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Riassunto esame Filosofia del Diritto, prof. Montanari, libro consigliato Capire l'Oggi Pag. 1
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Uno sguardo sulla storia recente

Il '900 è stato un secolo che ha subito mutamenti drastici, sia sul piano politico che su quello sociale, mutamenti che non possono essere compresi a pieno dalle nuove generazioni, ma solo da coloro che lo hanno vissuto. Non si tratta solo di grandi eventi, quali la caduta del muro di Berlino (9/11/1989), la nascita del terrorismo internazionale, la formazione dell'Unione Europea, ma anche eventi apparentemente di poco valore che hanno portato ad un distacco sempre più profondo tra i giovani e gli anziani. Il "tempo della storia" è rappresentato dal nascere e dal morire delle generazioni nel senso che viene costituito dalla vita di tutti i giorni dell'uomo comune, dal grande e dal piccolo, dal famoso e dall'ignoto, da coloro che sono già morti e da noi che lo saremo. La "consapevolezza del tempo" sta nel rendersi conto che il domani è in gran parte dipendente dall'oggi.così come l'oggi dipende da ieri. Questi passaggi sono individuabili da noi uomini solo nel momento in cui riusciamo a vivere i fatti, entrandoci dentro come pezzi di vita vissuta, non semplicemente conoscendoli in maniera astratta. Storicamente parlando, l'evento che più di ogni altro ha stravolto il '900 sono le due guerre mondiali (1914-1918 e 1939-1945) che hanno coinvolto l'intero scenario europeo e americano, tralasciando altri Stati, oggi vittime di guerre civili e povertà. Tali guerre mondiali hanno distrutto intere generazioni di giovani, che potrebbero essere coloro che oggi popolano scuole ed università, e di quarantenni, che potrebbero, invece, essere i genitori dei suddetti studenti. Ciò accadde perché tutto era mosso da un forte ideale politico: l'indipendenza nazionale e la libertà da un altro Stato o sovrano assoluto o classe al potere. Questo è il motivo di milioni di morti. Ma oggi quale giovane

andrebbe a morire per una bandiera? Ciò non dipende dal coraggio del singolo, ma dal fatto che ormai tra di noi non vi è più il valore del "politico". Tra il 1917 e il 1936 sono nate in Europa quattro dittature: sovietica in Russia, fascista in Italia, nazista in Germania e franchista in Spagna, che misero così in discussione il modello democratico parlamentare e portarono al dibattito politico per scegliere chi doveva decidere e per giungere alla sua legittimazione, cioè alla sua legalità. Un esempio importante può essere la crisi della Repubblica di Weimar (1923) con la quale si doveva decidere se doveva continuare a governare la Legge, cioè il Parlamento, o era necessaria la presenza di un Fuhrer per contrastare la crisi economica e sociale che stava investendo il paese tedesco. Ciò oggi è alquanto assurdo dato che risulta ormai scontato il modello liberal-democratico. Qui trovano collegamento due teorie:

  1. la

"teoria della norma" di Kelsen (normativistica) che rappresenta il valore del Diritto e la forza della Legge.

2) la "teoria della decisione personale e giusta" di Schimitt (decisionalista) che rappresenta, invece, il potere della Decisione e la forza della Volontà.

Vero è che tali problemi relativi al dibattito politico sono ormai superati, ma è anche vero che vi sono altri grandi problemi del tutto nuovi (possesso delle fonti di energia, inquinamento, divario Nord-Sud, genetica, tecnologia, terrorismo, energia atomica) che però non vengono affrontati come una volta dall'Europa, quasi come se questa si basasse ormai su pensieri altrui. In passato il "popolo" aveva la possibilità di essere informato sugli eventi che lo circondavano; oggi, invece, vi sono milioni di morti "ingiustificati" nel senso di non fondati su pensieri ai quali aderire. Ciò ha portato le generazioni di oggi a vivere il presente come

se fosse totalmente estraneo al passato, rendendole ignoranti ed insensibili e quindi incapaci di comprendere. Tutto ciò è dimostrabile con banalissimi esempi:

  1. gli abiti. Un tempo donne e uomini vestivano sempre in modo elegante, ricchi o poveri che fossero, e a mare andavano con costumi che mantenevano ancora una certa riservatezza. Oggi si punta sempre più ad abiti comodi e "trascurati" che non badano affatto al pubblico e fanno sì che gli abiti eleganti vengano sfoggiati solo nel privato, mentre a mare vi sono sempre più "minicostumi".

  2. le divise militari. Prima raffinate ed eleganti, soprattutto per gli ufficiali, sono ora più sobrie ed adattate alle armi, alle guerriglie ed al terrorismo.

  3. stile della comunicazione. Privilegiava prima l'uso della lettera e del telefono che hanno portato inevitabilmente alla cura della grafia e del linguaggio usato per rivolgersi ad altri. Oggi, invece, vengono usati maggiormente SMS ed

e-mail che hanno modificato fortemente l'utilizzo della grammatica e della forma stilistica.

4) strumenti della scrittura. Prima primeggiava l'utilizzo della penna, sostituita, ancora non definitivamente, dalla scrittura digitale.

2) SICUREZZA E LIBERTÀ

Ciò che interessa oggi maggiormente è la sicurezza dell'individuo e della collettività: la prima legata all'emancipazione del soggetto da ogni forma di potere politico assoluto, la seconda che si ricollega direttamente alla prima proprio perché di "sicurezza sociale in una società di uomini liberi" si tratta e perché l'interesse di un gruppo prevale sempre su quello del singolo.

Nelle Costituzioni Otto e Novecentesche si puntava molto sul rispetto dell'ordine pubblico, come strumento di salvaguardia sociale, ma oggi ciò non è più sufficiente a causa della tecnologia che ha innalzato il livello dei rischi sociali.

In tal modo tutto, nel tempo,

andrà nelle mani di organizzazioni specializzate che non agiranno democraticamente, ma solo secondo logica, come sostenne lo storico Hobsawn in una conferenza al Birkbeck College, nel 2006, affermando che un giorno l'economia non consisterà più nel prestarsi servizi a vicenda, ma nell'essere fondata su una massa di lavoratori impegnati a controllarsi a vicenda. Oggi la società risulta ormai abituata ad una libertà individuale gratuita che permette a ciascuno di fare scelte utili e vantaggiose per sé stesso e fa sì che vi sia una diffusa indifferente accettazione della realtà, considerata sotto vigilanza del modello democratico liberale. Ciò potrebbe portare, ad esempio, ad una perdita di controllo su tutti coloro che lavorano nell'ambito tecnologico: questi soggetti è giusto che siano responsabili del loro operato davanti alla società ed al suo ordinamento ed è perciò necessario che la

loro funzione pubblica sia fondata su norme costituzionali. Un ulteriore problema è dato dal terrorismo internazionale. Il terrore è sempre stato presente in ogni epoca storica ed ha sempre portato con sé due caratteristiche: imprevedibilità ed innocenza della vittima. Quest'ultima, infatti, non ha specifiche colpe, ma, in questo contesto, solo un significato simbolico, costruito nella mente dell'attore del terrore, che non sempre è identificabile.

Vi sono due tipi di terrore:

  1. rivoluzionario, che si inserisce in un progetto politico alternativo e dove l'attore è il rivoluzionario, mentre la vittima è la classe sociale da sopprimere. Qui qualsiasi mezzo diviene accettabile, anche se non sempre lecito, perché si tiene conto dell'eccezionalità della situazione nella quale si opera.
  2. delle guerre civili, dove vi possono essere due o più fazioni, tutte ricorrendo alla violenza dimostrativa, giustificata dal
fatto che uno dei soggetti in lotta non è identificabile perché si confonde tra i civili. Ciò fa venir meno la parità delle posizioni nello scontro e fa sì che non siano prevedibili atti di difesa o offesa. La controparte, apparendo come soggetto civile che si oppone con la violenza, diventa un comune criminale da punire in modo esemplare, insieme a tutti coloro che lo hanno direttamente o indirettamente sostenuto. In tutto ciò, l'arma che dimostra l'effettività del potere è la paura. Gli elementi che si sono aggiunti al fenomeno terrorismo sono: 1) globalizzazione, che ha abolito i confini nazionali e reso il fenomeno non più un avvenimento eccezionale e funzionale al suo obiettivo qual era prima. 2) regolamentazione dei conflitti in modo pacifico, garantita da organismi sovranazionali, quali l'ONU, ai quali hanno aderito anche Stati che continuano a non rinunciare all'effettività del proprio potere e popoli.

privi di uno Stato di riferimento, che non liriconoscono.Tutto ciò va a modificare anche l'idea di "guerra giusta", che va così anche ad includere leguerre attuate preventivamente per battere sul tempo chi potrebbe attentare all'ordinesovranazionale.

3) POLITICA ED ECONOMIA

D'avvento della globalizzazione è visto da tutti sicuramente come fonte di nuove enormiopportunità, soprattutto per coloro che sono titolari di capitali economici, ma vi sono ancheeffetti svantaggiosi. L'attuazione del libero mercato, ad esempio, ha portato ad unamaggiore concorrenza, sì, ma all'abolizione di qualsiasi sostegno statale; tutto il contrario diciò che prevedeva il vecchio Welfare State, che, grazie all'intervnto pubblico, riequilibravale disuguaglianze sociali.

Un esempio può essere la nascita della "Cassa per il Mezzogiorno" con la quale ci si posel'obiettivo di aiutare il Sud utilizzando aiuti

finanziari a fondo perduto, o l'emissione di titoli di Stato che compensavano le perdite dei risparmi familiari (anche se poi si sono rivelati disastrosi). Con la nascita dell'Unione Europea, però, si è giunti alla moneta unica, l'Euro, che ha portato all'esclusione di qualsiasi intervento politico a sostegno dell'economia interna, quindi da un lato si ha il divieto dell'intervento pubblico nelle economie interne, dall'altro l'omogeneità di regole di comportamento economico. Il punto è che concorrenza significa che la pluralità effettivamente competitiva deve avere parità di forza contrattuale, ma, così com'è ora la situazione, ciò non si verifica in quanto vi sono pochi soggetti sul mercato che quindi si accordano tra loro per migliorare i guadagni, diminuire i costi ed eliminare i rischi di competizione. Tutto ciò vale, però, solo per una parte del mondo; il resto si.ritrova purtroppo in uno stato più o meno grave di povertà sociale. Vi sono due autori che si sono occupati del problema: Rifkin.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
5 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Montanari Bruno.