Anteprima
Vedrai una selezione di 12 pagine su 51
Filologia Romanza - Appunti Pag. 1 Filologia Romanza - Appunti Pag. 2
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filologia Romanza - Appunti Pag. 6
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filologia Romanza - Appunti Pag. 11
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filologia Romanza - Appunti Pag. 16
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filologia Romanza - Appunti Pag. 21
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filologia Romanza - Appunti Pag. 26
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filologia Romanza - Appunti Pag. 31
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filologia Romanza - Appunti Pag. 36
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filologia Romanza - Appunti Pag. 41
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filologia Romanza - Appunti Pag. 46
Anteprima di 12 pagg. su 51.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Filologia Romanza - Appunti Pag. 51
1 su 51
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

COSA CHE HA DIMENTICATO DI DIRE LA VOLTA SCORSA:

Margherita è una grande scrittrice: è autrice di molte opere in versi, soprattutto ispirate alla sua fede

religiosa, anche se queste opere non ci permettono di assegnarla al partito protestante o cattolico; la

sua grande opera è incompiuta e, se fosse stata compiuta, sarebbe stata una sorte di Decameron

francese, sul modello di Boccaccio = 100 novelle per 10 giorni raccontate da 10 personaggi radunati

in un santuario per rifugiarsi da un’inondazione); Margherita muore nel 1549, lasciandola incompiuta

(cornice + 72 novelle). Nel 1558-59 escono due edizioni dell’opera e gli editori la intitolano

Heptaméron (7 giorni). Queste novelle sono un po’ più castigate di quelle boccacciane, anche se

comunque alcune sono piuttosto spinte. C’è alternanza tra novelle avventurose, erotiche (ma non

troppo), …

Altri scrittori del periodo sono: Agrippa D’Aubigny (il maggiore scrittore protestante), che era

compagno di giochi da bambino del futuro Enrico IV e diventa il suo braccio destro, fino a quando

il re si converte al cattolicesimo, perché resta protestante; Jean De Sponde, poeta protestante, che si

è convertito al cattolicesimo probabilmente a causa della conversione di Enrico IV; all’inizio del

secolo c’è Maurice Scève. FINE DELLE COSE CHE HA DIMENTICATO

Il ruolo dei poemetti agiografici nel costituirsi delle canzoni di gesta: la letteratura agiografica è

costituita dalle vite dei santi, che sono all’origini della letteratura francese di Nord e Sud della

Francia. Esiste un gruppo di testi di carattere agiografico per lo più provenienti da varie aree

monastiche galloromanze: dai monasteri si producono questi testi in volgare, in cui il santo (spesso

un martire) presenta caratteristiche che saranno tipiche dell’eroe epico; anche nella confezione della

vicenda e nello stile ci sono numerose analogie con l’epica:

• Si attua la lotta tra Bene e Male: lo scontro assume i contorni di un’opposizione decisiva (come

nelle canzoni di gesta) e ha il carattere di uno scontro epico;

• Nelle vite dei santi è inoltre quasi assente la caratterizzazione psicologica dei personaggi, perché

contano le loro virtù e il modo in cui vivono o si fanno uccidere per la fede (anche nelle canzoni di

gesta è così, perché c’è piuttosto una caratterizzazione psicologica delle motivazioni di certi

comportamenti > Rolando ad esempio non ha una caratterizzazione psicologica definita, è solo l’eroe

tutto d’un pezzo, che nel momento di morire è preoccupato solo di stendersi al suolo con il volto

verso il nemico a indicare che non ha nessuna tentazione di fuga; non perdona le vanterie dei

saraceni: ad esempio oltre ai Dodici Pari di Carlo, ci sono anche i Dodici Pari saraceni, che prima dello

scontro si vantano della loro superiorità)

• Nelle vite dei santi inoltre sono presenti espressioni formulari, che spesso sono le stesse usate

nelle canzoni epiche.

Queste vite dei santi risalgono al IX-X-XI sec e sono quindi anteriori alle più antiche canzoni di gesta a

noi pervenute, le quali risalgono al massimo alla fine dell’XI sec. Il problema sollevato dalla

letteratura agiografica è quello del rapporto istituibile con l’epica: con i poemetti agiografici si tratta

di componimenti preesistenti alle prime forme di epopea e quindi quest’ultima può in parte essersi

ispirata ad essi, oppure essi possono avere imitato un modello epico anteriore non giunto fino a noi

(perché sarebbe stato un modello orale), del quale possiamo immaginare l’esistenza. La soluzione

però non è semplice perché nel Medioevo ci sono stretti rapporti tra la cultura clericale e la società

laica, che era fornita di cultura clericale.

I poemetti agiografici di cui parliamo sono quasi tutti in lingua d’oil. Il primo testo che viene ritenuto

in scritto in francese sono i Giuramenti di Strasburgo (842); il testo successivo è la Sequenza di

Santa Eulalia (880 circa): è il primo testo letterario della letteratura francese (i Giuramenti non erano

un testo letterario: erano scritti in uno stile diplomatico ed erano all’interno di un’opera in latino

scritta da Nitardo; l’autore afferma di aver riportato fedelmente ciò che ha sentito, cioè il giuramento

di fedeltà tra Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico: Carlo giura in lingua germanica per farsi capire

dai soldati di Ludovico e Ludovico giura in francese per farsi capire dai soldati di Carlo). Lo studioso

italiano D’Arco Silvio Avalle, studiando la Santa Eulalia, scopre la musica che doveva guidare quel

testo, grazie all’andamento ritmico dei versi > il genere musicale a

cui l’opera appartiene è il genere della sequenza, o addirittura la “da capo sequenza” (da cui il nome

dell’opera). La distanza linguistica tra i Giuramenti e questo testo è straordinaria.

Primi versi dell’opera: “Eulalia era una brava ragazza, bello era il corpo e più bella ancora l’anima

[…] e perciò fu presentata a Massimiano, che era re in quei tempi”.

La lingua del Medioevo francese in generale e della Canzone di Rolando in particolare è più

facilmente comprensibile per un italiano di oggi di quanto non lo sia per un francese di oggi, per i

cambiamenti dall’antico francese al francese moderno (l’antico francese era più vicino al latino, che

è vicino all’italiano).

Santa Eulalia è una santa spagnola dei primi secoli (all’inizio del poema si parla del re Massimiano =

uno degli ultimi imperatori di Roma): l’imperatore ha notizia delle sue virtù cristiane e la cosa lo

infastidisce; cerca di convincerla a tornare al paganesimo ma Eulalia rifiuta e muore vergine e

martire. Prima del martirio vero e proprio, come avviene quasi sempre nelle vite dei santi, c’è un

segno evidente della predilezione che Dio ha riversato sul di lei, un miracolo: Massimiano vorrebbe

metterla al rogo ma per miracolo Eulalia non soffre per il fuoco (il suo fuoco interiore è più forte del

fuoco vero e proprio). Massimiano potrebbe convertirsi perché ha assistito a un miracolo, ma non lo

fa, ed Eulalia accetta serenamente la morte per decapitazione e la sua anima vola in cielo in forma di

colomba. Il testo è brevissimo: 28 versi + mezzo verso finale. I versi non sono proprio ottosillabi ma

lo schema fondamentale segue quello dell’ottosillabo.

Una martire spagnola è oggetto della prima poesia della letteratura francese perché a un certo punto

la chiesa cattolica decide di celebrare Eulalia e imposta una serie di manifestazioni religiose in suo

onore: le sue reliquie vengono trasportate all’estremità nord-orientale della Francia e nel percorso si

celebravano messe e riti celebratici.

Il testo è dell’880 perché le reliquie partono dalla Spagna nell’878 e ci mettono probabilmente un

paio d’anni per arrivare nel Nord della Francia. Nel manoscritto che ospita la poesia è contenuta

anche una celebrazione di Eulalia in versi latini, che non ha carattere narrativo ma di esaltazione

delle virtù della santa (sul recto della pagina); sull’altro lato (verso) ci sono i 28 versi in francesi.

Del X sec c’è un’altra vita di santi, dedicata a Saint Léger (San Leodegario): anche la sua vita ha un

modello latino.

La Passione di Gesù è un altro testo del X sec: è contenuto nel manoscritto della vita di San

Leodegario. Il testo è detto Passione di Clermònt Ferrant (luogo dove è stata ritrovata).

Ci sono infine da ricordare 3 poemetti dell’XI sec (i primi due sono scritti in lingua d’oc e sono scritti

in lasse, cioè l’unità metrica tipica dell’epica):

1. Frammento del Boeci, che narra la vita del filosofo Boezio: è stato ucciso ma non si può davvero

definire come martire. Era cristiano ma non è stato santificato dalla chiesa; è sepolto nella Chiese di

San Pietro in Ciel d’Oro a Pavia. Boezio è autore di vari trattatelli filosofici e la opera principale è il De

Consolatione Philosophiae (scritta in carcere mentre era inattesa della condanna a morte per

tradimento) > Boezio racconta che gli appare la Filosofia, per consolarlo del suo destino e dargli degli

insegnamenti, come filosofo ma anche come uomo che sta affrontando una prova.

2. Canzone di Santa Fede di Agen, che è simile alla santa Eulalia anche se più lunga: c’è il martirio di

una ragazza vissuta ad Agen (vicino a Bordeaux).

3. Vita di Sant’Alessio: è il primo testo francese apprezzabile dal punto di vista narrativo e narra della

vita di un santo, che, se è esistito, è vissuto in Oriente, ma il poemetto è ambientato a Roma; è

conservata in 8 codici (è il testo più diffuso).

Filologia romanza 1/12

Primi testi della letteratura occitanica e oitanica.

I primi testi volgari sono stati recuperati in area occitanica e anche nelle limitrofe aree pittavina (del

Poitou) e franco-provenzale. Nell'arco di pochi decenni, a partire dal X secolo, appaiono in queste

aree dei brevi frammenti che avevano l'intenzione di sottrarre il testo alla trasmissione orale ma non

aspiravano a elaborare un linguaggio scritto funzionale o opere perfettamente strutturate (sono

soltanto frammenti che non sono giunti a noi in quanto tali -opere più complesse delle quali

possediamo frammenti- ma veloci annotazioni). Questi frammenti sono relegati nei margini dei

manoscritti oppure inseriti all'interno degli stessi entro spazi casualmente disponibili.

Primo testo - Le formule magico-terapeutiche di Clermont Ferrand

Questi due testi appartengono alla Seconda metà del X secolo, si tratta di due formule di

incantesimo trascritte sui margini della carta 89 verso di un manoscritto conservato nella Biblioteca

municipale e universitaria di Clermont Ferrand.

Prima formula: "Così come un pesce se si spezza una pinna nell'acqua proprio per il fatto che ciò è

avvenuto nell'acqua la pinna si rinsalda così se uno si sloga una mano e la deposita a lungo nella

stessa acqua ugualmente questa mano si rinsalderà".

Seconda formula: "Una donna gonfia può essere guarita da questo gonfiore percuotendola con un

pezzo di legno nel quale sia piantato un chiodo".

Secondo testo - Passione di Augsburg

Datata all'ultimo terzo del X secolo. È un testo di recente reperimento, scoperto nel 1977 nella

località di Augsburg, pubblicato nel 1981. Si tratta di 5/6 righe a stampa nelle quali non si capisce

quasi niente.

"Nella croce lo appesero..." (racconto della Passione di Cristo, probabilmente).

Terzo testo - Passione di Clermon

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
51 pagine
9 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/09 Filologia e linguistica romanza

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sofia_polly di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia romanza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Bensi Mario.