Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 16
Riassunto esame Filosofia del linguaggio, prof. Pennisi, libro consigliato Evoluzionismo e comunicazione, Falzone Pag. 1 Riassunto esame Filosofia del linguaggio, prof. Pennisi, libro consigliato Evoluzionismo e comunicazione, Falzone Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Filosofia del linguaggio, prof. Pennisi, libro consigliato Evoluzionismo e comunicazione, Falzone Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Filosofia del linguaggio, prof. Pennisi, libro consigliato Evoluzionismo e comunicazione, Falzone Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 16.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Filosofia del linguaggio, prof. Pennisi, libro consigliato Evoluzionismo e comunicazione, Falzone Pag. 16
1 su 16
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

COMUNICARE UN HANDICAP E’ UTILE PER SOPRAVVIVERE: secondo

Zahavi la maggioranza delle teorie sulla comunicazione animale è viziata

dall’errore di considerare questi atti sociali dal punto di vista del ricevente,

condizionando così l’interpretazione dei processi comunicativi e del loro

valore adattivo per le specie animali. La tesi fondamentale della teoria di

Zahavi è che una comunicazione tra animali è definibile tale se i soggetti di

questa relazione presentano un interesse comune. Le comunicazioni

interspecifiche invece sono finalizzate alla realizzazione di un principio

8

evolutivo fortissimo: l’economizzazione degli sforzi. Consideriamo i segnali

d’allarme: secondo gli etologi sono importanti perché spingono chi li “fa” ad

adottare strategie comportamentali per sfuggire ai predatori. Tali messaggi

possono avere anche valenza interspecifica, ma quelli più indagati sono quelli

intraspecifici prodotti tramite vocalizzazioni. Esempio cercopitechi che in base

al predatore emettono un richiamo diverso. Cheney e Seyfarth hanno

ipotizzato che gli allarmi non sono generici,ma segnali referenziali che

comportano una risposta comportamentale adeguata. Il sistema comunicativo

dei cercopitechi grigio-verdi è diventato l’emblema dell’esistenza di

precedenti evolutivi della capacità linguistica umana. Zahavi ha individuato

nel comportamento di alcune specie animali (garrulo d’Arabia, un

passeriforme) sociali degli elementi incoerenti rispetto alla visione classica sui

segnali d’allarme. Non sembra modello richiamo altruistico: il segnale viene

emesso dalla sentinella prima che il predatore li noti e ciò potrebbe essere

controproducente come il caso in cui tutti si riuniscano sul ramo ad emettere

vocalizzi contro il predatore. Secondo Zahavi se un segnale è emesso a forti

toni non può che essere rivolto a chi sta lontano, al predatore non ai con

specifici spazzando ogni tentazione antropomorfica. Il vantaggio comune tra

preda e predatore del segnalare la presenza di quest’ultimo è di

economizzare gli sforzi di una caccia prolungata per il predatore e di non

essere attaccati per la preda. Zahavi dice che la comunicazione, soprattutto

quella interspecifica è attendibile se connessa a rischio. Inoltre

comportamenti che sembrano segnali d’allarme rivolti alla propria specie se

interpretati come azioni dirette al predatore possono rientrare nei modelli

darwiniani di selezione individuale: è il singolo ad avere vantaggio e solo

tramite lui, l’intera specie. In questa prospettiva la selezione ritorna al suo

luogo elettivo d’azione che è il singolo. Nella comunicazione interspecifica tra

preda e predatore è la selezione naturale che favorisce chi adotta un certo

tipo di comportamenti comunicativi e sfavorisce chi non lo adotta. Alcuni

animali provano a mimetizzarsi piuttosto che scappare o comunicare col

proprio nemico. Se il predatore non desiste lo costringono ad atterrare e poi i

garruli lo accerchiano emettendo vocalizzazioni fragorosissime. Si avvicinano

rischiando moltissimo (mobbing: mettono il predatore in pericolo

richiamandone più grandi). Il mobbing viene impiegato da molte specie

animali contro i predatori e viene eseguito a distanza così ravvicinata da

costituire un sovrainvestimento spiegabile solo con la dimostrazione di

attendibilità del contenuto del messaggio. Tra preda e predatore si instaura

una comunicazione: la preda invia dei messaggi chiari e inequivocabili al

predatore che cerca di valutarne l’attendibilità. L’esibizione dell’esagerazione

9

avrebbe risvolti persino nella gestione delle relazioni sociali di dominanza

all’interno di un determinato gruppo. Il pellicano bianco vive in colonie

numerose che necessitano di organizzazione. Gli individui maturi, rivelati per

protuberanza sulla fronte crescente nel periodo riproduttivo, assumono ruoli

centrali nella gestione delle risorse. L’accrescimento della protuberanza

diventa segnale per indicare status sociale. Zahavi ha dimostrato che molte

attività dei garruli sono esibite per accrescere il prestigio sociale: sfama

pulcini altrui, rischia la vita per altri membri del gruppo,ecc. Ma competono

per essere altruisti spesso impedendo a coloro che si trovano in una

posizione sociale più bassa di essere altruisti inferendo con le loro attività.

Organizzazione sociale, azioni altruistiche, prestigio, possono essere così

spiegati come frutto di una selezione individuale che premia chi, mettendo a

rischio la propria vita, comunica un messaggio. Mostrare un handicap è un

vantaggio perché più sei in salute più sei in grado di resistere a situazioni

rischiose. 2.2.RILEGGERE LA SELEZIONE NATURALE: SELEZIONE DEL

SEGNALE VS SELEZIONE SESSUALE: la selezione sessuale, di solito

chiamata in causa per motivare la presenza di tratti contro adattivi, secondo

Zahavi costituisce una spiegazione debole e a volte inadeguata. Darwin nel

1871 aveva proposto l’esistenza di un meccanismo selettivo che non segue

gli stessi criteri della selezione naturale. Darwin enfatizzava il ruolo della

correlazione tra attrattività dei caratteri estrosi e vigore, possanza fisica, ma

non spiegava come mai le femmine non avrebbero potuto scegliere

semplicemente i maschi più vigorosi, anziché altri. Secondo Zahavi sono

presenti incoerenze come l’includere nell’azione della selezione sessuale la

lotta tra rivali dello stesso sesso tramite minacce, la lotta per

l’accoppiamento, ecc. Il successo riproduttivo di un individuo,negli organismi

che si riproducono per via sessuata, nella prospettiva darwiniana viene

determinato dalla scelta del partner, di norma direzionata dalle femmine della

specie: i caratteri contro adattivi sarebbero selezionati a causa della scelta

femminile di aspetti forse dannosi per la selezione naturale. I maschi

investirebbero nell’attrazione delle femmine, che hanno il potere di

selezionarli. Fisher ha cercato di spiegare il costo dei caratteri maschili

formulando la teoria della selezione galoppante, un modello in 3 stadi in cui la

preferenza femminile si discosterebbe nel corso dell’evoluzione dal vantaggio

effettivo per cui la femmina ha selezionato il tratto (evoluzione coda pavone).

Anche ciò per Zahavi presenta qualche punto debole: è difficile sostenere che

il carattere svantaggioso non sia più connesso con le qualità del soggetto e

che le peggiori; poi se il segnale non fosse collegato con le qualità

dell’individuo, non si capirebbe come l’esibizione del tratto abbia effetto sulla

10

scelta del partner e sui rivali. Zahavi propone che l’azione della selezione

naturale agisca su 2 processi distinti: efficienza del singolo tratto e funziona

sulla base dell’efficacia, l’altro agisce sulla selezione di quei segnali che

apparentemente indicano uno spreco, ma comunque connessi alle qualità

individuali e consentono selezione differenziale tra individui dello stesso

gruppo. La prima selezione utilitaristica, l’altra selezione del segnale. La

selezione è diretta al vantaggio del singolo e solo tramite mediazione della

riproduzione alla specie. 2.3.UNA INTELLIGENZA MACHIAVELLICA?

COMUNICAZIONE, INGANNO E PREZZI DA PAGARE: Marler e colleghi

sostengono che il gallo domestico è in grado di fornire info errate sulla qualità

del cibo quando sono presenti femmine non familiari con cui accoppiarsi. Non

si è soliti assegnare intenzionalità a ciò. Il camuffamento sull’omocromia non

può essere considerato volontario (anche il mimetismo). Il piviere finge di

avere l’ala spezzata e lo fa anche quando il predatore ha consumato il suo

lauto pasto con le uova dimostrando rigidità di un’attività innata. Secondo

Zahavi anche le colorazioni aposematiche costituiscono un segnale e i mimi

hanno una possibilità di sopravvivenza non legata alla genuinità del segnale

ma alla disponibilità di risorse. Se in un ambiente i predatori dei mimi hanno

risorse alternative a disposizione,non tentano di riconoscere se la colorazione

è aposematica o mimata, altrimenti i tentativi vengono eseguiti, mettendo in

pericolo la sopravvivenza del mimo che, per difendersi, aveva assunto una

colorazione sgargiante. Perché ci sia un segnale bisogna almeno che ci sia

una non volontà, ma una necessità di informare il ricevente di una qualità che

non è immediatamente accessibile. Il principio della credibilità degli atti

comunicativi sostenuto da Zahavi viene messo in crisi soprattutto dal

cosiddetto inganno tattico. Secondo Whiten e Byrne sarebbe la capacità di

primati non umani di utilizzare con specifici come oggetti manipolabili o

strumenti sociali per manipolare altri membri. Hanno dimostrato che i primati

sono in grado di trarre in inganno i conspecifici quando cercano di ottenere

cibo che non potrebbero consumare per primi per motivi legati

all’appartenenza di rango o emettono segnali per fuggire. Riconoscere la

presenza di capacità mentali oggettive in animali non umani non è così

scontato soprattutto quando si ha a che fare con specie molto vicine a noi

evolutivamente. Al di là delle possibili critiche derivanti da criteri matematici

con cui è stato modellato il principio dell’handicap sembra singolare che tale

principio venga applicato a tutti i campi cognitivi che implicano qualche forma

di comunicazione. Della proposta di Zahavi stupisce la tendenza ad eludere

la specie-specificità dei comportamenti. Questo concetto è mutuato da

Lorenz dalla biologia dove indica il fatto che certi organismi sarebbero attivi

11

solo verso una determinata specie animale o vegetale. In etologia indica il

vincolo di un comportamento alla sua esecuzione. Un comportamento specie-

specifico: anatroccolo appena uscito dal guscio cerca la madre e inizia a

beccare sistematicamente il suolo anche in assenza di cibo. Non vengono

scelti e devono essere obbligatoriamente eseguiti. I segnali di cui parla

Zahavi costituiscono comportamenti specie-specifici soprattutto perché sono

profanazione diretta di vincoli biologici che condizionano uso e funzione. Un

segnale costoso permette risparmio di risorse. Zahavi non mette mai in

dubbio la capacità di un animale di comprendere le qualità di un altro animale

appartenente ad un’altra specie e questa idea della comunicazione

interspecifica è quasi del tutto estranea alle attuali discipline cognitive.

L’innovatività della proposta di Zahavi sta proprio nell’aver individuato un

livello di interazione quasi del tutto negletto,almeno negli studi sulla

cognizione animale,quello interspecifico. Ritiene interessante lo studi

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
16 pagine
10 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher inzaghino di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del linguaggio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Pennisi Antonino.