vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Conclusione: Dunque un ente razionale può pensare le sue Massime solo in quanto
determinate dalla mera Forma legislativa Universale.
§ 4 Nota. Anche l’intelletto più comune può intendere da sé quale forma si attagli alla legislazione
universale. Es. Accrescere il proprio patrimonio con ogni mezzo sicuro, chiunque può
negare di aver ricevuto un deposito se nessuno può dimostrarlo → non ci sarebbe nessun
deposito affatto!
Una legge pratica per essere riconosciuta come tale deve qualificarsi per una
legislazione universale → infatti la Felicità, in quanto soggettiva non può costituire
legge, avendo ognuno inclinazioni diverse che spesso verrebbero a scontrarsi tra loro.
↓
I motivi determinanti empirici non si confanno a nessuna legislazione universale.
§ 5 Problema I.
Supposto che la mera forma legislativa delle massime soltanto sia il motivo
determinante sufficiente di una volontà, trovare come sia fatta una volontà tale da
poter essere determinata solo da essa.
↓
Una volontà che sia determinata solamente dalla mera forma legislativa, non essendo la
forma un fenomeno, deve essere pensata necessariamente come indipendente dalla
legge della causalità naturale → questa indipendenza è la Libertà trascendentale.
↓
La Volontà deve essere LIBERA.
§ 6 Problema II.
Supposto che una volontà sia libera, trovare la legge la quale soltanto sia atta a
determinarla necessariamente.
↓
La Materia non può perché è sensibile, dunque la Forma Legislativa è l’unica cosa che
possa costituire un motivo determinante della volontà.
§ 6 Nota. inizia la conoscenza dell’incondizionatamente pratico?
Dove
a. LIBERTA’ : Non può cominciare dalla libertà 1. Non è conoscibile
immediatamente perché il suo primo concetto è negativo. 2. Non dall’esperienza
poiché essa ci fa conoscere solo fenomeni che seguono la legge di causalità.
b. LEGGE MORAE: La conosciamo perché ci viene presentata dalla ragione come
Necessaria perché è un dover essere anche se non è mai !
Es.1 Soddisfare la libidine ma subito dopo essere messi alla forca → Solo Pulsioni, No
Libertà.
Es.2 Testimoniare il falso altrimenti essere messo alla forca → Sa che dovrebbe agire
moralmente, quindi può! → Libertà.
§ 7 Legge Fondamentale della Ragione Pura Pratica.
Agisci in modo che la massima della tua volontà possa sempre valere, insieme, come
principio di una legislazione universale. (* E’ puramente formale come principio in grado di
formare ogni contenuto.)
↓
Questa legge è incondizionata ( proposizione pratica categorica a priori). La ragione
pura in se stessa pratica è direttamente legislatrice tramite questa legge e determina a
priori la Volontà, intesa come indipendente da condizioni empiriche, quindi Volontà
Pura.
↓
La coscienza di questa legge morale è un FACTUM della RAGIONE poiché non la si
può derivare d precedenti dati della Ragione. E’ una coscienza immediata, certa a
priori, è una proposizione SINTETICA A PRIORI (* Non fondata su nessuna intuizione
sensibile né pura né empirica!)
§ 7 Corollario.
La ragione pura è di per sé sola pratica, e dà una legge universale, che chiamiamo
‘Legge Morale’.
§ 7 Nota. Legge Morale è innegabile e la Ragione incorruttibile.
La valevole per tutti gli enti razionali, finiti e infiniti.
E’ Ente Finito: La Legge è un imperativo poiché la sua volontà è pura ma non santa;
essendo incondizionata vi è una costrizione a compiere certe azioni, un dovere, poiché
l’uomo è influenzato anche da cause soggettive che spesso sono in contrasto con la legge
morale.
Ente Infinito: La sua Volontà è santa, incapace di massime in contrasto con la legge
morale, la Volontà coincide con la Legge Morale.
La Santità è l’Archetipo verso il quale l’ente finito deve necessariamente
approssimarsi in un processo infinito → Virtù è il progresso infinito delle massime
verso la Santità.
§ 8 Teorema IV.
Tesi: L’Autonomia( della Volontà è l’unico principio di
*αυτός+νομος: legge a sé stessa)
tutte le leggi morali e dei doveri ad esse conformi; invece ogni
Eteronomia è il fondamento di nessuna
(*ετερος+νομος: legge che viene da altro)
obbligatorietà affatto, anzi è avversa al suo principio e alla moralità della Volontà.
( *Principio morale: indipendenza da ogni materia -TI/II- e determinazione da parte della mera forma
legislativa universale -TIII)
Libertà in senso Negativo.
Indipendenza:
Attività legislatrice propria della Ragione: Libertà in senso Positivo → La legge
Morale esprime l’autonomia della Ragione, ovvero la Libertà.
Se vi è una materia ne consegue l’eteronomia, ovvero la dipendenza dalla Legge di
Natura e la Volontà non da a sé stessa la legge, ma solo la prescrizione di abilità.
§ 8 Nota I. Riassume i Teoremi I e II: non si deve mai ascrivere alla legge pratica una prescrizione
pratica che comporti una condizione materiale, infatti la legge della volontà pura che è
libera può consistere esclusivamente di condizioni formali della possibilità di una legge.
Ogni materia poggia sempre su condizioni soggettive e tutte quante ruotano intorno al
principio della propria felicità. Sebbene sia innegabile che ogni volontà debba
necessariamente avere un oggetto tuttavia non deve essere affatto il motivo
determinante, perché non costituirebbe una legge.
Felicità degli altri: può costituire un motivo determinante della Volontà? Si dovrebbe
presupporre in tutti gli enti razionali un sentire simpatetico, ma questo è
impossibile soprattutto per Dio. Sarebbe un principio eteronomo e comunque la
Felicità di per sé è empirica.
↓
La Felicità degli altri può essere valevole solamente come legge universale non come
oggetto!
↓
La Felicità degli altri diventa un OBBLIGO.
§ 8 Nota II.
La Felicità propria è il principio opposto alla Moralità
Es. Un amico che ti mente seguendo il principio della propria felicità!
Es. Un amico che ti consiglia un economo che ne approfitterebbe dei tuoi guadagni! (I
confini tra moralità e amore di sé sono tracciati in un modo così chiaro e netto che
persino l’occhio più comune riesce a notare la differenza.)
principio della felicità può si fornire massime, ma non mai massime tali da poter dare
Il luogo a leggi della volontà, neanche se si facesse della felicità universale il proprio
oggetto, poiché la felicità è sempre empirica: ci possono essere regole generali (che si
verificano per lo più) ma mai universali (valide sempre e necessariamente) e quindi non
vi si può fondare nessuna legge pratica; ma la legge morale è pensata come
oggettivamente necessaria perché deve vigere per chiunque sia dotato di ragione e
volontà! La massima dell’amore di sé si limita a consigliare, la legge morale comanda!
massima dell’Amore di sé consiglia e dipende dalla capacità di ognuno di raggiungerla
La
e di rado è possibile poiché dipende dalla facoltà di far esistere un oggetto dato; la Legge
Morale comanda e può essere osservata da chiunque.
Es. Chi perde può irritarsi per la propria sconsideratezza (rabbia) ma chi vince barando
non può ritenersi un indegno, anche se ha aumentato il suo patrimonio.
non può essere connessa alla felicità, perché deve essere in primo luogo una
Punizione:
pena, male fisico, in modo che il reo dovrebbe ammettere di essersela meritata. Ogni
pena deve essere giusta in relazione con la legge trasgredita. La pena viene considerata
come un diritto del reo, poiché gli permette di reintegrarsi moralmente.
o Vizioso: qualche filosofo pensa che ci sia un certo senso morale particolare che
Virtuoso
determinerebbe la legge morale, ma chi pensa ad un vizioso come tormentato per i suoi
misfatti deve rappresentarselo come moralmente buono; così come che è deliziato per
aver fatto azioni conformi al dovere che deve essere pensato prima come virtuoso. Non
si può sentire tale tormento o soddisfazione prima di conoscere l’obbligazione .
tutti i principi materiali della moralità finora addotti:
Confronta
a. Principi soggettivi esterni: Educazione (Montaigne) / Costituzione Civile
(Mandeville)
b. Principi soggettivi interni: Sentimento fisico (Epicuro) / Sentimento Morale
(Hutcheson)
c. Principi oggettivi esterni: Volontà di Dio (Crusius)
d. Principi oggettivi esterni: Perfezione (Wolff)
Tutti quelli soggettivi sono empirici e non possono costituire una legge.
Perfezione e Volontà di Dio: nel significato pratico è l’idoneità (talento) o sufficienza
di una cosa per scopi di ogni genere, la somma perfezione nella sostanza è Dio. Ma ci
devono essere questi scopi che in quanto oggetti precedono la regola pratica ed essendo
empirici non costituiscono legge. (?) Anche questi due concetti sono ‘fini’ che devono
precedere la determinazione della volontà, dunque sono principi materiali così come gli
altri e dunque eteronomi!
Tutti i principi sono materiali; sono tutti i possibili; poiché i principi materiali non
possono dare luogo alla suprema legge morale il principio pratico formale è l’unico
principio possibile in grado di costituire imperativi categorici, ossia leggi pratiche.
I. Deduzione dei Principi della Ragione Pura Pratica, p.193.
Spiega che una Deduzione, intesa come Giustificazione, del Principio supremo della Ragione
Pratica è impossibile. Come è possibile pensare la determinazione libera della volontà,
?
praticamente l’agire in base ad una legge della Ragione Pura
(* Se la libertà è un concetto semplicemente pensato dalla ragione, un concetto per il quale non è
data né può darsi alcuna corrispondente intuizione, come è possibile comprenderla? Sul fondamento
del Factum della Ragione, la volontà di un essere razionale in ambito pratico ha coscienza della sua
esisten