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Dio creatore e signore del mondo che se ne sta fuori del che l’uomo non abbia le ali o che la pietra non abbia la
mondo non è più riproponibile e che le “prove” di S. vista sia un male. Paradossalmente, e forse
Tommaso non provano granché. Secondo lui, l’unica provocatoriamente, S. Tommaso tenta una dimostrazione
dell’esistenza di Dio a partire proprio dall’esistenza del
male: se c’è il male, Dio esiste! Perché?, perché, La teologia cristiana a questo punto rinvia all’esistenza
risponde, noi possiamo parlare del male proprio perché de diavolo, di Satana. Ma anche Satana, che non è un
esiste il bene, ma l’ordine del bene non esisterebbe se altro Dio, rimane comunque indissociabile da Dio. E se
non esistesse Dio. In questo modo, però, forse non si Satana, il principe del male, è creatura di Dio, allora Dio
accorgeva che attribuiva a Dio la causa del male stesso cessa di essere Sommo Bene. Se si dice invece che
oltre che del bene. Satana non è creatura di Dio, allora dovremmo ipotizzare
Un discorso a parte S. Tommaso lo fa per il male morale, l’esistenza di due principi – eterni – il principio del Bene
cioè per il peccato, ed è lo stesso che fa in sostanza e quello del Male; ma questa sarebbe la concezione
anche S. Agostino. Il male morale è un atto di manichea, che la teologia cristiana ha sempre respinto
disubbidienza, di insubordinazione a Dio e alla sua per il semplice motivo che una concezione del genere
legge, e tale atto Dio non può non punirlo. Questo vuol negherebbe a Dio l’onnipotenza.
dire che non è Dio la causa del male morale. Il filosofo torinese Luigi Pareyson ha proposto questa 3
Rimane però molto difficile non attribuire a Dio la causa idea: Dio ha sconfitto da sempre e per sempre il male e
del male fisico e metafisico, cosa che anche Leibniz dirà lo ha ridotto ad una pura possibilità, e solo l’uomo ha il
molto chiaramente. Possiamo aggiungere a questa terribile potere di farlo diventare realtà. Bene, anche in
osservazione che lo stesso male morale, in quanto questo caso, però, non si capisce come il male possa
“volontà di peccare”, può essere anch’esso, in ultima rimanere un puro “possibile” se Dio lo ha sconfitto in se
analisi, ricondotto a Dio: se Dio è il creatore di tutte le stesso. O non lo ha sconfitto del tutto?
cose, è creatore anche della volontà di peccare, o no? Insomma, non se ne esce. O il male deriva anch’esso da
Questo dubbio venne perfino a S. Agostino, che scrisse: Dio, come il bene; oppure dobbiamo pensare che esso
“Da chi mi viene il consenso che do al male e il rifiuto derivi da un principio estraneo e opposto a Dio, ma in
che oppongo al bene?”. Insomma, se Dio è il Sommo questo caso cadiamo o comunque dobbiamo accettare il
Bene da dove viene questa “mala volontà” dell’uomo, manicheismo (che postula, appunto, l’esistenza di due
questa sua disposizione alla malvagità? divinità, una del bene e l’altra del male, in lotta tra loro).
Il pericolo del manicheismo è in agguato in molti teologi, sì che ognuno di noi è quello che è, e i decreti di Dio
per es. in Karl Barth, quando identifica il male col Nulla sono eterni e immutabili.
e il Nulla con ciò che Dio non vuole, il che fa pensare ad I futuri contingenti, cioè le possibilità future, non
una “lotta” fra Dio e il Nulla. possono non far parte della prescienza divina, e se si
Fin qui si sono esaminate le risposte alla domanda da verificano, non sono stati predeterminati da Dio? Il
dove viene il male. Altra domanda fondamentale è filosofo del 700 Bayle (leggi Beil) elaborò la critica più
“perché il male?” incisiva della teodicea. Sono due le sue tesi principali:
Riprendiamo Leibniz. In Dio, dice, dobbiamo separare la - ogni scelta apparentemente libera dell’uomo la
volontà antecedente dalla volontà conseguente (volontà possiamo attribuire in definitiva alla volontà di Dio
antecedente alla creazione e creazione vera e propria). - se ammettiamo che Dio ha dato la libertà all’uomo,
Nella prima Dio vuole solo il bene; nella seconda, cioè dobbiamo concluderne che Dio non è assolutamente
nell’atto della creazione, Dio vuole il meglio, cioè il buono. 4
maggior bene possibile, ma nel meglio è inclusa una I teologi cristiani celebrano generalmente il “dono” del
certa quantità di male e di peccato. Il male, allora, c’è, libero arbitrio fatto da Dio all’uomo, ma, obietta Bayle,
perché anche nel meglio c’è una certa quantità di male, visto l’uso cattivo che l’uomo ne fa, non è proprio il caso
ma questo male può esistere solo se l’uomo lo fa esistere, di dire che Dio ha fatto un bel regalo all’uomo: non è
con la sua libera volontà: il male si verifica a causa della sicuramente il dono di un Dio buono; e se Dio ha
libera volontà dell’uomo, anzi del peccatore. Se questo veramente dato questo dono all’uomo, non si capisce
male può verificarsi solo in virtù della libertà dell’uomo, perché non glielo abbia revocato quando ha constatato
se in altri termini questo male è un possibile – un “futuro che gli uomini ne facevano un così cattivo uso e
contingente” nel linguaggio di Leibniz -, questo preparavano la loro dannazione eterna. In ogni caso, il
possibile, se si realizza, è in qualche modo previsto da presupposto della somma bontà di Dio viene
Dio stesso che si realizzi. Come disse già Lorenzo Valla compromesso.
nel Quattrocento, sono i decreti della volontà di Dio a far
Se supponiamo l’onnipotenza divina, ogni teodicea è fede potrebbe escluderlo. Si tratta, secondo Bayle, di
votata al fallimento. Razionalmente, non se ne esce. argomenti molto discutibili, come minimo. Anche la
Qualcuno potrebbe obiettare che non ci è possibile presenza di un piccolo male finirebbe col porre la
conoscere bene la volontà di Dio e pertanto possiamo domanda del perché del male stesso, del perché Dio, che
anche continuare a postulare la sua saggezza. Leibniz era poteva impedirlo, non lo ha impedito; e questa domanda
di questo parere; anzi, credeva che poteva dimostrare in finisce comunque col mettere in dubbio la Sua infinita
“mille” modi la condotta di Dio. Ma tutti i modi che ha bontà.
escogitato non sono stati certo risolutivi. La sofferenza atroce di un bambino non rende assurda
Ma, insomma, perché c’è il male? Risponde S. l’idea che Dio possa sacrificarlo alla superiore armonia
Tommaso: Dio tollera il male (e cioè, nel suo linguaggio, del tutto? Questo è “il migliore dei mondi possibili”,
“la mancanza di bontà di una parte”) per far risaltare diceva Leibniz. Un tale mondo Dio non poteva non
meglio la bontà del tutto. crearlo. Ne consegue 1) che Dio nel creare questo mondo 5
Un pessimista radicale potrebbe obiettare che nel mondo, ha manifestato il massimo della sua bontà; 2) che il
cioè nel tutto, i mali sono di gran lunga superiori ai beni. mondo attuale è l’unico possibile e che Dio non può
Risposta di Leibniz: non è possibile un’ipotesi del creare altri mondi, che non potrebbero essere migliori di
genere, potremmo parlare della Terra, ma non di tutto questo; 3) che nulla in questo mondo può essere
l’universo, dove potrebbero esserci mondi popolati da cambiato.
creature felici. Leibniz era convinto che l’universo creato Il ragionamento è affascinante e geniale, ma cade in un
da Dio fosse il migliore degli universi possibili, e che in circolo vizioso: dà per dimostrato ciò che si deve
questo universo il male fosse una piccola parte, un “quasi dimostrare, e cioè la bontà di Dio. E ancora, non spiega
nulla” in confronti ai beni. Un ragionamento del genere perché Dio non avrebbe potuto creare un mondo senza
suscitò il sarcasmo di Bayle: chi può sapere se anche in sofferenza e senza peccato. Ma c’è di più. Se Dio non
altri mondi non c’è la stessa enorme quantità di male che può cambiare nulla nel mondo che ha creato, non
c’è sulla Terra? Solo una pregiudiziale professione di dobbiamo pensare che obbedisce ad una specie di
Necessità e che né la sua volontà né la sua potenza sono dirlo solo se potessimo metterci dal punto di vista di Dio,
in definitiva libere? E ancora. Leibniz dice il che è impossibile.
esplicitamente che Dio non è l’autore del proprio Una questione ancora non toccata è quella del rapporto
Intelletto. E allora: dobbiamo postulare una causa tra la Bontà e la Potenza di Dio, questione recentemente
anteriore che crei l’Intelletto di Dio? sollevata tra gli altri dal filosofo ebreo-tedesco Hans
Leibniz distingue tra contingenza e necessità. Ma quando Jonas (leggi Iònas). Una questione sorta in seguito alla
afferma che questo mondo, per il fatto di essere il tragedia dell’Olocausto. Come è possibile che Dio abbia
migliore dei mondi possibili, è l’unico che Dio possa far potuto permettere qualcosa come Auschwitz? Nessun
esistere, finisce per vanificare la differenza tra Dio avrebbe potuto permetterlo, ma dire questo comporta
contingenza e necessità, perché se questo mondo è l’accettazione dell’ateismo. Come evitarlo? Ecco la
l’unico che possa esistere, allora è necessario che esista. risposta di Jonas: dobbiamo pensare che Dio, creando il
A ben vedere, la concezione di Leibniz è deterministica mondo, abbia rinunciato almeno in parte alla sua 6
(cioè tutto è necessario che sia così com’è). Leibniz dice Potenza, anche rimanendo Buono. Questo è il solo modo
anche che tutti i “possibili” sono fin dall’eternità, e in per “salvare” Dio, perché diversamente l’Onnipotenza
maniera immodificabile, nella mente o nell’Intelletto di divina e la Bontà divina sarebbero in contraddizione; non
Dio. Cioè le nostre vite e le vite di tutti gli altri sono sarebbe possibile pensare che un Dio sommamente
dall’eternità nella mente di Dio. Ma se è così, che ne è buono e onnipotente abbia potuto permettere Auschwitz.
allora della libertà? Così nessuno è responsabile delle Evidentemente, dice Jonas, Dio non è intervenuto a
proprie azioni, e l’eventuale punizione di Dio è difficile impedire Auschwitz semplicemente perché “non poteva”.
definirla opera di un Dio buono. Questa è una tesi molto originale, e tuttavia non del tutt