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La pluralità degli ordinamenti giuridici

Per Hobbes la fonte e l'arbitro supremo del diritto è soltanto il leviatano, l'ordinamento giuridico è soltanto uno oppure non è. Hobbes ammette l'esistenza di altri ordinamenti solo in quanto esistono altri stati. La pluralità degli ordinamenti giuridici significa che il potere del leviatano è circoscritto nel tempo e nello spazio, e gli altri ordinamenti sono irrilevanti per lo stato stesso, anzi gli sono rivali. Con Hobbes vi è dunque la riduzione di tutto il diritto a diritto statuale perché solo dove c'è una volontà superiore a tutte le altre e capace di imporre colla forza l'obbedienza ai suoi comandi del diritto.

Grozio, fondatore del moderno diritto internazionale, afferma la presenza di un diritto diverso da quello statuale, i rapporti internazionali non sono rapporti di forza. A sostegno della pluralità degli ordinamenti giuridici:

-Diritto

iusgentium. Il diritto internazionale, infatti, non si risolve nel comando di un sovrano, ma è un diritto che regola i rapporti tra gli stati. È un diritto volontario, che trae la sua origine dalla volontà degli uomini. Tuttavia, esso entra in considerazione solo quando gli stati si ritengono vincolati ad esso. La teoria dell'istituzione riconosce la presenza del diritto ovunque vi sia un'organizzazione sociale. Tuttavia, riconosce nello stato la forma più evoluta della società umana. Si parla quindi di un macrocosmo giuridico. Ammettere la pluralità degli ordinamenti giuridici non significa degradare lo stato nella sua posizione particolare. Bisogna ammettere che soltanto nel potere dello stato si attua quella completa equazione tra forza e diritto che gli antichi teorici chiamavano con il nome di ius.

sovranità (il rapporto di comando e di obbedienza si presenta nell'organizzazione statuale con delle caratteristiche proprie che lo distinguono dagli altri ordinamenti). Solo lo stato può creare o produrre norme giuridiche mediante la statuazione imperativa e può imporle con la forza. Le norma degli altri ordinamenti avranno caratteristiche di direttive e saranno accettate non imposte. La sovranità contiene per definizione due attributi: la creazione e l'imposizione del diritto: questo porta al trionfo della logica spietata di hobbes (ultima vendetta del leviatano) perché, per quanto possa esistere una forza effettivamente sociale organizzata e trasformata in diritto, non riuscirà mai ad opporsi perfettamente a quella statuale.

Stato e chiesa

Hobbes: alla sovranità unica e indivisibile dello stato deve corrispondere una società unitaria. Uno il potere, unica la legge, unita la città!

La società in cui viviamo è

pluralistica o unitaria?

La prima dimostrazione che lo stato moderno non è riuscito ad attuare lo schema hobbesiano di una società italiana è l'esistenza della chiesa. La visione cristiana del mondo è essenzialmente dualistica, in quanto l'uomo cristiano è il cittadino di due città. Il dualismo fra stato e chiesa può essere concepito in due modi: dualismo di poteri, oppure contrapposizione di due società.

Nella visione medioevale stato e chiesa coincidono in un'unica società ma sorge una distinzione tra potere spirituale (norme che mirano "ad finem felicitas aeternas") e potere temporale ("temporalis tranquillitas civitatis").

La libertà religiosa è nata oltre che dal dualismo cristiano dalla volontà e dall'esperienza vissuta nel dissenso e del non conformismo.

Cavour: "libera chiesa in libero stato".

Legalità e

legittimità = criterio di validità del potere, titolo in base al quale esso emana i suoi comandi e ne esige obbedienza da coloro ai quali li rivolge, i quali a loro volta si considerano da essi obbligati. È la condizione dell'autorità, il segno più aggiunto al potere.

Teoria di Sassoferrato, Salutati: il potere può essere ingiusto, cioè tirannico, per il modo in cui viene esercitato ma anche e specialmente per un vizio d'origine, per una mancanza di titolo, di legittimità.

Max Weber: "la forma oggi più corrente di legittimità è la fede nella legalità: l'accettazione di precetti formalmente corretti e posti in essere secondo procedimenti determinati. La caratteristica del mondo moderno è di concepire l'autorità come legale. È l'idea che la legalità deve essere il fondamento dello stato a ispirare formule come quelle di stato di

diritto o rule of law. Il principio di legalità può assolvere al compito di legittimità se si specifica di quale legalità si tratta. Formula rule of law e due processo of law= legalità è intesa come attuazione della legge che assicuri tutela di determinati valori (vita, libertà, proprietà ecc...) che sono quelli che provvedono il titolo giustificativo, la legittimazione, del potere dello stato. Lo stato di diritto identifica la legalità con la legittimità. Kelsen: "il principio di legittimità è condizionato dal principio di effettività" Santi Romano: "un ordinamento giuridico illegittimo è una contraddizione in termini, la sua esistenza e la sua legittimità sono una sola cosa". Legalità non ci dice quale sia il diritto giusto e non ci dice perché sia un bene. La vecchia nozione di legittimità può render ragione della validità e

dell'obbligatorietà delle leggi che è garanzia della loro efficacia e quindi della stessa esistenza dello stato di diritto.

Il valore dell'ordine

La prima giustificazione del potere è quella che invoca la necessità dell'ordine e fa di questo il valore fondamentale dello stato. L'ordine (pace, normalità, sicurezza) è contrapposto all'anarchia. Invocare l'ordine come fondamento dello stato significa trasportare sul piano valutativo la nozione per se stessa adifora del potere come forza legalizzata.

Hobbes: lo stato si identifica con la legalità, con un ordine che garantisce la sicurezza e la pace. Questo valore supremo che gli uomini possono attuare costituisce l'essenza e il fondamento dello stesso stato.

L'ordine è un bene, un valore positivo, è ciò che distingue la bestialità dall'umanità.

Vi sono tre miti che prefigurano i nostri problemi:

  1. Storia dei

trogloditi(Montesquieu): lo stato è superfluo per gli uomini veramente virtuosi, superfluo lo stato come ordinamento coattivo ma non estraneo a un ordine alla felice epacifica convivenza umana.

La favola delle api(Mandeville): vuole dimostrare che i vizi dei singoli tornano a beneficiodi tutti, che la prosperità dello stato è fondata sulla rapacità dei suoi membri, sullosfruttamento degli uni da parte degli altri. Il male è inteso come principio stesso che ci rendesocievoli(rovesciamento dei valori).

Il mito del felice selvaggio(Rousseau): l’uomo lasciato a se stesso non ha alcun bisogno deisuoi simili ne alcun desiderio di nuocer loro, è la società che ha depravato e pervertito gliuomini. Il contratto sociale è il mezzo per cui l’uomo in società può essere altrettanto libero,questo è garanzia del cittadino da ogni dipendenza personale ed è ottenuto mediantel’alienazione totale.

dell'uomo alla comunità, cioè allo stato. Con il contratto sociale si spiana la via verso lo stato etico se non addirittura verso il totalitarismo. Il mito del felice selvaggio è anche un elogio dell'anarchia (Dederot: "felice anarchia nei calabresi). L'ordine in quanto valore si chiama giustizia. "iustitia fondamentum regnorum". Lo stato sarà autorizzato a richiedere obbedienza per il raggiungimento di un ordine definito come giusto e come tale suscettibile a obbligare coloro ai quali rivolge i comandi. Vi è l'abbandono della nozione di ordine dell'avalutatività e il salto dalla descrizione alla prescrizione (viene introdotto un criterio non solo di fatto ma di valore). Natura e convenzione. Lo stato è un ordine giusto: - incarna la giustizia (portatore di valori morali in sé stesso) Aristotele. - è lo strumento della giustizia (semplice mezzo per l'attuazione). Aristotele: lo stato

E la giustizia sono una cosa sola. L'uomo è il migliore degli animali quando è regolato da leggi e dalla giustizia. (è il fine che determina la natura degli esseri). La vita politica è lo stato naturale dell'umanità. La giustizia è un bene immanente allo stato eraggiungibile per l'uomo attraverso partecipazione attiva e fattiva alla vita politica, il corollario di tale immanenza è l'eticità dello stato. Aristotele, Hegel Stoici, Contrattualisti

Lo stato è un istituzione naturale, ha valore Carattere convenzionale dello stato: non di fine rispetto all'individuo. corrispondenza alle condizioni naturali dell'umanità e della loro strumentalità

Lo stato rappresenta la perfezione della rispetto ai valori che sono veramente naturale. stato) Lo stato, un istituzione convenzionale, ha il valore di mezzo per il raggiungimento di un determinato fine

giustizia trascendenterispetto allo stato, questo ha l'obbligo di farsi promotore e garante).Contraddizione di porre come naturali beni che sono in realtà il risultato e la presenzadell'azione dello stato: contrattualismi, stato etico.Nazione e patriaHobbes, Bodin, Machiavelli: il concetto di nazionalità non è un requisito necessario per ladeterminazione del concetto di stato (dissociazione tra concezione politica e coscienzanazionale). Lo stato non è ricollegato alla nazione l'unica cosa che conta è la sovranità.Quando la nazionalità diventa legittimità dello stato moderno?-All'inizio dell'età moderna il principato nuovo seppe valersi del sentimento nazionale per ilraggiungimento dei propri fini. Il motivo era la redenzione d'Italia, invocata nel principe.-Nel 500 in Inghilterra si assiste ad un esplosione di una coscienza contemporaneamentepolitica e nazionale, il merito fu della primaale del nazionalismo. In questo contesto, la regina Elisabetta seppe sfruttare abilmente il nascente sentimento nazionale. Utilizzando il tag html , possiamo evidenziare il nome "regina Elisabetta" nel testo: regina Elisabetta che seppe sfruttare il nascente nazionalismo. Per indicare il secolo "700", possiamo utilizzare il tag html per il pedice: Nel 700, secolo della ragione e del cosmopolitismo vi è la formazione teorica del principio del nazionalismo. Infine, per indicare l'accento sulla lettera "è" nel termine "nasciténazionalismo", possiamo utilizzare il codice html è: Nel 700, secolo della ragione e del cosmopolitismo vi è la formazione teorica del principio del nascentenazionalismo.
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A.A. 2011-2012
24 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher niobe di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Resta Eligio.