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PARAFRASATAPROVENZALE (cap. 10)

Ora quando verdeggiare

Eras quan vey verdeyar

M prati, verziere e boschi.

Voglio quando: quan: caduta dellapratz e vergiers e boscatges,

F cominciare un discordo perché vocale e consonante.

Vey: video,vuelh un descort comensar

M vado errante.

Una donna suole caduta vocale in italiano la od’amor, per qu’ieu vauc amare,

ma il suo cuore è latina si conserva, nel provenzalearatges;

F cambiato perchè io faccio a cade.

q’una dona·m sol amar,

M discordare le parole e i suoni e

Verdeggiare (apocope),mas camjatz l’es sos coratges,

F i linguaggi. vuelh: voglio

per qu’ieu fauc dezacordar

Mlos motz e· ls sos e· lslenguatges.

ITALIANO

Abbiamo una cadenza

Io son quel que ben non aio

Io sono colui che non ha

provenzale, (aio: ce chi la legge

ni jamai non l’averò,

M alcun bene né giammai lo avrà.

anche aggio).

Formazione delni per april ni per

maio, Ne per aprile né per maggio se futuro: verbo + presente delsi per ma donna non l'ò; M non ce l'ha per la propria verbo avere. Beutà: dal latino certo que en so lengaio F donna, certo che nel suo volgare bellĭtas> beltassa gran beutà dir non sò, M linguaggio la sua grande >belta>beuta, laterale quindi çhu fresca qe flor de glaio,F bellezza. Più fresca di un velarizzae vocalizza in u. çhu: sigiaggiolo. Perché non me neper qe no m'en partirò. M traduce con più, En so lengaio:separerò. nel suo linguaggio.FRANCESE ANTICO (cap 9)3 Belle douce dame chiere,F 3 Bella dolce donna cara, a voia vos mi doin e m'otroi;M volgare diviene -e- mentre nelmi dono e mi concedo, io cheje n'avrai mes joi'entiere F prov. la -a- finale si conserva.non avrò mai gioia intera, se iosi je n'ai vos e vos moi. M Douce: la -u- breve in latino

-non ho voi e voi me. MoltoMot estes male guerriere F o- chiusa, deriva da dulcis, consiete cattiva guerriera se iosi je muer per bone foi; M la vocalizzazione della lateralemuoio per buona fede; ma giàmas ja per nulle maniere F velarizzata. Il dittongo -oi- finoin nessuna maniera non mino·m partrai de vostre loi.M alla Rivoluzione francese venivaallontanerò dalla vostra legge. letto ue-. Chiere: Il trattodistintivo tra l’occitanico e ilfrancese è il nesso della velare c+ a > cia. 28GUASCONE (cap.11) 4 Donna mi arrendo a voi che 4 Dauna: caso di mimesi,4 Dauna, io mi rent a bos M siete la più buona che mai è ipercorrettismo, tendenza delcoar sotz la mes bon’ e bera F esistita e gagliarda di fronte, se guascone a dittongare ancheq’anc fos, e gaillard’e pros, M solo non fosse. Avete delle quando -o non deriva dalab que no·m hossetz tan hera. F belle fattezze e colore fresco e dittongo. Bos: fenomeno delMout

abetz beras haisos M novella. Sono vostro e se vi betacismo vos=bos. Coar= car >e color hresc’e noera. F avessi non mi distringeresti con qua de re. Hossetz e Hera:Boste son, e si·bs agos M dileguo della fricativa (f).la fibia.no·m destrengora hiera. F Hairos> factio-factionis, noera:rotacismo =novela.Destrengora= destregne inprovenzale.GALEGO-PORTOGHESE(cap. 14) 5 Mas tam temo vostro 5 Tanto tempo sono timoroso 5 Preito= plait (prov). = pre (fr.)preito,F del vostro patto, ho pena e > placitum.> plactum > placto>todo·n son escarmentado.F malessere e ho il mio corpo plaito. Todo: tot (prov.), toutPer vos ei pen’e maltreitoF lacerato. La notte quando (fr.). Maltreito: maltractu, noit:e meo corpo lazerado: F giaccio nel mio letto, poiché noche (castigliano). Can e jatz:la noit, can jatz en meu leito,F mai trovo profitto, ho fallito nel non sono trattui galego-so mochas vez resperado; F mio pensiero. portoghesi, mochas:e car nunca

m'aprofeito F castiglianismo, muito < moito <falid'ei en mon cuidado. F multus, cuidado < cogitatu.

TORNADA6 Belhs Cavaliers, tant es car 6 Bel cavalier è tanto caro 6 Onratz: honoratu, caduta dellalo vostr' onratz senhoratges prezioso, la vostra signoria che vocale, esglaio; 1 persona comeque cada jorno m'esglaio. ogni giorno che sono stravolto. in italiano, cap > caput, corasso

Povero me cosa farò se quellaOi me lasso! Que farò > core + tic + one > coreticone >che mi è più cara mi uccide nonsi sele que j'ai plus chiere me coret(i)cone > corasso, favlan >so perché, ma donna per la fedetue, ne sai por quoi? fabulare > fab(u)lar > fablar,che vi devo, ne per la testa diMa dauna, he que dey bos fablar > hablar (castiglino).santa chitera mi avete strappatoni peu cap santa Quitera, Furtado , nello spagnolo cade lail cuore e parlando moltomon corasso m' avetz treito fricativa :

hurtado.gentilmente.e mot gen falan furtado. 298.5 La parola donnaCome abbiamo visto viene più volte ripetutala parola “domna” da Raimbault deVaqueiras, in primo luogo perché è l’oggetto di amore e venerazione, e perché la poesiatrobadorica e cortese gira intorno alla donna e alla visione di questa.Proprio per questo motivo è necessario porre l’attenzione su come questa parola si èevoluta nel tempo e quali significati ha coinvolto nella trasformazione.La parola ‘donna’ italiana come anche la parola francese ‘dame’ si ricolleganosicuramente alla parola latina ‘domina’ che in origine stava per ‘signora’. Dalla parolalatina ‘domina’ attraverso il latino volgare dove si ha ‘domna’ con la caduta dellavocale ‘i’breve che diviene una forma sincopata. Per quanto riguarda la parola ‘dona’possiamo notare come troviamo in questo caso la

caduta della nasale. Domus (casa)= Domina > Domna > Donna > Dona • Q’una dona:m sol amar (Raimbault de Vaqueiras, Eran quan vey verdeyar) • Belle douce dame chiere (Raimbault de Vaqueiras, Eran quan vey verdeyar) • la donna mia quand’ella altrui saluta (Dante Alighieri, Tanto gentile e tanto onesta pare) • Be deuri' om·domna blasmar (Bernart de Ventadorn Can l'erba fresch' e·lh folha) La 'domina' era la signora, la padrona della casa nell'antica Roma (derivava da domus) Le matrone rappresentavano, nella società romana, quello che raffiguravano le divinità femminili più importanti, soprattutto nel loro ruolo di madri e mogli fedeli. La matrona era la madre (mater familias), dignitosa e rispettabile, responsabile della corretta manutenzione della casa e della crescita dei figli. Nel medioevo dove la figura della matrona si perde, il nome di conseguenza acquista diverse sfumature, diveniva la 'padrona'.

La donna nobile a cui gli stessi trovatori cantavano le loro poesie e canzoni. La figura della donna nel medioevo diventa di fondamentale importanza, soprattutto nei contesti cortesi, dove i poeti cantavano l'amore, solitamente un amore extraconiugale. Per fare riferimenti più corretti si può introdurre anche la figura del "Don" figura maschile di rilievo, utilizzato per descrivere un uomo con grande rispetto; la parola deriva sempre da quella latina di "dominus". (Gen) (Lap) (Canettieri) 30

Capitolo 9: Il Francese

9.1 Origini e geografia

L'area dove si diffonde, è vastissima, intorno a Parigi, i dialetti sono scomparsi il francese comune, proveniente dalla capitale ha preso il loro posto, naturalmente anche questo nel corso del tempo si è modificato e ha subito influenza da parte dei dialetti.

Le caratteristiche principali sono:

  1. La tendenza alla perdita delle consonanti finali e all'eliminazione di -e
  2. Il passaggio da en

> à3. L'évolution importante da oi > òe > oà > uà, attestata fino al XVI secolo.

4. Vocalismo tonico in sillaba libera: e > ei, o > uo

5. La vocale -a finale muta in -e

6. La vocale -a- tonica muta in -e-

7. Il nesso vocalico c-a > cia

Per quanto riguarda i vari dialetti che hanno posto resistenza all'avanzamento del Francese comune sono quelli della costa settentrionale della Francia specialmente il Normanno e il Piccardo dove la principale caratteristica è il mantenimento della -c- velare davanti ad -a-, oltre a questi abbiamo anche il Vallone, dialetto che ha una fiorente letteratura regionale si distingue per alcune caratteristiche come: la conservazione della -u-, la e < en, il mantenimento di -s- dinanzi ad una consonante sorda, la dittongazione di -e-, -o- in sillaba chiusa. Scendendo verso il Sud troviamo il Lorenese che presenta particolarità distinte dal francese soprattutto nella parte più orientale

dove -ei- dittonga in -a- anche in sillaba chiusa. Per quanto riguarda i dialetti orientali, come il Champenois, questi hanno in comune la trasformazione del dittongo -ei- > -oi- anche davanti a palatale. Tralasciando le parti della Francia dove si parla il tedesco come Alsazia e Lorena, questa si può dividere in tre grandi aree: i dialetti settentrionali o “d’oil”; dialetti meridionali o “d’oc” e dialetti sud-orientali o franco-provenzali. Al nord, nella lingua d’oil le vocali larghe e strette (tranne -i-, -u-) si dittongano in sillaba libera -a-> -e-; tratto distintivo tra occitanico settentrionale e meridionale riguarda i dittonghi sia primari che secondari che nel francese antico tendono a monottongare: ou > u; -ca e -ga si palatizzano.

9.2 I più antichi documenti del francese

Uno dei primi testi in francese lo troviamo attorno al IX secolo, più precisamente nell’842, redatto intenzionalmente in volgare,

“i giuramenti di Strasburgo” scritto da uno storico, nipote di Carlo Magno, Nitardo. La vicenda tratta la divisione del vasto impero costruito da Carlo Magno, dopo la sua morte l’impero passa nelle mani di Ludovico Pio, dopo di lui grazie alla cosiddetta “lex ladica” i possedimenti dovevano essere divisi e distribuiti tra i vari figli. Questo aveva avuto tre figli, di cui il primo morì, rimasero perciò Lotario, Ludovico il Germanico e infine un terzo figlio avuto in seguito Carlo il Calvo. Al primo figlio Lotario tramandò il titolo di imperatore e la regione della Lotaringia includente l’Europa centrale e quelle regioni chiamate Lorena e Alsazia, motivo di scontri per diversi secoli tra francesi e tedeschi. Al secondo figlio tramandò i territori germanici, e infine all’ultimo figlio tramandò.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
54 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/09 Filologia e linguistica romanza

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Andrea9874 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia romanza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Canettieri Paolo.