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II
La verità e l’inganno
Il fascino indiscreto della verità
In una poesia , “El principio”, L. Borges, afferma “la discussione è la sola via per
giungere alla verità”. Due persone stanno conversando, in un luogo qualsiasi dell’antica
Grecia, non importa chi siano (Socrate o Parmenide) non lottano, tra loro, per vincere o
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persuadere, hanno messo da parte la preghiera e la magia. Pensano o cercano di
pensare per giungere ad una, forse, verità. Questa conversazione è “ il fatto capitale
della storia” appunto “El principio”
Nietzsche, nel “Il crepuscolo degli idoli” 1889, dice : “la verità non esiste e nemmeno
questa è una verità”. Racconta la sua storia di verità. Un’ abbagliante parabola millenaria
attraverso la quale il mondo vero divenne favola. Idolo è ciò che finora si è chiamato
verità. Crepuscolo degli idoli…la vecchia verità si avvicina alla fine. Al riguardo
Heidegger sostiene che Nietzsche è rimasto prigioniere di un’idea di libertà come
oggettività. La domanda che resta sospesa è dunque : la nietzschiana morte di Dio è
liberazione dalla verità o liberazione delle verità?
Quid est veritas ? E’ innegabile che la questione verità e relativismi è di nuovo di
attualità in filosofia ( dopo che Kant in “ Critica della ragion pura” trovava il domandarsi
cos’è la filosofia un quesito assurdo di cui vergognarsi). La ritroviamo in autori filosofi e
non, quali:
D’Agostini Disavventure della verità, 2002
- Marconi Per la verità. Relativismo e filosofia, 2007
- Vattimo Addio alla verità, 2009
-
Ma anche in grandi autori :
Hegel : Il tutto è vero
- Adorno : Il tutto è il falso
- Nietzsche : Tutto è interpretazione
- Vico : Verum et certum convertuntur
-
L’autore è minimalista in quanto a verità. Vertà, invece, per la D’Agostini è una delle c..d.
parole straordinarie : nome “fondamentale”, “innegabile”, “intrascendibile”.
Approfondiremo il piano delle “variazioni” intorno al tema della “verità :
Verità e diritto.
La domanda è “ha senso parlare di verità quanto ai diritti
dell’uomo” ?
Gli usi non epistemologici di verità
La domanda è “ cosa è detto essere verità”? Vero è il giusto? Vero è il bello? Verità è
libertà?
Per Heidegger in “L ’essenza della verità” è la libertà!
Gli usi epistemologici della verità
La domanda è “ qual è il criterio che presiede ad un giudizio del vero? La
corrispondenza, la coerenza, l’utilità. O forse la verità non esiste e non serve?
Uso pubblico della verità
La domanda “è possibile un’etica senza verità? Dobbiamo convenire con Vico in “ Ex
legislazione philosophia che “ dal certo il vero? Pero accade talvolta che il certo si faccia
altro e dimentica la verità: Il diritto diventa allora senza verità e vi sono le catastrofi nella
storia!!!
Verità e diritto
“Authoritas non veritas facit legem” , Hobbes. De Sanctis, autorevole interprete d Hobbes
cii indica che con questa affermazione Hobbes intedeva che sono i giuristi, i teologi, i
dottori di cose morali a fare la legge. Non è dunque la verità a produrre la legge.
Verità, diritto e processo 4
Diego Marconi, sulle ragioni e le funzioni del processo penale, confronta due testi della
Corte costituzionale. Nel 1992 la Corte costituzionale indica come fine primario del
processo penale : la ricerca della verità.; nel 1998, diversamente : l’accertamento
giudiziario dei fatti di reato e delle relative responsabilità. Al riguardo Marconi si è chiesto
quale fosse la portata delle formule, quanto a verità e giustificazione.
Ritornando a diritto e verità ricordiamo due lavori importanti. Haberle in “Diritto e verità”
affida a noi questo messaggio : la scienza del diritto è scienza della cultura. E ciò è un
presupposto ineludibile per il problema della verità nello Stato costituzionale. Per Haberle
non è possibile uno stato costituzionale senza ricerca della verità. Possiamo dire che la
ricerca della verità si deve porre come valore in uno Stato costituzionale? Per lo Stato
costituzionale vi sono però le verità al plurale che connettono libertà democrazia giustizia
bene comune.
Tutt’altro per Dennis Patterson in “ Diritto e verità”. Si tratta di un autore che si pone
questioni cruciali (cosa vuol dire che una proposizione giuridica è vera?) lo fa con
l’obiettivo di demolire ogni impostazione volta a fondare il diritto su qualcosa che si
presupporrebbe assolutamente solido, esaustivo vero al di la di ogni dubbio. La sua tesi
è che il diritto è essenzialmente una pratica argomentativa : un processo all’interno del
quale i significati si definiscono in ragione delle interazioni stesse. L’argomentazione
giuridica è l’essenza del diritto.
Per l’autore verità e diritto è, innanzitutto, interrogarsi su se si dia verità in quanto ai “
diritti dell’uomo” cioè per quale ordinamento ha senso porre una questione di “verità” in
quanto ai diritti dell’uomo? Per il diritto valore, il diritto effettività, il diritto-validità? Ancora
si chiede per quali criteri epistemologici di verità : per la verità quale corrispondena ;
secondo un criterio meramente coerentista di verità, o infine facendo capo solo ad un
criterio discorsivo-pragmatico? (come Patterson).
Gli usi non epistemologici di verità
*
Gadamer in “Verità e metodo” sostiene che : non è il metodo che ci conduce nella
conoscenza della verità, ma al contrario, è la verità che apre, e indica quale debba
essere, per “ il giusto metodo la via”. Verità qui signifca tante cose : esperienza, vita ,
arte, diritto, storia. Il suo assunto è dal linguaggio non si esce.
La verità dell’epistemologia
La verità in epistemologia convoca tre luoghi : la mente (se si vuole l’io o il pensiero) il
linguaggio, il mondo.
Mente vuol dire pensiero, spirito, soggetto fino alla funzione cervello della filosofia e delle
scienze cognitive ; il linguaggio sta per un ‘infinità di cose; il mondo è l’oggetto, il
fenomeno, gli stati di cose, ciò che accade incluso il detto intorno ai fatti per dirla con la
filosofia “ l’essere” (un quid, qualcosa da conoscere). E’ evidente che il modo di intendere
e di usare le parole anzidette o il fatto di conferire ad una di esse il “primo piano” riscriva
il campo dei significati e il ruolo di linguaggio e mondo. Ma è difficile immaginare le
combinazioni in astratto possibile, fuor di luogo pensare ad una loro ricostruzione storica.
Può essere interessante invece i criteri con i quali si giunge in epistemologia ad un
criterio di verità:
verità è corrispondenza quando la mente dice qualcosa del mondo tramite il
- linguaggio
verità è coerenza si dice verità secondo coerenza quando la mente riassorbe
- linguaggio e mondo (o anche quando è il linguaggio a riassorbire in sé io e
mondo.
Verità è felicità pragmatica o utilità quando io e linguaggio sono riassorbiti nel
- mondo nelle pratiche. 5
Possiamo considerare questi criteri un sorta di piccolo codice quanto a verità
epistemologica e diritto. Il diritto è cosa del giurista (io e/o mente) , è cosa del
linguaggio, o è cosa del mondo?
L’autore non solo condivide con la D’Agostini la straordinarietà della parola verità ma
aggiunge che, non solo il nome, il concetto di verità è un nome intrascndibile e
fondamentale (come storia, linguaggio, pensiero, Dio) ma questi nomi si trascendono l’un
l’altro nello spazio della ragione nello spazio intrascendibile, non oltrepassabile della
“condivisione del senso”. Ma la verità all’opera sembra essa stessa filosofia. E’ filosofia?
Tutte le verità muovono da essa, anche quando assumono di negarla. Questo è la
ragione afferma l’autore la parola verità è tra gli innegabili e gli intrascindibili.
Extra veritatem, nulla salus o nulla filosophia! Dalla verità non si esce . Salvo che non si
accetti il mito o non sia il mito a decidere di noi.
L’altra verità : la verità e il dibattito pubblico. Nel dibattito pubblico vi sono anche i
crocicchi, i bar-sport della Padania, i media, i social network, i luoghi della politica, le
accademie, i santuari, gli altari e…piazza S. Pietro. In questi luoghi, oggi, la verità vi sta
esecrata e santificata!!
D. Marconi, al riguardo, ha argomentato in “Per la verità “ contro le paure e le
drammatizzazioni della verità. Ha distinto con cura verità e giustificazione, tra verità e
credenza , tra verità e certezza.
F. D’Agostini sostiene che il nichilismo è esso stesso l’ambiance caratteristica di qualsiasi
situazione democratica : i Greci avrebbero creato con la democrazia anche l’antitodo per
il suo male : la didattica e le tecniche argomentative. Il pozzo è oggi molto avvelenato ha
scritto la D’Agostini!
Il punto sostiene l’autore è questo : sono i cittadini in quanto elettori i soggetti da
avvertire e fare consapevoli degli argomenti e delle tecniche di smascheramento delle
fallacie? E’ questo esercizio che ci farà liberi? Al di la dello scetticismo c’è. Come dice
Heidegger la verità si fa vedere e si nasconde, da compagna silente indispensabile ad
ogni vita. Nella storia degli uomini quando l’urgenza di verità si impone vanno attivati i
Tribunali/Commissioni come fu per Norimberga.
E’ la verità il custode della Costituzione?
L’autore precisa che per il tema non ha certezze e..nemmeno un discorso giunge ad un
fine. Si tratta di suggestioni, impressioni di lettura, qualche idea. Ma i sostenitori di un
diritto senza verità aumentano. Ricordiamo : Natalino Irti in “Diritto senza verità”. Anna
Pintore “Il diritto senza verità”.
Amedeo Conte in “Il nome della verità” (2001) si è interrogato sul valore semantico