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Questa, dunque, è l’origine di buono e cattivo; se questa sacerdotale ha (aveva) costumi molto diversi
origine non è stata vista, lo si deve ad un pregiudizio dall’aristocrazia guerriera. Era “pura”, nel senso,
democratico. I nobili si definivano buoni e si sentivano letterale, che si lavava, evitava certi cibi, e quindi aveva
superiori. E’ vero che “nobili” ha significato spesso, paura delle malattie, non frequentava le donne del basso
nella storia, “signori”, “potenti”, “dominatori”, e popolo; insomma c’era qualcosa di malsano nelle
anche “ricchi” o “possidenti”. Ma, dice N., quello che abitudini di questa aristocrazia, che non a caso avrebbe
mi interessa è il tipo, il carattere tipico del “nobile”, che poi raccomandato, o costretto, a diete più o meno rigide,
ha a che fare, piuttosto, con l’essere “vero”, uomo al digiuno, alla continenza sessuale, alla fuga dal mondo.
veritiero, diverso e contrapposto all’uomo comune, che Dunque, i giudizi morali della casta sacerdotale, si
nell’antica Grecia veniva chiamato “mentitore”, e nel basano su questo elemento malsano piuttosto che sulla
mentitore c’è un elemento di viltà. forza, sulla gioia, come era il caso dell’aristocrazia
Se è dai nobili, o dai guerrieri dominatori (per es. gli guerriera. 2
ariani erano guerrieri dominatori), che derivano i Da queste caratteristiche emerge il “tipo” del sacerdote,
concetti di buono e cattivo, è dalla casta sacerdotale o sul quale N. insiste particolarmente. Rispetto
anche aristocrazia sacerdotale che derivano i concetti di all’aristocratico guerriero, l’aristocratico sacerdote – il
“puro” e “impuro”: era il loro modo di intendere il prete, in breve – è un pauroso, un debole, che proprio per
“buono” e il “cattivo”, ma un modo di intendere questo, quando diventa un nemico, è il nemico più
alternativo e opposto a quello dei nobili. Perché? Perché crudele. Pauroso, impotente, proprio per questo diventa
i giudizi di valore dei nobili (“buono”, “cattivo”) capace di un odio mostruoso e sinistro, un odio
presuppongono, si basano su una prestanza fisica, sulla “spiritualissimo” ma tossico al massimo grado. “Nella
forza, sul piacere dell’avventura, della caccia, della storia universale –scrive N.- coloro che più degli altri
danza, su una vita attiva, libera, serena; i criteri di sono stati capaci d’odio, e di genialità nell’odio, sono
valutazione della casta sacerdotale si basavano su sempre stati i preti”.
tutt’altri presupposti. La casta o l’aristocrazia 2
Tra le caste sacerdotali dell’antichità, quella che ha all’amore. E’ nella forma del cristianesimo, con la figura
maggiormente contrastato gli aristocratici, i forti, i del Cristo “salvatore”, è nel segno della croce, che la
signori, è stata la casta sacerdotale degli Ebrei; anzi, N. casta sacerdotale ebraica farà trionfare la sua vendetta e
dice senza mezzi termini che il popolo ebraico era un il suo sovvertimento dei valori. Con l’esca dell’amore
“popolo sacerdotale”. Ebbene, la casta sacerdotale (che nascondeva il più grande odio) ha sedotto il mondo
ebraica è stata quella che più delle altre ha ribaltato intero.
completamente i valori degli aristocratici guerrieri, dei E con gli ebrei hanno vinto gli schiavi, la plebe, il
forti, ecc. Questo ribaltamento è stato la “la più spirituale gregge, e i signori sono stati spazzati via; la morale
vendetta” contro i forti. Scrive N.: “sono stati gli Ebrei dell’uomo comune ha vinto.
che hanno osato ribaltare e mantenere, stringendo i denti Come ha fatto a vincere? Ha vinto grazie alla capacità di
dell’odio più abissale (l’odio dell’impotenza), sfruttare il ressentiment (il risentimento). Il ressentiment
l’equazione aristocratica di valore è una specie di vendetta immaginaria, della quale si 3
(buono=aristocratico=potente=bello=felice=caro agli accontentano quelli che non sono capaci di azione vera; è
dei), cioè i miserabili sono i buoni, i poveri, gli una reazione, non un’azione; è ciò di cui sono capaci i
impotenti, gli umili, i sofferenti, gli indigenti, i malati, i “deboli”, gli “schiavi”, i “malati” o “malriusciti”.
brutti… mentre i nobili e potenti sono, e saranno per Il tipo aristocratico è forte, attivo, non separa mai
sempre, i malvagi, i crudeli, i corrotti…”. (Ad ereditare l’attività dalla felicità, è onesto e innocente; l’uomo del
questo sovvertimento fatto dagli ebrei saranno i cristiani, ressentiment non è né onesto né ingenuo, né vero con se
come dice N. soprattutto nel suo Anticristo). Insomma, stesso; ha un’anima strabica, è tortuoso, obliquo, ama le
con gli ebrei incomincia la rivolta degli schiavi nella scappatoie, è affascinato dalle cose nascoste e buie; è
morale. una razza di uomini avveduti, cioè furbi, come gli
Gli ebrei hanno vinto, negli ultimi due mila anni; dal aristocratici non sono perché non ne hanno bisogno,
loro sentimento di vendetta e di odio è nato un nuovo perché vogliono essere liberi e innocenti, ingenui. In
amore, e cioè un amore più simile all’odio che definitiva, l’uomo del ressentiment definisce se stesso
3
buono e cattivi, anzi malvagi, quelli che considera i suoi il “regno di Dio” per sublimare il sentimento di vendetta
nemici, cioè quelli capaci di azione, i forti, gli e di odio.
aristocratici, ecc. In conclusione, gli aristocratici hanno perso, a Roma
C’è, dunque, l’origine del “buono” a partire dagli hanno vinto tre ebrei (Gesù di Nazaret, Pietro e Paolo).
aristocratici, e c’è un’altra origine del “buono”, del Il Rinascimento tentò di ritornare alla Roma antica,
buono visto dall’uomo del ressentiment. Incapace di precristiana, ma venne sconfitto anch’esso, e la sconfitta
rivincita, l’uomo del ressentiment fa passare per “bontà” venne grazie ai tedeschi e agli inglesi (cioè grazie alla
la sua impotenza, fa passare la sua viltà per umiliazione, Riforma protestante). Infine, anche la Rivoluzione
e la sottomissione per obbedienza – e si inventano francese è un episodio della vittoria dell’uomo del
perfino un Dio al quale dichiarano la loro obbedienza. ressentiment contro l’aristocratico.
E’ incapace di vendicarsi, e da qui inventa anche il
concetto di “perdono”. 2° saggio. “Colpa, cattiva coscienza, e simili”. Come è 4
L’uomo del ressentiment (in definitiva, il debole) è venuta fuori la coscienza della colpa, la cattiva
quello che si convince di essere migliore e che un giorno coscienza? Cominciamo dalla colpa. Essa ha origine dal
starà meglio, la sua miseria di oggi è un segno di Dio, concetto di debito. Quello che è importante, a questo
anzi è il segno che Dio lo ha scelto. Così, l’uomo del proposito, è il rapporto tra creditore e debitore o
ressentiment è una specie di fabbrica di ideali, ma in venditore e compratore. E’ nell’ambito di questo
realtà è un falsario. Ma il capolavoro degli uomini del rapporto che nascono, si fanno le promesse, e la
ressentiment è la trasformazione della vendetta e promessa è in genere un pegno offerto dal debitore al
dell’odio in giustizia. Quello che odiano non è il loro creditore – pegno che può andare da una semplice cosa
nemico, ma l’ingiustizia, l’empietà; quello che esigono che si possiede a qualcosa su cui si ha potere, per es. la
non è la vendetta, ma la giustizia, e alla speranza della propria donna o anche il proprio corpo. In questo modo,
vendetta sostituiscono la vittoria di Dio, del Dio giusto il debitore dà al creditore la sensazione di un potere su di
contro gli empi. Si sono inventati il giudizio universale e lui, perfino il piacere di usargli violenza. 4
E’ in questa sfera che nascono i concetti morali di ancora più duri. Anzi, se pensiamo ai millenni passati,
“colpa”, “coscienza”, “dovere” o sacralità del dovere. dice N., dobbiamo riconoscere che la pena ha perfino
E’ in questa sfera, antichissima e originaria, che per la arrestato l’evoluzione del senso di colpa. La macchina
prima volta la persona si misura con un’altra persona. della giustizia penale, lo spettacolo delle procedure
Anche la vita in comunità si basa sul rapporto creditore giudiziarie e punitive ha spesso indotto i colpevoli a
debitore. Chi vive in una collettività, in una comunità, ne giudicare i loro delitti come qualcosa di non
gode i vantaggi: un riparo, la protezione, la pace, riprovevole; e, inoltre, la macchina penale ha agito in un
opportunità di vario tipo, ecc.; ebbene, la collettività è modo non dissimile a come agiscono i delinquenti:
come un creditore per il singolo individuo, che ne è il violenze, astuzie, intrighi, trucchi, inganni, corruzione,
debitore. Se il singolo individuo, il debitore, sgarra, ecc.
trasgredisce, fa un torto alla collettività, ecco allora che La conclusione che ne trae N. è che la “cattiva
scatta la pena, ossia la collettività si farà “pagare” in coscienza” non è nata su questo terreno, sul terreno della 5
maniera variamente crudele nel passato, in modo pena. La pena ha semmai acuito l’intelligenza, ha
sempre meno crudele nei tempi moderni, dato che la incrementato la paura, ha portato al controllo dei
collettività, o la società, è capace di sopportare i danni desideri. E’ così che essa ha in definitiva addomesticato
arrecati dai singoli senza soffrirne. l’uomo – il che non vuol dire che lo ha reso migliore,
Ma qual è la funzione della pena, a che serve? Si anzi il contrario, secondo N.
possono dare molte risposte a questa domanda; A questo punto ecco l’ipotesi nicciana sull’origine della
generalmente, la si ritiene utile. Ma è una utilità cattiva coscienza – grave malattia alla quale l’uomo ha
presunta, una credenza popolare. La pena dovrebbe dovuto soccombere. La mutazione più radicale avvenuta
servire essenzialmente a suscitare nel colpevole il senso nella storia dell’uomo fu stata la costituzione della
di colpa, il rimorso, ma questo, di fatto, non è così vero. società e quindi l’instaurazione della pace. In questa
E’ molto raro il rimorso nei delinquenti detenuti nelle situazione,