un ciclo generazionale di scimpanzé. I suoi racconti

rivelano il suo totale coinvolgimento.

Da un punto di vista evolutivo è probabile che l’empatia si sia generata nel

contesto del cuore parentali dove le femmine sensibili allo loro prole si sono

riprodotte in maggior quantità reagendo velocemente ai richiami dei loro

piccoli che avevano fame, freddo o si trovavano in situazioni di pericolo.

L’empatia porta ad azioni volte ad alleviare lo stato di disagio dell’altro. Ciò

avviene per la vista della sofferenza dell’altro indica anche reale sofferenza in

cui osserva ed empatizza questo meccanismo fa capo ad un fondamento

neurobiologico che fa riferimento ad una specie di neuroni ,chiamati neuroni

specchio che si attivano quando un individuo compie un’azione o osserva un

altro compierla. La scoperta di questi neuroni è stata fatta da un gruppo di

ricercatori dell’università di Parma coordinati da Giacomo Rizzolatti. Negli

anni 90 nei tipici esperimenti sulle scimmie si può osservare tramite

apparecchiature che i neuroni dell’animale scaricano quando afferrano

qualcosa come le noccioline e successivamente mentre la scimmia osserva

ed e lo sperimentatore a compiere l’azione i neuroni si attivano/scaricano

ugualmente.

I neuroni specchio svolgono un ruolo essenziale nell’empatia.

De Wall riporta uno straordinario evento dove una femmina di scimpanzè si è

riunita intorno a lei ad osservare. Mai stava in posizione errata con una mano

tra le gambe pronta ad afferrare il piccolo che stava per uscire. Atlanta,una

femmina più anziana simile nella stessa posizione identificandosi con lei. Non

appena mai diede alla luce il piccolo il gruppo esplose in una grande

eccitazione con scambi di abbracci e baci. nei giorni successivi Atlanta si

dedicò alla fame il grooming alla neo mamma per molto tempo De Wall

attribuisce simili livelli di empatia solo alle antropomorfe(scimpanzé e

bonobo) in virtù della loro complessità cognitiva. L’atteggiamento di consolare

cioè uno spettatore estraneo ai fatti che si avvicina ad uno del protagonista

della rissa e gli poggia un braccio sulle spalle , è stato riscontrato solo nelle

scimmie antropomorfe. un’altra specie animale considerata empatica è

l’elefante; questi animali vivono in società matriarcali con famiglie allargate in

cui c’è partecipazione all’allevamento e alla cura dei piccoli. Beckoff riporta

numerosi aneddoti di empatia nei confronti di elefanti feriti o morti, x es il caso

di Babyl un’elefantessa zoppicante che per 15 anni è stata amorevolmente

aspettata e seguita dal resto del branco; oppure alcune elefantesse che

attorno al corpo senza vita di una loro compagna continuavano a toccarla con

la proboscide e le zampe come per sollevarla. De Wall, per spiegare

l’empatia, propone un modello da lui denominato a Matrioska. Questo

modello va dal semplice al complesso. L’empatia non è un fenomeno che c’è

o non c’è ma comprende una varia gamma di legami emozionali. L’empatia

viene rappresentata come se fosse una matrioska in cui all’interno ci sono i

meccanismi empatici di base mentre andando verso l’esterno diventano più

sofisticati. Il cuore della matrioska è denominato percezione= azione tramite

cui l’osservatore ha accesso allo stato emotivo di un altro tramite

rappresentazioni neurali. Naturalmente più vicini sono i soggetti più facile

sarà l’attivazione. A livello successivo si trovano i comportamenti più

complessi che De Wall racchiude sotto il nome di empatia cognitiva , cioè si

tratta di capire le ragioni delle emozioni dell’altro ( tra gli animali solo le

antropomorfe sono capaci di empatia cognitiva. L’ultimo strato della matrioska

è quello dell’attribuzione di stati mentali unicamente umano, in cui tramite

l’immaginazione si ha la piena assunzione del punto di vista dell’altro. La

capacità di empatia umana è senza dubbio più complessa e raffinata.

L’ALTRUISMO.

Diversamente dalla cooperazione, l’altruismo implica un costo per un

individuo mentre i benefici saranno goduti da coloro i quali sarà elargito il

gesto altruistico. Si cela però un tornaconto dietro questi apparenti atti di

generosità, cioè il recupero della fitness riproduttiva, quindi in realtà sono

gesti puramente egoistici. Nel linguaggio ordinario la parola altruismo non ha

lo stesso significato che assume nel linguaggio biologico, infatti, dobbiamo

distinguere l’altruismo reciproco ( nel linguaggio ordinario) per chi ha una

mente, è il comportamento volto ad arrecare beneficio ad altri individui a

discapito di se stessi. Riguarda emozioni, pensieri, ragioni che motivano le

persone nel comportamento altruistico. L’altruismo evoluzionistico

(concetto più tecnico, linguaggio biologico) si può applicare a qualunque tipo

di organismo, animale o vegetale, poiché riguarda solo gli effetti vantaggiosi

della fitness riproduttiva e fitness genetica.

FITNESS: strategie che gli animali mettono in atto per riprodursi.

FITNESS RIPRODUTTIVA: numero dei figli che in media un soggetto

produce in base alle caratteristiche fisiche.

FITNESS GENETICA: materiale genetico, quindi i geni che si trasmettono

sempre in base alle caratteristiche fisiche e comportamentali.

Tra gli studi fatti da Wilson (appassionato entomologo) sugli insetti, le api

sono considerate l’esempio estremo di altruismo evoluzionistico in quanto

l’ape pungendo per difendere l’alveare, perde il suo pungiglione e parte dei

visceri che vengono strappati via dal resto del corpo. Dopo il suicidio, per

Wilson, l’esempio estremo di altruismo è la rinuncia al cibo. Wilson, inoltre,

considera l’altruismo come il principale problema della sociobiologia (studio

biologico del comportamento sociale) in quanto promuove una visione

dell’esistenza umana molto riduttiva , poiché i comportamenti sociali

sarebbero vincolati dalla componente genetica.

Altri comportamenti altruistici sono: risparmiare la vita del proprio rivale

sconfitto,proteggere nidi che non sono i propri o porsi in situazione di pericolo

per salvare gli altri. L’altruista si impegna ad aiutare gli altri ma così avrà

meno energie e meno tempo per se stesso e per la propria vita procreativa.

Questo costituisce il grande paradosso dell’altruismo : impiegare il proprio

tempo e le proprie energie per aiutare gli altri implica l’aver di meno per se

stessi quindi una diminuizione della propria fitness riproduttiva. Allora come

mai gli altruisti non si estinguono? La selezione naturale promuove solo

comportamenti che aumentano la fitness riproduttiva mentre seleziona

negativamente i comportamenti che riducono le possibilità procreative. In

realtà la maggior parte dei gesti altruistici in natura sono elargiti verso il

proprio gruppo e la propria famiglia ,o vi è sempre un tornaconto in termini di

fitness riproduttiva , così il gesto altruistico risulta vantaggioso anche per

l’altruista che si sacrifica.

MODELLI ETOLOGICI DELL’ALTRUISMO.

I modelli etologici dell’altruismo sono basati sul principio di selezione di

parentela (altruismo tra parenti) e sull’altruismo reciproco (altruismo tra

estranei). Entrambi prevedono che il gesto altruistico permetta un recupero

della fitness riproduttiva ceduta prima tramite il comportamento a favore di

altri individui.

Hamilton: modello basato sul principio di selezione di parentela

(altruismo tra parenti)

Hamilton offre la sua spiegazione matematica al comportamento altruistico.

Si propose di risolvere l’enigma del perché gli insetti eusociali non si sono

ancora estinti, egli parte del presupposto che il loro comportamento altruistico

fosse dovuto al corredo genetico,anzi ipotizzò un gene dell’altruismo. Il

modello di Hamilton si basa sul principio di selezione di parentela,per cui

compiere un sacrificio altruistico verso un parente non è svantaggio in quanto

è chi riceve il gesto altruistico che è portatore dei miei stessi geni.

Ovviamente la percentuale di parentela diminuisce in base alla lontananza

dal grado di parentela.(padre,figlio 50% di geni in comune,nonno e nipote

25%) Secondo Hamilton,se un individuo salva il proprio figlio e lui muore non

perde il 100% ma salva il 50% perché il figlio ha 50% dei suoi geni.. Se salva

2 figli guadagna il 100%; se salva 3 figli il 150%,quindi addirittura ci

guadagna. Se ci guadagna si può parlare di altruismo?Si,si può parlare di

altruismo ma è un altruismo in cui è celato l’egoismo perché l’individuo pur di

salvare più geni possibili,sacrifica la sua vita. A questo punto il paradosso non

esiste più. Ovviamente nella vita reale,gli animali non svolgono operazioni

matematiche per calcolare il coefficiente di parentela prima di mostrarsi

altruisti verso un altro individuo. Il meccanismo di selezione di parentela può

funzionare solo se gli animali riescono a riconoscere i propri parenti. Esistono

diversi tipi di meccanismi che permettono agli animali di distinguere i parenti

da non parenti. Ci sono i fattori contestuali : alcune specie animali per

sapere quali sono i propri parenti,sfruttano informazioni relative al contesto.

Ad esempio alcuni uccelli,pesci,mammiferi si basano sull’ubicazione spaziale

per riconoscere la propria prole: tutti gli individui che si trovano nel loro nido o

nella loro tana sono trattati come parenti. Al di fuori dei loro ambienti gli

a

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
17 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ritacarbone di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del linguaggio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Pennisi Antonino.