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EPISTOLA XIII A CANGRANDE DE LA SCALA.
E’ composta di due parti:
Nella prima Dante si rivolge a Cangrande per dedicargli il Paradiso,mentre la seconda
contiene un’introduzione generale alla commedia e il commento della cantica proposta.
Per quanto riguarda la datazione, possiamo partire dall’analisi di alcuni dati storici:
Dante si rivolge a Cangrande, definendolo Vicario del santissimo principato cesareo (autorità
imperiale), che egli ricoprì già dal 1312; Inoltre sappiamo che il Paradiso era già in
composizione in data 1316.
Contenuto.
Dante precisa che nel commento ad un’opera sono da chiarire 6 aspetti:
il soggetto, l’agente, la forma, il fine, il titolo, il genere di filosofia e illustra infine
che è necessario, alla lettura della commedia, premettere un senso letterale e uno allegorico.
Questione di autenticità?
L’autenticità della lettera è messa in discussione dalla differenza tra le due
parti; A sottolineare tale diversità, contribuisce anche la tradizione, i cui
manoscritti più antichi (quattrocenteschi) riportano solo la prima parte.
Inoltre si noti che, nella seconda parte, lo stile del cursus cambia, anche se si potrebbe
giustificare con il fatto che il commento ad un opera generalmente non richiede l’ornatus;
Infine il commento respinge l’afflato profetico dell’opera, presentando il viaggio della
Commedia come mera finzione poetica.
TRADIZIONE.
Molto esigua:
Palatino 1729: Trascritto da Francesco Piendibeni 1394, Bibl.Apostolica Vaticana.
Zibaldone Laurenziano (Pluteo XXIX): Di Giovanni Boccaccio, Firenze Bibl.Medicea
Laurenziana.
Marciano Latino XIV:Venezia, Bibl.Marciana.
COMMEDIA
E’ un poema allegorico-didattico che narra in prima persona un viaggio nei 3 regni
dell’Aldilà, iniziato nel giorno dell’anniversario della morte di Cristo del 1300.
E’ divisa in 3 cantiche, ciascuna a sua volta suddivisa in 33 canti, con l’eccezione della prima
che ne presenta uno in più eche funge da proemio (in tot. si tratta di 100 canti).
Ogni canto è composto da terzine incatenate di versi endecasillabi.
Datazione.
Composta tra il 1306 e il 1321 (datazione definibile tramite gli eventi storici inseriti nel
poema) .
Titolo:Comedia,Commedìa o Commedia?
Nell’epistola a Cangrande si afferma “ Incipit Comedia Dantis Alagherii, fiorentini
natione, non moribus” , dove il titolo alla latina potrebbe essere dovuto all’adeguamento al
testo latino dell’epistola.
Per quanto riguarda il Comedìa, Dante all’interno del poema qualifica il genere con
l’accentazione alla greca, imposta però dal verso ed è probabile anche perché il fiorentino, in
protonia (prima dell’accento), tende a non raddoppiare le consonanti.
Il titolo Commedia invece è quello d’uso per lunga tradizione;
L’aggettivo «Divina» comparve per la prima volta nell’edizione fiorentina del 1555 curata da
Ludovico Dolce e fu applicato per primo dal Boccaccio.
Ragioni del titolo?
Nell’Epistola a Cangrande Dante afferma che, a differenza della tragedia (che
inizia con una situazione serena e finisce in modo orribile), la vicenda di cui tratta la sua
opera presenta all’inizio una situazione perturbata che però poi si
conclude felicemente e pertanto può essere definita commedia: e per garantirsi la libertà di
escursione stilistica, Dante si rivolge all’autorità di Orazio, i cui personaggi,seppur umili,
talvolta possono intervenire con un linguaggio altisonante, legato tradizionalmente solo alla
tragedia.
Simbolismo nella Cronologia.
Il viaggio si immagina compiuto nel 1300 (anno del primo giubileo);
In questa data Dante era “nel mezzo del cammin di nostra vita” , aveva cioè 35 anni, che,
secondo Aristotele, sono esattamente la metà del corso della vita umana.
Il viaggio si svolge in 7 giorni: inizia all’imbrunire del venerdì (selva), il sabato si trova
nell’Inferno, la domenica (giorno di Pasqua) nel Purgatorio ( e impiega 4 giorni per
attraversarlo, dato che può camminare solo di giorno), per arrivare al Paradiso impiega 19
ore, mentre nell’Empireo la dimensione tempo non esiste, perché ha natura puramente
intellettuale.
Struttura dell’Aldilà.
Inferno (guida Virgilio): E’ una voragine a forma di cono rovesciato degradante in terrazzi
concentrici, che da Gerusalemme (centro delle terre emerse) culmina nel centro della terra
dove si trova Lucifero, per metà nell’emisfero settentrionale e per metà in quello meridionale.
Dopo la porta dell’Inferno si trovano gli ignavi (coloro che non ebbero coraggio
di scegliere tra bene e male, quindi sono rifiutati sia da Dio che dal demonio.)
Si trova poi il fiume Acheronte, superato il quale si apre il barato infernale, suddiviso in 9
cerchi:
Limbo : abitato dalle anime buone che non ricevettero la fede.
In tutti gli altri si puniscono vari peccatori,secondo la legge del contrappasso (correla per
analogia la colpa alla pena), in ordine crescente di gravità a seconda che dipendano da
incontinenza (mancanza di freni negli istinti), violenza o frode.
Purgatorio (guida Virgilio): E’ un monte altissimo a tronco di cono,costituito da 7 terrazze
concentriche (cornici); è isolato in mezzo al mare nell’emisfero australe, agli antipodi di
Gerusalemme ed è formato dalla terra che, inorridita dalla caduta di Lucifero è risalita,
lasciando vuota un' enorme caverna attorno a lui (la natural burella).
Preceduto da un vestibolo (antipurgatorio), il monte si divide in 9 settori, ciascuno dei quali
ospita una diversa categoria di peccatori, che vengono puniti secondo il principio del
contrappasso.
All’inizio del percorso un angelo segna con la spada sulla fronte di Dante 7 P
(simbolo dei vizi capitali) che vengono via via cancellate da un altro angelo al
raggiungimento della cornice successiva: In ognuna di esse vengono cantate
orazioni appropriate al peccato o si menzionano esempi memorabili della virtù
opposta.
I peccati sono classificati in base ai vizi capitali, che, nati da un amore
disordinato, a lotr volta vengono classificati a seconda che questo amore sia diretto al male o
al bene e sono in ordine decrescente di gravità, in quanto più si sale più ci si avvicina a Dio.
Paradiso (Guida Beatrice): E’ suddiviso in 9 cieli,secondo il sistema tolemaico.
I cieli sono sfere concentriche trasparenti che girano intorno alla terra e in 7 dei
quali brilla un astro, mentre nell’ottava sfera si trova una miriade di stelle e nella nona solo
luce diffusa (cristallino/Primo mobile = perché ruotando conferisce moto agli altri cieli).
Ogni sfera è governata da una gerarchia angelica e tutte le sfere sono abbracciate da un
decimo cielo, di natura spirituale e quindi fuori dallo spazio e dal tempo, in cui si trovano
tutte le anime dei beati e che prende il nome di Empireo.
Qui Beatrice è l’unica anima che si mostra con le sue fattezze umane, poiché le altre
appaiono solo come fonti di luce che si dispongono a creare varie figure (corone, croce,
lettere dell’alfabeto).
FONTI E MODELLI.
Principalmente l’Eneide di Virgilo e la Visio Pauli.
Infatti Dante afferma: “Ma io, perché venirvi?... Io non Enea, io non Paulo sono”.
La stessa scelta di Virgilio come guida è indicativa.
Eneide:
Nel sesto libro dell'Eneide si racconta la discesa di Enea agli Inferi .
Anche lui ha una guida in Sibilla e nel suo cammino si imbatte negli stessi mostri infernali,
incontrati da Dante : Gerione, i Centauri, le Arpie, Cerbero, Minosse e Caronte, inoltre
incontra le acque di Acheronte, Flagetonte e Stige.
Sull’incontro di Enea con il padre Anchise è modellato l’incontro tra Dante e Cacciaguida,
così come moltissime sono le citazioni prese dall’opera virgiliana.
La Visio Pauli:
E’ un testo apocrifo in cui si racconta che il santo è condotto fino al terzo cielo da un angelo,
che poi lo porta a visitare l’inferno dove i peccatori sono riuniti a seconda dei loro peccati.
Da ricordare è anche la Visio Eynsham (XII sec), in cui per la prima volta si parla di una
divisione tra inferno e purgatorio.
Per quanto riguarda il genere delle visioni allegoriche, cioè narrazioni in forma di
poemi di un sogno o di una fantasia raccontate in prima persona e popolate da
personificazioni allegoriche con finalità didattiche, possiamo prendere a modello
il Roman de la Rose (lettura giovanile dantesca).
Da ricordare insieme al Tesoretto di Brunetto Latini che inizia come un viaggio reale del
poeta, ambasciatore in Spagna, e prosegue come un viaggio allegorico per una “selva
diversa” (=strana,mai vista), a seguito dello smarrimento del “gran cammino”.
Ruolo fondamentale è sicuramente rivestito dalle Scritture Sacre (Bibbia):
infatti l’opera è tutta carica di elementi profondamente religiosi: l’idea stessa di
una missione datagli da Dio, da svolgere presso gli uomini attraverso la sua
scrittura; Da non dimenticare che l’incipit della prima cantica riprende le parole del profeta
Isaia (38.10) “Nel mezzo dei miei giorni andrò alle porte dell’inferno”, o le visioni umbratili
delle tre fiere sul modello di Geremia, nella cui visione corrotta di Gerusalemme compaiono
un leone,un lupo e un leopardo.
L’influenza delle scritture sacre è presente anche nei modi d’espressione: il sermo humilis
(lo stile basso e semplice) e l’impiego della polisemia (attribuzione di molteplici significati
al testo).
Non dimentichiamo infine la cronaca contemporanea.
MODELLI DI STILE.
Sicuramente Virgilio, lo stesso Dante afferma: “Tu sé solo colui da cu’io tolsi lo bello stilo
che m’ha fatto onore” e gli altri poeti che incontra nel limbo: Orazio, Ovidio e Lucano ai
quali riconosce sì l’autorevolezza, ma con i quali nello stesso tempo si pone in un
rapporto di emulazione.
L’Io di Dante nella Commedia.
Si possono distinguere almeno 3 diverse entità:
1) il personaggio storico di Dante Alighieri;
2) il personaggio che compie il viaggio;
3) il personaggio in quanto poeta.
Esistono all’interno del testo alcuni rinvii biografici (es. Dante si fa chiamare per
nome da Beatrice) e li giustifica con un atto di necessità (nelle convenzioni
letterarie medievali non era lecito parlare di sé).
Inoltre ricorda la sua esperienza durante l’assedio del castello di Caprona, si riferisce più
volte al suo esilio e infine sceglie come guida al Paradiso la donna amata, Beatrice.
Lo scopo di questi rinvii biografici è quello di esemplare la sua esperienza per