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Materiale e immateriale: la politica necessaria
1. Uno sguardo sull'oggi: la "globalizzazione"
Globalizzazione: da un lato si registra l'entusiasmo di chi nella globalizzazione individua il darsi di nuove ed enormi opportunità soprattutto per i soggetti titolari di capitali economici, dall'altro questo fenomeno apre il problema normativo della grandezza accettabile delle loro dimensioni strutturali, al fine di garantire il permanere di un regime di concorrenza. La questione "globalizzazione"
presenta
dunque
due
versanti:
quello
politico
e
quello
economico.
Quanto
al
primo
esso
coinvolge
e
deforma
fino
a
renderle
impotenti
le
istituzioni
politiche
che
hanno
costituito
l’asse
portante
della
storia
recente
e
meno
recente
del
mondo
occidentale.
Vi
è
l’arretramento
della
politica
di
fronte
all’operare
transterritoriale
dell’economia,
come
dire
in
altre
parole
che
un
problema
di
natura
socio-‐economica
che
un
tempo
si
sarebbe
posto
naturalmente
viene
affrontato
adesso
attraverso
categorie
teoriche
di
analisi
squisitamente
economiche.
Ciò
accade
per
due
ragioni:
la
prima
è
che
la
moneta
circola
con
maggiore
facilità
di
quanto
possono
venire
a
contatto
e
dialogare
tra
loro
istituzioni
politiche
appartenenti
ad
ambiti
territoriali
diversi.
La
seconda
è
che
alla
effettività
dei
processi
economici
non
corrisponde
un’adeguata
attualità
ed
efficacia
dei
processi
politico-istituzionali di controllo, con finalità sociali.
Il primato della negoziazione economico-finanziaria incide sulle categorie politiche. Pensiamo all'accordo tra il governo turco e un consorzio di società petrolifere per la costruzione di un oleodotto sul territorio turco nel quale le necessità economiche sono state considerate prevalenti sulle norme di diritto statuale interno concernenti l'impatto ambientale. Il governo turco ha accettato di
sacrificare
a
finalità
economiche
una
porzione
della
propria
sovranità
territoriale.
La
globalizzazione
si
caratterizza
dunque
per
la
prevalenza
dell’economico
sul
politico;
tale
prevalenza
si
esplica
materialmente
attraverso
una
dominanza
delle
decisioni
dettate
dalle
regole
del
profitto
su
quelle
improntate
da
ragioni
di
giustizia
sociale.
Le
decisioni
politiche
sono
sempre
decisioni
discrezionali
di
soggetti
istituzionali
e
sono
rette
da
criteri
di
legittimità
democratica;
quelle
economiche
sono
prese
da
soggetti
privati,
per
i
quali
la
qualità
di
democratico
è
del
tutto
irrilevante
o
di
fatto
inesistente.