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Filosofia del linguaggio - scissione di a priori e necessario in Kripke Pag. 1
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ma non per questo è necessaria: di modi per fissare una referenza ce ne sono diversi, alcuni possono

anche rivelarsi falsi ed essere rimpiazzati nel corso del tempo, ma più fondamentalmente è la stessa

fissazione della referenza a non essere sempre necessaria. Per render chiaro il punto può forse

essere utile riferirsi all’altro esempio cui Kripke accenna in alcuni passi del testo, quello della

definizione di 100º come temperatura in corrispondenza della quale l’acqua bolle. Anche in questo

si ha a che fare con un’affermazione a-priori in quanto non si tratta dell’applicazione di significati o

nessi di significati (ipotesi) alla realtà fattuale ma di una loro istituzione all’interno della

dimensione propriamente linguistica. In un primo momento questa definizione può dunque essere

espressa dal condizionale “se l’acqua bolle, allora la sua temperatura è pari a 100º”; tuttavia in

seguito, attraverso criteri derivati di misurazione (ad esempio la dilatazione del mercurio all’interno

di un’asta graduata), si scopre che questa definizione è falsa: non sempre l’acqua bolle a 100º. A

questo punto la si potrebbe correggere introducendo altre condizioni come l’altitudine, oppure

sostituirla con definizioni più esatte (ricorrendo ad esempio al termometro); ad ogni modo quella

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che era una definizione a priori è stata messa alla prova dell’esperienza e falsificata . L’esempio

della temperatura di 100º mostrerebbe allora che non tutte le affermazioni a-priori sono necessarie e

che la scienza tende continuamente a renderle più esatte e generali; anche per la definizione di

metro si è sviluppato un processo analogo per cui oggi non viene più identificato dalla barra

campione conservata a Parigi ma dalla distanza percorsa dalla luce nel vuoto in un intervallo di

tempo pari a 1/299 792 458 di secondo. In generale questo discorso non vale soltanto per i concetti

astratti tanto della fisica quanto della matematica ma anche per quelli che, ricorrendo

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all’espressione di John Searle, possiamo chiamare “fatti istituzionali” . Tra gli esempi cui ricorre

per chiarire il concetto c’è quello del denaro, e può forse essere utile prenderlo in considerazione

anche rispetto alla questione trattata da Kripke. Immaginiamo ad esempio una situazione in cui un

bambino ci chieda che cos’è “un euro”; probabilmente gli risponderemmo mostrandogliene uno,

oppure descrivendolo in modo sufficientemente dettagliato o ancora dicendo che cosa ci si può

comprare. Secondo Kripke però così facendo non avremmo fornito descrizioni dell’oggetto in

questione ma soltanto modi di localizzarlo all’interno di un certo contesto; ognuna di queste risposte

manca per così dire di pertinenza perché non risponde alla domanda del bambino e l’oggetto resta

dietro le proprietà accidentali che gli vengono attribuite, sia che questa attribuzione avvenga a-priori

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o a-posteriori . Tuttavia, per quanto imperfette, queste sono le uniche risposte che possiamo dare

per alcune categorie di nomi (innanzitutto i nomi propri e i cosiddetti nomi di genere e di fenomeno

naturale), in quanto per ogni loro possibile definizione è possibile immaginare un mondo in cui essa

non valga pur esistendo l’oggetto in questione. In altre parole si tratta di riconoscere uno statuto

Ci si può chiedere se ad essere falsificata sia ancora un’affermazione a priori o se questa sia divenuta a posteriori nel

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momento in cui è stata sottoposta a verifica sperimentale attraverso un altro metodo di misurazione, ma non bisogna

comunque dimenticare che quest’ultimo è in un certo senso derivato da quello precedente; ciò che è effettivamente a

posteriori è la scoperta che la temperatura di ebollizione dell’acqua non è sempre la stessa, ma che sotto determinate

condizioni corrisponda a 100º è una determinazione ancora a priori.

“There are portions of the real world, objective facts in the world, that are only facts by human agreement. In a sense there

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are things that exist only because we believe them to exist. I am thinking of things like money, property, governments, and

marriage […] Institutional facts are so called because they require human institutions for their existence. In order that this

piece of paper should be a five dollar bill, for example, there has to be the human institution of money” (John R. Searle, The

Construction of Social Reality, New York: Free Press 1995, pagg.1-2).

In alter parole: l’oggetto è più delle descrizioni che possono esserne date; o anche, da un punto di vista semantico: il

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significato di determinate nomi è più delle parafrasi che possono esserne date.

Dettagli
A.A. 2011-2012
3 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Gennaro Caruso di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del linguaggio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Cosentino Maria Erica.