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Le strategie formali del Convivio
Le strategie formali del Convivio riflettono il legame con la prosa filosofico-scientifica scolastica in latino e con la trattatistica in volgare dei secoli XIII-XIV. Come elementi di confronto possiamo prendere testi enciclopedici quali:
- Metaura volgarizzata di Restoro d'Arezzo
- Composizione del mondo
- Il volgarizzamento delle Questioni filosofiche di Abelardo di Barth
- Trattato della sfera di Zucchero Bencivenni
- Volgarizzamento mantovano di Vivaldo Belcalzer del De proprietatibus rerum di Bartolomeo Anglico
La relativa compattezza di queste opere risiede nell'affinità degli argomenti trattati, riguardanti un'enciclopedica costruzione dell'universo, e nella somiglianza delle strategie espositive e dei tratti sintattici utilizzati. Si incontrano una serie di strutture e fenomeni non solo condizionati dalla necessità di adeguare al sintattici del latino, ma anche imposti dall'esigenza del rigore argomentativo e della volgare i procedimenti necessari a.
Garantire un'illustrazione della materia trattata a fini didascalici.
Chiarezza espositiva, procedimenti caratteristici del codice dottrinale e referenziale:
- Ipotassi multipla con conseguente gerarchizzazione dei rapporti sintattici e la realizzazione di periodi polistratificati, riproducendo nella forma a festone, lo schema sillogistico della logica aristotelica
- Nell'organizzazione del dettato, importanza dei connettivi con largo ricorso a iperonimi, come causa o cagione, utilizzati come coesivi testuali per la loro neutralità semantica
- Tendenza a strutture razionalmente compatte e funzionali all'argomentazione
Organizzazione testuale di tipo esplicativo-dimostrativo, con una rigida pianificazione del discorso attraverso bilanciamenti e strutture binarie, divisiones e distinctiones [Forma letteraria in uso presso i Glossatori, consistenti in una serie di scomposizioni della questione di diritto presa in esame, la quale veniva suddivisa in varie distinzioni.
in modo da illustrare tutte le possibili angolazioni da cui quella questione poteva essere considerata- Uso di glosse esplicative
- Riprese anaforiche a breve distanza di sintagmi e parole con funzione coesiva
- il ricorso alla suffissazione, utile per la riformulazione di tecnicismi
- prevalente ricorso al presente indicativo acronico
- costruzioni passive e impersonali
Retoriche dell'affectus e dell'exsuscitatio nel Convivio
Lo scarto maggiore tra la trattatistica volgare precedente o coeva e l'autocommento dantesco si da un marcato tasso di "letterarietà", manifesta nella presenza di luoghi del testo caratterizzati dalla prosa d'arte piuttosto che dalla prosa media. Spesso il tessuto referenziale del Convivio si squarcia lasciando spazio all'emozione.
resa attraverso sintassi dell'exsuscitatio e dell'affectus: la figuralità retorica e alla figure amplificanti dell'emozione volte a persuadere oltre che a dimostrare. Queste formule derivano dall'urgenza e dall'impeto di una riforma morale, di un'azione pratica che mira, anche attraverso la scelta del volgare, a un progetto di renovatio degli uomini e della società, senza disdegnare tonalità e modulazioni drammatiche, che anticipano alcuni passaggi della Commedia. L'enfasi oratoria è (prova della continuità tra Convivio e Commedia, piuttosto che della frattura). Frequente soprattutto quando il discorso scientifico e filosofico devia in direzione emotiva o suggerisce aperture polemiche e sarcastiche nei confronti del disordine morale e politico. Ricorrono principalmente all'exclamatio: Queste figure emozionali il mezzo espressivo dell'esclamazione non solo interrompe un andamento argomentativo, ma spesso loconclude, intensificando la funzione suasoria. Ad esempio il capitolo XII del terzo trattato dedicato alla filosofia quale emanazione divina, si conclude con un’esclamazione, accentuata dall’uso di un linguaggio metaforico mistico. Oppure il breve ragionamento sulla giustizia quale caratteristica della “senettude” svolto nel quarto trattato, si conclude con un’esclamazione di Dante riferita alla triste situazione fiorentina.
Le increspature emotive del Convivio, che movimentano la sua scrittura razionale, si colgono in alcune esclamazioni di tipo ammirativo ed estativo, introdotte da vocativi enfatici (es. O ineffabile sapienza; Oh buone biade; O dolcissimi sembianti).
Anche la narrazione di vicende autobiografiche, dove è evidente la partecipazione emotiva dell’autore, si struttura spesso in enunciati esclamativi: es. celebre inizio della dignitosa lamentatio sull’esilio, che si apre con l’interiezione “ahi”, marca della funzione
emotiva del linguaggio; l'uso del congiuntivo trapassato tipico delle espressioni ottative che esprimono un rimpianto e che indica la mancata corrispondenza tra l'aspirazione di Dante e la realtà passata. Il modello usato da Dante è quello del periodo ascendente, caratteristico dei contesti argomentativo-dottrinali:- prolessi delle subordinate
- inserzione di incidentali
- principale seguita da altre proposizioni per riequilibrare la tensione ascendente, non in funzione logico espositiva, ma marcate stilisticamente in senso affettivo-emotivo
"porti e foci e liti" - tricolon (Figura retorica che vede tre termini usati come sinonimi) dell'ordine naturale delle parole: es. anteposizione dei superlativi coordinati al sostantivo "bellissima e famosissima figlia di Roma"; posposizione del possessivo "al colmo de la vita mia"; dell'ausiliare "nato e nutrito fui"; iperbato participio immediatamente prima
“per le parti quasi(allontanamento di una parola da un'altra alla quale dovrebbe essere vicina)tutte”.-Tenica della prosa rimata, tendente alla ricerca di effetti ritmici ed eufonici: strutture allitterative(famosissima figlia, nato e nutrito, che forse per alcuna fama in altra forma); omoteleuti(stancato…dato…andato); figura etimologica (piaga…piagato); poliptoto verbale (ipetere unaparola già usata a breve distanza, modificandone il caso il genere, il numero, il modo e il tempo) (diminor prefio si fece ogni opera, si già fatta, come quella che fosse a fare).-transumptio (tendenza dantesca a estendere la metafora oltre il limite del singolo vocabolo, comeprescriveva l'insegnamento retorico, e a costruire complesse immagini in cui l'uso traslato siripercuote sull'intera frase, sviluppando un linguaggio tropologico/metaforico) che contradistingue’ornatus difficilisl (Rappresenta quel parlare ornato che si avvale
Dell'uso di tropi (tropo = metafora, metonimia, sineddoche) e che scaturisce dalla capacità e dal talento dell'oratore di stabilire una relazione tra due idee, concentrate in una sola parola). Le proposizioni esclamative nel Convivio esprimono prevalentemente l'impazienza e lo sdegno verso il disordine politico e morale e mirano attraverso invettive, rimproveri e apostrofi ad aggredire e scuotere il lettore, attivando accanto alla funzione emotiva, quella conativa. Il terzo trattato, dedicato all'esaltazione della filosofia, termina con un'apostrofe agli uomini che rinunciano all'uso dell'imperativo che orienta il discorso verso la seconda persona; ricorso alla sententia salomonica con funzione elativa; collocazione dei possessivi e posposizione del verbo servile all'infinito. Oggetto di una violenta invettiva sono anche coloro che giunti al "senio" non si comportano convenientemente alla loro età: