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Il diritto fraterno

Eligio Resta

  • Il compito infinito: Kelsen afferma che il "compito infinito" del giurista consiste nello smantellamento della sovranità degli stati, poiché questa produce quell'egoismo dell'appartenenza che è alla base della guerra; il diritto deve quindi essere pensato come riferito alla civitas maxima e non ai singoli stati.
  • Il riconoscimento: Gli amici possono essere anche sconosciuti, ma potrebbero in ogni momento essere riconosciuti. Il riconoscimento è un manifestarsi della consapevolezza in seguito all'accadimento di qualcosa di significativo, ma si presuppone che l'amico esistesse già: l'amicizia è un mondo di possibilità indipendente dalla sua manifestazione. La riconoscenza, invece, è qualcosa di nuovo, crea nuove realtà, Simmel la descrive come "un meccanismo di creazione del legame sociale dovuto al sentirsi obbligati verso qualcuno che non si"
potrà mai ripagare".
• Cristalli di Massa: L'amicizia ha un carattere ambivalente poiché diventa luogo insieme di inclusione e di esclusione e, attraverso la definizione dell'estraneità e dell'inimicizia, essa si ritrova a prescrivere la comunità rendendola al contempo impossibile. Le distanze che gli uomini hanno creato intorno a sé sono dettate dal timore di essere toccati, dice Canetti, anche nell'intimità l'avvicinarsi a qualcuno segue, infatti, precisi divieti. L'elemento della solidità accomuna tanto il senso della solitudine, l'essere individui isolati, quanto quello della solidarietà, l'essere compatti, indivisibili; cerchiamo distanze e differenziazioni ma poi le revochiamo cercando e dando solidarietà (comportamento che Simmel descrive parlando del fenomeno della moda). Si può diventare massa e, quindi, rinunciare all'individualità senzaperdere tutto, facendolo tutti insieme e non isolatamente, è quello che avviene anche per la formazione dei cristalli, dove c'è attrazione e coesione di particelle isolate che si accorpano, rimanendo, così, isolate dal resto e unite all'interno.
  • L'amicizia: Si presenta come differenza fra l'interazione di individui che si scelgono e comunicano fra loro volontariamente, e le interazioni burocratiche dirette dai sistemi funzionali. L'amicizia libera dal dominio dello scopo e non sopporta calcoli prestabiliti; essa include perché esclude, si è amici di qualcuno e contemporaneamente non si è amici di altri. Essa si può presentare anche nella vita pubblica, come ad esempio capita quando i potenti preferiscono affidarsi ai "fidati" piuttosto che ai "competenti".
  • La comunità politica: Si descrive come il luogo in cui il nemico è esterno, mentre il nemico interno ha preso

Il ruolo del criminale o dell'oppositore politico, della minoranza. Il codice fraterno vincola all'obbedienza in cambio della cittadinanza, così il diritto su cui giurare (posto da un'autorità indiscussa), lascia il posto al diritto da giurare insieme, da persone tutte uguali. I paradossi di questa nuova situazione di parità consistono nel fatto che si presuppone all'origine di tutto ciò un atto di violenza che elimina la precedente autorità indiscussa, e che si generalizzi la forza che vince nel concetto di "volontà generale".

Stupore e delusione: La delusione di fronte alla guerra, scrive Freud, deriva dall'impotenza della ragione politica di fermare i suoi orrori, lo stupore, invece, è per non essere riusciti a neutralizzare l'aggressività dell'inimicizia. Einstein definisce la guerra una "fatalità" perché sembra quasi che accada indipendentemente.

dalla volontà degli uomini, inesorabilmente, e diventa sempre più insopportabile con il progredire della tecnica: non c'è alcuna ragione per essa eppure ritorna sempre. Non si è delusi per gli orrori della guerra, ma perché sono cadute le illusioni che la ragione possa esserne il rimedio.
  1. L'amico dell'umanità: Il filo che unisce Einstein a Freud è il pacifismo o, come lo definisce Einstein, il pacifismo militante. Einstein si rivolse a Freud in quanto "conoscitore della vita istintiva umana" per poter discutere con lui sull'aggressività dell'uomo che porta alla guerra. Freud vede in Einstein un "amico dell'umanità", ovvero una persona che prende posizione per il bene di tutti, come dice Kant "colui che, nel partecipare ai destini concreti degli altri uomini, è mosso da un'idea".
  2. Passioni fredde e passioni calde: Einstein afferma che ogni
Stato deve rinunciare incondizionatamente a quote di violenza, a parte della sua libertà di azione e di sovranità, ed investirla in un'autorità legislativa e giudiziaria, capace di regolare e comporre tutti i conflitti fra gli stati (egli riprende le teorie di Kelsen). L'impossibilità di creare un tale organo soprannazionale è dovuta alle cosiddette passioni fredde e passioni calde, dove le prime riguardano gli interessi di coloro che, all'interno dello Stato, hanno interessi economici nella guerra (distribuzione di armi e strumenti militari) e che vedrebbero diminuire il loro dominio dalla riduzione del potere nazionale; le seconde, invece, sono quelle capaci di trascinare le coscienze collettive fino a condizioni estreme di odio di massa. Coagulazione della violenza: Freud afferma che la violenza che porta all'uccisione del nemico, si ferma quando ci si rende conto dell'utilità del nemico stesso che, lasciato in vita.può essere ridotto in schiavitù, ma ciò genererà un circolo vizioso poiché esso vivrà di risentimento e quindi protrarrà la violenza. La lotta si interrompe solo per "coagulazione della violenza", l'umanità, infatti, ha sostituito alle continue guerricciole le grandi guerre, tanto più devastanti quanto meno frequenti. I popoli, inoltre, coagulano la loro violenza nelle mani di un sovrano che la rende legittima, pur essendo comunque violenza. - La necessità della violenza: Ogni concezione pacifista della realtà si scontra con la necessità di usare, ad un certo livello, la violenza, tanto per costruire un'autorità centrale con potere decisionale vincolante, quanto per istituire una corte di giustizia che imponga i suoi verdetti in modo coercitivo. Ogni esperienza di tribunale internazionale per i crimini di guerra ha sistematicamente riproposto il problema della sua.provvisorietà e della sua legittimità. Il paradosso del diritto consiste nel vietare di fare ciò che possiamo (= siamo in grado) di fare. • L'invidia: Nell'invidia si vuole stare al posto di un altro, ma non lo si vorrebbe se l'altro non ce l'avesse; se le cose le possediamo noi sono un valore, se le possiedono gli altri sono un disvalore (se le armi le possiede l'uno sono garanzia di sicurezza, ma se le possiede l'altro sono aggressività e ingiustizia). Questo ragionamento vale anche per il disarmo, si inizia a disarmare solo se e quando l'altro avrà disarmato, poiché si tende a pensare che quello dell'altro sia solo strategico. • Il pacifismo debole: Il modello di pacifismo rappresentato da Freud si basa su sensazioni estetiche, come l'indignazione, ed afferma che noi ci dobbiamo ribellare alla guerra perché "semplicemente non la sopportiamo più". Questo tipo di

pacifismo è definito debole, disarmante, perché si rifiuta di far guerra alla guerra (evitando così la mimesi della violenza) ma, partendo da un rischio individuale, scommette su di una pace fondata sull'esemplarità silenziosa dei gesti. Di questo pacifismo ci sono 2 grandi modelli: 1) Gandhi, che assume su di sé tutti i rischi della non-violenza in un mondo violento, "scommettendo" che l'oppressore può essere diverso; 2) i parlamenti moderni (descritto da Canetti in Massa e potere), in cui 2 schieramenti, maggioranza e minoranza, si danno "battaglia" sostituendo le parole alle armi, ingannando così la violenza, ma qualora si smettesse di credere in queste modalità tornerebbe la morte. Secondo Freud dobbiamo fare i conti con la nostra violenza, non negarla, così riusciremo a comprendere e ridurre quella degli altri.

2• L'Unione Europea: Una costituzione europea, che quindi riunifichi

in sé le diverse nazioni, sarebbe pensabile solo davanti alla presenza di un "nemico comune" in quanto altrimenti sarebbe difficile riunire le diverse etnie e farle rinunciare alle loro quote di sovranità in favore di un apparato centrale. Il presupposto indispensabile per la legittimità dell'Unione europea è la tutela dei diritti fondamentali, che rappresentano anche la giustificazione della forma politica europea e il cui fine non sarà più, quindi, il potere. I diritti fondamentali accomunano, sono limiti del potere e contemporaneamente assicurano universalismo e uguaglianza. • La "teologia dell'identità": Tra un popolo ed il suo Stato c'è una "teologia dell'identità", che diviene il nucleo di un immaginario io collettivo. Quando ci si rende conto che in Europa manca questa identità, ciò si giustifica dicendo che i tempi non sono maturi o chel’unica forma possibile di unificazione è quella economica, quella delle cosiddette passioni fredde degli interessi. • Il Giudice: E’ colui che ha il potere di governare il linguaggio e, ciò che dice, si presenta come la forma più esclusiva di potere-sapere; Blanchot, infatti, afferma che il diritto distribuisce in modo disuguale il potere delle parole. La validità della parola del giudice consiste nell’essere l’ultima parola, il sistema giudiziario moderno si vede chiamato a decidere su tutto con poteri spesso discrezionali e poco controllabili; gli aspetti principali di questa situazione sono sintetizzabili in: carattere onnivoro della giurisdizione, inflazione delle liti, ridondanza della cultura dei rimedi, carattere monopolistico della giurisdizione, rapporto confuso fra Stato, sfera pubblica e giurisdizione. Il fondamento giuridico di uno Stato democratico basato sul primato della legge è la legalità, un complesso diregole dell'azione e di valori, che garantisce che i diritti solo enunciati siano fatti valere concretamente di fronte ad un giudice.
  • I conflitti: Un problema fondamentale della giustizia è che di fronte ad un problema ci si concentra sulla ricerca dei ri
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A.A. 2011-2012
6 pagine
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SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nadia_87 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del Diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Resta Eligio.