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APPUNTI FILOLOGIA ROMANZA
La filologia romanza nasce nella prima metà del XIX secolo in Germania con gli scritti e
l’insegnamento di Friedrich Diez (1874-1876). La filologia romanza è una scienza che studia le
lingue e le letterature romanze, altrimenti dette neolatine. Questa scienza le studia in prospettiva
storica, cioè dalle più lontane origini ai giorni nostri e in prospettiva comparatistica, cioè dalle
affinità tra le lingue neolatine.
Linguistica: scienza che studia il linguaggio umano
Linguistica romanza: studia il linguaggio delle lingue romanze.
Storico e comparatistico: due assi
Linguistica romanza: si basa sul presupposto che le lingue romanze costituiscono un’unità perché
imparentate tra loro e utilmente comparabili.
Romanzo è sinonimo di neolatino e con questo ci si riferisce al gruppo di idiomi che sono la
continuazione del Latino, e l’area in cui sono parlati questi idiomi si chiama Romània.
Romània: parola latina che i moderni linguisti usano per indicare un’area che in parte coincide con
l’Impero Romano o con le regioni più intensamente romanizzate, o cioè che dopo la caduta
dell’Impero Romano hanno resistito alle migrazioni delle popolazioni germaniche.
Romània: area romanza in Europa in cui attualmente si parlano le lingue che continuano il Latino.
L’attuale area romanza europea si può distinguere in alcune grandi aree:
1) Area Ibero-romanza, dal nome delle antiche popolazioni iberiche stanziate nella Penisola
prima della colonizzazione romana. Comprende: Portoghese, Spagnolo, Catalano, e Gallego.
1. Portoghese: lingua letteraria del Portogallo, Brasile. È una lingua che originariamente era
parlata nel nord del Portogallo e progressivamente si è estesa verso sud. Dall’VIII al XIII
secolo a sud erano stanziati gli Arabi
2. Gallego: parlato in Galizia, originariamente era connesso al Portoghese. Fino alla fine del
Medioevo è stato una lingua letteraria. Dopo la fine del Medioevo ha cominciato a sentire la
pressione del Castigliano e relegato a essere dialetto finché negli anni 70 del 900 è stato
riconosciuto come lingua ufficiale in Galizia insieme al Castigliano. Oggi 2 milioni e mezzo
di persone parlano Gallego. Lingua ufficiale di quella regione secondo i linguisti della
Galizia, il Gallego è un idioma autonomo imparentato col Portoghese, secondo altri è una
variante dialettale del Portoghese. Dal punto di vista linguistico il Gallego è meno evoluto
del Portoghese come se fosse una sua variante arcaica avendo subito un notevole influsso
dal Castigliano.
3. Lo Spagnolo: la lingua letteraria spagnola si basa sulla varietà del Castigliano. In origine era
un dialetto della varietà settentrionale. Dal 711 a.C. la parte meridionale era occupata dagli
Arabi che sostituirono i Visigoti e con la loro invasione causarono il ritiro nel nord dei
cristiani. Durante la conquista araba il dialetto Castigliano, l’ Aragonese e del Leon
(leonese) formavano un unico gruppo di dialetti relegati nel nord. È dai regni del nord più
che altro della Castiglia che iniziò la Reconquista.
Reconquista: conquista dei regni moreschi di Spagna da parte dei regni cristiani culminata il 2
Gennaio 1492 con la caduta del regno musulmano di Granada.
1492: quindi espulsione dell’ultimo dei governanti moreschi.
La supremazia politica e culturale di Castiglia ha progressivamente innalzato il Castigliano a
rango di lingua nazionale. Il Castigliano si espande dal nord al sud della Penisola cancellando
alcune delle varietà parlate, a occidente prevaricando l’Aragonese, e al sud le parlate
Mozarabes.
Gli abitanti della Penisola che vivevano al sud sotto gli Arabi erano i Mozarabes: questo
significa arabizzati dall’Arabo musta’rab.
I Mozarabes: secondo il diritto islamico potevano conservare la loro fede e le tradizioni, i
cristiani potevano rimanere ma senza manifestare la propria fede in pubblico. I mozarabes erano
bilingue ossia utilizzavano l’Arabo come lingua di cultura però continuavano a parlare il proprio
idioma romanzo come lingua familiare.
L’idioma romanzo che parlavano è detto mozarabico, in realtà non è una lingua unitaria, non
esisteva uno standard comune a tutti, era un idioma frazionato in varietà familiari. C’era una
gran abbondanza di arabismi.
I Mozarabes usavano l’alfabeto arabo per scrivere il loro idioma romanzo.
L’espansione costante del Castigliano è conseguenza del prestigio politico di Castiglia.
4. Il Catalano: lingua della Cataluña, che durante la Reconquista si è espansa verso sud lungo
una stretta fascia costiera della contea di Barcelona attraverso Valencia.
Durante il dominio Aragonese di Napoli il Catalano era la lingua della cancelleria nell’Italia
meridionale e anche in Sardegna. Alghero è tuttora una comunità catalana.
Il Catalano secondo alcuni studiosi va considerata come la lingua di passaggio tra l’area Ibero-
romanza e l’area Gallo-romanza. Infatti è una lingua Ibero-romanza che è indipendente dalle
altre, ma presenta anche strette corrispondenze con lo Spagnolo e il Portoghese, ma anche con il
Provenzale.
Al fine degli anni 70 del 900, caduta la dittatura franchista, il Catalano fu finalmente
riconosciuto come una delle lingue nazionali insieme allo Spagnolo in Cataluña. Oggi giorno è
parlato da 7 milioni di persone circa, in Catalogna, nell’antico regno di Valencia, nelle Balneari,
nel principato di Andorra, e ad Alghero.
Gli idiomi dell’area Ibero-romanza sono disposti in fasce verticali:
• Gallego-Portoghese
• Asturiano-Leonese
• Castigliano-Aragonese
• Catalano
Area Gallo-romanza:
Dal nome dell’antica popolazione stanziata prima dei romani ossia i Galli (popolazione celtica).
L’area Gallo-romanza comprende il Francese detto dal Medioevo lingua d’oil, dall’antica maniera
di dire si, il Provenzale o lingua d’oc, dall’antico modo di dire si in Provenzale e anche in Franco-
Provenzale.
28. Il Francese: nel corso del 300 e nei secoli seguenti il Francese ha subito una serie di
cambiamenti radicali per quanto riguarda la fonetica e la sintassi.
La lingua odierna è il Francese moderno e deve essere distinta dagli idiomi medievali che sono
l’antico Francese e il Medio Francese.
29. L’antico Francese (d’oil, Franciano o Francien): lingua dei secoli XII e XIII. La base
dialettale di questa lingua è costituita principalmente dal dialetto di Parigi. Ha cominciato a
espandersi e si è imposto su altre varietà dialettali. In origine era solo un modesto dialetto,
lontano dall’essere una lingua uniforme. Infatti avevano molto prestigio le varietà dialettali
come il Vallone, oggi parlato nel Belgio francofono, il Piccardo, il Normanno e l’Anglo-
Normanno. L’Anglo-Normanno era una varietà del Normanno importata in Inghilterra a
partire dalla conquista di Guglielmo il bastardo, che nel 1066 conquista l’Inghilterra e
cambia il suo nome in Guglielmo il Conquistatore. Dal 1066 per 300 anni l’Anglo-
Normanno fu impiegato nell’isola dagli strati più alti della popolazione. Lingua ufficiale
dell’amministrazione e della giustizia. A questo prestigio culturale si deve la stragrande
maggioranza di termini romanzi presenti nell’inglese. Le prime poesie epiche francesi erano
scritte in Anglo-Normanno. La lingua di Parigi prenderà il sopravvento tra il XIII e il XIV
secolo e da quel momento i vari centri regionali passarono in secondo piano.
30. Medio-Francese: lingua dei secoli dal XIV al XVI
31. Francese-moderno: lingua regolarizzata a partire dal XVII secolo.
32. Provenzale: varietà romanza del sud della Francia. È la lingua usata dai cosiddetti trovatori
medievali. In Europa è stata la lingua della letteratura. Chi scriveva poesia doveva usare il
Provenzale. Ha il suo culmine nel XII secolo e progressivamente è andata calando e si è
estinta nel giro di un secolo. Decade col decadere della moda della poesia lirica e col
progressivo aumento di prestigio della monarchia francese, la cui lingua si impone
progressivamente. Il Provenzale oggi è poco più che una varietà dialettale, parlato a sud su
circa 1/3 del territorio francese. La politica di Parigi è molto forte e il Provenzale non ha
avuto la stessa sorte del Catalano. Si parla anche in Italia tra Torino e Cuneo. I più
importanti centri provenzali in Italia sono le comunità valdesi della Val Pellice. Anche a
Guardia Piemontese in Calabria, provincia di Cosenza, si parla Provenzale, perché era una
colonia valdese.
33. Franco-Provenzale: Alcune parlate sud-orientali della Francia: la Savoia e il Leonese, del
nord del Delfinato, parti della Borgogna e della Francia contea. Si parla in gran parte della
Svizzera romanda e in alcune valli delle Alpi a sud in Italia, e in alcune vallate della Val
d’Aosta e del Piemonte. Queste parlate si avvicinano per alcune caratteristiche al Francese e
per altre al Provenzale. Alcuni linguisti coniano a tavolino il Patuà, ma non c’è una
denominazione unitaria perché questa regione non costituisce unità politica, ed è
frammentata in dialetti, quindi per alcuni, è Franco-Provenzale e per altri è Patuà. La
definizione si deve a Grazie a Dio Isaia Ascoli, coniata nel 1873, perché studiando le parlate
della zona, ha trovato questa etichetta. Alcuni scelgono un’altra definizione che è quella di
Arpitano da Arp che nelle parlate di quella zona sta per Alp+ itano (nelle alpi+suffisso).
34. Guascone: occupa la posizione a fianco al Provenzale. È parlato in Guascogna cioè in un
area triangolare tra la Garonna e i Pirenei. Ma anche in Spagna nella Val d’Aràn che è a
nord-ovest della Catalogna. Attualmente appartiene alla sfera francese. Secondo una stima
del 1990 lo parlavano circa 250.000 persone di cui circa 50.000 in Val d’Aràn. Il forte
predominio del Francese ne fa una lingua a rischio di estinzione.
È difficile stabilire i confini delle lingue francesi tra Ibero-romanzo e Gallo-romanzo ai confini.
Area Italo-romanza:
comprende l’Italiano e alcuni dialetti. La lingua nazionale è il Fiorentino letterario perché per
molti secoli è stata una lingua scritta, fino all’800 era parlato da pochissime persone, ma diventa
poi lingua nazionale.
1) dialetti settentrionali ( dialetti Gallo-italici)
2) dialetti toscani
3) dialetti centro-meridionali
Un posto particolare è occupato dal Sardo che tra le varietà romanze è quella più conservativa e di
difficile collocazione tra le 3 grandi aree. Non è uno dei dialetti italiani. La Sardegna ha vi