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SECONDO TRATTATO SUL GOVERNO (1690), JOHN LOCKE

La sua opera più importante in cui critica "Patriarcha" di Filmer (teorico del potere assoluto). Il potere politico, secondo Locke, è il diritto di formulare leggi che contemplino la pena di morte e di conseguenza tutte le pene minori in vista di una regolamentazione e conservazione della proprietà. La forza della comunità rende esecutive tali leggi e la proprietà privata è il fine dello stato.

Il concetto di eguaglianza nello stato di natura si stabilisce sulla base dell'eguaglianza degli uomini rispetto ai diritti naturali (eguaglianza de iure). I diritti naturali però non possono garantire una sicurezza perché non vi è un giudice imparziale che possa giudicare. Hobbes si chiede come può il governo di un solo uomo (Leviatano) essere migliore dello stato di natura se non è controllato. È da qui che parte Locke per la critica.

base del nostro lavoro. La proprietà privata nasce quindi dal lavoro individuale e dalla capacità di appropriarsi dei frutti di tale lavoro. Secondo Locke, la proprietà privata è un diritto naturale e inalienabile dell'individuo. Questo diritto viene riconosciuto e protetto dallo Stato, che ha il compito di garantire la sicurezza e la stabilità delle proprietà private. Tuttavia, Locke sottolinea che l'autorità pubblica ha dei limiti e non può interferire in modo arbitrario con la proprietà privata. In conclusione, Locke sostiene che la proprietà privata è un elemento fondamentale per la società civile e per il superamento dello stato di natura. La sua teoria dell'appropriazione lockiana fornisce una giustificazione solida per la proprietà privata e stabilisce i limiti dell'autorità pubblica.qualenessuno ha potere. Proprietà anche del lavoro del nostro corpo e delle nostre mani (oggetto di natura + lavoro delle nostre mani = esclusione del diritto altrui). Quindi è il lavoro che fa la distinzione tra beni propri e beni comuni, ed è sufficiente determinare la proprietà del singolo. Il soggetto e l'oggetto diventano un tutt'uno: uomo come proprietario, cardine e fondamento della legittimità dello stato. L'introduzione della moneta introduce anche l'ineguaglianza del possesso dei beni. Ad una società civile politica si arriva con la presenza di un potere legislativo autonomo al quale delegare l'esercizio dell'esecutivo della legge naturale. Questo è espressione della borghesia proprietaria. CONTRATTO SOCIALE (1762), ROUSSEAU Inizia con una panoramica sul concetto di disuguaglianza, distinguendola in: naturale o fisica e morale o politica (dipende dalle convenzioni). Secondo lui, lo stato di natura

È un’ipotesi razionale che ci aiuta a costruire una forma di stato legittima.

1^ parte: scenario in cui immagina una condizione di possibilità dell’uomo. Ipotesi razionale.

La diseguaglianza non appartiene allo stato di natura perché non c’è un sistema di dipendenza sociale.

Amor di sé → amore per sé stessi che da luogo anche ad empatia e condivisione con gli altri. Disdegno per atti scellerati nei confronti altrui. Si crea un elemento di connessione sociale.

2^ parte: progressiva affermazione della civilizzazione dell’uomo, portatrice dell’amor proprio → egoismo degli individui che massimizzano il proprio benessere e trattano gli altri come strumenti per i loro fini.

La storia della civiltà è una storia di progressiva degenerazione dello stato di natura.

2 rivoluzioni fra gli uomini:

1. istituzione della famiglia: i primi sviluppi sentimentali nacquero da una situazione nuova che riuniva in una dimora mariti/mogli/figli.

Da qui, l'amor di sé inizia a diventare amor proprio. Introduzione della metallurgia e dell'agricoltura: aumentano le differenze sociali. In questa prospettiva si evince la prima tappa nella formazione della legge e del diritto di proprietà, l'istituzione della magistratura e la trasformazione del potere legittimo in arbitrario. KANT Nella sua visione politica vede un processo di emancipazione dell'uomo attraverso la morale che diventa un paradigma giuridico e poi politico. 4 piani, in ordine gerarchico: la metafisica, piano morale, il diritto e la politica. Progetto filosofico per la pace perpetua prospettiva politica dove Kant immagina un trattato fittizio tra gli stati (chiede ipoteticamente di sottoscriverlo per una pace perpetua). Composto da: 6 articoli preliminari, 3 articoli definitivi, 2 supplementi (garanzia per la pace perpetua e articolo segreto per la pace perpetua) e 2 appendici. In apertura: Kant fa un richiamo satirico di una porta di un.

oste olandese dove era dipinto un cimitero. L'ironia sta nel fatto che la pace non può essere concepita in assenza di azione politica.

Articoli preliminari:

art 1: "nessun trattato di pace firmato con riserva di guerra può valere come tale." (lex vincolante, inderogabile).

art 2: "nessuno stato indipendente deve poter essere acquistato da un altro stato." (leges latae, ammette deroghe. Kant è consapevole dei limiti politici dell'epoca).

art 3: "gli eserciti permanenti devono, col tempo, scomparire del tutto." (leges latae).

art 4: "non devono essere contratti debiti pubblici per questioni esterne dallo stato." (leges latae).

art 5: "nessuno stato deve intromettersi con la forza nella costituzione di un altro stato." (lex vincolante).

art 6: "nessuno stato in guerra deve permettersi atti di ostilità che potrebbero non rendere possibile la reciproca affidabilità nella futura pace."

(lex vincolante).

Articoli definitivi:

art 1: “la costituzione civile di ogni stato deve essere repubblicana.”

art 2: “il diritto delle genti (internazionale, dei popoli) deve essere fondato su un federalismo di liberi stati (lega di popoli).”

Solo popoli repubblicani possono perseguire una pace perché possono fidarsi l’uno dell’altro per stabilire un’alleanza duratura nel tempo. Quest’alleanza non è altrettanto pacifica nei confronti degli stati non repubblicani. Questa condizione non può essere soddisfacente, perché questa unione di popoli è solo un surrogato negativo, non la migliore opzione possibile (che sarebbe una repubblica mondiale, ma è impensabile).

L’unico ruolo che può essere valido per Kant è quello di uno schema regolativo di orientamento della politica estera degli stati che si uniscono in una lega ma si orientano tra di loro come se fossero in uno stato mondiale.

art 3:

“il diritto di visita di un cittadino straniero in uno stato deve essere limitato alle condizioni dell’ospitalità universale.” (articolo cosmopolitico).

Sul diritto cosmopolitico, Kant dice che bisogna immaginarlo come originario dello stato di natura dove tutti hanno il diritto di spostarsi. Tuttavia, è irrazionale supporre che, con l’ingresso dell’uomo nella società civile, si sia rinunciato a questo diritto.

Questi sono tre articoli di diritto pubblico: statuale, internazionale e cosmopolitico.

Secondo appendice: introduce la differenza tra il politico-morale e il moralista politico. Il primo è un politico che forma il diritto positivo su una base del rispetto del principio fondamentale, che struttura leggi positive commisurando la validità di esse a un principio morale dell’imperativo categorico (subordina la politica alla morale). Il secondo è colui che fa l’inverso: strumentalizza la morale a fini

politici.Teoria della pace: per via di caratteristiche anche istituzionali, le democrazie mai o quasi mai si dichiarano guerra tra loro. (tesi generale) Ci sono due tipi di inferenze che si possono trarre: 1. inferenza ingiustificata: democratizzazione a garanzia della pace tramite un intervento armato. 2. inferenza giustificata: libera scelta degli stati di adesione a una lega di popoli pacifica che si espande. Problemi di definizione → concetto di guerra: soglia minima di mille morti durante un conflitto armato; concetto di democrazia: divisione dei poteri, rappresentanza politica, … Ogni teoria deve affrontare dei problemi di definizione dei concetti utilizzati. Problema del rapporto tra democrazie/non democrazie (riflessione di Doyle): se il liberismo politico civuol dire che la struttura interna degli stati è ciò che conta di più per comprendere perché si alleano per una pace duratura, il fatto che il comportamento dei liberali nei confronti dei nonliberali riveli un carattere aggressivo e ingiustificato contraddice l'ipotesi fondamentale che gli stati liberali sono motivati dai principietici interni. Gli stati liberali dovrebbero esserci pacifici con tutti. Nel realismo politico (controparte del liberalismo), il fine primario dell'azione politica è il raggiungimento ed il mantenimento del potere. Pensano di poter arrivare a delle forme di pacificazione ma sono solo forme di equilibrio tra potenze: imperialismo romano, britannico... Queste forme però, secondo Doyle, non reggono nel tempo perché sono forme di "tregua" non di pace. HEGEL 1770-1831 Contesto diverso dal secolo dei lumi di Kant, diventa più ambiguo il rapporto con la rivoluzione francese. Per Hegel lo stato non può essere frutto di un contratto sociale, non è questo lo strumento adatto per comprendere l'essenza dello stato. Appartiene al movimento ideologico dell'idealismo tedesco. Punto di vista

ontologico (realistico) erielaborazione logica di quest'ultimo. La scienza dell'essere è per Hegel anche una scienza delle idee (sovrapposizione tra piano logico e ontologico: servirà per spiegare perché Hegel dice "ciò che è reale è razionale, ciò che è razionale è reale"). Visione teologica della storia: percorso storico della storia.

Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio (1817) Raccoglie insieme tutte le scienze, organizzate in un sistema coerente e onnicomprensivo del sapere.

La vita: Stoccarda 1770, educato alla scuola reale di Stoccarda e poi al seminario teologico di Tubinga dove conosce Schelling. Subito dopo la laurea divenne precettore di una ricca famiglia svizzera, poi si trasferisce a Francoforte. Nel 1801 ottenne la posizione come docente non retribuito all'università di Jena, fondò la rivista "Giornale critico di filosofia". Nel 1805 diventò

Il professore pubblicò "La fenomenologia dello spirito". Nel 1818 ottenne la cattedra a Berlino, dove vi insegnò fino alla morte.

Dettagli
A.A. 2020-2021
12 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/01 Filosofia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alessialoffreda di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Corradetti Claudio.