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K. R. POPPER – LOGICA DELLA SCOPERTA SCIENTIFICA
1. SGUARDO SU ALCUNI PROBLEMI FONDAMENTALI
Popper suggerisce che il compito della logica della scoperta scientifica è quella di
analizzare il metodo delle scienze empiriche. In questo campo, lo scienziato costruisce
delle ipotesi e sistemi di teorie e li confronta con l’esperienza attraverso l’osservazione
e l’esperimento.
Le teorie scientifiche sono fondate su asserzioni universali e abitualmente si giunge
ad esse per induzione. Ma questo processo è sbagliato secondo Popper poiché dal
fatto che molti cigni sono bianchi non si può dedurre in maniera certa e necessaria che
tutti i cigni sono bianchi. Egli sostiene che il metodo induttivo è un metodo
antieconomico e mai definitivo: piuttosto che ricercare tanti cigni bianchi, basta
trovarne uno nero; ed inoltre per quanti cigni bianchi possa incontrare nessuno può
escludere che da qualche parte non ne esista uno nero.
Popper critica due tipi di induzione: l’induzione per enumerazione (conto i cigni e
tiro fuori la regola) e l’induzione per eliminazione (attraverso la quale si mettono
due teorie contraddittorie a confronto). La tendenza tra gli scienziati del tempo era
quella di confrontare due teorie per arrivare alla conclusione che una delle due doveva
essere certamente vera. In realtà questo è un errore perchè potrebbe esisterne una
terza. L’induzione allora non è una tecnica scientifica: l’induzione si basa sul principio
di verificazione, ossia della continua conferma di una teoria già sviluppata e
accettata.
Secondo Popper non esiste nessun metodo logico per cui avere nuove idee. Da una
nuova idea, avanzata per tentativi e non ancora giustificate, si traggono conclusioni
tramite la deduzione logica. Successivamente
queste conclusioni vengono confrontate l’una con l’altra in modo da trovare quali
relazioni logiche esistano tra di esse.
Se le singole conclusioni si rivelano accettabili o verificate, la teoria ha
temporaneamente superato il controllo; se le conclusioni sono state falsificate, allora
si falsifica anche la teoria da cui le conclusioni sono state dedotte logicamente.
Il problema principale per cui Popper rifiuta la logica induttiva è perché essa non
fornisce un criterio di demarcazione appropriato.
Secondo Popper il sistema chiamato scienza empirica è destinato a rappresentare
soltanto un mondo: quello dell’esperienza. Popper distingue 3 esigenze che il sistema
empirico dovrà soddisfare:
- Dev’essere sintetico, così che possa rappresentare un mondo non
contradditorio (possibile);
- Deve soddisfare il principio di demarcazione, cioè deve rappresentare un
mondo di esperienza possibile;
- Dev’essere un sistema che si distingue da altri sistemi (l’unico che
rappresenta il nostro mondo di esperienza). 3
L’uso che Popper fa dei termini oggettivo e soggettivo non è lontano da quello di
Kant. Per Kant la parola oggettivo indica che la conoscenza scientifica dev’essere
giustificabile: una giustificazione è oggettiva se può essere sottoposta a controllo e
può essere compresa da chiunque.
Secondo Popper le teorie scientifiche non sono mai completamente giustificabili e
verificabili ma possono essere sottoposte a controlli.
La parola soggettivo è applicata da Kant ai nostri sentimenti d convinzione; infatti,
un’esperienza soggettiva un sentimento di convinzione non possono mai giustificare
un’asserzione scientifica.
2. IL PROBLEMA DI UNA TEORIA DEL METODO SCIENTIFICO
L'epistemologia è per Popper "la dottrina del metodo scientifico". Il metodo scientifico
è ciò che rende possibile un'impresa rivolta a trovare spiegazioni soddisfacenti.
«Per spiegazione (e spiegazione causale) si intende un insieme di asserzioni, una delle
quali descrive lo stato di cose che si deve spiegare (l'explicandum), mentre le altre, le
asserzioni esplicative, costituiscono la "spiegazione" nel senso più stretto della parola
(l'explicans dell'explicandum).»
Le spiegazioni non dovranno essere ad hoc, cioè non dovranno essere escogitate,
come facevano gli antichi, ricorrendo ad un principio non indipendente dal fenomeno
Spiegare un mare agitato dicendo che ciò dipende dalla furia del dio del mare
stesso.
Nettuno, rappresenta un tipo di argomentazione circolare che non spiega nulla e lascia
insoddisfatti.
Una spiegazione realmente soddisfacente impone che l'explicandum sia connesso ad
una questione reale, o di fatto. Bisogna che le asserzioni che costituiscono
l' explicandum, siano indipendenti dall'explicans.
La spiegazione causale è la deduzione da una legge universale adatta alla dinamica
dell'evento che si vuole spiegare. «Per esempio, possiamo dire di aver dato una
spiegazione causale della rottura di un certo pezzo di filo se abbiamo trovato che il filo
ha una resistenza alla trazione di 1/2 kg, ed è stato caricato con un peso di 1kg.»
L'analisi dell'evento “rottura di un filo” conduce Popper alla definizione degli
ingredienti necessari alla spiegazione causale completa:
- Asserzioni universali;
- Asserzioni singolari, «che valgono per l'evento specifico in questione e che
chiamerò "condizioni iniziali".
Dalle asserzioni universali, insieme con le condizioni iniziali, deduciamo l'asserzione
singolare: "Questo filo si romperà". Diciamo che quest'asserzione è
una predizione specifica, o singolare.»
Le condizioni iniziali descrivono la causa. La predizione anticipa l'effetto. Ma Popper
vuole evitare l'uso di tali termini, considerati metafisici.
Il metodo scientifico tratta della scelta dei metodi, cioè delle decisioni sul modo in
cui si devono trattare le asserzioni scientifiche.
Stabilire regole appropriate per ciò che Popper chiama metodo empirico, è
strettamente legato con il concetto di demarcazione: egli propone di adottare regole
tali da assicurare la falsificabilità delle asserzioni scientifiche.
Può esistere una teoria delle teorie, cioè una teoria delle regole con le quali costruire
teorie? Popper risponde operando una distinzione: dipende dal nostro
atteggiamento nei confronti della scienza. I positivisti vedono nella scienza un
sistema di asserzioni che soddisfano determinati criteri logici quali la significanza e la
verificabilità. Popper non è soddisfatto dall'approccio neopositivista, pur essendo
«prontissimo ad ammettere la necessità di un'analisi puramente logica delle teorie».
Se si caratterizza la scienza empirica unicamente ricorrendo alla struttura logica, «non
saremo in grado di escludere da essa quella forma predominante di metafisica che
risulta dall'elevare al grado di verità incontrovertibile una teoria scientifica 4
sorpassata.»
Per Popper, dunque, la metodologia stessa non è una scienza empirica e non si può
ricavare dalle esperienze.
Le regole metodologiche sono convenzioni. Esse sono le regole del gioco della
scienza empirica e «differiscono dalle regole della logica pura quasi quanto ne
differiscono le regole degli scacchi, che pochi considererebbero come facenti parte
della logica pura.»
Credo che Popper si riferisse esclusivamente alle regole, e non alle tattiche di gioco,
considerato che il gioco stesso potrebbe essere definito come il trionfo di una logica
applicata in un contesto di regole ferree.
Popper fa due esempi di regole di metodo. Chi, un bel giorno,
1) Il gioco della scienza è, in linea di principio, senza fine.
decide che le asserzioni scientifiche non hanno più bisogno di nessun controllo, e si
possano ritenere verificate definitivamente, si ritira dal gioco.
2) Una volta che un'ipotesi sia stata proposta e controllata e abbia provato il
suo valore, non dovrebbe più, senza una "buona ragione", poter scomparire
Una "buona ragione" può essere, per esempio, la sostituzione
dal posto che occupa.
all'ipotesi di un'altra ipotesi meglio controllabile, o la falsificazione di una delle
conseguenze dell'ipotesi.»
C'è da notare che per Popper, la connessione tra le varie regole metodologiche non è
strettamente deduttiva, cioè logica. Certo, in primo luogo si dovrà formulare una
«regola suprema che serve come una specie di norma per decidere sulle regole
rimanenti». Questa regola delle regole dirà che le regole «devono essere progettate in
modo tale da non proteggere dalla falsificazione nessuna asserzione della scienza.»
Il controllo di una teoria scientifica si sviluppa secondo quattro procedimenti che
Popper descrive così: «Per primo viene il confronto logico delle conclusioni tra
loro: confronto per mezzo del quale si controlla la coerenza interna del sistema. In
secondo luogo viene l'indagine della forma logica della teoria, il cui scopo è
quello di determinare se la teoria abbia carattere di teoria empirica o di teoria
scientifica, o se sia, per esempio, tautologica. In terzo luogo viene il confronto con
altre teorie, il cui scopo principale è quello di determinare se la teoria costituisca un
progresso scientifico, nel caso che sopravviva ai vari controlli a cui l'abbiamo
sottoposta. E infine c'è il controllo della teoria condotto mediante le
applicazioni empiriche delle conclusioni che possono essere derivate da essa.»
3. (4) LA FALSIFICABILIT À
Popper pone al centro dell'epistemologia la fondamentale asimmetria
infatti, per quanto
tra verificazione e falsificazione di una teoria scientifica:
numerose possano essere, le osservazioni sperimentali a favore di una teoria non
possono mai provarla definitivamente e basta anche solo una smentita sperimentale
per confutarla. Da singoli casi particolari non si potrà mai ricavare una legge valida
sempre e in ogni luogo, proprio perché non possiamo fare esperienza dell'universale.
L'universalità è invece qualcosa di a-priori che noi proiettiamo sulla realtà.
La falsificabilità è anche il criterio di demarcazione tra scienza e non scienza:
una teoria è scientifica se, e solo se, essa è falsificabile. Che una teoria sia
falsificabile significa che deve essere espressa in forma logica e deduttiva, tale da
partire da un asserto universale per ricavarne, in maniera rigidamente concatenata,
una conseguenza particolare, controllabile empiricamente.
La critica mossa a Popper al criterio di verificazione va di pari passo con la sua critica
all'induzione (verificazione e induzione per lui sono legate indissolubilmente): per 5
quanto numerosi possano essere i sing