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ACCENTATA.

 LENIZIONE DELLE CONSONANTI INTERVOCALICHE (CIOE’ TRA VOCALI SORDE) CHE DIVENTANO SONORE,

INDEBOLENDOSI FINO A CADERE (ES. PARABULARE—PARAULA—PAROLA)

MUTAMENTI DEL LATINO

Prove che il latino classico e volgare hanno sempre convissuto:

Esempio 1: Verso la fine del Diciannovesimo secolo venne ritrovata una spilla, la Fibula Praenestina su cui si leggono

delle parole in latino anche se difficilmente riconoscibile. Gli studiosi della lingua latina riconoscono che si tratta della

frase più antica della lingua. Manio

Iscrizione: Manios Med Vhevhaked Noumasioi mi (è la spilla che “parla”) ha fatto per Numerio ;

L’Ordine delle parole è SVO, tipico delle lingue romanze, mentre l’ordine del latino classico avrebbe dovuto essere

SOV (Mario mi per Numerio ha fatto)

Esempio 2: Cicerone un personaggio del 1 secolo a.C nonché uomo di grande cultura, qualche volta nelle sue

orazioni più accese (come i suoi interventi contro Catilina, le Catilinarie) finge di dimenticarsi delle buone regole della

sintassi latina per mostrare il proprio disprezzo per il soggetto trattato: Quousque tandem abuteris, Catilina,

patientia nostra?, Fino a qual punto abuserai, o Catilina, della nostra pazienza?

Cicerone solitamente sta ben attento a mettere il verbo in fondo, qui no.

Fonetica

Se prendiamo per esempio lo sviluppo del vocalismo tonico del latino classico al latino volgare vedremo come le

tracce del vocalismo romanzo risalgono talvolta fino al periodo del latino più arcaico, ma prima di vedere questo è

opportuno presentarmi lo schema del latino classico al latino volgare.

Nel Periodo classico c'erano 5 vocali, diventavano 10 perché ciascuna di queste 5 poteva essere pronunciata in due

modi, breve e lunga, palus, palo, pālus invece palude; venit, egli viene, vēnit, egli venne.

Ī i ē e ā a o õ u ū

 La a non è stata più avvertita nelle sue due varianti, la a è rimasta la a, non più a lunga o breve.

 La e e la ē, si sono trasformate in una e aperta, la e di penna, l'altra chiusa; idem per la i.

 La o aperta (posta) e la o chiusa (moglie); idem per la U.

A un certo punto quindi avremo il seguente schema:

Ī i ē e a o ō u ū (sistema latino volgare)

Nel latino volgare si attuano dei cambiamenti interessanti, arrivando a uno schema a sette vocali:

 i e (e chiusa del latino volgare, la i e la ē si sono confuse, si sono fuse);

 e (aperta), la a (unica), o aperta (dalla o breve), la o lunga e la u breve danno luogo alla o chiusa, la ū

semplicemente alla u.

 Parole che in latino si scrivevano con la i breve ora saranno invece scritte con la e chiusa, con la ē

ugualmente con la e chiusa.

Esempi:

Fīlius > figlio;

Fīlz >fils (francese moderno);

Hijo

Pira > pera; con la e chiusa

> peire con la e chiusa > dittongo ei, dittongo discendente (primo elemento del dittongo); > poire (dissimilazione, e

vocale palatale sostituita dalla o vocale velare) > pòere > poére > con la rivoluzione francese si attua per la prima

volta la pronuncia Poir (si legge UA, pronuncia parigina). La e fine evanescente in quest'epoca tende a diventare

muta.

Pera in spagnolo.

Esempio di e

Tēla > tela (e chiusa);

Bene (prima e aperta) > bene;

Bien, francese monderemo dittongo ascendente.

Esempio di o aperta;

Portus > porto (italiano o aperta)

Port (francese);

Puerto (spagnolo);

Esempi di U

Cruce(m) > croce (o chiusa);

Croiz > croix (crua pronuncia);

Sōlem > sole (o chiusa);

mūrum > muro (u resta u)

La u si restringe solo in francese

Mutamenti: apparizione della O chiusa sviluppatasi da u breve. la O aperta sviluppatasi da O breve si è sviluppata da

O aperta.

I breve diventa e chiusa.

AU-O

Il mutamento di U breve in O chiusa in realtà si diffuse più lentamente e si verificò più tardi rispetto a quello di i

breve in e chiusa: è un fenomeno che inizialmente riguarda soltanto la rusticitas e soltanto successivamente entrerà

a far parte anche dei fatti linguistici dell’urbanitas, la città di Roma.

I dittonghi ae che diventa e aperta e Au che diventa o chiusa; Si riduce ad un monottongo.

La riduzione del dittongo Au (causa) a o chiusa già qualche secolo prima della nascita di Cristo (6/5 sec a.C.),

avvenuto soltanto nell'ambiente rustic, ma si diffuse anche a Roma verso la fine del 2 secolo a.C. prima tra gli stati

socialmente inferiori e poi a tutti i livelli.

Esempio: Cicerone ha un nemico mortale, Claudio il Bello - Claudius Pulcher. Claudio il Bello pur avendo una

vocazione familiare che lo portava col patriziato per scelta nobile e per opportunità politica, si schiera con la Plebe: si

presenta alle elezioni per Tribuno della plebe come Clodius, piegando il proprio nome alla pronuncia rusticale,

plebea.

Esempio: Plauto, commediografo del mondo latino, trionfa a Roma ma proviene dall'Umbria da famiglia umile che lo

chiamava Plotos, lui accede alla città di Roma, si fa chiamare e rispettare pubblicamente con il suo nome.

Ci sono alcuni scrittori di materia agricola, Varrone (Marco Terenzio), e Catone pronuncia rustica della parola

"cavolo" e li chiamano "colis", diminutivo "coliculus", scrivono "plostrum" ecc ecc. Cicerone si lascia scappare

qualche volgarismo, non evita talvolta forme come Olla, "oricula", "pollolum", diminutivo di POLLO. Esempi tratti

dalle Epistulae ad Familiares (termine che comprende anche i domestici). Catullo è un grande poeta, note come

poeta d'amore e il suo amore si chiamava Claudia, Clodia.

Penetrazione a Roma

Le verdure e anche i cavoli venivano portati dalle contadine, residenti nei dintorni di Roma che scendevano a

lavorare nelle case dei Ricchi Romani, il cavolo veniva chiamato Colis > Coliculus, pronuncia rustica. Per mezzo delle

nutrici l'orecchiuzza è penetrata a Roma la pronuncia Oricula o Oricla invece di Auricula poté essere introdotta dalla

campagna. Coriclus, Oricla, parole introdottesi a un certo punto nella lingua della capitale si diffondono infine grazie

al fenomeno che abbiamo visto in tutti i territori dominati da Roma, ne troviamo testimonianza da alcune

attestazioni delle lingue romanze.

Da coriclus derivano Rumeno “Curekiu”; Portoghese orelha, in rumeno è Ureike, in francese è Oreile, Oreja.

Che la lingua parlata non potesse essere la stessa per tutti gli abitanti di Roma è un fatto ovvio, i Patrizi tra di loro e in

Senato parlassero in modo più aulico rispetto agli Ortolani di Appia e ai Gladiatori della Suburra, anzi anche i più

raffinati nella conversazione quotidiana ed esigenze particolari si lasciavano, sermo Plebeo / vulgaris. Le lettere di

Cicerone venivano pubblicate, si lascia andare maggiormente alla presentazione di qualche raro volgarismo, le

Epistulae ad Atticum, il suo più grande amico; volgarismo anche in Catullo, Orazio che in due sue raccolte, le Satirae

(linguaggio satirico), compaiono soprattutto nelle parti dialogate. Rarissime al massimo sempre all'interno delle

opere di Orazio nelle Odi, di tradizione Greche (Pindariche).

Tripartizione del latino:

Realizzata dallo studioso Vidos, bipartizione di latino classico e latino volgare, tripartizione tra latino aristocratico,

uso latino popolare e quello volgare, lo chiama popolare. E’ difficile tuttavia definire le differenze tra latino popolare

e volgare.

 Prima categoria (aristocratico): Edere ; Pulcher (x tutto)

 Seconda categoria (popolare): Comedere ; Formosus (esteriore)

 Terza categoria (volgare): Manducare (rosicchiare: usato dai commediografi) ; Bellus (le altre 2 forme

troppo enfatiche)

-da comedere abbiamo:

Spagnolo/portoghese comer (significato di mangiare)

-da manducare (uso linguistico volgare)

Francese manger dal quale è poi derivato l'attuale italiano mangiare (francesismo).

 Apocope della finale per E i o u avviene la caduta, non avviene nello stesso modo per la vocale A)

 Sincope dell'apostonica: nelle parole di tre o più sillabe che abbiano l'accento sulla terzultima si verifica la

caduta della vocale successiva alla tonica. Manducare è una parola di 4 sillabe, possono essere considerate

come la somma di due parolette più brevi (2+2 sillabe): apocope di vocale finale potremmo applicarla a

 Sincope della controfinale: Cadrà la E finale di manducare (apocope della vocale atona di sillaba finale), cade

anche la U (vocale atona finale della prima parte della parola), la chiameremo. Sincope della intertonica,

l'accento principale è quello che cade sulla a di manducare, c'è anche un accento secondario che cade sulla

seconda A della parola, tra l'accento secondario e l'accento principale.

Primo passaggio: Da manducare > mandcare.

Alla fine dell'Ottocento le leggi fonetiche (sono tendenze a dir la verità) proviene dalla scuola di Neogrammatici

tedeschi tra cui il maggiore è Meyer - Lübke. Una di queste leggi fonetiche: La vocale A quando sia tonica e in sillaba

libera (o in sillaba aperta) dà luogo ad una E sensibilmente aperta.

Mandcare > la seconda A è una A tonica ed è in sillaba libera (ultimo elemento della sillaba che ospita quella vocale).

Mandcare > Mand(K)ere. A questo punto cade anche la vocale atona di sillaba Finale > Mandker. La occlusiva velare

sorda si palatalizza perché seguita da vocale palatale

Mandcer > mandger (connubio tra dentale sonora e velare sonora palatalizzata fa in modo che si assimili e si ottenga

manger)

Futuro semplice ed analitico

Nel latino classico il futuro semplice era espresso attraverso una forma sintetica, si prendeva parte del verbo

all’infinito (per esempio Amare : Am-) e si aggiungeva la desinenza di prima persona( es. -Abo -io amerò-, -Abis, -tu

amerai- , -Abit -egli amerà-).

Nelle lingue romanze il sistema del futuro sintetico viene sostituito dal futuro analitico/perifrastico, in cui si prende

l’infinito intero del verbo, (es. Amare) + il verbo all'indicativo presente avere (più comune), dovere o volere (es.

amare habeo -amerò-, amare habes -amerai-, amare habet -amerà-).

Nel latino volgare si affermò questo uso, compare già in Cicerone, Seneca padre, Lucrezio, ma si diffuse soprattutto

nell’epoca di Tertuliano (2,3 sec. D.C.) e si fa sempre più frequente e si afferma con i padri della chiesa a partire dal

Quinto secolo. Le possibili ragioni sono:

 Per avere una maggiore espressività

 Perché poteva causare fraintendimenti con la terza persona singolare del perfetto latino -in italiano il

passato remoto- (es. il passato“amavit” veniva spesso pronunciato in latino volgare come il futuro

semplice.“amabit” per lenizione delle consonanti occlusive intervocaliche in favore d

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Publisher
A.A. 2015-2016
14 pagine
3 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/09 Filologia e linguistica romanza

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sofia_polly di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia romanza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Bensi Mario.