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Testi oitanici anteriori al XII sec.

Sequenza di Sant'Eulalia, ca. anno 880, 29 versi disposti in 14 periodi di 2 versi ciascuno, con l'ultimo irrelato, in struttura di sequenza.

Sermone su Giona o Sermone di Valenciennes, testo latino-francese, con le due lingue alternate, composto nel pieno X sec., e conservato in un codice ora a Valenciennes, Bib. Municipale, ms. 521. Stessa regione da cui proviene la Sant'Eulalia (Francia nord-orientale). Testo in forma di appunti di carattere omiletico ed esegetico.

Vie de Saint Léger (Vita di San Leodegario: X sec.), 240 octosyllabes in strofe di 6 versi assonanzati; testo vallone, trascritto nel Poitou, con sovrapposizione di tratti linguistici di questa regione.

Passion (X sec.), 516 octosyllabes in 129 strofette di 4 versi assonanzati a due a due; testo originario della fascia meridionale dell'area oitanica, proposta di localizzazione nell'area pittavina.

Sponsus (XI secolo), dramma religioso bilingue.

Tropo Quant li

solleiz converset en leon (fine XI sec.?);

Vie de Saint Alexis o meglio Chanson de Saint Alexis, testo dell'XI secolo, forse, masenza sicurezze, ca. 1040.

Chanson de Sainte Catherine, fine XI sec. (o inizi XII), ma forse ca. 1040-1050, di 194vv. assonanzati.

Primi testi della letteratura occitana

Formule augurali per la guarigione dalle ferite, ms. del IX-X sec., mano della secondametà del X sec.;

Passione di Augsburg con notazione musicale per il canto; provenienza dalla Franciaorientale o nord-orientale; ms. del X sec.;

Alba religiosa bilingue o Alba di Fleury, componimento su tre strofe in latino, ciascunadelle quali è seguita da refrain (ritornello) in volgare costante; ms. vaticano del X sec.;

Boeci (XI secolo), frammento iniziale di 255 versi di un poemetto narrativo-didatticosulla vita del filosofo tardo-romano Severino Boezio; testo in lasse brevi didécasyllabes rimati, concepito per il canto individuale; ms. sec. XI;

Canzone mariana bilingue In hoc anni

circulo … Mei amic e mei fiel (XI sec.); Versus Sanctae Mariae, inc. O Maria deu maire … (XI sec.); Tropo noto come Tu autem; Due minimi testi lirici della seconda metà del sec. XI. UN ESEMPIO LIRICO OCCITANO: Le strofi volgari del codice Harley 2750 (ultimo terzo del sec. XI) Recentemente scoperte, due esigue strofe volgari trascritte a f. 94v del ms. Harley2750 della BL di Londra (minuscola carolina, notazione neumatica, mano tedesca) Primo frammento: provenienza pittavina (conserva-zione di a tonica in repasar, er/ar <-are); tracce dell’antica scripta merovingica (u per o chiusa e i per e protonica seguitada nasale: sintil, imbracher). Scripta francese settentrionale: serie di versi in –er LIRICA ROMANZA DELLE ORIGINI Le Kharǧat (singolare: kharǧa , parola araba che significa «finale») Le kharǧat sono la parte finale dei componimenti arabi detti muwassahat. Si tratti dicomponimenti colti che terminavano con una parte a carattere lirico e

popolareggiantein lingue differenti dal contesto (arabo popolare, mozarabo, ebraico)

Le kharǧat sono composizioni liriche popolari che venivano composte da poeti andalusi in dialetto ispano-popolare o nella lingua mozaraba. Sotto l'occupazione araba tra XI e il XII secolo, i cristiani (linguisticamente romanzi) nella penisola iberica parlavano questa forma dialettale, che nella forma scritta era molto influenzata dalle parole arabe (mozarabo significa arabizzato).

I temi delle kharǧat sono assai simili a quelli della lirica galego-portoghese: si tratta di lamenti femminili, di canzoni di donna.

Precisazioni metriche

La maggior parte dei testi delle origini in lingua oitanica e in lingua occitana sono componimenti poetici che presentano forme e tecniche compositive peculiari.

Strofa: unità metrica costituita da un numero fisso di versi, monometrici o polimetrici.

Lassa: unità metrica costituita da un numero variabile di versi, non fissato; i versi sono rigorosamente

monometrici (in alcuni casi, il verso finale può avere una misura differente). Forma metrica galloromanza, utilizzata nelle chansons de geste e nella poesia agiografica (es. Sancta Fides occitano).

Assonanza: identità tra le sole vocali toniche delle parole finali di verso (identità anche della parte post-tonica nel caso della rima).

Décasyllabe: verso con accento dominante sulla decima sillaba. Il decasyllabe epico prevede un secondo accento dominante collocato in quarta sede, prima della cesura (pausa).

Octosyllabe: v. con accento dominante sull'ottava sillaba. Può avere anche cesura dopo l'accento in quarta sede.

Alessandrino: v. con accento dominante in dodicesima sillaba.

Tropo: dal gr. tropos, nella retorica antica indicava il "traslato", ossia una generica figura di pensiero, il senso figurato (la metafora per esempio). Nel medioevo indica un componimento musicale che è una variazione di elementi preesistenti. Dal

Tropus medievale deriva anche la parola trovatore. Versus (lat.) / vers (occ.): componimenti della scuola aquitana dell'abbazia di Saint-Martial di Limoges. Si caratterizzano per la loro originalità rispetto ai tropi. Sono componimenti in strofe che fungono da modelli per i vers della prima produzione trovadorica e per le canzoni liriche provenzali.

Analisi del corpus dei testi più antichi galloromanzi. Aree di maggior rilievo: area pittavina (o comunque della Francia centro-occidentale), con ramificazioni nel limosino (oc) e nella valle della Loira (oïl); area franco-provenzale; area nord-orientale. Dimensione sempre più grande dei componimenti (lo stesso dicesi delle forme metriche).

L'ambito d'origine dei testi è pressoché sempre religioso e monastico, quindi si tratta di testi legati a ricorrenze o festività di santi. Rimane il problema della comunicazione sottolineato dal concilio di Tours dell'813.

Tradizione manoscritta

parte il Saint Alexis, i testi delle origini sono in testimone unico, a dimostrazione della precarietà della tradizione dei primi testi volgari. Tuttavia la stratificazione delle scriptae in singoli testi documenta l'ampia circolazione di questi manoscritti, copiati in luoghi diversi da quelli d'origine. Notevole il livello di ambiguità linguistica di molti di questi testi: o si tratta di mistioni dialettali (magari in aree linguistiche di confine) oppure di sorta di koinè (lingue poetiche sovraregionali costruite). Da sottolineare ancora il rapporto con la letteratura mediolatina. I testi agiografici volgari sono modellati su quella latina, ma fungono anche in rari casi da modello: per esempio il Saint Alexis, la cui fortuna in Francia e oltre è notevole, funge da modello per composizioni in latino. Si tratta di testi con funzioni liturgiche o para-liturgiche. Alcune tipologie di metri romanzi possono avere alle spalle metri mediolatini. Tipologia di

scritturaTesti romanzi trascritti su un supporto occasionale, che funge da semplice appoggio, che è spesso il primo supporto scrivibile a disposizione (in questo caso testi brevissimi, con basso grado di organizzazione formale).

Testi romanzi inseriti in spazi casualmente vuoti in manoscritti latini. Sicura l'intenzionalità della trascrizione, al fine della conservazione; testi con un buon grado di levigatezza formale.

Testi romanzi integrati originariamente all'interno di manoscritti latini.

Chanson de Saint Alexis (seconda metà XI secolo)

Testo volgare di notevole qualità letteraria, ospitato in manoscritti pregiati dal punto di vista materiale.

Ampia fortuna manoscritta con rifacimenti e rimaneggiamenti (in particolar modo nell'Inghilterra anglonormanna e in Francia).

Strofe pentastiche con tendenza a essere trasformate in lasse.

Linguaggio e retorica assimilabile a quello delle chansons de geste.

Sviluppo delle letterature romanze.

Modalità e tempi.

(modello Armando Petrucci):

tracce: attestazioni sparse, dipendenti anche formalmente dalla cultura latina, spesso isolate

macchie: attestazioni che tendono a raggrupparsi intorno ad aree e centri culturali

tessuto: definizione di una tradizione letteraria che tende ad assumere caratteri nazionali

strati: articolazioni interne alla tradizione, sviluppo non solo diatopico ma anche diacronico e diastratico

ECDOTICA

La filologia in senso più stretto prende la lingua come oggetto di studio specialmente là dove essa comincia ad essere attestata letterariamente o comunque ad essere l'espressione di un pensiero artistico (con l'inclusione della letteratura popolare, anche orale). La filologia ricerca le fasi anteriori di una lingua non come fine, bensì per ricostruire ed interpretare correttamente i testi di una data cultura.

Il filologo, se pure si deve basare sempre sullo studio della lingua, ha bisogno anche di altre discipline ausiliarie (storia, paleografia ecc.).

Il metodo filologico scientifico moderno è stato approntato da Karl Lachmann (1793-1851), filologo tedesco, impegnato nello studio di testi classici e germanici. Nelle sue edizioni critiche distingue nettamente due operazioni, la recensio e l'emendatio; inoltre, attraverso lo stemma, si ricostruisce l'archetipo. Il Lachmann riteneva che la tradizione manoscritta di ogni autore risalisse a un archetipo: mentre prima si procedeva a editare un testo attraverso un numero ridotto di manoscritti (spesso uno solo) scelti in base a criteri soggettivi, Lachmann propose di classificare, dopo un paziente e minuzioso confronto (recensio), tutti i codici esistenti del testo in questione, stabilendo lo stemma, ossia l'albero genealogico dei manoscritti, che eventualmente discendono da un antenato comune, detto archetipo. Attraverso lo stemma, in base a meccanismi oggettivi, si procede all'emendatio, ossia alla ricostruzione dell'archetipo (che non necessariamente coincide con

l'autografo). Ecdotica = critica del testo [der. del gr. ἔκδοσις, corrispondente al lat. editio«pubblicazione», der. di ἐκδίδωμι «dar fuori, pubblicare»] La filologia in generale si occupa della critica del testo, ma per ecdotica si intende in special modo la costruzione e la pubblicazione dei testi. Il problema dell'ecdotica nasce nel momento in cui ci si rende conto che sia i manoscritti ma anche i testi a stampa presentano degli errori, sono scorretti. Il filologo lavora sul manoscritto, o sulla stampa antica. Il problema diventa scegliere quale testo adottare, interpretare. Chiedersi se quello che si legge è corretto, se corrisponde a ciò che voleva dire l'autore, se l'opera, così come è presentata nel manoscritto, sia coerente. Interpretare ciò che si trova davanti per proporre e pubblicare un testo corretto.
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
35 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/09 Filologia e linguistica romanza

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Calipso97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia romanza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Ghidoni Andrea.