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FORMA = MANIFESTAZIONE DEL PENSIERO

Obbligatorietà nelle norme e consenso politico. Si è detto che l'obbligatorietà è una caratteristica del prescritto. Uno degli elementi fondamentali che fa sentire una norma obbligatoria, "non perché così si vuole, ma perché vi è una ragione". Quindi il consenso non vuol dire che una norma non appagata dal consenso non viene conservata, ma bensì che una norma suffragata dal consenso viene sentita dal soggetto obbligatorio.

I contenuti del diritto; ovvero la fenomenologia della volontà. Il diritto o meglio il contenuto dello stesso è il campo di battaglia su cui si scontrano la visione cognitivista e la visione non-cognitivista. Secondo la visione non-cognitivista, il fondamento è l'assoluto rispetto delle forme, del diritto e il risultato delle procedure per cui ogni qual volta avremo una produzione corretta. In sostanza siamo alla

l'essenza della verità che ha scoperto. Il cognitivismo si basa sull'idea che la conoscenza sia un processo attivo di interpretazione e comprensione del mondo che ci circonda. Nel contesto legale, l'autoreferenzialità della forma si riferisce al concetto che una legge non sia valida solo per il suo contenuto, ma anche per il rispetto delle procedure stabilite per la sua creazione e applicazione. Questo significa che una legge può essere considerata valida anche se il suo contenuto può sembrare contraddittorio o non adeguato, purché sia stata seguita la procedura corretta. Tuttavia, questo meccanismo può portare a situazioni in cui una legge può avere effetti indesiderati o non voluti. Ad esempio, la legge Valpreda sulla detenzione preventiva potrebbe essere stata applicata anche a casi in cui non era necessaria o appropriata. Questo dimostra la necessità di individuare un criterio contenutistico che vada oltre il criterio formale, in modo da giustificare il contenuto stesso della legge. Il cognitivismo, come metodo di conoscenza, sostiene che ogni evento abbia un significato proprio che l'osservatore ha il compito di scoprire e comprendere. Una volta che il significato è stato trovato, è compito dell'osservatore agire coerentemente con l'essenza della verità che ha scoperto.

quel significato (Cognitivismo pratico).

Non-cognitivismo, metodo di conoscenza che nega che l'evento abbia un proprio significato intrinseco, ma piuttosto ritiene che l'attribuzione del significato è un'operazione intellettuale che fa l'osservatore assolutamente esterna all'evento (fatto) proprio per questa ragione in relazione all'ottica dell'osservatore il significato dato può essere il più svariato. Viviamo nell'era dell'empirismo non cognitivista nel quale vi è un modello di N.B: Oggi noi conoscenza basato sul metodo scientifico e sulla negazione della metafisica (oltre alla fisica in realtà lo stesso metodo empiristico ha in sé una componente di critica del non-cognitivismo, poiché l'elaborazione del processo causale va oltre la mera osservazione e quindi la individualizzazione di una scienza scientifica, presuppone un modello conoscitivo basato su ragionamento induttivo (che precede.

Dal particolare al generale) che in parte nega la sua stessa premessa metodologica.

La scienza moderna è soggetto.

Diversi modelli di conoscenza, corrispondono diversi modelli di convivenza. La questione può porsi fondamentalmente sulla diversa modalità di legittimazione del potere sovrano. Ossia sulla domanda se colui che detiene il potere è realmente legittimato a detenerlo. Secondo il modello cognitivista ci si chiede chi è quel soggetto che legittimamente esprime una sua volontà che diventa obbligatoria per tutti gli altri. Secondo il modello non-cognitivista si verifica semplicemente il perché un soggetto si trovi in una situazione tale da esprimere una volontà obbligatoria per tutti gli altri. In sostanza il modello non-cognitivista attraverso questa mera chiarificazione del perché un individuo abbia potere sugli altri finisce per legittimare qualsiasi potere.

Empirismo Radicale = Non-cognitivo.

Oggi ha un enorme successo

l'Empirismo radicale si basa su una negazione dellasoggettività e pensa di ripensare il mondo senza soggetto, anche visione intesa come conoscenza può riflettersi sui modelli di convivenza, ed in quest'ottica titolare della sovranità è semplicemente quel complesso di forze in grado di prendere decisione efficaci e vincolanti per gli altri. In questa visione non importa se colui che esercita il potere sia legittimato ontologicamente (che riguarda l'essere in quanto tale) ma quel che importa è l'equilibrio delle diverse forze attraverso la creazione di sistemi e sottosistemi che assicurano un ordinato equilibrio senza curarsi assolutamente se questo equilibrio sia legittimato o se sia giusto o ingiusto. Capitolo Quarto. La forma come "medio" della "sostanza" e della comunicazione. La forma è la modalità attraverso cui la sostanza viene comunicata, è il mezzo che consente di far conoscere.

All'altro soggetto la propria idea, un accadimento ecc...! Essa consente all'uomo di mettersi in relazione con l'esterno, di manifestare desideri, volontà, scelte. Senza la forma il mondo sarebbe muto. La regola e la forma. Anche la regola, come qualsiasi atto di volontà, deve essere portata a conoscenza del destinatario attraverso una determinata forma, quindi la regola deve ovviamente condividere il profilo della comunicabilità. Secondo una determinata idea, esisterebbe una forma capace di manifestare e una forma capace di comunicare, intesa la comunicazione come intrinseca manifestazione dell'io. Si pensi a ciò che comunica un'opera d'arte. Tornando al nocciolo della questione, la regola secondo la visione di Kelsen, la forma trasforma una semplice manifestazione di volontà in una regola oggettivamente posta. Questo modo di vedere è stato oggetto di critica da parte di Schmidt (si avvicina al cognitivismo).

secondo cui il pensiero normativistico non può pretendere di essere impersonale, obiettivamente la decisione è sempre personale. In sostanza, l'elemento di arbitrarietà che c'è nel momento decisionale non può essere messo a tacere dal rispetto della procedura. L'ambiguità della forma. L'ambiguità è data dal fatto che la modalità di manifestazione di pensiero sempre che debba giustificare anche il contenuto del pensiero stesso. Tale modo di vedere è coerente con la ricostruzione non-cognitivista ma cozza con la visione cognitivista. La forma, come diceva Rousseau, l'uomo profondamente deluso poiché l'uomo costruisce una architettura dei può lasciare comportamenti formali che simulano relazioni umane più integre e profonde. La forma e la legge. La legge intesa come atto normativo bensì come atto che disvela l'ordine della natura è detta quella della società.

non è pensabile senza una forma; però non può esaurirsi con la forma stessa, in definitiva la forma in se e per se (autoreferenziale) è un non senso teorico perché essa

D’altro canto il profilo volontaristico-circoscrive ma vi sarà sempre una realtà circoscritta.

sostanzialista esce dalla possibilità teorica di prevenire la regola, in quanto è unito nel concetto di regola quello di durata; dalle determinazioni soggettive puntualistiche trascendono questo presupposto. Ritorna l’ambiguità: luci ed ombre nella “forma” della legge.

Anche in relazione alla legge non si può dimenticare quella che si è definita come ambiguità della forma, ossia che la forma come medio della comunicazione non può essere giustificatrice di ciò che comunica. Il rispetto infatti di una determinata procedura, si pensi ad un atto amministrativo, non può giustificare la correttezza dello stesso.

Oggi il pericolo di scivolare nell'amera procedura è grave in cui la procedura diventa il modello formativo degli atti di decisione. Il paradosso si realizza maggiormente quando alla procedura si assegna la funzione di garantire la legalità dell'esercizio del potere; o meglio è giusto che si osservino le procedure al fine di garantire i soggetti che hanno titolo alla formazione dell'atto, ma non si può e non si deve far coincidere la legalità con la proceduralità, perché in questo caso il fine (la legalità) viene ad identificarsi con il mezzo (procedura) e ciò non è accettabile. "Procedurale". Lo Stato di diritto come Stato 7 Lo stato di diritto fra i suoi elementi fondamentali a quelli della sottoposizione da parte di coloro che detengono il potere al rispetto della e sostanzialmente al rispetto delle procedure, ansi il necessario rispetto di determinate procedure che

Le decisioni che consentono la partecipazione dei soggetti che hanno titolo alle decisioni più importanti sono un elemento caratterizzante di uno stato di diritto. Il problema è che se lo stato di diritto si esaurisce con il rispetto delle procedure oppure no. In sostanza, se le decisioni che vengono dal parlamento non sono prese nell'interesse del popolo ma vengono prese solamente nell'interesse di alcuni Obbies (comitato di affari) politico finanziario interessi o meno. La verità è che, come vedremo più avanti, lo stato di diritto non può limitarsi a essere un contenitore attraverso a cui si realizzi un mero equilibrio fra i diversi centri di potere.

Capitolo Quinto

Le fonti del Diritto.

Le fonti sono un tipico argomento della manualistica giuridica e tradizionale si definiscono come quegli atti o fatti idonei a produrre norme giuridiche (fonti di produzione) e di farne conoscere l'esistenza (fonti di cognizione). In realtà, se queste sono le

Fonti e in senso tecnico giuridico si deve dove sia l'origine stessa di ciò che si deve considerare diritto. In sostanza cosa è chiedere legittima un determinato fatto a produrre norme giuridiche. Il problema può essere articolato come segue:
  1. Il giuridico o ha la sua origine esclusiva pur sempre nella volontà del soggetto, oppure un origine ontologica naturale.
  2. Se il diritto ha un'origine ontologica naturale, la legittimazione del soggetto a porre norme, esiste solamente se vi è una conformità con l'origine ontologico naturale, diversamente se il giuridico ha un'origine solo volontaristica, la giuridicità è solo il frutto di un accordo di una qualificazione convenzionale.
  3. La visione ontologica naturale è tipica dei giusnaturalisti mentre la visione di tipo convenzionale è tipica dei positivisti, per cui il giuridico è solo ciò che è considerato tale nel sistema.
significato giuridico. Tuttavia, nel contesto del diritto, il tempo assume un ruolo fondamentale nella determinazione dei diritti e degli obblighi delle persone. Il tempo, infatti, può influire sulla validità di un contratto, sulla prescrizione di un reato o sulla durata di una pena. Inoltre, il tempo può essere utilizzato come criterio per stabilire la priorità di un diritto o per determinare la scadenza di un termine. Nel diritto civile, ad esempio, il tempo può essere utilizzato per stabilire la prescrizione di un'azione legale. Se una persona subisce un torto, ha un determinato periodo di tempo per agire legalmente contro l'autore del torto. Trascorso tale periodo di tempo, la persona perde il diritto di agire. Nel diritto penale, invece, il tempo può influire sulla durata della pena. Ad esempio, se una persona commette un reato quando era minorenne, potrebbe essere soggetta a una pena più leggera rispetto a un adulto che commette lo stesso reato. Inoltre, il tempo può essere utilizzato come criterio per stabilire la priorità di un diritto. Ad esempio, se due persone rivendicano la proprietà di un bene, la persona che ha acquisito il diritto per prima avrà la priorità. Infine, il tempo può essere utilizzato per determinare la scadenza di un termine. Ad esempio, se un contratto prevede che una determinata azione debba essere compiuta entro una certa data, il mancato rispetto di tale termine potrebbe comportare conseguenze legali. In conclusione, sebbene il tempo in sé non abbia un significato giuridico, esso assume un ruolo fondamentale nel diritto. Il suo utilizzo come criterio per determinare diritti, obblighi e scadenze è essenziale per garantire l'ordine e la certezza delle relazioni giuridiche.
Dettagli
Publisher
A.A. 2010-2011
16 pagine
2 download
SSD Scienze giuridiche IUS/20 Filosofia del diritto

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Exxodus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filosofia del diritto e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Montanari Bruno.