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La Critica della ragion pratica comincia col precisare anima, di mondo e di Dio. Tuttavia, anche se non
l’idea di libertà. C’è una differenza tra il concetto e sappiamo né possiamo dimostrarla, l’idea di libertà si
l’idea. Il concetto è l’insieme di sensibilità ed intelletto; rivela un postulato necessario. Infatti, se noi non
l’idea invece è un “fatto” della ragione. Ossia, il concetto postuliamo, cioè se non ammettiamo indipendentemente
deriva anche dall’esperienza, l’idea invece è da ogni esperienza e da ogni dimostrazione, che noi
indipendente dall’esperienza. Le idee della ragione, siamo anche liberi, allora non potremmo parlare di
secondo Kant, sono l’anima, il mondo, Dio, e anche la moralità. Se l’uomo è un essere morale, allora deve
libertà e non ci derivano dall’esperienza: sono idee che essere necessariamente libero, altrimenti un agire
crea la nostra ragione perché la nostra ragione non si morale non sarebbe possibile. La libertà è dunque la
accontenta di conoscere le singole cose, ma desidera condizione indispensabile della moralità. Alla libertà
elevarsi a vedere la totalità delle cose. Kant usa la deve accompagnarsi la ragione, dove per ragione
metafora della colomba: la colomba vola in alto, ma è dobbiamo intendere la capacità di produrre proposizioni
trattenuta dall’aria, dalla forza di gravità. Questo vuol che abbiano un valore universale.
dire che l’uomo cerca di elevarsi al di sopra
E vediamo adesso come procede il ragionamento etico desideri soggettivi. Proprio perché sono soggettivi e
kantiano, un ragionamento che si svolge sul terreno della mutevoli, la sensibilità e il desiderio non possono fondare
ragione: per Kant, la ragione umana esercita il suo potere una legge pratica, dal momento che per legge pratica
sia sulla natura, sia sul mondo pratico, cioè essa fornisce dobbiamo intendere appunto una legge: qualcosa, cioè,
le leggi sia per ordinare il mondo della natura sia per che abbia un valore universale, che sia valido per tutti e
agire bene nel mondo della vita pratica o della libertà. per sempre.
Come è noto, Kant parla di “ragione pura legislatrice”: Una legge pratica non può perciò essere prodotta dalla
“La legislazione della ragione umana ha due oggetti, la sfera sensibile, può essere prodotta solo dalla ragione.
natura e la libertà, quindi contiene non solo la legge di Così, il primo teorema della Critica della ragion pratica
natura, ma anche la legge morale e le presenta prima in (Kant ricorre al modello matematico, organizza cioè il
due sistemi distinti e poi in un solo sistema filosofico. suo discorso in teoremi, corollari, problemi, proprio
La filosofia della natura tratta di tutto ciò che è, la perché non parte dall’esperienza, ma da qualcosa che
filosofia della morale tratta di tutto ciò che deve essere”. va al di là dell’esperienza, cioè dalla libertà e dalla
Kant incomincia col dire che la nostra volontà può ragione) dice che tutti i principi pratici (o leggi pratiche)
essere determinata o spinta ad agire dalla nostra che si fondano sulla facoltà del desiderare, sono principi
sensibilità o dai nostri desideri, perché noi siamo empirici (in altri termini soggettivi) e quindi non possono
comunque anche degli esseri naturali e come ogni altri fondare nessuna legge pratica universale. Il secondo
essere naturale siamo spinti dai bisogni, da istinti, da teorema dice che tutti i principi pratici che si fondano
sulla facoltà del desiderare sono principi pratici in base ad una massima soggettiva. Perché il nostro agire
“materiali” e tutti i principi pratici materiali (cioè non sia veramente morale (o buono) occorre che la nostra
razionali) rientrano in ultima analisi nel principio massima soggettiva possa essere universalizzata, possa
dell’amor di sé o della propria felicità. essere insomma trasformata in una legge valida in
Il terzo teorema dice che se un essere razionale deve maniera incondizionata, come una legge di natura. Per
pensare le sue massime (cioè i principi del suo agire) far questo, bisogna attenersi alla forma della massima;
come leggi pratiche universali, può pensarle solo come ossia, bisogna vedere se universalizzando la nostra
principi tali che contengono il motivo determinante della massima soggettiva cadiamo in una contraddizione
volontà non secondo la materia, ma unicamente secondo formale (o logica) oppure no: se cadiamo in una
la forma. contraddizione, allora vuol dire che quella che noi
Questo è il punto decisivo, fondamentale. In altri riteniamo una legge universale non lo è. E allora,
termini, quando io agisco, se voglio che il mio facciamo l’esempio che fa Kant.
agire sia morale, debbo far sì che il principio del mio Una certa persona mi ha consegnato in deposito del
agire sia universale, ma per poter essere universale deve denaro; questa persona muore e, siccome non ha
mettere da parte la materia o il contenuto dell’azione e lasciato scritto niente che ha depositato presso di me
concentrarsi invece sulla forma. quella certa somma di denaro, allora io penso bene di
Vediamo meglio. Ognuno di noi, quando fa qualcosa lo tenermelo per me. Nel fare in questo modo io seguo la
fa in base a qualche motivazione soggettiva, Kant dice: mia massima che è: è giusto accrescere il mio
patrimonio con ogni mezzo sicuro. Ebbene, questa mia universalizzo, dico: chiunque veda una cosa che gli
massima soggettiva può essere trasformata in una legge piace, se ne può appropriare. Possiamo considerarla
universale, può assumere la forma di una legge veramente una legge pratica universale? No, per il
universale? semplice motivo che se ci fosse una legge del genere,
La legge universale che potrei formulare è questa: allora nessuno potrebbe mai possedere qualcosa, perché
chiunque può negare di aver ricevuto un deposito, se chiunque potrebbe riprendersela. La legge, quindi
nessuno può dimostrare che gli è stato lasciato. Questa annulla se stessa.
generalizzazione è formalmente, e cioè logicamente, Kant enuncia la “legge fondamentale della ragione
corretta? No, risponde Kant, perché una legge del pura pratica”, la quale dice “agisci in modo che la
genere annienterebbe se stessa. Annienterebbe se stessa massima della tua volontà possa valere sempre, al tempo
semplicemente perché, se diventasse una legge stesso, come principio di una legislazione universale”.
universale, nessuno più depositerebbe una lira presso In altri termini, ogni volta che agisco devo far sì, se
chiunque altro. voglio agire moralmente, che la mia massima soggettiva
Insomma, per fare un altro esempio, io vedo una cosa possa valere, o si presenti, come una legge universale e
che mi piace e me la prendo. In questo modo io agisco in incondizionata. Incondizionata perché deriva dalla sola
base alla mia massima soggettiva: quando vedo una ragione, cioè è determinata dalla facoltà razionale e non
cosa che mi piace, è giusto che me la prenda. Posso dalla facoltà del desiderare; incondizionata perché è
universalizzare questa mia massima? Se la razionale e non empirica. Insomma, io non mi debbo
lasciar determinare dal bisogno o dall’istinto o dal Ma come si spiega che la ragione possa determinare
desiderio, ma unicamente dalla ragione; non devo la massima della volontà? (La risposta a questa
lasciarmi guidare dal perseguimento della mia felicità, ma domanda sarebbe molto difficile, e forse Kant non l’ha
dalla rispondenza della mia massima soggettiva alla nemmeno data). Potremmo rispondere che è la ragione
razionalità di una legge universale. che determina i concetti di bene e di male e che grazie a
Il motivo determinante della volontà buona, cioè questo essa può determinare o orientare la volontà. Si
morale, non può essere la propria felicità. ma la ragione; può anche dire che la ragione “causa” la volontà, ma a
non può essere la materia ma la forma (che deve essere patto di precisare che questa causazione non ha nulla a
razionale e, in definitiva, non contraddittoria). Il che fare con la causalità che è nella natura. Potremmo
principio di felicità può fornire delle massime parlare di una “causazione libera”.
soggettive, ma queste massime soggettive molto Ma qual è il movente che ci deve spingere ad agire
difficilmente potranno essere trasformate in una legge moralmente? Per Kant, l’unico movente deve essere il
universale. rispetto della legge morale. In altri termini, io devo agire
Ciò dimostra secondo Kant che la ragione pura può bene, cioè debbo seguire massime che valgano come
essere pratica, cioè può determinare la volontà leggi universali, semplicemente per rispetto alla legge
indipendente da ogni stimolo o motivazione empirica o morale. Non perché, mi fa felice, o perché mi
egoistica. commuovo, o perché così mi merito il paradiso. Per Kant
nelle mie azioni non mi debbo lasciar determinare né
dal piacere ne dalla compassione né da altro che abbia incondizionato, per questo, secondo Kant, non
a che fare con la sfera sensibile. Se io mi lascio dobbiamo intenderlo come un sentimento sensibile,
determinare dalla mia sensibilità, allora la legge morale appunto perché ogni sentimento sensibile, appartenendo
non deriva dalla ragione, cioè questa etica non sarebbe, alla sfera della natura è soggetto alla causalità. Il
rispetto incondizionato per la legge morale è il
(Condizione di
dice Kant, autonoma ma eteronoma, “sentimento” che sta alla base del senso del dovere.
ciò che non ha in sé la causa e le leggi del Insomma noi dobbiamo rispettare la legge morale come
proprio svolgersi o agire, ma le riceve nostro dovere di esseri razionali.
dall'esterno) come è eteronoma ogni etica che basi i Il rispetto, dice ancora Kant, deve essere rivolto alle
propri principi ad es. su Dio o sulla natura. L’etica persone e solo alle persone, non agli animali né alle
autentica deve essere un’etica autonoma, cioè basata cose. Ma questo rispetto è innanzitutto rispetto per la
sulla ragione, perché la ragione è auto legiferante. legge morale. Se io rispetto la legge morale, se cioè
(Emanare leggi da parte delle autorità agisco secondo il dovere, allora rispetto l’umanità che è
competenti: il Parlamento ha legiferato) nell’uomo, e l’umanità che è nell’uomo è la ragione
Il rispetto, dice inoltre Kant, è un sentimento, che pe