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La profezia di Cacciaguida su Cangrande

Si tratta della famosa profezia di Cacciaguida, nella quale viene detto che a Verona Dante vedrà colui (Cangrande) che alla nascita è stato fortemente influenzato dal pianeta Marte, così che le sue imprese saranno straordinarie. Nessuno se ne è ancora accorto perché molto giovane, avendo egli solo nove anni, ma prima che papa Clemente V inganni Arrigo VII di Lussemburgo il suo valore risplenderà chiaramente, mostrando la sua noncuranza per il denaro e gli anni. Nei canti successivi (XVIII-XX) propongono considerazioni ispirate dalla visione della Croce popolata degli Spiriti combattenti + dell'Aquila Giustizia, che delineerà la storia dei giusti. Quindi: l'annuncio di Cangrande si colloca sullo sfondo della storia delle lotte per la fede (cielo di Marte) e precede quella di un'autentica giustizia (cielo di Giove). In questa prospettiva si capisce bene il finale del canto XVIII, contro.

Un papa che turba il corso degli eventi voluti da Dio scomunicando Cangrande per interessi materiali => l'apostrofe "Ma tu, che sol per cancellare scrivi" evoca la simonia di Giovanni XXII.

Nel Paradiso c'è il ritratto di una pace stabile e universale, legata anzitutto a condizioni interiori, e la pacificazione si estrinseca tra gli spiriti dei sapienti magnanimi cristiani e coloro che hanno cercato con fede Dio, che vengono riuniti al di là delle controversie terrene nel cielo del Sole (lì anche acerrimi nemici possono stare insieme, ex: San Tommaso e Sigieri di Brabante). Nel venerdì 8 aprile 2022 Paradiso la pace è armonia: essa viene raggiunta, con un primo momento di appagamento, nel canto XXIII, e poi completamente alla fine della cantica, dove si arriva alla pacificazione integrale dell'agens e dell'auctor, riuniti nel Dante che agisce all'unisono con il creato e all'insegna.

dell'amore universale verso Dio.

Ancor prima di raggiungere questo esito nale ne era stato prospettato un altro=> cfr. Esordio di Paradiso XXV, probabilmente del 1320, dove immagina chepoema sacro possa agire nella storia per cancellare le guerre personali(=percorso biogra co si chiude così con scrittura del poema). Questa cosa nonaccadrà mai, come sappiamo, ma il punto non è questo => il punto è chequesta paci cazione ESISTE all’interno dell’opera, laddove Dante personaggiovive anticipatamente la pace ultraterrena.

Tempi e modi della ricezione dantesca

I lettori di Dante in epoca risorgimentale: Domenico Mauro- Scrive due stesure di un grande libro = prima Allegorie e bellezze della Divinacommedia, poi Concetto e forma della Divina Commedia.- Il suo obiettivo era riscattare l’Inferno dalle interpretazioni linguistico-puristichedell’epoca, prive di qualsiasi attenzione verso le caratteristiche terrene deipersonaggi e

Verso la loro caratura teologica e allegorica -> obiettivo polemico implicito: Antonio Cesari. Questo non significa che Mauro cercasse spasmodicamente sensi nascosti e azzardati -> altro obiettivo polemico è Dante Gabriel Rossetti, che aveva scritto un commento contenente interpretazioni della Commedia troppo lontane da una base storicamente accertabile + in contraddizione con i dati della biografia dantesca allora noti -> Mauro interviene per smentirle.

Mauro aveva una formazione filosofica vichiana, per cui si interessa della base storica di tutte le allegorie rintracciabili nel poema, puntando a una fusione tra elementi di realtà e interpretazione morale e ideale. Esempio di sua interpretazione: prima immagine delle ere si risolve nell'ultima di Lucifero in cui compaiono i tre vizi di superbia, avarizia e invidia.

Attenzione psicologica anche in canti dove non emerge questa componente -> tendenza romantica.

Parole chiave:

  • Scena = unità-base dei
Forma = e cacia del racconto e della versi cazione22ffi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi venerdì 8 aprile 2022 Concetto = senso ultimo di ogni episodio => per es. l’allegoria di base, Cerberocome vizio della Gola, è seguita nelle sue risonanze che generano un concettoulteriore, cioè una messa a fuoco delle conseguenze di quel vizio sugli esseriumani = i golosi non sono solo smodati, MA spengono addirittura il pensiero.- Nell’analisi di Mauro, Ciacco passa dall’essere “storica rimembranza” a simbolodell’uomo degradato dal vizio della gola (canto VI). La disamina operata dallostudioso è ancora di tipo psicologico-teatrale, tanto che Dante viene lettoanzitutto come ottimo drammaturgo, e non solo come scrittore => “ogni canto delpoema è una scena, e tutto il poema è una commedia”. • Niccolò Tommaseo => a livello stilistico dominante per icontinui richiami: - de Lamennais (cattolico liberale francese), si era dedicato a una traduzione del poema dantesco rimasta incompiuta. - Mauro la Bolla per il suo gusto classicista privo di sensibilità per gli elementi drammaturgici e allegorici. - Gabriele Rossetti, esegesi allegorica esoterica e satirica. Secondo Mauro la satira, anche laddove è presente, è parte minima ed accessoria nella Commedia; tuttavia è d'accordo con l'obiettivo di cercare un concetto fondamentale che dia unità al poema. Mauro lo cerca in un concetto religioso, morale e insieme politico. - Di cile inquadrare Mauro tra i lettori di Dante. È sicuramente ghibellino, ma in realtà dà anche molto credito a un allegorismo dalle forti connotazioni religiose, cristiano e non cattolico. Il suo obiettivo è ricavare insegnamenti etici validi anche per il presente. Dante infatti ha.

Come scopo quello di "apprenderci le leggi universali della vita morale".- NB: Allegoria vista in maniera dinamica e non didattica.- "Esso è il poema dei poemi; è lo sguardo più eccelso dell'Arte che abbraccia tutti i generi e le forme e li fonde in una suprema unità indefinita" => Mauro mira quindi a un'unità astratta che dia coerenza al poema, e non a un genere o sottogenere letterario. NB: metafora impiegata in relazione alla Commedia è la stessa che troviamo in Pascoli (anche se probabilmente sviluppata dai due in maniera indipendente) => costruzione templare. Pascoli = metodo da lui seguito nell'affrontare Dante- Premessa: incrocio tra propria esistenza e lettura della Divina Commedia; in questo processo Pascoli si immerge nella mente di Dante per ricreare le ragioni.

O imperfezioni.- Minerva oscura => 1895, in concomitanza con l’ennesima rottura traumatica dell’equilibrio (=quello successivo al matrimonio di Ida). Primo movente di questa opera è ristabilire l’ordine dei peccati infernali e creare una simmetria sulla ricorrenza del sette (invece che su quella del tre) => in questo modo si viene creando una coincidenza con l’ordine del Purgatorio (=sette peccati capitali), per cui è inevitabile che, giunti alla cima di quello, debba essere rivelato al lettore un altro modo di proseguire nella lettura allegorica del testo. In questo senso è il sogno dantesco su Lia e Rachele (=Purgatorio XXVII) a costituire un segnale in relazione al viator, che sta per essere lasciato da Virgilio per passare dal ruolo di Enea a quello di Giacobbe, sposo di Lia (=vita attiva) e poi di Rachele (=vita contemplativa). Questo spunto permette di unire le prime due cantiche alla successiva => Pascoli infatti legge nei 7 + 7 anni di

Servaggio di Giacobbe il percorso che Dante deve compiere nell'apprendistato per passare dalla vita attiva alla vita contemplativa.

Un punto su cui si concentra Casadei è che Pascoli richiama, per l'interpretazione di questi passi in questo senso, un passo di Agostino => lui si chiede: perché sottolinearlo con tanta enfasi se, in realtà, il passaggio da Lia a Rachele come simbolo del passaggio da vita attiva a contemplativa esisteva già in altri commenti danteschi e, ancor prima, nell'esegesi di Genesi? Secondo Pascoli il passo del Contra Faustum di Agostino (cap. XXII) è importante perché supera, per completezza, le altre interpretazioni già disponibili, e pertanto si candida a diventare la fonte prima di Dante.

Un po' riprendendo Agostino e un po' integrando, Pascoli arriva a proporre per l'episodio una serie di equazioni allegoriche che portano a considerare Labano, Lucia e Rachele come

personaggi puri canti, portatori della dealbatio; daultimo, in cima al Purgatorio può realizzarsi allegoricamente il nucleo di sensofondamentale del poema sacro = il passaggio da vita attiva a contemplativa(=atteggiamenti che per Pascoli possono essere intesi anche in senso laico,cioè possibili anche per chi non crede in Dio ma vuole superare la propriacondizione peccaminosa). Secondo Pascoli l’argomento della Commedia èproprio “la rinuncia alla vita attiva, a Lia, e l’adozione della vita contemplativa,di Rachele” + “il numero sette presiede al poema”, dato che Dante arriva a Liae Rachele dopo sette esercitazioni di giustizia e sette puri cazioni e beatitudini.

NB: il metodo pascolano procede non solo per analogie o simmetrie, maindividuando soprattutto un nucleo di senso rilevante che poi viene ricercatoossessivamente intersecando piani ermeneutici anche lontani => in questo24 fi fi venerdì 8 aprile 2022caso è

La dealbatio, ritrovata in Agostino, a diventare la parola-chiave che permette di far scattare tutta una serie di connessioni.

Perni del modus operandi pascoliano, desunti dai suoi vari saggi:

  • In Minerva Oscura Pascoli dice che Dante volontariamente si occulta nel suo pensiero, quasi come il Dio che deve essere inseguito "nel suo profondo" => in altre parole, Pascoli si avvicina alla Commedia come se facesse una sorta di immedesimazione nel mistero, che deve essere colto, perché la ragione della poesia dantesca non può essere esibita in superficie.
  • Il suo procedere corrisponde a quello di Dante = per tentativi, errori e successive scoperte (NB: l'autore infatti deve fingersi, in quanto attore, come inconsapevole della verità => la scopre via via).

Come dicevamo, Pascoli lega la propria vita e riflessione esistenziale alla Divina Commedia => è come se cercasse nel percorso del Dante viator le tracce di una speranza di salvezza.

Riprend

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Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
61 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/13 Filologia della letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rebecca.molea di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia e critica dantesca e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Casadei Alberto.