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Filologia romanza - letterature romanze del Medioevo Pag. 1
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Durante lo sviluppo della letteratura romanza,l'assetto politico europeo era dei più frammentari:

l'Italia era divisa in tanti staterelli autonomi,la Spagna non era ancora unificata sotto un'unica

corona ma era divisa,così come la Francia,governata al Nord dagli inglesi. L'assetto politico però

non rispecchia quello linguistico,e quindi quello letterario: la lingua dei colti era ancora il latino,e

uno studente francese aveva larghe possibilità di studio anche in Spagna o in Italia e nel momento

in cui inizia a svilupparsi la letteratura in romanzo,sarà la Francia a fornire temi e forme che

successivamente si faranno largo in tutta l'Europa.

Per comprendere in che modo si siano diffuse le letterature romanze bisogna iniziare dalle origini,e

cioè dalla scuola: nel medioevo il sistema scolastico in vigore era ancora legato alla scuola latina,in

cui venivano insegnate le sette arti teorizzate da Marziano Capella: grammatica(che era a tutti gli

effetti la prima disciplina ad essere insegnata,consisteva nella lettura e comprensione dei più famosi

autori latini,a partire dai favolisti eredi di Fedro fino ad arrivare a Virgilio),retorica(l'arte del ben

parlare,divisa in inventio,dispositio,elocutio,memoria e actio;il medioevo aggiunse un altro

settore,l'ars dictandi,ovvero la tecnica di composizione di un documento

amministrativo),dialettica,aritmetica,geometria,astronomia e musica. Successivamente le ultime

quattro vennero racchiuse in una categoria a parte,considerate legate per il loro fondamento

matematico e dal IX secolo le prime tre seguirono lo stesso destino,e vennero chiamare triuium. La

scuola medievale aveva quindi l'obbiettivo di formare nuovi poeti,in quanto gli alunni partendo

dallo studio delle sette arti e dall'emulazione di autori famosi,iniziavano a comporre delle opere

proprie. In Francia durante l'enorme sviluppo della poesia romanza ci sarà una delle maggiori

innovazioni sul livello scolastico: la nascita dell'Università. Inizialmente esse erano formate da

facoltà come arti liberali,medicina,teologia e diritto canonico e la prima era propedeutica alle altre

mentre successivamente ogni università iniziò a specializzarsi in un particolare campo; inoltre erano

tutte organizzate allo stesso modo,che si trovassero in Francia,a Bologna o ad Oxford ed erano

perlopiù frutto di una formazione spontanea: successivamente a Tolosa nacque la prima università

autorizzata dal papa e a Napoli la prima università regale (la Federico II).

Nella letteratura cristiana è facile notare come sia confluita la letteratura pagana: nel medioevo ci si

è resi conto di come nei testi fossero presenti due livelli,distinti ma allo stesso tempo compresenti: il

livello del “significato” e il livello del “senso riposto”; per comprenderli ci si è serviti

dell'allegoria,ereditata dai Cristiani che l'avevano a loro volta ereditata dai latini. L'allegoria si

aveva nel momento in cui con parole o cose mistiche si segnala la presenza di Cristo e della Chiesa.

Altro concetto importante è quello della tipologia: se l'allegoria si basava sull'interpretazione

letterale del testo,la tipologia ci riporta su un diverso piano interpretativo,che è quello della distanza

cronologica. Non c'è quindi la negazione di un significato in favore di un altro,ma c'è una

compresenza di più significati ed è per questo che trovo largo utilizzo nelle arti figurative. Alla base

dell'allegoria e della tipologia si trova il simbolismo: esso però se ne distacca perché se i primi sono

degli strumenti di conoscenza esegetici,questo è uno strumento gnoseologico,che serve cioè a

conoscere ciò che normalmente sarebbe inconoscibile. Nel medioevo,ad esempio,diventa molto

importante la simbologia del numero.

L'esperienza religiosa.

L'esperienza religiosa è primaria per l'uomo medievale,sia esso colto o incolto,in quanto essa è al

centro dell'esistenza umana. L'importanza dell'esperienza religiosa è data soprattutto dal forte

legame con la tradizione latina,in quanto il latino era rimasto la lingua degli ecclesiastici di ogni

paese,ed è nelle letteratura mediolatina che si esprime al meglio il pensiero cristiano e lo scrittore si

mediatore tra una dottrina che viene espressa in latino e un pubblico che non conosce la lingua e che

quindi non può comprendere il messaggio cristiano. Nascono così le prime traduzioni in romanzo di

testi sacri che pongono i traduttori davanti ad un grande problema: c'era il rischio,infatti,che nella

traduzione si perdesse qualcuno dei tanti significati che hanno le sacre scritture. Per ovviare questo

problema hanno pensato di pubblicare la traduzione con accanto il testo originale. Uno dei temi più

sviluppati nella letteratura religiosa è quello dell'amore sacro,nato dalla lettura del Cantico dei

Cantici: è un tipo di amore spirituale,che Dio instaura con la sua Chiesa ed è espresso mediante la

lirica. Ma la lirica cristiana non era solamente a tema amoroso: alcune opere,infatti,sono a sfondo

autobiografico,ed è da qui che parte il tema religioso: Juan Ruiz,ad esempio,fu imprigionato durante

la sua vita ed è proprio in prigione che chiede ed ottiene l'aiuto di Dio. Altro tema affrontato dalla

lirica a sfondo religioso è quello dell'esperienza mistica,in cui l'astrazione logica diventa una

metafora dell'estasi; ma l'esperienza mistica è anche ripiegamento su sé stessi,umiliazione di sé

stessi,ritrovandosi un Gesù uomo accanto. Dal XII secolo in poi a questi si unirà un altro tema,cioè

quello dei miracoli della Vergine (importante da ricordare è il fatto che lo scrittore di miracoli non è

mai testimone del prodigio narrato,ma è sempre mediatore tra una fonte e il suo pubblico;questo è

alla base della posizione di modestia che il poeta medievale non ha mai abbandonato. Il

protagonista del miracolo è sempre un peccatore,che non crede nella divinità e non chiede l'aiuto

della Vergine,il quale è gratuito.). Oltre ai temi bisogna considerare la metrica: non veniva seguita la

metrica del sonetto,al contrario,si utilizzava uno schema libero.

L'esperienza lirica.

Assieme alla poesia lirica di argomento religioso,esistevano nel medioevo le poesie liriche di

argomento “profano”: facevano parte di quei canti e quelle danze che molti concili ecclesiastici

hanno cercato di limitare,in quanto distraevano la popolazione dal culto. Ed è proprio il suo

carattere popolare a decretarne la sparizione: esse venivano tramandate a voce,dato l'alto tasso di

analfabetismo presente a quel tempo,e presto sono andate perdute. Il filologo Alfred Jeanroy ha

condotto una ricerca nel tentativo di recuperare gli antichi testi romanzi,ed è grazie a lui se oggi ci

sono pervenuti. Dalle sue ricerche abbiamo constatato che la poesia lirica francese deriva

direttamente da quella provenzale. Le poesie liriche galego-portoghesi sono cantate da ragazze

innamorate e si pensa abbiano preso spunto dalle khargiat arabe (bisogna ricordare che gli arabi

avevano conquistato il sud della penisola iberica). Dal punto di vista metrico,le khargiat sono

formate da 5 o 7 strofe introdotte da un preludio: i primi tre versi di ciascuna strofa hanno delle

rime diverse,gli ultimi due versi invece riprendono le rime del preludio. Abbiamo detto che il tema

delle liriche galego-portoghesi è quello della fanciulla innamorata che aspetta il suo “amico”:

spesso il suo interlocutore è la madre,a volte le sorelle o le amiche e raramente è la natura; oltre il

tema dell'attesa c'è quello del desiderio che diventa una preghiera,c'è quello dell'invidia verso tutte

le cose che possono raggiungere l'amante al suo posto. Il più antico tra i trovatori provenzali è

Guglielmo IX d'Aquitania: le sue liriche non vedono un discorso solitario rivolto alla donna

amata,ma coinvolgono il pubblico. Il poeta d'amore narra la propria passione nel suo tendersi verso

la donna,nel suo proiettarsi in essa,nella sua concretezza fisica e spirituale,nel suo ricadere delusa e

respinta; qui invece l'amore è il presupposto grazie al quale il poeta si rivolge a coloro che possono

capirlo.

Appartenenti all'esperienza lirica sono anche i “sirventesi” : poemi di tema politico,in cui vengono

narrati scontri e guerre tra popoli.

Anche nella poesia lirica è presente il “topos”: da un lato traduce lo spunto occasionale in un

qualcosa di spersonalizzato,dall'altro,essendo largamente utilizzato nella poesia,permette la

presenza dello spunto individuale. Topos della poesia cortese sono:

− il poeta ha lasciato il cuore con la donna

− la donna fa sorridere chi è triste

− chi si ricorda di lei non può passare male la giornata

− la gioia ha origine nella donna amata dal poeta

− chiunque la lodi,non può mentire

− lei è la miglior donna che ci sia

− di tutto quello che il poeta sa dire e fare deve esserne grato a lei

− per cui egli è poeta

− e tutto ciò che fa e pensa lo deve alla bellezza della sua donna.

Lo “spazio lirico” è in realtà la componente comune a tutti i poeti e rappresenta i sentimenti che egli

prova nella sua metafora amorosa.

L'esperienza epica.

L'unico testo epico castigliano a noi pervenuto è il “Cantar de mio Cid”: questo poema narra le

vicende del Cid,famoso eroe spagnolo, rifacendosi sia a vicende realmente accadute (come ad

esempio il ruolo del Cid nella Reconquista spagnola),sia a vicende inventate (come ad esempio i

nomi e i matrimoni delle figlie del Cid). Il poeta epico ha una trama narrativa e un repertorio di

formule base,che inserisce in un suo discorso sintattico. Caratteristica fondamentale dell'epica

antica è il rapporto col pubblico: il poeta esige che il pubblico provi solidarietà per l'eroe (che è

sempre coraggioso,povero,leale e forte) e astio per i suoi nemici,e utilizza tutti i mezzi in suo

possesso per indirizzarlo. Per quanto riguarda invece la Francia,il “Couronnement de Louis” fu

scritto circa 300 anni dopo l'avvenuta effettiva dei fatti: questo fa si che il legame con la storia sia

meno profondo rispetto al “Cantar de mio Cid”; i temi di questa canzone sono quindi la

monarchia,la lotta contro i nemici esterni,(Saraceni o Cristiani),rapporti tra sovrani e vassalli,la

morte dell'eroe proiettata in quella del Cristo morente. I personaggi della poesia epica non hanno

uno sviluppo intimo: un pagano che si converte (i nemici esterni riconoscono sempre di aver

sbagliato,dopo essere stati sconfitti) è un personaggio finito,proprio perch&eacut

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Publisher
A.A. 2013-2014
4 pagine
2 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/09 Filologia e linguistica romanza

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Aspasia1989 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia romanza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Ponzi Marianna.