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SCHOPENHAUER
IL MONDO COME VOLONTA‘ E RAPPRESENTAZIONE
Influenzato da Kant e Platone e fil. Indiana
Primo filosofo che recupera aspetti del pensiero dell’estremo oriente
RECUPERA LA DISTINZIONE KANTIANA TRA FENOMENO E NOUMENO
Mentre per Kant il fenomeno era la realtà come ci appare, per schope il fenomeno È
illusione e parvenza. ANCHE SCHOPENHAUER SOSTIENE CHE Ciò CHE POSSIAMO
CONOSCERE è SOLO Ciò DI CUI POSSIAMO FARE ESPERIENZA, MA LA REALTA’ CHE CI
PERVIENE DAI SENSI E’ ILLUSIONE O INGANNO O SOGNO O VELO DI MAYA (QUALCOSA
CHE NASCONDE LA VERA REALTA’). Inoltre, IL FENOMENO è UN PRODOTTO DELLA
COSCIENZA, ESISTE SOLO DENTRO ALLA COSCIENZA. Infatti il mondo è una MIA
rappresentazione, in cui l’oggetto e il soggetto sono inscindibili e necessari.
L’OGGETTO STA NELLO SPAZIO E NEL TEMPO, CHE SONO NELLA COSCIENZA COME
DELLE FORME A PRIORI DELLA RAPPRESENTAZIONE, MENTRE IL SOGGETTOE’ LA
CONDIZIONE DELL’APPARIRE DI OGNI OGGETTO O DI OGNI FENOMENO.
La modificazione subita dai sensi è il dato che l’intelletto trasforma in intuizione.
L’intuizione intellettuale è la facoltà mediante cui l’intelletto da la forma al sensibile.
L’intelletto è la funzione conoscitiva che opera immediate e intuitive connessioni
causali, individuate appunto attraverso la teoria della causalità, unica forma a priori
dell’intelletto che schopenhauer mantiene delle categorie Kantiane (egli giudica le
altre 11 categorie come false finestre su una facciata, tutte riconducibili alla categoria
fondamentale della CAUSALITA’, oltre la quale non si può risalire).
LA RAPPRESENTAZIONE
La CAUSALITA’ collega lo spazio con il tempo NELLA MATERIA
L’intelletto trasforma in intuizione i dati della sensibilità, ovvero costituisce la
rappresentazione del mondo attraverso la connessione causale
Noi conosciamo quindi attraverso tre forme a priori:
SPAZIO
TEMPO
CAUSALITA= PRINCIPIO DI RAGION SUFFICIENTE RISPETTO AL DIVENIRE (necessità
fisica), AL CONOSCERE (necessità logica) ALL’ESSERE (necessità matematica)
ALL’AGIRE (necessità morale)
CIO CHE DISTINGUE L’UOMO DALL’ANIMALE NON E’ L’INTELLETTO MA LA RAGIONE:
capacità di riflettere sui fenomeni, concettualizzare, argomentare. RIFLETTE SULLA
CAUSALITA’ ED ELABORA IL PRINCIPIO DI RAGION SUFFICIENTE
MA OLTRE ALL’INTELLETTO L’UOMO POSSIEDE IL CORPO:
L’uomo è INTELLETTO+CORPO
Con il corpo ci viviamo dal di dentro, perché è istinto e passione. Noi con il corpo
comprendiamo la nostra essenza profonda, ovvero la volontà di vivere. Il nostro corpo
è la manifestazione esteriore della brama di vivere, quindi con il corpo andiamo oltre il
fenomeno, oltre le forme a priori e cogliamo direttamente la volontà che ci governa,
che non è un fenomeno ma una forza cosmica che domina tutto l’universo.
FORZA COSMICA: inconscia, in quanto energia o impulso, irrazionale, senza scopo,
unica eterna e il suo unico scopo è l’autoconservazione. In quanto energia irrazionale
si oggettiva nelle idee, forme immutabili ed eterne di tutto ciò che esiste, e nelle cose
e individui del mondo che sono copie delle idee calate nello spazio e nel tempo in
modo gerarchico (cioè dall’inorganico all’uomo). Nell’uomo la volontà diventa
consapevole.
Da questo punto di vista, l’uomo è la creatura più sfortunata perché:
- S’interroga sul senso della vita
- La volontà raggiunge in lui il suo culmine e colpisce in modo più aggressivo,
cogliendo la realtà vera
LA VITA E’ DOLORE, TIRANNEGGIATA DALLA VOLONTA’
La volontà condanna l’uomo all’infelicità, alimenta l’egoismo, obbligandolo a
inseguire continuamente desideri e bisogni. OGNI VOLERE SCATURISCE DA UN
BISOGNO, OSSIA DA MANCANZA OSSIA DA SOFFERENZA.
MA, APPAGAMENTO NON SIGNIFICA GIOIA O FELICITA’, IL PIACERE E’ SOLO
CESSAZIONE MOMENTANEA DEL DOLORE LA VITA OSCILLA FRA DOLORE E LA
NOIA
E IL MONDO:
non soffre l’uomo e basta, ma anche tutto il mondo perché il male è nella Volontà
stessa, principio da cui dipende il mondo.
Tutto ciò che vediamo e crediamo buono è solo illusione, soprattutto l’amore.
L’AMORE CONSISTE IN DUE INFELICITA’ CHE SI INCONTRANO, DUE INFELICITA’ CHE
SI SCAMBIANO E PROCREARE E PERPETRUARE LA SPECIE. UNA TERZA INFELICITA SI
PREPARA
PESSIMISMO COSMICO: LA VITA E’ DOLORE E NON C’è NESSUN DIO,
PROVVIDENZA O FINALISMO
PESSIMISMO SOCIALE E ANTROPOLOGICO: la natura dell’uomo non è socievole
ma malvagia e i rapporti sono regolati dall’antagonismo e il desiderio di
prevaricazione. La presunta socialità dell’uomo non deriva altro che dal bisogno,
anche lo Stato nasce per il desiderio degli individui di difendersi
dall’aggressività naturale e non per fini etici. (HOBBES).
PESSIMISMO STORICO E ANTISTORICISMO: la storia non è una scienza non coglie
l’universale ma racconta solo l’insieme dei fatti che accadono agli uomini, non è
interpretabile se non alla luce della filosofia. L’UNICA FORMA DI STORIA UTILE
ALL’UOMO E’ QUELLA CHE FA COMPRENDERE CHE IL MONDO E’ DOMINATO
DALLA MALVAGITA’ E DEL CASO, NON C’E’ ALCUN PROGRESSO, TUTTO SI RIPETE
SEMPRE UGUALE NELLA DIVERSITA’ DEI FATTI E LA RADICE DI TUTTO E’ SEMPRE
L’ODIO E L’EGOISMO INDOTTI DALLA VOLONTA’. Gli unici caratteri che si
possono individuare nella storia sono l’uniformità e la ripetitività.
A QUESTO PUNTO E’ CHIARO CHE IL NOUMENO E’ LA VOLONTA’ CHE GOVERNA
IL MONDO PER ALIMENTARE SE STESSA E PER AUTOCONSERVARSI
Tuttavia, il pessimismo di Schopenhauer non è RADICALE, perché:
EGLI HA INDIVIDUATO TRE VIE PER LIBERARSI DALLA VOLONTA’ E QUINDI DAL DOLORE.
SE IL DOLORE NASCE DALLA VOLONTA’ DI VIVERE CI SI LIBERA DI ESSO SOLO
LIBERANDOSI DALLA VOLONTA’, DALL’INGANNO E DALLE ILLUSIONI
NON LO SI PUO’ FARE ATTRAVERSO IL SUICIDIO: perché esso non nega la volontà come
noumeno, ma nega solo una manifestazione fenomenica della volontà tra infinite altre
(la vita in mezzo a tante altre)
MA LO SI FA ATTRAVERSO L’ARTE (1), LA MORALE (2) E L’ASCESI (3): per annullare la
volontà dobbiamo immedesimarci sempre più in essa, liberarci sempre più dalla
dimensione fenomenica
1. L’ARTE: E’ ESTRANIAZIONE DALLA REALTA’: sia producendo, sia fruendo
dell’opera d’arte, si estrania per un momento dalla realtà, si allontana dalle sue
quotidiane tribulazioni e affanni.
L’arte eleva l’uomo al di sopra del contingente e del tempo mettendolo in
comunicazione diretta con le idee, l’universale. Queste idee non sono altro che
la prima forma di oggettivazione della volontà, l’universale rispetto al
particolare delle cose del mondo.
L’arte sottrae l’uomo, anche se temporaneamente, al dolore del bisogno e della
mancanza: la musica soprattutto. Essa è conoscenza disinteressata, e la musica
è l’unica forma d’arte che in modo immediato rivela la volontà a se stessa, le
altre forme d’arte ci mettono in comunicazione con le idee: se io osservo un
quadro con una guerra mi rivela l’idea di guerra, la musica ci mette in contatto
direttamente con la volontà, in quanto agisce sulle emozioni non contaminate
dalla materia
L’arte però è effimera, è conforto, non risoluzione del dolore, quindi si giunge al
secondo momento che è la morale
2. LA MORALE
E’ IMPEGNO PER SUPERARE L’EGOISMO DI CUI LA VOLONTA’ SI NUTRE
NASCE DALL’ESPERIENZA, CHE CI INSEGNA CHE LE SOFFERENZE SONO COMUNI
A TUTTI GLI UOMINI, DA CUI L’ETICA DELLA COMPASSIONE (PATIRE INSIEME).
ETICA DELLA COMPASSIONE
SI CONCRETIZZA NELLE DUE VIRTU’ CARDINALI DELLA GIUSTIZIA E DELLA
CARITA’, quindi noi potremmo pensare di prendere il bene assoluto come scopo
ultimo della vita, e appagamento definitivo della volontà, ma questo è
impossibile perché la volontà è desiderio e on può appagarsi mai
completamente. Quindi il bene assoluto dovrà essere cercato nella negazione
della volontà
E’ COMUNQUE DIMOSTRAZIONE DI ATTACCAMENTO ALLA VITA
La premessa della morale vista come cammino verso il bene è costituita dalla
giustizia intesa come negazione del male. Quindi giusto è colui che non
commette crimini che non infligge il dolore agli altri e considera gli altri come