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LA POESIA DEI PRIMI SECOLI – SCRITTURA E ORALITA' :

Alla fine dell'XI secolo, il genere epico comincia ad apparire come il primo genere poetico

ben definito e strutturato che arriverà a contare fino ad un'ottantina di poemi. Fra il primo

testo scritto di origine francese i “Giuramenti di Strasburgo” dell'842 e la comparsa delle

prime chanson de geste, sono rimasti una dozzina di testi,dei quali solo 7 sono interamente

in volgare, i restanti sono brevi brani romanzi inseriti in testi latini.

Una larga parte della produzione poetica di questi secoli rimarrà sempre sconosciuta;questo

per i manoscritti perduti e per la poesia orale. In più l'aristocrazia di ceppo germanico era

estranea alla tradizione latino – cristiana e di rado sapeva leggere e scrivere.

Nel Medioevo la scrittura esiste, ma è diretta a scopi ed usi limitati;la quasi totalità della

popolazione è analfabeta e i rapporti sociali di ogni livello sono contraddistinti dalla

comunicazione orale. Anche il testo scritto che l'autore scrive ma detta allo

scriptor(copista) è destinato all'ascolto più che alla lettura a beneficio di un pubblico che

frequenta poco il libro...

ROMANZO ED EPICA

Queste due tipologie testuali sono idealmente sempre presenti nella coscienza degli scrittori

medievali, come se fossero le due fondamentali realizzazioni possibili del discorso

narrativo.

Le loro rispettive differenze si delineano nel secondo quarto del XII secolo.

In primis si potrebbe dire che la comunicazione epica ha un carattere rituale,mentre quella

romanzesca un carattere mitico. La chanson de geste tende quindi a stabilire coesione e

solidarietà tra il gruppo dei fruitori(pubblico),attraverso il pathos derivato dalla

rievocazione di un avvenimento esemplare e noto a tutti. L'epica è così caratterizzata da

ripetitività formulare e musicale e da una staticità della struttura in un assoluto presente

narrativo(legato alla preconoscenza degli avvenimenti da parte del fruitore e di alcuni

personaggi della stessa vicenda che si sta narrando -es CarloMagno che nella Chanson de

Roland presagisce la tragedia), escamotages che servono a comunicare un significato

sacrale che va oltre la vicenda narrata.

La comunicazione romanzesca invece ha come scopo quello di fornire delle conoscenze.

Paul Zumthor in proposito ha affermato che col romanzo è nato il discorso sul mondo,

opposto al discorso del mondo, caratteristico dell'epica.

Strauss, collegandosi sempre al carattere mitico del romanzo fa un discorso sul mito come

metalinguaggio,inteso come linguaggio di secondo livello a fini essenzialmente descrittivi e

pedagogici. La conoscenza che fornisce il romanzo è veicolata da un intreccio accattivante e

imprevedibile,ricco di tratti favolosi ed eccezionali. Il romanzo proprio come il mito genera

il piacere dell'ascolto e poi della lettura. Produce quindi una reazione individuale e non

collettiva, come fa invece l'epica.

Ma tanto nell'epica come nel romanzo il fruitore avverte la superiorità ideale dei

protagonisti delle storie che gli vengono proposte de è spinto in entrambi i casi ad

un'identificazione di tipo ammirativo. Jauss però ne identifica le differenze: l'eroe epico o

leggendario risponde al bisogno di una memoria collettiva di glorificare un atto storico

che deve restare memorabile ed esemplare,l'eroe del romanzo risponde all'interesse

per l'avvenimento inaudito, al di là della realtà quotidiana, risponde al desiderio di

avventure straordinarie e amori perfetti.

L'eroe romanzesco non si trova tanto in una dimensione astorica, ma in un quadro storico

statico. Sul piano strutturale e formale sono ancora più ampie le differenze fra i due generi:

il tessuto della chanson de geste è dominato dalla discontinuità e dalla paratassi. Il tessuto

romanzesco invece dalla continuità narrativa che si basa su principi di aggregazione di tipo

sintattico(rel. Grammaticali).

L'epica presenta lasse(strofe) cantate di decasillabi cesurati, spesso raggruppate mediante

similarità, così da dare un ritmo fratto al discorso epico, facendolo procedere per

giustapposizioni di blocchi. Per concatenazioni progressive procede invece il discorso

romanzesco,privo di accompagnamento musicale,ritmato da un couplet di octosyllabes, con

un uso sempre più ampio di enjambement e la separazione tra ritmo della frase e ritmo del

verso(brisure du couplet).

Alcuni autori medievali sembrano già aver intuito la riuscita del romanzo, bretone in primo

luogo. Questi era affidato alla sapiente strutturazione del suo intreccio: la bellezza e il

fascino delle embages(immagini), risiedeva nel fatto che esse creavano un organismo

narrativo coerente sorretto da abili applicazioni del principio di causalità(secondo il quale

un determinato avvenimento trova spiegazione necessaria e sufficiente negli avvenimenti

che lo hanno preceduto)*.

Nella narrativa di materia bretone questo principio di causalità si manifesta attraverso tre

tipi di organizzazione del racconto: due a dominante narrativa, il MOTIVO DELLA

QUETE(la ricerca da parte di uno dei personaggi di un oggetto o una persona la cui

mancanza rompe l'equilibrio e l'armonia della corte arturiana) e il MOTIVODEL DON

CONTRAIGNANT(“dono che costringe”, una promessa in bianco che si può realizzare in

un tempo lontano); uno a dominante strutturale, ovvero la tecnica

dell'ENTRELACEMENT(intreccio,incastro), che consiste nel portare avanti

contemporaneamente più di un'azione. Questa tecnica è particolarmente sviluppata nel

romanzo in prosa e compare già nel Roman de Troie(la storia di Troiolo e

Briseida è scandita in ben 9 segmenti narrativi) e in due romanzi di Chrétien de

Troyes(Yvain e Perceval).

Il principio di causalità non è invece adatto alle strutture del racconto epico. Il racconto

epico progredisce seguendo una logica della contiguità(a volte anche dell'associazione

libera), che porta a ripetizioni, parallelismi e inversioni temporali che il romanzo rifiuta.

Un'ultima differenza fra i due generi è data dall'opposizione bachtiniana fra tendenza

monologica e tendenza dialogica del linguaggio letterario. La chanson de geste presenta

caratteristiche nettamente monologiche. Infatti il messaggio veicolato dal testo epico

sollecita un'omogeneità di reazioni psicologiche e di atteggiamenti ideologici fra autore e

pubblico,ma anche all'interno del pubblico stesso che al di là delle distinzioni di ceto hanno

una stessa tensione etica ed uno stesso spirito guerriero. Sul piano dell'espressione vi è una

netta dipendenza della rappresentazione dei personaggi e dell'organizzazione del racconto

dal punto di vista dell'autore, quindi manca qualsiasi gioco prospettico che non sia quello

delle lasse similari.

Nel romanzo si manifesta invece una tendenza dialogica: a partire da Mimesis di

Auerbach, la narrativa cortese, in quanto auto-rappresentazione della cavalleria feudale nelle

sue forme di vita e nei suoi ideali,opera una netta distinzione del pubblico a vantaggio della

classe aristocratica. Ma comunque l'aristocraticità del messaggio romanzesco implica delle

limitate apparizioni sulla scena di rappresentanti di altri ceti o gruppi sociali(es il villano

nell'Yvain), per fornire una dimostrazione dialettica della superiorità morale e culturale

dell'aristocrazia. Molti sono poi gli espedienti usati per creare un gioco prospettico che

faccia del testo letterario un analogon del reale in tutta la sua complessità.

Uno dei risultati del nuovo approccio alla materia narrativa offerto dal romanzo è l'uso

dell'ironia intesa come mezzo di distanziamento soggettivo dagli avvenimenti descritti –

atto attraverso il quale l'individuo prende coscienza della propria estraneità al mondo. È

considerata l'autentica chiave d'interpretazione della realtà in almeno due opere di

Chrétien(Cligès e Perceval). Vero costituente formale del romanzo moderno secondo

Lukacs. Assumerà un ruolo importante anche nella materia arturiana.

Questo espediente è del tutto assente nell'epica.

LE DUE LINEE FONDAMENTALI DEL ROMANZO

Il romanzo medievale è inteso come struttura narrativa coerente,dominata dal principio di

causalità e come discorso sul mondo. Questi due concetti permettono la definizione delle

due grandi linee attraverso le quali il romanzo si sviluppa già a partire dalle sue primissime

fasi:

LA LINEA BIOGRAFICA e la LINEA ENCICLOPEDICA.

ROMANZI inseribili nella LINEA BIOGRAFICA:

In questi tutto l'intreccio è costruito in modo da privilegiare esemplarmente l'esperienza o

l'avventura di un particolare individuo al fine di descrivere una realtà all'interno della

quale tutti possono riconoscersi. L'organizzazione del romanzo di questo tipo è

CENTRIPETA(i diversi punti narrativi tendono ad essere razionalizzati e ordinati nel

quadro del racconto di una vicenda individuale). Questi romanzi privilegiano le

concatenazioni di tipo causale,applicando per la prima volta nel Medioevo i canoni della

biografia ad una materia diversa da quella agiografica. Il tratto distintivo tra le vite dei Santi

dell'Alto Medioevo è che il racconto viene tagliato prima della sua conclusione naturale:

non si narra la storia dei protagonisti fino alla loro morte(per il rifiuto della dipendenza

dell'uomo dal potere divino),ma si fermano al momento in cui il protagonista raggiunge il

massimo del successo mondano e della perfezione morale.

Questa presentazione parziale dell'esistenza umana porta alla creazione di una

COMOEDIA,intesa così dalle poetiche medievali. *Connessa al principio di causalità è

l'idea di progresso e di perfezionamento: idea che si affaccia nel romanzo del XII secolo a

partire da Chrétien de Troyes e che resterà produttiva nei secoli, fino a l'éducation

sentimentale de Flaubert. A questo sottogenere del romanzo biografico sono state date le

etichette di “buildungsroman”(romanzo di educazione) o di

Entwicklungsroman(romanzo di formazione).

In esso Bachtin ha scorto il momento in cui il rapporto fra esperienza del protagonista e

realtà si fa più intenso. La realtà poi è rappresentata come vera e propria scuola che forma il

carattere del personaggio e che ne determina la propria concezione del mondo.

Gli stessi medievalisti hanno prestato attenzione al tipo di BILDUNGSROMAN: Bezzola

ed altri hanno mostrato una doppia bipartizione del racconto che,secondo KOHLER,

sarebbe il riflesso del dualismo fra io e mondo, che è alla base della filosofia del

Bildungsroman,risolvibile solo a prezzo di un'ideale interiorizzazio

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Publisher
A.A. 2016-2017
69 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/09 Filologia e linguistica romanza

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Alexiaalexia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia romanza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Annicchiarico Annamaria.