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Principali fenomeni del vocalismo romanzo
Quali sono i cambiamenti che hanno generato il sistema delle lingue romanze dal progenitore latino?
Slides sulla fonetica e fonologia: le dà per scontate.
Parliamo dal vocalismo latino. Il sistema delle vocali latine prevedeva dieci vocali, disposte a coppie dalle vocali anteriori a quelle posteriori. Il trattino lungo indica la quantità vocalica lunga, il trattino corto la quantità vocalica breve. Le cinque coppie di vocali latine erano distinte proprio da questa diversa quantità: una vocale con quantità lunga aveva un tempo di pronuncia più lungo, una vocale breve aveva una durata più breve.
Il latino aveva anche tre dittonghi: OE, AE e AU. Essi hanno un'evoluzione uniforme all'interno delle lingue romanze a differenza delle vocali singole. I dittonghi vengono infatti ad essere monottonghi: in particolare, oe ha l'esito romanzo "e", ae e au l'esito romanzo "o".
Invece, per...
quanto riguarda l'evoluzione delle singole vocali, essa è distinta in quattro aree nel territorio romanzo e tre di queste aree sono concentrate in Italia. La quantità vocalica indicava la durata della pronuncia, ma sembrava anche corrispondere a un aumento del volume acustico della sillaba; inoltre, sembra che ci fosse anche una distinzione timbrica legata alla quantità vocalica, in particolare la vocale lunga dava luogo a una pronuncia tendenzialmente chiusa, la vocale breve tendenzialmente breve. Il fenomeno di alternanza timbrica (aperta e chiusa) riguardava tutte le vocali, comprese la A e la I di cui noi facciamo a immaginare una distinzione di timbro aperto e chiuso. Questo fenomeno di pronunciare le vocali (più brevemente o meno), accompagnato da un aumento del volume e variazioni timbriche, faceva del latino una lingua molto più musicale e acusticamente molto più variabile delle lingue che ne sarebbero derivate, in cui il primo elemento destinato.a cadere è proprio la quantità vocalica, che infatti non esiste più in nessuna lingua romanza. La quantità vocalica era destinata a cadere per la sua difficoltà: per un parlante straniero era difficile cogliere la quantità vocalica, che però aveva anche un preciso valore fonologico, di distinzione fonematica. Era la pronuncia, e in particolarità la lunghezza sillabica, a distinguere due parole omografe: es. os con breve è diverso da os con o lunga: la prima parola significa "osso", la seconda "bocca". Un'opposizione tipica era anche quella tra presente e perfetto dei verbi: es. venit con e lunga o breve. La qualità del suono ha una funzione fonologica, cioè incide anche sulla semantica della parola. Il tratto della quantità vocalica era talmente complesso che tendeva a sparire dalle zone di romanizzazione diverse dell'Italia. Il crollo di questo tratto fonologico quindi inizia già.In quelle zone dell'Impero in cui le lingue precedenti alla latinizzazione non lo prevedevano, per cui gli abitanti avevano difficoltà a recepirlo. Abbiamo anche testimonianza diretta di questo fenomeno: Sant'Agostino, uno dei più grandi scrittori cristiani latini, vissuto tra III e IX secolo e proveniente dall'Africa, scrive in un passo che le orecchie degli africani non "iudicant", cioè non riescono a giudicare, a discernere la quantità vocalica; se ne era accorto tenendo le omelie. Già da lui parte il messaggio che bisogna usare un certo latino per scrivere, e un altro per comunicare. Se già intorno al IV sec. abbiamo notizia del crollo di questo tratto, il processo che ha portato a ciò deve essere stato molto lungo e anche.
Il vocalismo tonico
Un sistema ipotizzato come possibile antenato dei successivi sistemi romanzi, sistema che però non era stato attestato, è un sistema a 9 vocali in cui si sarebbe verificato
il processo di derivazione *mbrica che faderivare dal suono lungo la*no un suono chiuso, dal suono breve un suono aperto. In questo sistema siman*ene la dis*nzione tra "i" aperta ("i" di beat) e "i" chiusa, così come "u" aperta ("u" di fun) e "u"chiusa, mentre la "a" è rappresentata da un solo fonema. Si tra8a di uno stadio ipo*zzato come necessarioper i successivi esi* romanzi.Modelli romanzi di vocalismo sono:1) vocalismo sardo e zona Lausberg: In sardo ci sono soltanto cinque vocali e sono vocali chiuse. Dalsistema la*no, che prevede dieci vocali di quan*tà lunga e breve, si sviluppano cinque vocali in cui si ha 38l'azzeramento della quan*tà vocalica e la riduzione delle differenze *mbriche. Sono sopravvissute soltantole vocali chiuse: i e a o u (chiuse). Il sistema a cinque vocali, che viene ipo*zzato come la più an*ca forma disviluppo del sistema vocalico la*no,È sopravvissuto anche in una zona completamente separata, che è passata alla storia con il nome di area o zona Lausberg, dal nome del linguista che l'ha individuata. Si tratta di un'area molto ristretta tra Basilicata e Calabria nella quale è stato individuato lo stesso sistema vocalico del sardo. Perché fa così macchia questa zona? Perché se si eccettua la Sardegna il resto dell'Italia segue un altro sistema vocalico, a 7 vocali, che raccoglie non solo le altre varietà italiane ma anche altre varietà romanze (gallo romanze, ibero romanze). 2) vocalismo romanzo occidentale: diffuso in tutte le varietà romanze tranne l'area romanza orientale, è un sistema a 7 vocali. L'apertura e chiusura interessa solo la "e" e la "o". Da una "i" lunga latina deriva la "i" romanza, da una "i breve" ed "e lunga" la e chiusa romanza, dalla“o” breve la*na una “o” aperta romanza, dalla “o” lunga la*na e la “u” breve la*na la “o” chiusa romanza, etc. Si pensa che questa riduzione del sistema vocalico la*no a se8e vocali sia par*ta dal cuore più an*co dell’Impero (Roma e la Campania) e daqui si sia diffusa nel resto dell’Impero tranne le aree più periferiche (Sardegna, Sicilia, area romanzaorientale). Dalla parola la*na fidem abbiamo l’italiano “fede” e il cas*gliano “fe”, perché la “i” è breve; dacredere, con la “e” lunga, abbiamo l’esito di “e” chiusa anche in italiano e cas*gliano; da florem con o lunga,“fiore” in italiano e “flor” in cas*gliano. Qui vediamo applicata la regolarità della legge fone*ca supposta daineogramma*ci.Doverosa è una piccola digressione su francese e provenzale, che rispe8o al sistema a
7 vocali presentano alcune caratteristiche proprie: la più importante riguarda l'esito della a tonica latina insillaba aperta che, se rimane "a" in tutte le varietà romanze, in francese si differenzia in esito condizionato dal contesto fonetico. L'altra differenza, che riguarda sempre il francese, è la pronuncia palatalizzata della "u": mentre nelle altre varietà romanze la "u" latina lunga si pronuncia come u, nel francese e nei dialetti galloitalici dell'Italia settentrionale la "u" è palatalizzata e si pronuncia /y/ (sostrato celtico). Un'altra differenza che contraddistingue la varietà galloromanze è la nasalizzazione delle vocali in presenza di consonanti nasali. È tipica sia del francese che del provenzale la pronuncia nasalizzata delle vocali seguite da consonanti nasali. Probabilmente questa caratteristica era propria anche del francese antico. Possiamo risalire allapronuncia utilizzati in passato. Tuttavia, le rime possono fornire indizi interessanti sulla pronuncia delle parole in una determinata varietà linguistica. Ad esempio, nel francese antico possiamo trovare una parola che termina in "em" che rima con una parola che termina in "am" (quindi probabilmente corrispondevano a un suono nasalizzato simile, con una "e" che tendeva a una "a"). Nel provenzale, invece, si tendeva a chiudere la "a" in posizione prenasale, come nella cosiddetta "a estreita". È stato possibile ipotizzare questa pronuncia più chiusa anche nel provenzale antico grazie, ancora una volta, alle rime: la "a" seguita da una nasale può rimanere soltanto con un'altra "a" seguita da una nasale. Probabilmente questa coincidenza si riscontra, ad esempio, nella rima "efan/gran". Al di là del supporto delle rime, non possiamo sapere con certezza come fosse la pronuncia delle lingue nella sua forma antica: ci affidiamo alle norme della cosiddetta pronuncia storica, la pronuncia ricostruita studiando le grafie e i sistemi di pronuncia utilizzati in passato.rime.3) vocalismo romanzo orientale: il vocalismo tonico del romanzo orientale è un sistema a 6 vocali che haesi* uguali al vocalismo tonico occidentale per quanto riguarda le vocali anteriori (i, e, a); per le vocaliposteriori, gli esi* sono quelli del sardo. Qualcuno ha proposto una ragione storica di questa differenza travocali anteriori e posteriori, asserendo che questa situazione rappresenterebbero un cambiamento fone*conon arrivato fino in fondo. Se è vero che il sardo rappresenta lo stato più an*co della evoluzione delle vocalila*ne, e se un cambiamento è par*to invece dal centro Italia per il sistema delle vocali nel romanzooccidentale, ebbene, qualcuno ipo*zza che questo fenomeno di evoluzione delle vocali non sia arrivato acompimento fino in fondo nel romeno e che abbia riguardato solo la fase più an*ca e duratura di questocambiamento, cioè quello che riguarda le vocali anteriori. Il cambiamento non si sarebbe completatoarrivando
alle vocali posteriori. Da qui si potrebbe ipotizzare che il cambiamento delle vocali posteriori sia successiva a quella delle vocali anteriori, ma si tratta di una pura ipotesi.394) vocalismo del siciliano: come il sardo, il siciliano fa storia a sé per il suo vocalismo tonico. Il siciliano non comprende soltanto i dialetti della Sicilia, ma anche la Calabria meridionale e la zona del Salento, quindi le parti più estreme meridionali della Penisola. Come quello del sardo, il vocalismo tonico siciliano è a cinque vocali, ma al contrario del sardo gli esiti sono soltanto aperti. Esempio da nocem con una "o" lunga latina abbiamo "noce" in italiano ma "nuci" in siciliano, perché alla o lunga latina corrisponde una "u".
05/03/2021 Fenomeni di limitazione della legge fonetica Sembrano essere eccezioni alla legge fonetica dei neogrammatici; in realtà non sono contraddizioni ma limitazioni alla legge fonetica generale, si tratta di
fenomeni di cambiamento fonetico condizionato, cioè si verifica solo in particolari contesti (presenza o meno di altri suoni all'interno della parola). Il fenomeno più eclatante è quello che riguarda gli esiti della "a".