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Argomenti della lezione
Nelle analisi che Ficino ha compiuto nei confronti delle opere classiche, egli
studia anche il Simposio di Platone, un dialogo sull’amore che l’umanista rielabora.
Egli descrive l’amore-mago, dove per il filosofo la magia è considerata un sapere che
permette di conoscere il modo in cui tenere unite le cose e attrarle a sé. Il mago è
conoscitore di uomo e natura. Secondo Ficino il mondo è un vivente, come un
grande animale e l’universo è strutturato come un insieme di attrazioni. Anche il De
Vita è costruito attorno al tema della magia. Il malinconico, in quanto inquieto, può
sfociare nella follia e l’amore stesso viene considerato come una forma di follia.
Lezione successiva Consegna dei quaderni e analisi della malinconia secondo
Aristotele.
L . 19 – 16/11/2012 – La Malinconia secondo Aristotele: pt. 1
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Argomenti della lezione
Aristotele scrisse un trattatello medico dal titolo La nozione di melanconia e le
sue trasformazioni. Egli vuole capire quale sia il concilio fra malinconia e genialità: è
un testo conosciuto da Ficino e citato nel suo De Vita. Gli antichi pensavano che
nell’uomo agissero quattro umori, le cui quantità distinguevano il comportamento
delle persone. L’epilessia veniva chiamata male sacro, poiché si pensava fosse un atto
di possessione da parte di un dio, o uno spirito, o un demone. Gli effetti dell’atrabile
per l’animo umano vengono paragonati a quelli derivati dal vino e dall’ubriachezza.
Citazioni
Oltre all’orecchio sensibile esiste un orecchio mentale, in grado di captare ed
ascoltare ciò che non è sensibile. – Cit.
Lezione successiva Ancora analisi del testo aristotelico.
L . 20 – 23/11/2012 – La Malinconia secondo Aristotele: pt. 2
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Argomenti della lezione 5
Nella sua monografia della malinconia, Aristotele spiega come il vino acuisca
alcuni aspetti della personalità, portandoli all’estremo o stravolgendoli
completamente, mutando il carattere delle persone. Esso ha effetti termici e di
modifica della voce. Ma l’ubriachezza rende anormali solo per poco tempo, al
contrario della bile nera. Il testo fa parte di quei numerosi tentativi degli antichi di
costruire tassonomie del mondo in questa continua lotta degli opposti. La bile nera,
quando è in eccesso, causa numerose patologie (come la paura, dove tutto si
raffredda). Il malinconico è una personalità border-line, può assumere più
caratteri in un temperamento normalmente-anormale. La bile agisce attraverso
la voce e il respiro (pneuma), le azioni tramite le quali l’uomo si manifesta. Per essere
geni si deve avere una quantità di atrabile superiore alla media, ma questa non deve
essere troppa. L’individuo bipolare è in continua lotta fra tutte le sfumature della sua
personalità, mentre l’uomo divino riesce a trovare armonia in questo contrasto.
Citazioni
Noi siamo il risultato di un processo storico giunto all’importanza dell’individualità. –
Cit.
Lezione successiva L’amore in Ficino.
L . 21 – 28/11/2012 – L’Amore in Ficino: pt. 2
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Argomenti della lezione
Abbiamo riassunto i punti fondamentali della malinconia descritta da Aristotele. Il
temperamento malinconico porta ad una personalità instabile, ad una tendenza agli
estremi. Il genio è colui che riesce ad evitare la propria distruzione nonostante la forza
strattonante dei suoi opposti.
Guercino, proveniente dalla scuola bolognese di pittura, dipinge un’opera chiamata
Apollo e Marsia (quest’ultimo è un satiro, entità mitica che popola i boschi, metà capra
e metà uomo, come il già citato Pan. Essi rappresentano la parte irrazionale e istintiva
dell’uomo). Si stanno affrontando in una gara musicale, usando strumenti diversi:
Apollo adopera una lira a corde e Marsia un flauto a fiato. Mentre il primo è un
giovinetto di bell’aspetto il secondo ha tratti animaleschi. Il dio greco è attaccato
alle spalle dal satiro, che qui rappresenta l’istinto, le passioni più forti che
attaccano il nostro tentativo di mettere equilibrio fra i pensieri. Altra grande
differenza tra i due personaggi è il contrasto delle loro musiche: mentre Apollo è libero
di cantare, Marsia ha la bocca impegnata a
suonare il flauto. Il piano dello scontro è
anche quello della musica cantata e di
quella più pura, priva di voce. In questo
senso si può leggere il conflitto tra armonia
ed euforia (identificata da Dioniso). Tiziano,
che riprende questo tema in un omonimo
dipinto , descrive la conclusione del
(fig. 8)
mito. Apollo, vittorioso, guarda verso l’alto
mentre stringe il suo strumento a corde.
Marsia è appeso ad un albero e viene scuoiato.
È stato infine ripreso un precedente lavoro di Ficino sull’amore,
dove esso viene descritto come una patologia che può addirittura
degenerare nella follia Colui che ama pensa solo
(vedi Lezione 18).
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alla persona amata e non ha spazio per altro. L’animo è rapito dall’immagine di ciò che
si ama in un eros che si basa sulla fantasia. Tutte le energie, le passioni e gli spiriti
sono radunati attorno a questo idolo e ivi si consumano. Nel corpo fisico questo si
traduce, ad esempio, in mancanza di appetito e rifiuto della compagnia. Da questo
spesso nasce la malinconia. Ma nella cultura dell’ambivalenza rinascimentale anche
l’amore ha due facce, ne esiste uno positivo (sacro) e uno negativo, appena descritto
(chiamato profano).
Ficino è un mago e i maghi erano quei sapienti che conoscevano a fondo uomo e
natura. Essi si servono delle proprie conoscenze per mutare il mondo (a volte in meglio
e altre in peggio). La magia è una teoria delle arti (Orfeo, ad esempio, si serve
delle proprie competenze per alterare le menti degli uomini e le leggi del cosmo) e
Ficino identifica una verosimiglianza fra magia e amore.
Egli ha una concezione biologica dell’universo, non
Figura 1 - Apollo e Marsia meccanicistica. Il mago opera con cose naturali (non
demoniache) e agisce in momenti precisi (la musica va ascoltata nei momenti
d’ozio, i malati vanno curati rispettando condizioni astrologiche particolari, ecc).
L’uomo e la natura si aiutano a vicenda in un rapporto armonico e in tal modo la realtà
si trasforma e migliora sempre più. La magia è, nel suo insieme di medicina,
astrologia, musica, poesia e scienza, una scuola delle arti.
Lezione successiva Letture e ascolti.
L . 22 – 29/11/2012 – Introduzione al De Vita
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Argomenti della lezione
L’analisi dei primi capitoli del De Vita è stata preceduta dalla visione di
un’immagine. Essa rappresentava l’idea rinascimentale del cosmo, con Apollo posto
in cima come direttore di un’orchestra composta dalle muse. La concezione
del sistema è ancora geocentrica, dove ad ogni pianeta è associata una divinità,
una musa ed una particolare scala musicale. Le tre teste del serpente che attraversa
l’universo come un mostruoso monocordo sono le dimensioni del tempo (passato,
presente e futuro, riportano alla concezione della musica come arte del tempo).
Abbiamo iniziato la lettura del De Vita leggendo il proemio (dedicato a Lorenzo il
Magnifico), dove Ficino elogia le figure dei medici, siano essi del corpo o dell’anima.
Nel secondo capitolo il filosofo affronta invece il tema della cura del copro e dello
spirito. Al termine della lezione abbiamo ascoltato un brano di Monteverdi sul trionfo
dell’amore, dal titolo L’incoronazione di Poppea.
Citazioni
Dobbiamo trasformare i nostri limiti in qualcosa di positivo. – Cit.
Lezione successiva Downland, le lacrime in musica e la malinconia.
L . 23 – 30/11/2012 – Le Lachrymae di Dowland
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Argomenti della lezione
Lo spirito, nella medicina di Ficino, ha il compito di far esistere la sensibilità,
l’emotività e l’affettività. La psiche di ognuno è costruita da un mondo interno
popolato di spiriti, sostanze esili e mobili che influenzano il comportamento umano.
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Dare ascolto allo spirito significa dunque prendersi cura della nostra parte più intima,
l’armonia interiore. Successivamente è stato letto un sonetto di Cavalcanti
sull’innamoramento, rappresentato con parole di non facile lettura. In ogni verso è
inserita la parola spirito, fondamentale nell’azione erotica. Lo stesso discorso vale per
tutta la lirica del Dolce Stil Novo. Ci siamo poi collegati ad un’immagine che raffigura
la creazione del mondo, dove Dio soffia in una canna da cui nascono gli spiriti che
daranno vita a tutti i viventi. Infine il compositore elisabettiano John Dowland ha
rappresentato sonoramente la melanconia del letterato nelle sue sette composizioni
strumentali per viole e violino dal titolo di Lachrymae. Ognuna di queste opere ha
inizio con la successione di quattro note che compongono una frase melodica
discendente, quasi a simulare lo scivolare delle lacrime dall'occhio del malinconico. La
malinconia si ritrova in tutte le culture europee dell'epoca, poiché è il tratto
più distintivo del letterato rinascimentale.
Dowland ci pone di fronte ad un importante problema: cosa sono le lacrime e
come è possibile rappresentarle efficacemente in musica, senza la voce ma solo con
strumenti a corde? In un pianto tranquillo la lacrima emerge lentamente e poco a poco
invade l'occhio, che si riempie di umore. Quando la pupilla è colma il liquido trabocca e
lacrima precipita lungo il viso verso il basso per poi estinguersi, anche se il flusso
continua. È una sorta di catarsi, di purgazione: a volte il pianto ci fa stare bene, perché
attraverso le lacrime se ne vanno i brutti pensieri. Può esservi una grande dolcezza,
quasi un diletto, nel pianto. Dowland ha rappresentato il primo momento, quello in cui
l'occhio si riempie d'umore, con una nota lunga, che risuona un tempo superiore alle
altre. Nel momento in cui la lacrima scivola dolcemente verso il basso, correndo sulla
guancia, le note si susseguono più velocemente e vanno appunto verso il basso, ossia
verso il registro più grave. In breve, con quattro semplici note musicali accordate
opportunamente con misure e altezze diverse, Dowland rappresenta musicalmente la
nostra lacrima che fuoriesce dal vaso e precipita al suolo, liberando l'emozione che
l'ha provocata. Abbiamo poi collegato il senso della lacrima come mutazione
fisica dello spirito, trasformatosi da aria in acqua, spinto all’esterno dell’occhio
dall’urgenza de