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Soggetto e oggetto come elementi imprescindibili della rappresentazione

Soggetto e oggetto esistono solo come "facce" della stessa medaglia, ovvero come elementi imprescindibili della rappresentazione. Shopenhauer ritiene che la nostra mente, più esattamente il nostro sistema nervoso e cerebrale, sia correlata da una serie di forme a priori, la scoperta delle quali è merito di Kant.

Tuttavia, a differenza di Kant, Shopenhauer ammette solo tre forme a priori: spazio, tempo e casualità. Egli inoltre riduce le 12 categorie Kantiane ad un unica categoria, la casualità appunto, in quanto tutte le altre sono ad essa riconducibili, con la motivazione che la realtà di un oggetto si risolve completamente nella sua azione causale.

Poiché Shopenhauer paragona le forme a priori a vetri sfaccettati, attraverso cui la visione delle cose si deforma, trae la conclusione che la vita è sogno, cioè un tessuto di apparenze. Al di là del sogno esiste però la realtà, quella vera, riguardo alla quale l'uomo,

o meglio il filosofo, non può fare a meno di interrogarsi. Infatti, sostiene Shopenhauer, l'uomo è un "animale metafisico", che, a differenza degli altri esseri viventi, è portato a stupirsi della propria esistenza e ad interrogarsi sull'essenza della vita. "Nessun essere, eccetto l'uomo, si stupisce della propria esistenza; per tutti gli animali essa è una cosa che si intuisce per se stessa, nessuno vi fa caso. Quanto più in basso si trova un uomo nella scala intellettuale, tanto meno misteriosa gli appare la stessa esistenza: gli sembra piuttosto che il tutto, così com'è, si comprende da sé." (Supplementi al "Mondo come volontà e rappresentazione", cap. XVII) Il mondo come volontà: Shopenhauer presenta la propria filosofia come un'integrazione necessaria alla filosofia di Kant: egli infatti si vanta di aver individuato quella via d'accesso al noumeno che

L'autore della Critica della ragion pura aveva precluso. L'essenza profonda della realtà (il noumeno che per Kant rimaneva inconoscibile) può essere infatti, secondo Schopenhauer, raggiunta e svelata. Poiché siamo dati a noi non solo come rappresentazione, ma anche come corpo, non ci limitiamo a vederci dal di fuori, ma ci viviamo anche dal di dentro, godendo e soffrendo. Ed è proprio questo che permette all'uomo di "squarciare" il velo del fenomeno e di afferrare la cosa in sé. Schopenhauer parla di un duplice modo di avvertire il proprio corpo: come oggetto fra gli oggetti oppure dall'interno, come atto motorio, volontà. "In verità, il senso tanto cercato di questo mondo, che mi sta davanti come mia rappresentazione, non si potrebbe assolutamente mai raggiungere, se l'indagatore medesimo non fosse nient'altro che il puro soggetto conoscente (alata testa d'angelo senza corpo)". Queste

Affezioni sono il punto di partenza per comprendere che noi siamo, non solo conoscenza e intelletto, ma soprattutto volontà e volontà di vivere. Infatti ripiegandoci su noi stessi, ci rendiamo conto che l'essenza profonda del nostro io è la "volontà di vivere" nota come Wille zum leben, cioè un impulso prepotente e irresistibile che ci spinge ad esistere e ad agire. Più che intelletto e conoscenza infatti, noi siamo vita e volontà di vivere, e il nostro stesso corpo non è che la manifestazione esteriore dell'insieme delle nostre brame interiori. E l'intero mondo fenomenico non è altro che la maniera attraverso cui la volontà si manifesta e si rende visibile. Da ciò il titolo "Il mondo come volontà e rappresentazione". Schopenhauer inoltre afferma che la volontà di vivere non è soltanto la radice noumenica dell'uomo, ma anche l'essenza segreta.

di tutte le cose, ossia la cosa in sé dell'universo finalmente svelata: "essa è l'intimo essere, il nocciolo di ogni singolo, ed egualmente del Tutto".(Il mondo come volontà e rappresentazione, par.21) La volontà di vivere infatti, pervade ogni essere della natura, sia pure in forme distinte e secondo gradi di consapevolezza diversi, che vanno da quelli della materia organica, in cui si manifesta in modo inconscio, fino a quelli dell'uomo, in cui risulta pienamente consapevole. In altri termini, la coscienza di noi stessi come volontà ci porta a riconoscere che anche tutti gli altri fenomeni, pur così diversi nelle loro manifestazioni, hanno una sola essenza: la Volontà. La Volontà agisce come un principio istintivo che muove la totalità dell'universo. La Volontà ci viene presentata da Shpenhauer attraverso alcune caratteristiche: Inconscia: infatti è più un impulso,un’energia piuttosto che una volontà cosciente.
  • Unica: poiché é al di là del fenomeno e delle sue forme costitutive (spazio,tempo e causa)
  • si sottrae al principio di individualizzazione.
  • Eterna e Indistruttibile: perché è un principio senza inizio né fine, al di là del tempo
  • Per questo Shopenhauer afferma che “alla Volontà è assicurata lavita”.
  • Incausata e senza corpo: la Volontà si configura come una forza libera e cieca, ossia come energia incausata, senza un perché e senza uno scopo.
Possiamo cercare la “ragione” di questa o di quella manifestazionefenomenica della Volontà, ma non della Volontà in se stessa(esattamente come possiamo chiedere ad un uomo perché vogliaquesto o quell’altro, ma non perché voglia in generale. Tant’è chea quest’ultima domanda l’individuo non potrebbe cherispondere: "Voglio perché voglio", che tradotto in termini filosofici equivale a dire: "Voglio perché c'è in me una volontà irresistibile che mi spinge a volere". Irrazionale: poiché la Ragione esiste esclusivamente nel mondo della rappresentazione. • Miliardi di esseri (vegetali, animali, umani) non vivono dunque che per vivere e continuare a vivere. È questa, secondo Schopenhauer, l'unica verità sul mondo (anche se gli uomini hanno cercato per lo più di "mascherare" la terribile evidenza postulando un Dio cui finalizzare la loro vita e in cui trovare "un senso" per le loro azioni). Ma Dio, nell'universo doloroso di Schopenhauer, non può esistere e l'unico assoluto è la Volontà stessa, i cui caratteri di fondo, cioè il fatto di essere unica, eterna e incausata, sono, non a caso, i caratteri che da sempre i filosofi hanno conferito a Dio.con cui soprattutto i Romantici hanno caratterizzato l'infinito.
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Publisher
A.A. 2006-2007
5 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/03 Filosofia morale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Exxodus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Scienze Storiche Prof.