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Estratto del documento

LEVEM.

 Quel per introduce un complemento d’agente, costruzione frequente in tutte le

lingue romanze medievali. C'è una costruzione latineggiante impersonale.

 •s è un “si” che serve a costruire il verbo impersonale

 ʃ

Fag si legge [fat ] e viene da FACIO latino.

 •n = è in enclisi e sta per “ne”, che anche in italiano antico può significare “ci”.

 ʃ

Nueg è [nuet ]. Questo è copiato da un manoscritto abbastanza tardo che

ʃ

presenta anche il dittongo condizionato dalla palatale t . La parola può

ʃ ʃ

nuot t

dittongare per questo sia in sia in nue , poi può diventare nuoit o nueit.

 •l = pronome personale in enclisi

 So sta per son = suono = musica.

 Retraire: si è usato a lungo anche in Italia con il significato di “raccontare”,

“dire”.

 Ausic ha una –c che non gli servirebbe perché il passato remoto in occitano non

ha la –c.

 Demandec = demandet

 La canzone agli ultimi due righi e veramente di Arnaut Daniel, non la scrisse

nessun giullare.

Vida di Bernart de Ventadorn

Lui non è messo fra gli eletti del De Vulgari da Dante, però lo conosceva molto bene,

anche perché ne cita una canzone famosa nel Paradiso, in un punto molto in evidenza,

e quindi lo considera un luogo molto alto. † La sua attività è documentata fra gli anni

‘60, ‘70, ‘80, ed è qualche anno più grande di Arnaut, sempre dell’epoca plantageneta

(1154 – 1189), periodo durante il quale il centro d’Europa è la corte d’Inghilterra,

corte francesissima. Le notizie di Ventadorn ce le dà solo la vida perché fonti sicure

non ci sono.

Questa è una vida firmata da un altro poeta occitano originario del Quertzy, in lingua

d’ociano, scappato prima in Catalogna e poi in Italia per la crociata anti-albigesi.

Anche lui era un signore trovatore. Lui trasforma tutti i fatti in qualcosa di molto

semplice e le metafore in dettagli reali.

L'unica cosa che non è credibile è il fatto che sia stato il figlio di un fornaio, perché

qui si dice che si è girato tutti i più potenti d’Europa e al suo nome è messa la

particella en che sta per nobile. In più si dice e si capisce dalle poesie seguenti che

Bernart ebbe un’educazione molto molto erudita per essere il figlio di un fornaio, che

tra l’altro non poteva nemmeno studiare. I figli dei cadetti spesso studiavano fino agli

ultimi gradi e forse Bernart fu uno di questi cadetti che studiò fino al grado di

chierico. La vida per il resto è abbastanza attendibile.

Traduzione:

Bernart de Ventadorn era del Limosino, del castel di Ventadorn. Fu uomo di povera

generazione (stirpe, cioè uomo di stirpe umile), figlio di un servo che era fornaio, che

scaldava il forno per cuocere il pane del castello. E divenne un bell’uomo e destro, e

sapeva cantare bene e comporre, e diventò cortese (ovvero fornito delle qualità che

deve avere l’uomo di corte) e insegnato (cioè colto perché è un letterato). E il visconte

di Ventadorn, il suo signore, era molto contento di lui e del suo comporre e del suo

cantare e gli fece grande onore. E il visconte di Ventadorn aveva moglie, giovane e

nobile e gaia. E si compiacque (anche lei) di messer Bernard e delle sue canzoni e si

innamorò di lui e lui della dama, e lui fece le sue canzoni e i suoi componimenti,

sull’amore che aveva per lei e sul valore di lei. A lungo durò il loro amore prima che il

visconte e l’altra gente se ne accorgessero. E quando il visconte se ne accorse, si

estraneò (allontanò) da lui, e fece mettere sottochiave e sottoguardia la moglie. E la

dama allora fece dar commiato (fece mandar via) messer Bernart, (ordinando) che

partisse e che si allontanasse da quella contrada. Lui partì e se ne andò dalla duchessa

di Normandia, che era giovane e di gran valore e si dedicava al pregio, all’onore e ai

bei detti di lode (cioè le belle poesie). Le piacevano molto le canzoni e i

componimenti di messer Bernart e lei lo ricevette e lo accolse molto calorosamente. A

lungo stette nella sua corte e si innamorò di lei e lei di lui e fece molte belle canzoni

su di lei. E stando con lei in Inghilterra, il re Enrico d’Inghilterra se la tolse per moglie

(la prese in moglie) e la portò via dalla Normandia e la portò in Inghilterra. E Bernart

rimase al di qua (della Manica, perché lui sta parlando dal continente) e se ne andò dal

valente conte Raimondo di Tolosa, e con lui stette finché il conte morì. E Bernart, per

quel dolore, si fece monaco (cistercense) nell’ordine di Dalon (nel monastero di

Dalon) e là morì. E io, messer Ugo de Saint Circ, quello che ho scritto di lui me lo

raccontò il visconte Eble de Ventadorn, figlio della viscontessa che messer Bernart

amò. E fece queste canzoni che voi ascolterete † dei suoi scritti.

Nella vida:

 Si fo è il solito riflessivo = fu

 Limosino è il territorio meridionale che confinava con il Poitou

 Esquaudava: ha e- prostetica + vocalizzazione di L preconsonantica

 COCUOR> coszer, è verbo deponente che viene regolarizzato

 Venc, venire, sta per il nostro divenire

 Il Visconte di Ventadorn era Eble de Ventadorn, che sarebbe stato il primo

trovatore, precedente a Guglielmo, se solo si fossero conservati i testi.

 Nelle lingue antiche il passato remoto corrisponde all’imperfetto, perché

l’assestamento del sistema verbale è stato progressivo da latino a lingua

volgare nel sistema dei passati dove è avvenuta una specie di rivoluzione.

 Tan m’abellis si trova anche nel testo di Daniel del purgatorio, che non fa l’eco

ad una poesia di Arnaut, ma di Folchetto da Marsiglia.

 Saup viene da *SAPUI. I verbi in –UI sviluppavano una G ma non se l’ultima

lettera della radice era una bilabiare, e in questo caso ci si limita a cambiare

l’ordine tra vocale e semi-vocale e così si tira indietro la –u- di saup.

 Giovane e gaia in realtà sono due aggettivi che hanno più a che vedere con la

sfera morale che fisica.

 Enamoret è passato remoto

 Con questa figura della vida Bernart non ha nulla a che fare, tranne per il fatto

che era colto, e sapeva cantare e comporre. Poteva essere un cadetto e quindi

sapeva stare a corte. In effetti nelle famiglie nobiliari si sfornavano figli in

continuazione e il perché è spiegato nel Roman de la Rose, in cui si dice che

bisogna forgiare pezzi umani perché la morte incombe (specie la mortalità

infantile). Nelle famiglie nobili si badava sempre che ce ne fosse uno che

studiava fino agli ultimi gradi e un altro che diventasse signore, che studiava

tanto ugualmente. Studiavano negli stessi posti, cioè nelle grandi scuole

cattedrali perché la cultura non è ancora laica. Per studiare una certa base

sociale ci doveva essere, è difficile infatti che studiasse un figlio di un fornaio.

Già qui abbiamo un po’ di verità e un po’ di fandonie.

 Seigner: (vedi grammatica storica)

†SENIOR> sègner SENIORES> *SENIORI> segnòr

SENIOREM> segnòr SENIORES> segnors

 Fez li con Tobler-Mussafia

 Quella P fra m e n in dompna sta ad indicare che si deve leggere [domna].

Domna <DOMINA = dama

 Vers da VERSUS che era un componimento di tipo paraliturgico, e qui

significa non verso ma componimento.

 Tutti i nomi in –or sono femminili compreso l’amor che in occitano e in

francese antico è sempre femminile. Il che permette una serie di metafore e

giochini. Oggi l’amor è tornato maschile nel francese in forma però

provenzaleggiante, perchè doveva aver un dittongo dato che in francese

dittongano le vocali chiuse in sillaba libera. In francese AMOUR non ha il

dittongo, ma è un grafema per dire U. Ciò vuol dire che in francese amour è un

provenzalismo. In francese esiste anche la parola sviluppata per via popolare,

ma si usa solo quando le bestie vanno in calore: “amer”. †

 Serar ha una sola -r- per lenizione

 Gardar occitano. Il verbo MIROR (da cui mirar spagnolo) è sostituito dalla

forma germanica *WARDON, che significa proprio fare la guardia. In questo

caso significa proprio tenere sotto sorveglianza. Il sinonimo di *WARDON è

*WARON che era in occitano e rimane in francese in espressioni tipo “gare

toi”, “attenzione”, cioè stare in guardia.

 Il sic in italiano non si traduce a meno che non si metta un “così” all’inizio

 Se ne accorgesse è verbo al singolare con due soggetti: è costruzione a senso

come in latino.

 Allontanasse e partisse è dittologia sinonimica

 S'en partis: è l’uso riflessivo che c’è ancora nelle lingue romanze

 ʃ

Bendig è [bendit ] cioè i bei detti e benen poesie di lode

 Chansos e verse hanno –s a differenza di e.l per un errore. I due sostantivi

formano la dittologia sinonimica. Nei primi trovatori si trova sempre chansos e

non verse perché volevano dire la stessa cosa e significava “canzoni”

 Plasion li ha il pronome dietro per la Tobler-Mussafia (non si può iniziare una

frase con una particella atona)

 Menare ha più significati nella Romània

 Qui c’è lo stesso errore che viene fatto nella vita di Guglielmo, ovvero si dà ad

Eleonora d’Aquitania il titolo di duchessa di Normandia, prima che sposasse

Enrico nel 1152, appena divorzia dal re di Francia.

 Il povero fornaio si gira i più potenti signori d’Europa.

 Conte:

COMES> coms COMITES> *COMITI> comte

COMITEM> comte COMITES> comtes

Nel Boeti, che è un testo dell’XI secolo scritto a San Marziale, che riprende la

consolatio filosofiae di Boezio e le sue notizie biografiche in endecasyllabes, per

dire che lui era stato console dicono “conte di Roma” con la forma “coms”.

 Rendersi in italiano medievale significa “farsi monaco o suora” anche se non

c’è la parola che specifica. È una cosa che si trova spesso in molte biografie,

perché anche Bertrand de Born lo fece. In questo caso Ventadorn lo fece molto

prima della vicenda con Eleonora.

 I par. 16/17 sono la firma.

 So: in are gallo e ibero-romanza e in italia settentrionale, l’affricata palatale

sorda che si crea davanti alla vocale palatale al posto della velare latina, evolve<

Dettagli
A.A. 2018-2019
43 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/09 Filologia e linguistica romanza

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rachelebarghini28 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia romanza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Manetti Roberta.